Leggo il seguente comunicato pubblicato sul sito del Comune di Prato in merito alla sua triste posizione nella classifica della ricchezza nazionale della stilata da Il Sole 24h e rimango colpita dalle parole del Sindaco, in particolare dalla frase: "L'amministrazione comunale...ha il dovere di stare vicino a chi fa impresa".
E finora cosa è stato fatto, anche dalle precedenti amministrazioni? Solo stare vicino a chi fa impresa, a chi ha i soldi, agli industriali eccetera.
Poi il risultato di questo star vicino è sotto gli occhi di tutti, non solo sul giornale della Confindustria: un fallimento.
E sennò per quale altro motivo, se non per 'stare vicino a chi fa impresa', per per quale motivo avrebbero costruito, che ne so, l'Interporto che non funziona come interporto, visto che la ferrovia non è quasi per nulla utilizzata per lo scambio di merci?
Infatti, gli interporti, pensati e costruiti per diminuire il traffico del TIR, hanno sortito l'effetto opposto, e i loro parcheggi sono pieni di TIR! Hanno aumentato il traffico di camion, e in maniera sostanziosa! Ironia della sorte, vero?
Le amministrazioni comunali di Prato non hanno fatto altro che sostenere l'industria tessile e quella del mattone. Punto. Non sono riusciti a creare, ma che dico, nemmeno a pensare o immaginare altri scenari economici, attanagliati e presi per il cappio da certo quattrino...
Noto - ah gli studi di glottologia! - l'uso del verbo 'supportare', anglismo per 'sostenere', che compare nel titolo del comunicato stampa: " ...necessario supportare chi crea lavoro".
Il verbo italiano viene da 'to support', termine calcistico che significa 'tifare' (vedi il 'supporter', tifoso). Parola di origine latina che rientra in italiano dalla porta del calcio inglese. E' una specie di autogol linguistico.
Oltre al lavoro, quante cose ci tocca sopportare!
Ecco dunque il comunicato, pubblicato in data di ieri:
Crisi del distretto, Biffoni: "Negli ultimi 10 anni Prato ha perso tanta ricchezza, necessario supportare chi crea lavoro"
Prato la città italiana più penalizzata dalla crisi, anche se i redditi restano nella media italiana
E' Prato la città che più è stata penalizzata dalla crisi economico-finanziaria degli ultimi 10 anni. Un dato noto, messo nero su bianco questa mattina dal Sole 24 Ore che ha analizzato i redditi delle città italiane confrontando il periodo pre-crisi con gli ultimi anni. Tra il 2007 e il 2015 la provincia pratese ha person 6,22 punti percentuali. Al contempo il reddito medio si attesta sui 20.188 euro, a fronte di una media nazionale di 20.798 euro: "La media dei redditi nazionali è più o meno come quella dei pratesi, ma la differenza è che la crisi sul territorio italiano ha fatto scendere i redditi dell'1,32%, mentre da noi si è portata via oltre 6 punti percentuali - ha commentato il sindaco Matteo Biffoni -. Una crisi dura, che ha visto chiudere tante aziende e per la prima volta ha creato sul nostro territorio il problema occupazionale. Da sempre sostengo che tra le mille sfide quotidiane, il problema principale è e resta il lavoro, la creazione di occupazione e di redditi. Lo vediamo dai dati del servizio sociale, dalla fila di persone che sono in difficoltà".
Negli ultimi tre anni l'imponibile Irpef è andato aumentando, passando da 10,8 miliardi nel 2012 a 12,1 nel 2017: "Sicuramente parte di questa crescita è legata all'emersione dell'evasione, ma ci vogliamo leggere anche un segnale positivo di ripresa dei redditi. Questo però non ci esime da una riflessione con tutte le parti attive della nostra società sulla trasformazione del distretto pratese e su come il nostro territorio, depauperato dalla crisi, possa far fronte a nuove sfide".
"L'amministrazione comunale non può creare lavoro, ma ha il dovere di stare vicino a chi fa impresa. Allo stesso tempo lavorare su progetti di rilancio della città, delle infrastrutture, aprire i cantieri significa dare una città migliore ai cittadini e alle imprese del nostro territorio".
Nessun commento:
Posta un commento