sabato 30 settembre 2017

La Storia non si ferma: Catalogna, fine dell'Europa

Con l'avvento, che pare ormai scontato, della nuova Catalogna, indipendente e repubblicana, potrebbe iniziare il lento ma inarrestabile processo di disintegrazione europea.

Oggi è una questione spagnola; ma subito domani sarà dell'Europa. Da cui, ricordo, si è già staccata la Gran Bretagna. Da cui presto si staccherà la Scozia.

La Storia insomma non si ferma.

E quelli che pensano, i dominatori di Bruxelles, di congelare i territori sotto il suo freddo e distante imperio si illudono fortemente.

E tanto più va questo mondo comunicante e aperto, questa invasione degli uni sugli altri, globalizzazione e tirannia dei mercati, flusso del denaro e dei suoi artefici, più potenti degli stessi stati, tanto più abbiamo bisogno di rinchiuderci in casa, di proteggere quello che invece appare irrimediabilmente perduto, e che nemmeno l'indipendenza riuscirà a garantirci: la nostra umanità.


venerdì 29 settembre 2017

Presentazione di "Nel nome di Dio e del Quattrino"

Sabato 14 ottobre 2017 è previsto il debutto di  Nel nome di Dio e del Quattrino, commedia impossibile su Francesco di Marco Datini, mercante, scritto interpretato e diretto da Maila Ermini, con Gianfelice D'Accolti.
L'opera ne vuole sì celebrare la figura (ed è la prima volta, a teatro), ma come simbolo degli affari, del commercio e, soprattutto del denaro, diventato, oggi più che ai tempi del mercante toscano,  fede indiscussa.
E' la seconda commedia 'impossibile' dopo quella su Federico II di Svevia (Io e Federico): impossibile significa che esce dai canoni della commedia classica dove, modernamente, vi si inserisce l' autrice, che dialoga col personaggio; e qui crea anche scene e situazioni contestualmente allo svolgersi della commedia stessa. Rompe insomma già da subito l'illusione scenica, ma per crearne un'altra, appunto non classica e consueta.
L'opera è fedele sì alla Storia, ma si prende quella libertà che il presente concede; irriverente e divertente quel tanto che basta per non dimenticare che nella vita degli uomini riso e pianto spesso hanno la stessa faccia.

Altre repliche ci saranno durante il mese di ottobre.

Infine, due parole sulla locandina: Francesco di Marco Datini è presentato come un fool shakespeareano, come un giullare. Nonostante la sua faccia severa e ieratica, davvero poco incline alla commedia. Il colore che prevale è il verde, che è il coloro dei soldi e del gioco, basti pensare ai tavoli da gioco, che sono di colore verde (per esempio quelli del biliardo). Lo stesso 'Joker', personaggio dei fumetti, ha capelli color verde.

mercoledì 27 settembre 2017

L'archeologia è la sola via di accesso al presente.

Interessato al tema della prossima commedia,  Nel nome di Dio e del Quattrino, dove, oltre a rappresentare Francesco di Marco Datini si tratterà di danaro e potere, il caro amico Fulvio Silvestrini chiede di incontrarmi.

I nostri incontri sono ormai consuetudinari; ci ritroviamo alla Baracca e conversiamo su argomenti importantissimi. 

Con lui non ci sono smartphone di mezzo, solo giornali e libri.

Ognuno di noi insegna all'altro qualcosa, e quindi siamo docenti e allievi al tempo stesso; ma lui possiede una intelligenza così limpida e alta che difficilmente lo si raggiunge.

Oggi mi ha portato un libro, Il mito del mercato di Achille Rossi, e un articolo del 2012 de "La Repubblica", dal titolo la religione del denaro, scritto dal più importante filosofo italiano vivente, Giorgio Agamben, una religione che divora il nostro futuro.

L'articolo termina profeticamente:

"Finché dura questa situazione, finché la nostra società, che si crede laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni, sarà bene che ciascuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, banchieri, professori e funzionari delle varie agenzie di rating. E forse la prima cosa da fare è di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fare, per rivolgere invece lo sguardo al passato. Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando di capire come è potuto avvenire, sarà possibile, forse, ritrovare la propria libertà. L'archeologia - non la futurologia - è la sola via di accesso al presente."

E' questo il senso,  questa la direzione del nostro camminare.

martedì 26 settembre 2017

Italia: la corruzione ci soffoca la vita

Sono molto contenta che qualcuno abbia avuto il coraggio di denunciare all'autorità la corruzione dilagante che esiste per i concorsi universitari. Un vizio antico, no?

E' accaduto a Firenze, grazie a un ricercatore italo-inglese, Philip Laroma Jezzi. Gli hanno detto: "Non fare l'inglese in Italia". Ma lui fortunatamente non ha seguito i soliti consigli dei lupi.

Mi aspetto che qualcuno faccia altrettanto in altri ambiti culturali, dove, purtroppo, è più difficile trovare la prova di quel do ut des di per cui 7 professori di diritto tributario (diritto, capito, professori di diritto!) sono finiti in arresto.

Quanta gente è stata introdotta in enti culturali, oltre che alle partecipate, perché il babbo portava voti a tot e a tat! E senza concorso, senza niente, addirittura c'è gente che grazie a 'meriti politici' propri o del parente prossimo è diventata dipendente di uffici cultura, si trova a dirigere i festival teatrali, così, miracolosamente (e tutto in silenzio, naturale!). A tempo indeterminato.

Gente che fa andare avanti un sistema marcio, senza diritto, senza giustizia.
Io c'ho provato a denunciare lo scandalo, le angherie, le umiliazioni che mi hanno fatto vivere in ambito teatrale, ma non è servito a niente; ci vuole anche un po' di fortuna e magari trovare il giudice giusto.

Peccato che gli italiani non scendano in piazza per dimostrare il loro disgusto, che nessuno si ribelli. Nemmeno i babbi e le mamme che vedono i loro figli costretti, per mettere le proprie competenze all'opera, ad andare all'estero, consegnandosi al sistema ipercapitalista dell'Europa del Nord.

D'altronde, se ti ribelli, non ti fanno lavorare. Oppure non vivi più perché stai sempre col bazooka nel cortile. O ti danno qualche lavoretto perché tu non crepi di fame, ma poi ti mettono da parte.

Alla luce di questi scandali disgustosi, si capisce che il sistema didattico e culturale non è sostenuto per migliorare la qualità della vita dei cittadini, bensì per mantenere quello politico, ed è per questo  che non può e non vuole valorizzare il merito. Cosa vuoi che importi delle persone in gamba! Anzi, più uno è bravo, più è detestato. Sia perché è bravo e ostacola chi deve passare (oltre a essere oggetto di invidia), sia perché si ribella e quindi non serve.
E' così, l'Italia è un paese di lupi e pecore senza speranza, con una economia, oltre a cultura e ricerca, bloccata proprio da questi meccanismi corrotti a tutti i livelli e in vario modo, che sono talmente vasti e profondi che non si distinguono più. 
Anzi, meglio: in questo paese la corruzione è alla base del sistema studio-lavoro.
Ah, se qualcuno volesse indagare, anche solo così per curiosità, ne scoprirebbe delle belle e anzi meravigliose, non solo nelle università,  ma nei musei, nei teatri e compagnia belando. 

In Italia la corruzione ci soffoca la vita.

domenica 24 settembre 2017

Riflessioni dopo la presentazione della stagione


Gianfelice mi ha detto: "Sembra un teatro finanziatissimo, e invece il teatro, la stagione non riceve un centesimo".
Forse è la ricchezza degli spettacoli, le tante cose che vogliamo dire a dare questa idea di ricchezza, di pienezza.
In questi anni posso dire che pochi teatri, sicuramente in Toscana sì, hanno offerto così tanto al loro pubblico, e mi fermo solo al numero di spettacoli. E anche penso alle novità e opere particolari, come Lo spettacolo della città per esempio, o i drammi sulla storia di Prato che, come ho detto ieri, è città conflittuale e proprio per questo città 'drammatica'.
C'erano belle persone, attente e generose, come l'amico Prof. Centauro, ad ascoltare e commentare la presentazione della stagione ieri, che hanno colto subito, come ha fatto l'amico Fulvio Silvestrini, la particolarità del nostro teatro, creando triangolazioni e collegamenti fra uno spettacolo e l'altro. Come fra lo spettacolo sul Datini (Nel nome di Dio e del quattrino) e  Teatro Vegetale (che ci piacerebbe veder rappresentato alle Cascine di Tavola),  che anche Ornella ha saputo inserire in un contesto storico-teatrale, richiamandosi al 'teatro di verzura' settecentesco.

D'altronde il Teatro la Baracca, teatro di legno e terra, è già di per sé teatro di verzura, e quindi con profonde radici, nella storia del teatro, ma anche per questa sua naturalità oggi non convenzionale, è spregiato dalle autorità, che lo hanno lasciato solo e vorrebbero misero.

Ma io mi sento tutt'altro che misera.
Da quando ho messo su una mia piccola casa di produzione (così si dice nel linguaggio tecnico), esattamente in 19 anni - e non di vita teatrale, che sono ben di più - ho scritto e messo in scena più 60 opere teatrali. Le ho contate, frettolosamente, ieri sera. Ma ce ne sono altre, tutte che aspettano che io le riprenda e cataloghi, e spero presto. Oltre a quelle che non ho rappresentato, che sono ancora altre.
Per questa attività drammaturgica e di produzione ho ricevuto 3 premi dall'ENAP (Ente Nazionale Artisti e Scrittori eccetera), ora inclusa nell'INPS (e tralascio il premio per la drammaturgia Fondi La Pastora e altri, quando partecipavo ai premi), ma mai un soldo per la produzione da parte della Regione Toscana.
Anzi la Regione mi ha sempre negato i soldi proprio per la produzione o per la drammaturgia, tant'è che ho presentato, inutilmente, ben due ricorsi in un lasso di tempo di poco tempo.

I pochi soldi che ho ricevuto per alcuni anni dalla Regione Toscana per il Circuito dei Piccoli Teatri di Sipario Aperto, in cui era inserito La Baracca (la cui cifra massima è stata un anno di 4 mila euro ma più spesso sono stati spiccioli), erano destinati solo all'ospitalità e alle spese per il teatro.

Nulla potevo prendere per la messa in scena delle mie opere, solo pagarci la SIAE e poco altro.
Non ho ricevuto mai nulla per la creatività, che hanno sempre voluto negare e disconoscere.

Aggiungo, infine, che oltre agli spettacoli previsti, ci saranno anche serate fuori cartellone alla Baracca, di cui vi informerò di volta in volta.


sabato 23 settembre 2017

STAGIONE TEATRALE 2017-2018

Dopo una bella presentazione alla Baracca, discretamente affollata per essere tale, ecco il programma completo della nuova stagione 2017-2018 al Teatro La Baracca.




       STAGIONE TEATRALE 2017-2018

Sabato 14, 21 e 28 ottobre, ore 21
Domenica 29 ottobre, ore 16,30
NEL NOME DI DIO E DEL QUATTRINO
(Il mercante di Prato)
Commedia impossibile
con Francesco di Marco Datini

Sabato 11 e 18 novembre, ore 21
LE MASCHIE
                                             Metamorfosi di donna

Sabato 2 dicembre, ore 21
LA BARZELLETTA VIEN DALLA CAMPAGNA

Sabato 16 dicembre, ore 21
                                           PORCHETTA MISSION

Sabato 30 dicembre, ore 21
L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI

Sabato 20 gennaio 2018, ore 21
Domenica 21 gennaio, ore 16,30
IO E FEDERICO
Dialogo impossibile con
l’imperatore Federico II di Svevia

Sabato 3 febbraio, ore 21
Domenica 4 febbraio, ore 16,30
TURISTA IL BARBARO

Sabato 24 febbraio, ore 21
Domenica 25 febbraio, ore 16,30
I PRIMITIVI
Rider d’amore in lingua grammelot

Sabato 3 marzo, ore 21
IL BIGNAMINO DELLE DONNE

Sabato 17 marzo, ore 21
Domenica 18 marzo, ore 16,30
GAETANINA BRESCI
(Mio padre Gaetano il regicida)

Sabato 24 marzo, ore 21
FESTA DELLA POESIA
Premio Poesia “La Baracca” (2° anno)

Sabato 14 e 21 aprile, ore 21
IL TEATRO VEGETALE
Progetto di teatro botanico

Sabato 5 e 12 maggio, ore 21
LA NONNA PADRONA
Commedia di lavoro

Sabato 26 maggio, ore 21
STUPIDA
Una vita in trappola

Giugno
STASERA, BUGIE
Teatro tour bugiardo

TEATRO PER LE SCUOLE
Data da definire
   ASINERIE
Incursione comica nella lingua italiana

TEATRO FAMIGLIA

Venerdì 5 gennaio, ore 16
LA BEFFANA

Domenica 28 gennaio, ore 16
DINA LA VESPINA



Teatro La Baracca
Via Virginia Frosini, 8 – 59100 Prato. Tel. 0574-812363
Biglietto: 12 euro – Biglietto teatro famiglia 6 euro.

La “Festa della poesia” è a ingresso libero.

E’ vietato entrare a spettacolo iniziato. Gli spettacoli iniziano alle ore 21. Il teatro famiglia alle ore 16.
Attenzione, il programma – completamente autofinanziato e gestito in proprio-  potrebbe subire modifiche o aggiunte. Telefonate o consultate il nostro sito.



venerdì 22 settembre 2017

Noticina conclusiva su Lo spettacolo della città in Valbisenzio


Spettacolo della Città in Valbisenzio. Vi ricordate? quello che facciamo col pullman che in diversi hanno tentato di scopiazzare. Conclusione dopo un anno: anche il Comune di Vaiano ha dato, insieme a Cantagallo e Vernio, il suo contributo, per un totale complessivo di 295 euro ricevuti da parte dei tre comuni. Grazie. Siamo sicuri che ci saremmo meritati di più. La cultura che viene dal basso non deve provenire da troppo in basso.

Presentazione della stagione 2017-18



Ricordo che sabato 23 settembre ore 11 presentiamo la stagione teatrale 2017-18 al Teatro La Baracca.
Abbiamo diverse cose da raccontare su una stagione ricca e imprevedibile.

giovedì 21 settembre 2017

Cemento su cemento, senza fine

Ieri, andando in bici per commissioni, a un certo punto mi sono dovuta fermare. Mi sentivo smarrita e soffocata, in pericolo. Traffico ovunque, macchine in fila con dentro donne e uomini irati, bestemmianti, sul punto di aggredire qualcuno dalla rabbia per l'attesa nella fila senza fine.

Mi son guardata intorno e, alzando il capo,  ho visto questa corona di montagne, belle, che ci circonda: è uno spettacolo grandioso. E come queste ci guardano, da lassù, così potenti, e fortunatamente ancora libere dalle colate di cemento e dalle sfilze di macchine e macchine che riempiono le brutte strade che si trovano in questa Piana. Mi sono tranquillizzata e ho ripreso a pedalare.

Sarebbe davvero un posto ameno, questo lembo di pianura toscana, racchiusa da una corona montana che va dal Serravalle Pistoiese fino a Firenze e Fiesole, se non fosse stata violentata dall'indistinto coprire la terra di capannoni e strade fatte male,  inquinare e molestare un suolo usato senza pietà.

Cemento su cemento, senza fine.

Ora, dopo Macrolotti, Interporto, ampliamento dell'aeroporto di Firenze, mega centri commerciali - Gigli e Parco Prato-, anche la costruzione di una terza corsia nell'Autostrada A11 fra Firenze, Prato e Pistoia, in gran parte inutile, e con annessi e connessi, allacciamenti, bretelle e...come contentino finale,  fumus ciclabile.

Questo significherà anche un aumento dell'inquinamento acustico, oltre che dell'aria. Oppressione vitale per dar luogo alle macchine e agli interessi economici e, in fondo, per rafforzare lo status quo politico.

E non c'è cenno a una inversione di tendenza; e chi governa (e gestisce e vive con i nostri soldi) non ci pensa proprio a invitare i cittadini a cambiare un po' le abitudini, i mezzi di trasporto, a intendere tutto diversamente, con più lentezza, pienezza di vita.

Questo dovrebbe fare un governo, locale e nazionale: dar corso e possibilità per una vita migliore. E invece si muove in senso opposto a quello che potrebbe trasformarci in essere un pochino più felici, creativi e sani.

martedì 19 settembre 2017

Riscossa di Prato: trucco e paccottiglia ci sono eccome

Il SOLE 24H dedica a Prato un articolo: "La riscossa di Prato: una provincia senza trucco". (1)

Nell'articolo si celebra la mostra-dicono bella- al Pretorio "Legati da una cintola" (ma perché dobbiamo essere legati dalla cintola della Madonna, posto che le sia appartenuta: sarebbe questo ora, oltre l' 'astronave' Pecci, il nostro elemento identitario?), dove il destino della città appare segnato e disegnato -trama e ordito- come sempre dall'alto, senza possibilità che la gente il popolo, anzi cambiamo, le singole persone, associate o meno, possano delineare loro, provare a delineare il proprio presente e futuro. 
Si danno pesci da mangiare, ma non si insegna a pescare.

Ma poi alla fine ci si accorge anche che sono pesci guasti!

In quest'articolo,  che parla di una 'riscossa' culturale e turistica che non vedo, ritorna la celebrazione del Tre-Quattrocento  - tutto cristiano e devoto - e la contemporaneità, il lavoro, il futuro: il Museo Pecci e il Museo del Tessuto:

"Proiettata verso il futuro, Prato rivendica l'identità e sbandiera la propria autenticità. Quella che ne fa una città (la seconda della Toscana per dimensioni) “vera”, con la crisi del commercio che ancora morde e i locali mangia&bevi che si moltiplicano; con i cinesi che non sono riusciti a ‘conquistare' il centro storico ma premono ai margini dove hanno creato una vera e propria Chinatown. Una città senza paccottiglia turistica, senza fronzoli e senza trucco, facile da raggiungere e da visitare. Una città che, anche per queste caratteristiche, ha appena attirato il campus di un'altra università straniera, la terza (due sono americane, una australiana)."


Ma questa è propaganda. Non c'è, nell'articolo, nessuna incrinatura, nessun punto critico, nemmeno quando si accenna alla crisi del commercio e alla questione cinese, ché infatti non è detto dell'uso indiscriminato e barbarico che gran parte della comunità cinese fa della città e dei suoi lavoratori, con la totale complicità economica degli autoctoni e della politica locale. Uso barbarico che continua e allarga le gravi problematiche ecologiche e umane che già esistevano in città da molti anni.

Lasciamo una volta tanto la questione etrusca,  che è stata annullata e fatta dimenticare (abbandonati scavi, ricerche, pensieri, percorsi, tutto): e le Cascine di Tavola, per esempio? E la città estesa o città stellare, che non è così facile da raggiungere e visitare, per cui non è stato pensato nulla? Sembra che la città sia tutta lì, tra il bel pulpito e le Carceri; tra Museo del Tessuto e Pecci.

Il trucco, oltre alla paccottiglia, a Prato c'è eccome, ed è anche questo racconto edulcorato di un comune ricco sì di storia e bei monumenti, ma anche di contraddizioni,  difficile che, dopo il Sacco del 1512, è stato depredato, e da più di un secolo ormai,  da un'economia avida e senza scrupoli che sembra non voler cessare.



(1) http://www.ilsole24ore.com/art/viaggi/2017-09-18/la-riscossa-prato-provincia-senza-trucco-ma-molti-tesori--102751.shtml?uuid=AE658sUC

lunedì 18 settembre 2017

La Baracca, un teatro di legno e terra


Sabato 23 settembre, alle ore 11, presentiamo la nuova stagione teatrale a La Baracca.

Sarà l'ultima?

Anche questa volta qualcuno sorriderà, aspettando la nostra caduta, visto  che non ci sono soldi e tutto si regge sulle nuvole. 
Saremo angeli?
No; ma ci sono ben 8 spettacoli nuovi e 7 'riprese'.

Abbiamo urgenza di andar danzando su queste nuvole, pur consapevoli della fragilità.

Nell'era culturale del sorriso-sempre-collegato, nell'egotico vorticare umano, esseri come epifaniche faccine feisbucchiane, tuitteresche, nell'epoca dell'homo-negotium, dove tutti siamo comprati venduti come merce presunta protagonista, nessuno nessuno escluso - fino allo spettacolo gran finale nel bagliore dei crematori -  a cosa può servire un teatro di legno e terra?

Non  si fa la stagione per far vivere un teatro, per 'tenerlo aperto' (ce ne sono così tanti, comodi e in centro!), ma per porsi come assurda provocazione e apparente insensatezza.

Si fa teatro perché si hanno cose da dire e, non certo solo come attori, da interpretare.

A sabato.

giovedì 14 settembre 2017

Amore e morte. O potere?

Certo che in questa serie ininterrotta di donne ammazzate dai proprio uomini, fidanzatini compresi, l'amore entra in una versione tutta infantile ed irrisolta della propria psicologia, immatura e violenta, prolungamento della propria infanzia dove la donna-mamma viene assoggettata alla propria voglia e necessità, al proprio potere.

Fino a qualche anno fa ci si lasciava con meno violenza.
Io stessa, che ho lasciato un marito anni or sono, pur con tante difficoltà, non ho vissuto niente che potesse far pensare a una sua reazione aggressiva. Piuttosto era il dolore dell'abbandono, quello sì, la lacerazione del distacco, la solitudine davanti.

In questi ultimi dieci anni è aumentata la componente assassina in tutti i rapporti, e ancora di più in quelli cosiddetti d'amore, fino a diventare intollerabile. Sembra un triste ritorno alla cosiddetta Legge della Natura,  che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, dove il più forte sottomette il più debole di forza o situazione, e lo punisce se si ribella alla propria volontà di dominio.

Uno scenario da Leviatano che ne prefigura uno politico meno libero, dove il dominio viene giustificato e accettato senza mezzi termini.

E l'assassinio della donna ha trovato una ormai abituale, quotidiana variante nel sesso come dare la morte, lo stupro, che non è tanto soddisfazione di una voglia, ma io credo un atto in cui si vuole ribadire il potere. Così succede in guerra, come recentemente è stato, anni '90 nella ex-Yugoslavia, quando il mondo incredulo scoprì che l'uomo del Novecento praticava gli stupri di massa. 
Ma davvero prova piacere sessuale l'uomo che violenta una donna? Nel triste esempio dei Carabinieri che 'vanno' con le ragazze americane, a Firenze, la componente del potere è manifesta e usata con disinvoltura. Hanno fatto sesso con la pistola al fianco?

In questa volontà di dominio e punizione dell'uomo moderno primitivo, abbrutito nel corpo e nella morale, senza etica e magari pure religioso ma privo del sentimento del sacro, c'è anche denigrazione, irrisione, svilimento e astuzia, fellonìa e misera guapperia, così da rendere l'aggressione più facile, evitando la legge,  e accettabile, salvando la propria coscienza.  Per questo può essere violentata una donna di ottant'anni, come è successo a Milano, profanando la sua età, il suo libero pudore, quell'intimità che vuole ormai essere tutta di sé, e non più di nessuno altro.


3a Camminata per Gonfienti, comunicato

Domenica 24 settembre 2017, ore 15, con partenza da Piazza del Comune di Prato partirà la terza "Camminata per Gonfienti", che vuole evidenziare il continuo sostanziale abbandono e disinteresse per l'area archeologica pratese. 

Nulla è accaduto dalla Camminata dell'anno passato, quando, tra l'altro, Prato è stata anche 'scippata' del suo museo; infatti i reperti trovati a Prato sono destinati alla Rocca Strozzi di Campi Bisenzio.

Ribadiamo il nostro no a questa visione di città protesa solo verso il 'contemporaneo' (che pure noi vogliamo senza pregiudizi di sorta, ma non come museo-cassetta d'eventi e basta), che sbandiera parchi centrali e fluviali prossimi futuri (quando lascia nel dimenticatoio la semplice cura delle ciclabili e del verde esistente), e si dimentica dei propri tesori del passato più antico, 'cedendo' i reperti a un altro comune senza battere ciglio.

Insomma, esattamente dopo due anni dalla prima camminata per Gonfienti, continua e persevera il disinteresse rispetto all'area archeologica.

Il ritrovo sarà alle ore 15 in Piazza del Comune, con tragitto: Piazza del Comune, Piazza delle Carceri, Piazza San Marco, Lungo Bisenzio, poi a Gonfienti lungo la pista ciclabile, sosta davanti al cancello degli scavi e ritorno.

Se volete, per meglio identificarci nella marcia, stampate il manifesto e attaccatevelo come pettorina.

La 3a Camminata per Gonfienti è dedicata all'amico Fiorenzo Gei, presidente del CAI di Prato, scomparso lo scorso maggio.


mercoledì 13 settembre 2017

Allevamento culturale

Culturalmente sempre più allevati a concerti, festival passeggeri, fugaci, anche se ricorrenti, ma svincolati da un progetto collettivo profondo e radicato che li giustifichi, andiamo schiacciati da un evento all'altro, da un artista all'altro.

Cultura da ticket-office.

La cultura è diventata spettacolare, ma di uno spettacolo che deve essere brutalmente di massa, come un investimento economico o politico, un ritorno di immagine, una 'vetrina', come mi disse un ex sindaco di Prato qualche anno fa. Già detto tante volte.

E quando si legge che nel passato un Giordano Bruno era protetto da Michel di Castelnau prima di essere tradito da Mocenigo e consegnato all'Inquisizione per finire arso vivo con vergogna infinita della Chiesa di Roma, mentre fino a qualche anno fa si pensava che l'intellettuale, protetto dal mecenate, non fosse libero, ora si capisce bene che la nostra libertà culturale, nell'ambito del sistema spettacolar-democratico, è di poco superiore, e certo meno significativa di quella.

Il signore di Castelnau sapeva bene chi andava a proteggere e alimentare, e  lui voleva. E Bruno non doveva cambiare sé stesso, non doveva fingere di essere altro o addomesticarsi più di tanto.
E Mocenigo probabilmente lo tradì per invidia.

L'Inquisizione voleva da Bruno che non difendesse, abiurasse il sistema copernicano o non negasse i dogmi della Chiesa?
No, per non bruciarlo da Bruno si voleva molto di più, altrimenti non lo si sarebbe tenuto otto anni in cella; si voleva che abbassasse il capo per chiudere lo spiraglio accecante che aveva aperto guardando verso le stelle, questo si voleva.
Ma lui preferì la morte, che per lui non era altro che la scomparsa dell'accidente, trasformazione della materia sostanziale che solo così può vivere la sua eternità.

Certo, noi non ci bruciano vivi, ed è un gran vantaggio. Ma solo per la nostra carne, per il nostro 'accidente'. Per il senso, per la cultura va molto peggio.
Perché questa tolleranza universale,  imposta e falsa, è terroristica, assoluta e asfissiante. Produce la mostruosità dell'insensatezza, il vuoto culturale. Sottomette molto meglio del rogo. Che come l'Inquisizione di un tempo, anche oggi il potere non ci permette di guardare verso le stelle; ma non vuole essere più responsabile di atrocità sulla carne, e usa altri metodi per abbassare il capo a chi guarda in su. Il Potere è diventato più furbo; ha imparato come si fa a durare nel tempo e a sottomettere l'uomo per bene.

Sopraffatti dall'andazzo commerciale e politico, dalle stesse informazioni, dagli stessi linguaggi, dall'uniformità assoluta del collegamento perenne, chi riflette sul mondo e cerca nuovi o antichi codici, viene escluso. Stritolato, reso insignificante dalla folla vincente e comunicante in cui è inserito, nel villaggio globale, finisce presto nella fogna artistica. L'artista viene automaticamente inserito nel sistema-silenzio-dimenticanza, lo si isola in una cella a cielo aperto, tortura raffinata ché invisibile. Se pure l'artista o l'intellettuale come si voglia, ha tentato di sperimentare qualcosa di diverso. 
Infatti è difficile che si possa sperimentare: proprio perché il linguaggio è unico e il collegamento perenne, ognuno ormai dice le stesse cose, racconta le medesime storie che, ha imparato o impara presto,  devono essere inoffensive e non pericolose. Gli artisti emozionano sempre meno, e la gente va a vederli e li segue solo per moda, perché sono stati scelti, di volta in volta, per illudere, divertire le masse. 

Per proteggersi dalla vera offesa, che è guardare cercare trovare oltre e altro, il potere tollera l'offesa verbale che dilaga in questo nostro tempo nelle piattaforme di Internet. Si scambia il poter offendere e dire tutto per libertà di ricerca e di espressione, anche politica ed economica, non solo artistica. E' una falsa libertà, un altro mito. E gli artisti che dicono parolacce, si ubriacano, che conducono vita sregolata sono amati, popolari, simpatici e ricercati, ché si pensa che loro siano liberi, e si scambia la forma con la sostanza; senza contare la malizia con cui certuni si costruiscono il personaggio a fini commerciali.

Quindi, se l'artista è 'fortunato' , viene baciato dalla moda, diventa un breve mito, e  prima di scomparire e far posto al prossimo, viene lustrato ammirato sul palco o in uno studio del mondo commerciale del teatro, della televisione, di Internet. (Che ormai sono tre luoghi diversi ma uguali).
Dopo esser diventato famoso, l'artista, l'intellettuale, l'essere spettacolare diventa ricco, si compra la villa; non brucia più sul rogo, ma solo fra inutili ricordi.

martedì 12 settembre 2017

3a Camminata per Gonfienti

Intanto la data, il luogo e l'ora per la prossima Camminata per Gonfienti: 24 settembre ore 15, ci ritroviamo in Piazza del Comune.

La terza: camminata che vuole evidenziare il continuo, sostanziale abbandono e disinteresse per l'area archeologica pratese e che quest'anno vogliamo dedicare all'amico Fiorenzo Gei, presidente del CAI di Prato, la cui prematura morte ha lasciato un vuoto profondo anche rispetto al suo impegno e interesse per la cosiddetta 'città etrusca di Gonfienti'.

Seguirà comunicato stampa.



lunedì 11 settembre 2017

Tribunale del popolo

Tribunale del popolo,
tu che sentenzi ogni giorno a ogni ora,
che non chiudi mai;

che sei così sicuro che tu
stupri non ne farai;

che non andrai in guerra
né causerai martirio,
che non sarai
il cattivo
la cattiva.
Mai.

Tu che stai
dalla parte dei giusti,
tu che sfili
con le bandiere
corrette,
tu che stai
dalla parte
vera santa
perfetta.

Tu mi fai paura,
tu compatto nella tua accusa,
nel tuo giudizio,
nel tuo prurito
senza scusa.

Io non ho fatto nulla
ma mi sento accusata,
devo aver compiuto un misfatto
per sentirmi toccata

dalle tue ghigliottine,
mani sulla tastiera,
ogni lettera che cade
il giorno diventa sera.

Tribunale del popolo,
la tua sentenza è perfetta
e non potrò più essere
umana, misera, abietta.

Tutti gli altri tribunali
davanti a te sono niente,
tu sei il vero unico spirito
giudicante.

Il delitto è bandito
il peccato recluso.

Ho provato a fuggire
ma con te non c'è verso:

e già prima del giudizio
le tue sbarre attraverso.

domenica 10 settembre 2017

Scipione De' Ricci, il vescovo rivoluzionario 'contro' il sacro cingolo

Non tutti gli amministratori o gente di rango di Prato o di Pistoia sono stati 'codini'. Come sembra oggi invece siano in maggioranza.
Il passato riserva sorprese.
Poco conosciuta a Prato è la figura del vescovo Scipione de' Ricci, vescovo di Prato e Pistoia fra il 1780 al 1791.
Seguace del Giansenismo (così è liquidato) e fautore delle idee illuministe,  insieme al Granduca Leopoldo di Toscana riteneva il culto della sacra cintola una superstizione e intendeva addirittura smantellare l'altare della cintola del Duomo di Prato, come aveva fatto per San Jacopo a Pistoia. Dice che per questo tentativo a Prato ci fu una sollevazione popolare: correva l'anno 1787.
La Rivoluzione Francese sarebbe arrivata due anni dopo.

Scrisse Opuscoli riguardanti la religione, e le Memorie, dove espresse le sue idee innovative e per certuni eretiche, che si possono leggere con molto piacere, e per la bella lingua e chiara, e per le sue idee di uomo religioso che era 'molto avanti'.
Introdusse riforme interessanti che sarebbero state accettate dalla Chiesa anni dopo, come la messa celebrata in italiano, e si oppose alla monacazione forzata delle ragazze nobili.
Il suo intento era quello di riformare la Chiesa, togliendole potere politico; a tal fine organizzò anche un sinodo a Pistoia, dai toni veramente rivoluzionari.

Quando Leopoldo diventò imperatore d'Austria, Scipione rimase senza appoggi politici, non lo aiutò nemmeno Napoleone che aveva necessità di fare accordi con la Chiesa di Roma, e così finì punito a Firenze dove era nato.

Altra gente,  altro coraggio.



giovedì 7 settembre 2017

Il veto



Non è colpa mia.
Devo tornare sull'argomento del Laris Pulenas rifiutato, nonostante per me fosse caso chiuso, perché La Nazione, che stamani mi cita, rivela che per la Festa Etrusca la Regione ha concesso 4000 euro al Comune di Carmignano.
Ora, nonostante le rassicurazioni dell'Assessore alla Cultura, Stella Spinelli, a cui forse ingenuamente ho creduto e chissà ci credeva pure lei, mi viene il sospetto che il rifiuto al Laris sia legato alla mia attività politica, in particolare alla mia battaglia per Gonfienti.
Fino alla fine ho pensato che una volta tanto quello che mi veniva raccontato fosse vero. Che, nonostante l'amministrazione non abbia spiegato il perché, il rifiuto all'ultimo momento - quando chi decide veramente ha preso le redini in mano - non fosse da attribuirsi alla questione etrusca pratese.
Ma, sapendo dei finanziamenti regionali, il sospetto di un veto a livello politico da parte di una parte o di gran parte della parte politica che governa questa Regione, il dubbio, forte, ritorna. Magari un veto non dichiarato, silenzioso, come sono tipici i veti in questa società che si autoproclama democratica.
Non c'è da sperare in alcuna ammissione da parte della parte politica, né di quella amministrativa. Né ormai mi interessa.
Quello che ritorna è soprattutto il concetto che nella zona di Prato la Contemporanea gli Etruschi autorizzati sono solo quelli della collina di Carmignano; gli altri, della pianura, non ci devono essere, ma solo i TIR, lo sviluppo, l'industria, i concerti pop e rock (vedi anche la negazione del museo etrusco a Prato e la fugace citazione di Gonfienti al Museo Nicosia di Artimino).
Mi viene solo da dire che devo molto alla pazienza, oltre che alla bravura di Gianfelice D'Accolti, che nel 2008 accettò di rappresentare Laris Pulenas a Poggio Castiglioni senza percepire un centesimo - e altre volte ne è stato protagonista con cachet irrisori (come sarebbe stato anche a Carmignano)-, e  che ha condiviso e sostenuto la battaglia politica, culturale, artistica per una città, una cultura e un teatro diverso.




Festa etrusca Carmignano si prepara
FESTA etrusca, il Comune di Carmignano vara la prima edizione che sarà una sorta di anteprima del «San Michele». Settembre si conferma quest’anno un mese ricchissimo di feste e sagre in ogni frazione. Se il San Michele è la festa del capoluogo con i suoi quattro rioni che presenteranno il teatro in strada a fine mese, la festa etrusca animerà Comeana dove si trovano le tombe etrusche 
di Montefortini. La festa arriva a seguito dell’idea di un gruppo di giovani che ha avanzato una proposta per organizzare un festa dedicata alla civiltà etrusca. Questa manifestazione si terrà per due giorni nell’area del tumulo etrusco di Montefortini ma interesserà anche il museo archeologico di Artimino, dove è stata prolungata sino a dicembre la mostra di reperti del Mugello «Il luogo di Uni». 

Carmignano ha partecipato al bando del Consiglio Regionale della Toscana per la «Giornata degli Etruschi» ed ha ottenuto un contributo di 4000 euro, al quale si aggiungono risorse dell’amministrazione per 6000 euro per un totale quindi di 10.000 euro.

Il programma non è ancora stato svelato ma ha già suscitato qualche polemica dopo la mancata conferma dello spettacolo scritto e diretto da Maila Ermini dedicato agli etruschi. L’opposizione, attraverso il consigliere Mauro Scarpitta, solleva perplessità sulla spesa eccessiva come del resto aveva fatto a luglio per l’evento musicale al parco museo «Martini» che vide tra gli ospiti la cantante Nada e per il quale la spesa «massima» prevista era sempre 10.000 euro. (M.Serena Quercioli).




mercoledì 6 settembre 2017

Sociologia del cinema

A me il cinema ha stancato. Così come lo vedo a giro. Tutto uguale. Cerco qualcuno che esca da questo cinema, da queste storie, dalle stesse epifanie. Dai montaggi identici. Dai suoi finali. Dalla sua inutilità e dalla sua morte.

Che mi faccia dimenticare la macchina che c'è fra me e lui. L'astuzia l'inganno la maniera barocca. Il suo essere del tutto lontano dalla realtà, anche quando è documentario. Retorica allo stato puro mediante la macchina.

Il cinema è solo fine di sé, si mangia e si nutre di sé e dei suoi protagonisti. Li usa e li sputa.

Mi tolgono il fiato le sue celebrazioni,  l'epifania della celebrità. Le mostruosità-mondanità dello spettacolo cinematografico. Le parate. I baci. L'untuosità. L'ipocrisia iperteatrale.

Uno che abbia un po' di senso umano e artistico, o voglia fare un po' di cinema sensato, fugge da tutto questo: e non dico paradossi. Infatti, pensare che in questo sistema di confezionamento macchinico-industriale si possa nascondere la creatività, è un illusione. Il sistema usa tutti questi figuranti e le loro ambizioni e vanità per poi distruggerli del tutto e sostituirli con altri. Macchina nella macchina.

Conversazioni su un Laris annunciato

Stamani, con un cellulare ormai fuso, stavo per pulirlo dai vecchi messaggi. Tentavo di rianimarlo.
Improvvisamente ricompaiono alcuni messaggi relativi alla Festa Etrusca e all'annullamento del Laris Pulenas. Pensavo che fossero stati 'mangiati', ma l'oggettino impazzito, prima di spirare, mi lascia la sua eredità. Li trascrivo per ricordo e per rispondere, seppur in ritardo e ormai 'lontana' da quanto è accaduto, a chi mi ha scritto: Senza nessun impegno da parte del comune, le sono state chieste informazioni sullo spettacolo. Altri messaggi, che pure c'erano, la macchinetta non li ha ridati. Ma questi sono sufficienti. Con questi dichiaro definitivamente chiusa la questione.


Salve...so che dovrebbe fare uno spettacolo per la nostra festa...; purtroppo ancora non abbiamo novità, ma lunedì ci incontriamo tutti in ufficio per tirare le somme. Sarà mia premura ricontattarla...

Abbiamo fatto il sopralluogo e la festa si terrà nei giorni previsti. Può bloccare la data!

No, è stato spostato tutto al weekend successivo, pensavo lo sapesse! Lo spettacolo è previsto per il 10 settembre alle 21.

Salve, avevo perso il suo numero, e non sono ancora riuscita ad andare sul posto però oggi abbiamo fatto l'ennesima riunione e la festa è stata spostata al 23 e 24...

Mi scusi, io non ne ero a conoscenza (n.d.r.:dell'annullamento), sono tornat* dalle ferie ed ho un appuntamento in ufficio per domattina.

martedì 5 settembre 2017

Strage del Rapido 904

Ieri hanno dato la notizia che il processo d'appello relativo alla strage del rapido 904 dovrà ricominciare daccapo, perché il giudice va in pensione. Questo stabilisce la riforma Orlando.
Non si può commentare: ancora non c'è un barlume di giustizia dopo 30 anni.
Ne Lo spettacolo della città in Valbisenzio, quello con il pullman vi rammento, che proprio qualche giorno fa ci hanno 'pagato' con 190 euro e non 300 come previsto (e dopo un anno esatto), ricordammo proprio quella strage alla Stazione di Vernio.


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.