Sono molto contenta che qualcuno abbia avuto il coraggio di denunciare all'autorità la corruzione dilagante che esiste per i concorsi universitari. Un vizio antico, no?
E' accaduto a Firenze, grazie a un ricercatore italo-inglese, Philip Laroma Jezzi. Gli hanno detto: "Non fare l'inglese in Italia". Ma lui fortunatamente non ha seguito i soliti consigli dei lupi.
Mi aspetto che qualcuno faccia altrettanto in altri ambiti culturali, dove, purtroppo, è più difficile trovare la prova di quel do ut des di per cui 7 professori di diritto tributario (diritto, capito, professori di diritto!) sono finiti in arresto.
Quanta gente è stata introdotta in enti culturali, oltre che alle partecipate, perché il babbo portava voti a tot e a tat! E senza concorso, senza niente, addirittura c'è gente che grazie a 'meriti politici' propri o del parente prossimo è diventata dipendente di uffici cultura, si trova a dirigere i festival teatrali, così, miracolosamente (e tutto in silenzio, naturale!). A tempo indeterminato.
Gente che fa andare avanti un sistema marcio, senza diritto, senza giustizia.
Io c'ho provato a denunciare lo scandalo, le angherie, le umiliazioni che mi hanno fatto vivere in ambito teatrale, ma non è servito a niente; ci vuole anche un po' di fortuna e magari trovare il giudice giusto.
Peccato che gli italiani non scendano in piazza per dimostrare il loro disgusto, che nessuno si ribelli. Nemmeno i babbi e le mamme che vedono i loro figli costretti, per mettere le proprie competenze all'opera, ad andare all'estero, consegnandosi al sistema ipercapitalista dell'Europa del Nord.
D'altronde, se ti ribelli, non ti fanno lavorare. Oppure non vivi più perché stai sempre col bazooka nel cortile. O ti danno qualche lavoretto perché tu non crepi di fame, ma poi ti mettono da parte.
Alla luce di questi scandali disgustosi, si capisce che il sistema didattico e culturale non è sostenuto per migliorare la qualità della vita dei cittadini, bensì per mantenere quello politico, ed è per questo che non può e non vuole valorizzare il merito. Cosa vuoi che importi delle persone in gamba! Anzi, più uno è bravo, più è detestato. Sia perché è bravo e ostacola chi deve passare (oltre a essere oggetto di invidia), sia perché si ribella e quindi non serve.
E' così, l'Italia è un paese di lupi e pecore senza speranza, con una economia, oltre a cultura e ricerca, bloccata proprio da questi meccanismi corrotti a tutti i livelli e in vario modo, che sono talmente vasti e profondi che non si distinguono più.
Anzi, meglio: in questo paese la corruzione è alla base del sistema studio-lavoro.
Ah, se qualcuno volesse indagare, anche solo così per curiosità, ne scoprirebbe delle belle e anzi meravigliose, non solo nelle università, ma nei musei, nei teatri e compagnia belando.
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