giovedì 14 settembre 2017

Amore e morte. O potere?

Certo che in questa serie ininterrotta di donne ammazzate dai proprio uomini, fidanzatini compresi, l'amore entra in una versione tutta infantile ed irrisolta della propria psicologia, immatura e violenta, prolungamento della propria infanzia dove la donna-mamma viene assoggettata alla propria voglia e necessità, al proprio potere.

Fino a qualche anno fa ci si lasciava con meno violenza.
Io stessa, che ho lasciato un marito anni or sono, pur con tante difficoltà, non ho vissuto niente che potesse far pensare a una sua reazione aggressiva. Piuttosto era il dolore dell'abbandono, quello sì, la lacerazione del distacco, la solitudine davanti.

In questi ultimi dieci anni è aumentata la componente assassina in tutti i rapporti, e ancora di più in quelli cosiddetti d'amore, fino a diventare intollerabile. Sembra un triste ritorno alla cosiddetta Legge della Natura,  che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, dove il più forte sottomette il più debole di forza o situazione, e lo punisce se si ribella alla propria volontà di dominio.

Uno scenario da Leviatano che ne prefigura uno politico meno libero, dove il dominio viene giustificato e accettato senza mezzi termini.

E l'assassinio della donna ha trovato una ormai abituale, quotidiana variante nel sesso come dare la morte, lo stupro, che non è tanto soddisfazione di una voglia, ma io credo un atto in cui si vuole ribadire il potere. Così succede in guerra, come recentemente è stato, anni '90 nella ex-Yugoslavia, quando il mondo incredulo scoprì che l'uomo del Novecento praticava gli stupri di massa. 
Ma davvero prova piacere sessuale l'uomo che violenta una donna? Nel triste esempio dei Carabinieri che 'vanno' con le ragazze americane, a Firenze, la componente del potere è manifesta e usata con disinvoltura. Hanno fatto sesso con la pistola al fianco?

In questa volontà di dominio e punizione dell'uomo moderno primitivo, abbrutito nel corpo e nella morale, senza etica e magari pure religioso ma privo del sentimento del sacro, c'è anche denigrazione, irrisione, svilimento e astuzia, fellonìa e misera guapperia, così da rendere l'aggressione più facile, evitando la legge,  e accettabile, salvando la propria coscienza.  Per questo può essere violentata una donna di ottant'anni, come è successo a Milano, profanando la sua età, il suo libero pudore, quell'intimità che vuole ormai essere tutta di sé, e non più di nessuno altro.


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