Sabato 23 settembre, alle ore 11, presentiamo la nuova stagione teatrale a La Baracca.
Sarà l'ultima?
Anche questa volta qualcuno sorriderà, aspettando la nostra caduta, visto che non ci sono soldi e tutto si regge sulle nuvole.
Saremo angeli?
No; ma ci sono ben 8 spettacoli nuovi e 7 'riprese'.
Abbiamo urgenza di andar danzando su queste nuvole, pur consapevoli della fragilità.
Nell'era culturale del sorriso-sempre-collegato, nell'egotico vorticare umano, esseri come epifaniche faccine feisbucchiane, tuitteresche, nell'epoca dell'homo-negotium, dove tutti siamo comprati venduti come merce presunta protagonista, nessuno nessuno escluso - fino allo spettacolo gran finale nel bagliore dei crematori - a cosa può servire un teatro di legno e terra?
Non si fa la stagione per far vivere un teatro, per 'tenerlo aperto' (ce ne sono così tanti, comodi e in centro!), ma per porsi come assurda provocazione e apparente insensatezza.
Si fa teatro perché si hanno cose da dire e, non certo solo come attori, da interpretare.
A sabato.
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