Copio sotto un articolo de La Nazione di oggi, che sostiene - il titolo è assertivo - l'apertura del Museo Etrusco di Gonfienti...nella Rocca Strozzi di Campi Bisenzio.
Preciso che l'associazione "Primavera di Prato" (sventolata vieppiù volte) non esiste; è solo il nome del blog di Maila Ermini, che ha promosso la raccolta firme per il Museo Etrusco a Prato.
Ma lo sanno bene; io non devo esistere. O forse meglio non deve esistere la persona che civilmente si occupa della polis (azione tutelata dalla Costituzione), promuove una iniziativa che viene condivisa in maniera trasversale, e quindi diventa significativa. Ci devono per forza essere le associazioni, che sono più controllabili.
Nell'articolo l'assessore di Campi dice il trasferimento dei reperti alla Rocca è "stato concordato da tempo con il Comune di Prato".
Ah, sì? Ma chi è stato, quando? Chi ha detto sì per fare il museo a Campi invece che a Prato?
Politici di Prato, raccontateci un po' questa storia!
Dalla raccolta firme, che propone una ovvietà - i reperti si collocano in mostra anche nel comune del ritrovamento - è nato un vero caso.
Ah, sì? Ma chi è stato, quando? Chi ha detto sì per fare il museo a Campi invece che a Prato?
Politici di Prato, raccontateci un po' questa storia!
Dalla raccolta firme, che propone una ovvietà - i reperti si collocano in mostra anche nel comune del ritrovamento - è nato un vero caso.
E secondo voi, per quale motivo? Per il museo in sé?
E' l'espansione speculativa adiacente all'Interporto che interessa. Per questo il museo nell'area archeologica o nelle vicinanze (a Villa Niccolini) viene rifiutato.
E così fa comodo costruire, anche in sede di consiglio comunale per esempio, un campanile sul museo etrusco.
P.S. Notiamo che è la dott.ssa Poggesi, che dovrebbe essere in pensione, a introdurci ancora una volta nella visita agli scavi e al Mulino. Ma perché non chiamare in sito anche giovani archeologi, coinvolgerli in qualche modo?
E così fa comodo costruire, anche in sede di consiglio comunale per esempio, un campanile sul museo etrusco.
P.S. Notiamo che è la dott.ssa Poggesi, che dovrebbe essere in pensione, a introdurci ancora una volta nella visita agli scavi e al Mulino. Ma perché non chiamare in sito anche giovani archeologi, coinvolgerli in qualche modo?
METROPOLI DI FIRENZE
Il tesoro etrusco nella Rocca Strozzi
L’assessore Roso e la ‘disputa’ con Prato: i reperti esposti qui dal 2020
di BARBARA BERTI NEI primi mesi del 2020 aprirà il museo archeologico di Gonfienti nel complesso monumentale della Rocca Strozzi di Campi. «I lavori per il recupero della struttura sono alle fasi finali e i reperti dell’antica città etrusca saranno collocati nella Tinaia, così come concordato da tempo con il Comune di Prato» annuncia Monica Roso, assessore alla cultura di Campi, archiviando così le ipotesi di un trasferimento nel capoluogo pratese, come proposto da una petizione online dell’associazione ‘Primavera di Prato’. Tra il 1996 e il 1997 a Gonfienti, piccola frazione di Prato, furono ritrovati i resti di un’antica città etrusca, estesa per circa 17 ettari, nella pianura compresa fra il fiume Bisenzio, il torrente Marinella e i monti della Calvana. «L’area archeologica di Gonfienti sarà un grande museo diffuso che partirà dalla zona degli scavi e, passando per il complesso del Mulino, arriverà fino alla Rocca Strozzi dove è prevista l’esposizione definitiva dell’intero contesto archeologico» sottolinea ancora Roso. Un’anteprima del futuro percorso museale si potrà avere domani e domenica, in occasione delle Giornate europee del Patrimonio (e nel fine settimana successivo, il 28 e 29 settembre) quando ci sarà la possibilità di visitare sia parte dell’area archeologica di Gonfienti (condizioni meteo permettendo) sia il complesso del Mulino di Gonfienti dove sono stati allestiti dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio il laboratorio di restauro e diagnostica e dove saranno esposti i principali reperti provenienti dall’insediamento etrusco. «Sarà poi presentato il materiale multimediale realizzato dal Comune, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza – continua l’assessore – che poi sarà parte integrante dell’esposizione permanente». Nell’occasione sarà possibile anche vedere i resti del tetto della cosiddetta domus di 1440 metri quadrati, la più grande dell’Italia antica, testimonianza del passato che poi sarà ‘prestata’ al museo civico archeologico di Bologna per la mostra «Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna» che aprirà a dicembre e che riunirà circa mille oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. Sono infine in programma laboratori per bambini e visite guidate alle 15 e alle 17, con possibilità di iniziare la visita dal Mulino (ingresso dal cancello di via di Gonfienti 4) o dall’area archeologica (ingresso dal cancello del cantiere di via del Pantano).
1 commento:
La d.ssa Poggesi e' contestata dai veri archeologi, ecco perche'.
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