Questo racconto comico, che ho presentato ieri al Pereto della Baracca è, oltre a una piccola celebrazione della vita e del cibo semplice, della sapienza antica che non vogliamo perdere, una storia contro la maldicenza.
E' sull'invidia per la felicità degli altri. Anche quella fatta di piccole cose, e di fatica, di perseveranza.
E, anche, sui rapporti codificati che perpetuiamo, ché non li accettiamo diversamente dagli schemi sociali, per gelosia paura smarrimento, se si manifestano diversamente da come li abbiamo ereditato.
Condividendo la stessa passione per l'orto, Violina, la maestra del paese, diventa amica del suocero Ugo, a tal punto che i due sono sospettati - del tutto ingiustamente - di essere amanti.
Per la gente tra i due c'è più che una amicizia, non c'è modo di stare insieme 'così' fra nuora e suocero, con questa intesa, senza nascondere un interesse sessuale. Che ci deve essere per forza. (E' un racconto contro il meccanicismo psicologico di Freud?).
I vicini mettono in atto un vero e proprio meccanismo di sottile persecuzione contro i due, e arrivano a denunciarli, inutilmente.
Per questa sua passione insolita, Violina, che diventa anche una storica delle verdure e 'potina', è spregiata a scuola, e dai ragazzi è chiamata "maestra ortolana"...
Mi sembra che il pubblico si sia parecchio divertito. Ed è bello pensare che in questi piccoli incontri qualcuno possa trovare spunti per un suo personale cambiamento, o conferme.
Ho presentato il racconto semplicemente, come un racconto sull'aia, senza quasi alcuna sovrastruttura teatrale, solo aiutandomi con un piccolo microfono portatile.
Poi abbiamo condiviso una merenda-cena (ben più che un aperitivo come annunciato: pasta con le zucchine, bruschetta al pomodoro, finocchiona e salame, acqua e vino) e abbiamo chiacchieratocol pubblico, e gli spettatori tra sé.
Per noi, mi ha aiutato Gianfelice, è stato faticoso, ma di soddisfazione.
L'orto-pereto è molto piccolo ma grazioso, e nonostante il caldo, già nel tardo pomeriggio, vi si può stare gradevolmente
COMMENTI
È stato un pomeriggio piacevolissimo, come sempre del resto quando vengo a vedere i vostri spettacoli. La storia di Violina mi ha portato subito a mente le vicende dei "Malavoglia" di Verga, voci popolane che trovano spazio in un geniale vortice di scrittura. Lì era metà '800, pensare che questi temi sono sempre così attuali... grazie ancora! (Serena S.)
Bella la storia raccontata dalla Violina e poi gradevole chiacchierata con del buon cibo nel piatto, questo sì che si chiama teatro! (Patrizia).
Molto divertente e istruttiva, originale. Per una vita diversa e senza paura. /Gianfranco
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