giovedì 14 luglio 2022

Da "Lettere a Malaparte" - Sul sacco di Gonfienti (gli Etruschi di Prato)


Caro Malaparte, 

mi sveglio stamani di buon mattino per scriverti, perché presto, domani,  mostrano i reperti etruschi di Prato a...Campi!

Inaugurano il Museo di Gonfienti di Prato a Campi Bisenzio!

Tu sai, te l'ho spiegato, da quella parte a est,  diciamo ai piedi del Cementificio di Marchino fra la Macine e la Querce, hanno trovato una città etrusca... E questo ha riscritto la storia della città, e non solo.

Io so che tu gongoli, che lo sapevi, lo so. Che quello che tu sospettavi, è stato dimostrato.

Ma i nostri amministratori, no, tutto avrebbero voluto fuorché questo.

Loro, finti candidi, ti dicono che il museo a Campi Bisenzio con i reperti della città etrusca di Gonfienti non è cosa da prenderla a male, che non bisogna farne una questione di campanile, ma io so che da questo punto di vista posso parlare con te senza essere fraintesa.

Ora io a Prato non ci sono nemmeno nata, io son nata a piedi di Tizzana (altro luogo etruschissimo), e il babbo è di Firenze e la mamma è di Pistoia. Ma come te che avevi il babbo tedesco e la mamma milanese, posso dire di essere ben pratese. O comunque di tenerci alle cose di Prato.

Perché, io per Prato un po' ci sento. E mi dispiace, via.

Perché ascolta, da quando hanno scoperto il sito archeologico scavando per fare l'Interporto nella zona di Gonfienti - che però non serve come interporto delle merci - questa zona archeologica se la sentono addosso come un ballino di cemento sul groppone!

Gli pesa!

Pensa tu: altri politici e amministratori avrebbero festeggiato, e invece loro non la vogliono proprio, non l'hanno mai voluta, perché devono rendere per sempre questa città contemporanea e sradicarne il passato, e perfino certe opere meravigliose del Rinascimento che sono in città...se non ci fossero, sarebbe meglio!

A Prato vorrebbero legare la cultura solo alla fabbrica, o comunque agli interessi del momento - in questo si traduce la loro passione artistica contemporanea - impostare insomma solo la "cultura del cencio" o similari che sforna l'attualità, l'unica che permette di continuare a costruire megacapannoni senza sentirsi in colpa per aver sommerso, e continuare a farlo, il bel prato e tutta la Piana di cemento.

E pensa, tanto non gliene importa nulla, che una responsabile della Soprintendenza era addirittura arrivata a concepire copertura dell'area archeologica di Prato,  sì sì, sotterrarla! (come hanno fatto per il decumano e sopra ci passano i TIR), perché costa troppo tenerla pulita. Diserbarla.

E pure il museo etrusco era previsto lì accanto, a Villa Niccolini, c'era il progetto per un antiquarium proprio a Gonfienti, e questo avrebbe significato aumentarne le possibilità di apertura, nuovi scavi, visite, e ricchezza per la città e possibilità per il futuro.

Ci sono interessi forti, e non solo l'Interporto di Prato, e non solo l'ampiamento dell'aeroporto di Firenze Peretola. Vogliono ancora costruire e costruire, e proprio davanti dell'attuale ingresso dell'area archeologica.

Al Museo Etrusco di Campi - che loro colpevolmente hanno chiamato di Gonfienti  pensando di metterci sulla questione una pietra tombale, ma per noi non lo sarà mai! - dove saranno esposti i reperti etruschi trovati a Prato, alla fine andranno a visitarlo solo quattro gatti proprio perché è decontestualizzato e, seppure in linea d'area vicino, di fatto ben lontano.  A piedi, pista ciclopedonabile sul Bisenzio, ci vogliono 40 minuti. Con la macchina...buona fortuna! 

E ribadisco, l'hanno fatto apposta, per sminuire l'importanza della scoperta archeologica di Prato, per cui hanno stabilito solo un destino, e soprattutto con l'obbiettivo di deviarne l'attenzione...Visto che grazie all'insistenza di alcuni cittadini, il sito non l'hanno potuto del tutto far passare nel dimenticatoio!

E se si scavasse ancora, chissà cosa si troverebbe.

Noi avremmo voluto, e questa sì sarebbe stata una rivoluzione culturale! -  la creazione di un Parco Archeologico, includendo anche la zona della Calvana, questa montagna di Prato che anche lei aspetta di essere ri-conosciuta, piena di ignorate ricchezze del passato e di bellezze naturali!

Sai, non è come a Pistoia che la montagna entra in città e la caratterizza e quindi ne parla; qui è la città che è entrata nella montagna e l'ha modificata: la Valbisenzio che cos'è se non una continuazione di Prato e delle sue fabbriche? A Prato la montagna è annullata.

Ma dimmi, quanti saccheggi ha subito questa città stesa sul Bisenzio prima e dopo dal grande che ebbe nel 1512 a opera degli spagnoli per ordine del Papato e dei Medici (allora la stessa cosa)? Ora anche questo di Gonfienti, il Sacco di Gonfienti!

Tu sai tutto, lo so.

E so anche che non puoi fare molto.

Una cosa sì, però la puoi fare, da lassù dove stai sepolto: buttare finalmente un bello sputazzo sulla testa di questi nostri piccoli amministratori. Ma grosso, eh, buttaglielo grosso.


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Da LETTERE A MALAPARTE © di Maila Ermini 

Tutte le lettere saranno presentate il prossimo autunno al Teatro La Baracca.


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