giovedì 29 agosto 2024

Il cinema veneziano, mano nella mano

O tutti questi attempati innamorati che alla Mostra del Cinema di Venezia camminano mano nella mano?

Ma perché?

L'elettrico Burton con la noir Bellucci, il compatto ministro Gennaro Sangiuliano con la moglie in abito lungo da fata, e chissà quanti altri che da quaggiù fortunatamente non riesco a vedere.

Tutti innamorati. Mano nella mano incedono sul tappeto.

Ma come?

Però basta guardare il sito della kermesse di Venezia e subito si capisce che dietro quella mostra d'amore ci stanno - non si riesce a contarli tutti tanto sono ammucchiati e minacciosi- gli "sponsor", parola latina che significa "padrino",  visibilmente imparentata con "sponsalia", matrimonio.

Si potrebbe allora spiegare il significato simbolico del mano-nella-mano, un gesto così carino, affettuoso, tenero e ripetuto-imitato anche diversamente dalla banale dimostrazione d'amore: insomma, un rimando nemmeno tanto nascosto a un'arte dove gli artisti non vi vanno liberi, ma condotti appunto per mano. Infatti la settimana arte è ormai una volgare e prepotente industria, ancorché confezioni  e sfoggi innamorati, e solo quelle aziendali sembrano essere le sue regole.

Gli artisti si apparecchiano e strusciano sul tappeto rosso belli zitti e boni, che disgusto e pena, e nessuna protesta, nessuno scandalo, nessuna vera domanda li accompagna. Né estetica né sociale né politica.  Né economica.

Oh, è stato già tanto difficile arrivare là...

Sempre più simili questi film alla attuale cartapesta holliwooddiana (e infatti molti sono d'oltre Atlantico) anche nei temi, intimi erotici polizieschi divistici-melensi e, nella loro fattura, disgustosamente perfetti e assolutistici.

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