In questi giorni si parla tanto dei bei tigli tagliati in via Firenze a Prato, che l'amministrazione comunale vuole togliere per dare più agio di movimento e parcheggio ai residenti, con la promessa che verranno sostituiti da altri alberi, le farnie, meno ingombranti.
Il Comune, che vuole anche mostrarsi piccato e decisionista, non ha ascoltato le proteste dei comitati e le associazioni, e andrà avanti nel segare i tronchi.
Via Firenze potrà dimenticarsi il viale alberato che la caratterizzava, perché ci vorranno anni prima che le farnie crescano.
Ora, a parte la violenza con cui si attua il provvedimento, vorrei aggiungere una nota su via Firenze a Prato, e la aggiungo guardando la mappa della città: la via, e proprio nel punto dove si agisce, è stretta fa la collina di Poggio Castiglioni, la ferrovia, ma soprattutto l'Interporto; anzi, più che stretta. Soffocata.
Quando si è costruito l'Interporto - or sono pochissimi anni - nessuno ha pensato a questo soffocamento da cui i residenti non hanno la possibilità di sfuggire: non hanno agio di vita, letteralmente, e le macchine non sanno dove metterle, e le case sono rese umide e pericolose dalle chiome dei tigli, e camminare - posto che a qualcuno ancora interessi spostarsi in città camminando - non si può facilmente.
Il taglio degli alberi - così prepotente e deciso, ripeto, ma d'altronde l'amministrazione è fresca di nomina ed ha avuto una forte conferma dal voto - vuole restituire un po' di spazio sottratti dall'inutile e ingombrante opera, ai residenti.
I tigli furono forse piantati a suo tempo per rendere più vivibile una via cittadina costeggiata dalla ferrovia?
D'altronde dall'Interporto e dal sistema stritolante che ha imposto non si torna indietro. E naturalmente nessuno nomina il grande colpevole, che ha mangiato campi e bellezze naturali, e tutta l'area attorno al vicino e delizioso borgo di Gonfienti medievale. Come via Firenze, appunto.
Per non parlare dell'area archeologica. Si torna sempre lì.
Se avessero scelto la strada dell'area archeologica di Gonfienti, sacrificata anch'essa all'Interporto, peraltro mai utilizzato come tale veramente, anche i cittadini della zona di via Firenze ne avrebbero avuto benefici, in tutti i sensi, pur persistendo la ferrovia della linea Firenze -Mare. E i tigli.
Ora, agli amministratori, non resta altro, per creare spazio vitale "moderno", che tagliare gli alberi, visto che tutto il resto del territorio intorno a confine fra Prato e Campi Bisenzio, non solo via Firenze!, è compromesso e letteralmente assediato.
Quando l'opera di taglio sarà terminata, quando ci saranno marciapiedi e parcheggi e spunteranno i nuovi alberelli, e la via "riabbellirà", il taglio del nastro con sorriso sarà allestito con un fondale che nasconde, come in teatro il retropalco, depositi e materiali, ma più spesso le brutture dei muri grezzi e il sudicio di tante recite.
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