lunedì 10 febbraio 2025

In merito al Capodanno Cinese a Prato

A Prato si sono svolti grandi festeggiamenti riguardo il Capodanno Cinese, visto anche come opportunità turistica per la città.

Quest'evento mi ha indotto a ricordare un nostro spettacolo di alcuni anni fa, Le tre vite del ragazzo di Tien An Men, che fece nascere una qualche agitazione nella comunità cinese di Prato.

Alla vista della locandina che si mostrava al Teatro La Baracca, scappavano terrorizzati.

Io stessa vedevo i cinesi allontanarsi dalla bacheca del teatro, transitando tutti sul marciapiede del lato opposto. 

E ancor più decisi si volatilizzarono quando la locandina apparve loro lungo i muri della Chinatown nostrana.

La prudenza non fu mai troppa.

Nessun cinese di Prato volle, né se volle poté, vedere lo spettacolo che parlava di un fatto decisivo della loro storia contemporanea.

In Cina, non so se lo sapete, l'argomento è tabu.

Come tabu è diventato anche Mao, ormai triturato nel dimenticatoio di Stato. I giovani non sanno chi fu. Non sanno che scrisse il Libretto Rosso che  anche noi vivacemente sventolavamo.

Di questa dimenticanza mi ha raccontato proprio pochissimi giorni fa un testimone che per lavoro frequenta abitualmente la Cina, dove di politica non si può parlare. Non si può parlare del passato. Si deve dimenticare. 

Infatti per questo tutto fanno e vivono i cinesi tramite il proprio computerino personale, trascorrendo ormai una comoda e ottusa esistenza digitalizzata, che può essere fatta scomparire facilmente con un programma. Chi sceglie -rarissimo- la professione del dissidente, scompare in pochi giorni, cancellato dal Grande Sistema prima in  quanto esistenza digitale e poi come esistenza carnale, passando scortato da silenziosi guardiani direttamente in carcere o chissà dove. Nessuno saprà mai di lui.

Questi dettagli ovviamente il Turismo non li può raccontare.




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