Una prima analisi della Bozza del Piano Cultura per i prossimi tre anni della Regione Toscana sconforta.
L’obbiettivo è quello di potenziare un sistema già di per sé assolutistico, un sistema asfissiante che prevede di escludere definitivamente tutti i ‘diversi’. Tutti quelli (ormai pochissimi) che lavorano in proprio e con la propria testa.
Chiederemo anche noi la cittadinanza, in quanto diversi, presidente Rossi. NOI, DEL TEATRO LA BARACCA, SIAMO I NEGRI DEL TEATRO TOSCANO, così siamo trattati!
Nonostante le piccole briciole che ci potranno cadere addosso, il sistema proposto dal Piano Cultura è aberrante; si ‘pompano’ i teatri e gli enti amici, dove tra l’altro girano sempre gli stessi spettacoli; per cui al Teatro Metastasio il pubblico non sarà affatto educato, e vedrà lo stesso spettacolo che vedrà a Pontedera o al Teatro di Rifredi eccetera.
Dove poi potranno nascere le nuove generazioni? Che spazi avranno? E noi, che non siamo né vecchi né giovani, che siamo qui dal 1993, autonomi, che produciamo tantissimi spettacoli, per grandi e piccoli, che nonostante i disastri abbiamo anche un nostro pubblico, che fine faremo?
Non siamo stabili, noi?
E’ una vergogna assoluta, e che serve sfilare contro il razzismo se si è responsabili del razzismo culturale e artistico, se create un sistema in cui non esiste vero reale spazio per l'alterità!
Assessore Scaletti, Lei appartiene a un partito che dovrebbe partorire ben altre leggi, e non creare un sistema monopolistico, non degno di un sistema democratico.
E’ stato un errore fare il possibile per indebolire e poi eliminare il circuito dei Piccoli Teatri, e ben presto ne vedrete le conseguenze; perché saranno inutili i vostri soldi alla Fondazione Toscana Spettacolo o ad altri, per esempio, perché non riusciranno a riempire le sale, che già sono vuote! E per due ordini di motivi: che, primo la gente non ha più soldi da spendere e, secondo, non li vuole spendere per vedere le stesse fritte e rifritte mediocrità che vengono proposte!
Dovranno essere offerti spettacoli gratuiti, come già fanno i comuni toscani (per questo la Toscana risulta fra le prime fruitrici di spettacoli in Italia, solo per questo!), guastando la concorrenza, abbassando la qualità e viziando il pubblico, -che non ha rispetto per il lavoro degli artisti, anzi proprio perché entra gratis, non lo considera un lavoro! - e, soprattutto impedendo la nascita delle vere alterità. Ammazzando la cultura. Alterità che non nasceranno mai, perché non hanno spazi pubblici dove nascere, li tenete tutti voi. O li affidate a persone - i giovani finti giovani - che 'giocano' per voi.
Lo stesso discorso la Regione Toscana intende farlo anche le arti figurative, dove si punta a creare IL sistema.
Tutto quello che può avere un significato, un senso, soprattutto politico, tende a essere sistemizzato. Per questo non si fa per la musica, che ormai senza vere parole, senza più pentagrammi pericolosi e schiava di Dio Mercato, si lascia più libera nella sua progressiva insignificanza.
A questo punto la censura non serve davvero più, è un orpello del Fascismo, della prima democrazia italiana post-bellica.
A questo punto tutto tace da sé.
A questo punto la censura non serve davvero più, è un orpello del Fascismo, della prima democrazia italiana post-bellica.
A questo punto tutto tace da sé.
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