Il giorno 25 maggio 2015, in
occasione della serata “GONFIENTI,
VIA COL VENTO (O VIA COL CEMENTO?), “incontro di sensibilizzazione culturale”,
cittadini , associazioni culturali e gruppi politici si sono riuniti al Teatro
La Baracca per fare il punto sulla situazione del sito archeologico di
Gonfienti di Prato, di cui si paventa la coperta del Lotto 14.
E’ inteso costituire un libero,
spontaneo, autonomo gruppo di vigilanza, al fine di tutelare il sito
archeologico, di fatto finora negato alla cittadinanza, e così esercitare una
virtuale diffida verso tutti coloro – enti pubblici, privati e singoli
cittadini – che perseguano l’oblio e l’abbandono di Gonfienti.
In particolare, il documento dell’Associazione
Culturale Ilva/Isola d’Elba, – Via
Etrusca del Ferro – qui di seguito riportato- , è stato adottato e proposto
come nucleo programmatico del costituendo gruppo di vigilanza.
Gonfienti è peraltro simbolo del
trattamento che le istituzioni politiche nazionali e sovranazionali ormai
riservano alla cultura,
considerata ormai in termini aziendalistici e solo in questo senso
finanziata e protetta.
Documento
La
città etrusca di Gonfienti: e via col vento ...
L’Associazione
“Ilva/ Isola d’Elba – Via Etrusca del Ferro” e il suo Consiglio Direttivo
- a fronte delle notizie apparse in cronaca in questi
ultimi giorni riguardanti il rischio che il sito archeologico di Gonfienti* (già
dichiarato di importante interesse archeologico) venga dismesso dalle autorità preposte;
- valutando i foschi scenari futuri che si paventano da
più parti, Amministrazione comunale compresa, relativamente alla situazione in
atto e in particolare alla risoluzione annunciata dalla stessa Soprintendenza
Beni Archeologici Toscana (SBAT) di ricoprire, a partire dalla fine del mese di
maggio 2015, l’area del Lotto 14 (unica porzione attualmente visibile
dell’intera area archeologica, ndr.) in caso di mancato finanziamento dei
fabbisogni di gestione ammontanti a €. 600.000 all’anno (stando alla cifra
dichiarata riportata sulla stampa per il mantenimento, la pulitura e la
progressiva messa in sicurezza/ restauro al fine di garantire l’apertura al
pubblico, ancorché saltuaria, della suddetta Domus, ecc. ndr.);
- considerando che le promesse di investimento per
l’acquisto delle infrastrutture interportuali, quali l’ex Mulino, dove sono
concentrati da oltre 10 anni i laboratori di restauro della SBAT, e delle aree
soggette a vincolo, già assicurate, fin dalle tornate elettorali delle ultime
amministrative, dalla Regione Toscana per un importo di oltre €. 3.500.000, non
solo latitano, nonostante la firma di vari protocolli, ma sembrano anche
essersi dissolte come neve al sole;
- venendo poi meno, alla luce delle suddette circostanze,
adombrate dalla mancanza di risorse economiche, qualsiasi prospettiva di
ripresa degli scavi nonché la prosecuzione delle attività conservative riguardanti
la cosiddetta “Domus etrusca” di cui al Lotto 14;
esprimono il più vivo disappunto e sconcerto
e ritengono inaccettabile ogni aut aut.
Inoltre, l’Associazione
“Ilva/ Isola d’Elba – Via Etrusca del Ferro” e il suo Consiglio Direttivo
- valutano la cifra richiesta (€. 600.000 all’anno) del
tutto spropositata, anche in considerazione del fatto che per le indagini
preliminari e i primi scavi sono già stati erogati dall’ospitante Società
Interporto oltre €. 3.500.000, e che la stessa Soprintendenza ha usufruito in
comodato gratuito, comprese le coperture dei costi delle utenze, della piena disponibilità
degli spazi dell’ex Mulino per un valore annuo di circa €. 120.000;
- fanno
presente che l’ente locale ha speso per ulteriori indagini oltre €. 300.000 a
fronte di cifre molto più modeste garantite dallo Stato;
- sottolineano che risulta incomprensibile l’ostinato
rifiuto di avvalersi del supporto del volontariato, associazioni e altri
soggetti (ciò, peraltro, avrebbe comportato e comporterebbe un notevole
abbassamento dei costi), che in tempi diversi hanno dato disponibilità, fra
l’altro, a mantenere il sito pulito dalle erbacce e dalle vegetazioni
infestanti che stagionalmente si riproducono;
- rivolgono l’ennesimo appello affinché le autorità
istituzionali e amministrative che governano il territorio dimostrino nei fatti
che può essere evitata una gestione fallimentare del patrimonio archeologico di
Gonfienti.
Concludono, affermando a chiare lettere:
DIAMO UN FUTURO ALLA
CITTA’ DEGLI ETRUSCHI SUL BISENZIO, NON LASCIAMO CHE SU STORIA E STRAORDINARIE TESTIMONIANZE
DEL PASSATO, AFFIORATE CON UN NOTEVOLE IMPEGNO ECONOMICO, GRAVI NUOVAMENTE UNA
COLTRE DI TERRA E DI SILENZIO.
Documento
dato al “Teatro La Baracca” (Prato), il 25 maggio 2015, in occasione della
serata: “GONFIENTI, VIA COL VENTO (o VIA COL CEMENTO?) Incontro di
sensibilizzazione culturale”
(*) = Si tratta più esattamente di “Sito
pluristratificato: media età del Bronzo, età etrusca, età romana in località
Gonfienti (Prato), area dell’Interporto della Toscana Centrale; Gonfienti,
Villa Niccolini; Pantano 2; Fosso del Ciliegio, anche Gora del Ciliegio” (in
SBAT, Carta Archeologica della Provincia di Prato, 2011).
Firmano (in ordine alfabetico):
Manuela Biliotti, Filippo Bonanni, Gianfranco Bracci, Luca Bravi, Giuseppe Centauro, Irene Centauro, Maria Emanuela Crestini, Manuela Gennari, Gianfelice D'Accolti, Maila Ermini, David Fastelli, Alessandro Gori, Paolo Pastacaldi, Sabrina Pieroni, Daniele Rovai, Fabio Scarrone, Silvia Serpa, Elisa Valdambrini, Roberto Vannucchi.
LEGENDA DELLE IMMAGINI
"La prima foto è un’elaborazione delle aree
scavate e vincolate nel novembre 2006 sovrapposta ad una foto aerea (tratta da
“Google Earth” post 2010); l’altra è tratta dalla Carta Archeologica della
Provincia di Prato (a cura di P. Perazzi e G. Poggesi), PO80, Gonfienti. Area dell’Interporto della
Toscana Centrale, © SBAT © All’insegna del Giglio, Borgo San Lorenzo 2011,
p. 309.
Nelle immagini sono illustrate e aree di rilevante
interesse archeologico che sono state poste in regime di tutela (ex lege
42/2004 e successive integrazioni) come zone strutturate dell’antico
insediamento etrusco, dove sono stati compiuti scavi e tratti
reperti da parte della Soprintendenza Archeologica della Toscana. Non sono
invece rappresentate, in assenza di documenti ufficiali pubblicati, le
altre aree oggetto delle indagini preliminari con saggi di scavo e le aree della
necropoli dell’età del Bronzo 1-3 rinvenute in corrispondenza dello scalo
merci, oggi coperte da binari, magazzini e piazzali in cemento". (Foto e
testi, G.A.C.)