domenica 24 maggio 2015

Gonfienti, via col vento (o col cemento?)

In occasione dell'incontro che si terrà domani, lunedì 25 maggio ore 21,30 al Teatro La Baracca sull'area archeologica di Gonfienti di Prato- e più in generale sulla cementificazione della Piana che la sacrifica con il silenzio di tutte le istituzioni, e nonostante le kylix esposte a Palazzo Buonamici- ,  copio questo articolo del Prof. Giuseppe Centauro pubblicato oggi da La Nazione:


"Kouros bronzeo (480-460 a.C.) raffigurante il dio Vertumno fu trovato, nel 1735, a Pizzidimonte. Oggi lo conosciamo come l’Offerente che si conserva al British Museum di Londra. Uno straordinario messaggero della bronzistica etrusca che, in chiave nostrana, è testimone delle ricchezze nascoste del territorio pratese. Senza andare in Inghilterra possiamo aggirarci in quel di Gonfienti per capire meglio le ragioni di questa straordinaria presenza e, semmai fosse aperto lo scavo, visitare passando da via del Pantano resti del maggiore insediamento etrusco a nord dell’Arno. Dopo la fortuita scoperta, nel 1997, di prime tracce della grande metropoli sul Bisenzio, il borgo di Gonfienti con le torri medievali e l’antica chiesa di San Martino, è divenuto per l’Etruscologia un centro di primo piano a livello nazionale. Imperdibile la grandiosa Domus arcaica, di oltre 1400 mq, in grado di restituire capolavori assoluti, quali la pregevole coppa a figure rosse, nota come la “kylix di Douris” (475-470 a.C.). Questo vaso, in mostra a palazzo Buonamici, raffigura in un simbolico confronto, degno del più alto pensiero umanistico, il muto dialogo tra Ragione (personificata da un filosofo barbato) ed Amore (nelle vesti di un “fuggevole” erote alato). Un lavoro bellissimo, commissionato dall’autorevole personaggio che abitava quella sorta di reggia. Solo una minima parte della città è stata fin qui messa in luce; si consideri allora quale enorme patrimonio possa ancora riemergere dal fango. Pensando alle troppe ed incoerenti obliterazioni sopportate dalla città etrusca per far posto a magazzini, binari e piazzali dell’Interporto, torna impietosamente alla mente il ricordo degli infiniti bronzi, delle monete d’oro e degli idoletti d’argento andati dispersi nel ‘700 senza gloria né memoria. Tutto cambia niente muta".  (Rubrica "Prato da capo a Piedi" di G.A.Centauro).

Foto della 'domus' (M.E.)

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