In occasione dell'incontro che si terrà domani, lunedì 25 maggio ore 21,30 al Teatro La Baracca sull'area archeologica di Gonfienti di Prato- e più in generale sulla cementificazione della Piana che la sacrifica con il silenzio di tutte le istituzioni, e nonostante le kylix esposte a Palazzo Buonamici- , copio questo articolo del Prof. Giuseppe Centauro pubblicato oggi da La Nazione:
"Kouros bronzeo (480-460 a.C.) raffigurante il dio Vertumno fu trovato, nel
1735, a Pizzidimonte. Oggi lo conosciamo come l’Offerente che si conserva al
British Museum di Londra. Uno straordinario messaggero della bronzistica
etrusca che, in chiave nostrana, è testimone delle ricchezze nascoste del
territorio pratese. Senza andare in Inghilterra possiamo aggirarci in quel di
Gonfienti per capire meglio le ragioni di questa straordinaria presenza e,
semmai fosse aperto lo scavo, visitare passando da via del Pantano resti del
maggiore insediamento etrusco a nord dell’Arno. Dopo la fortuita scoperta, nel
1997, di prime tracce della grande metropoli sul Bisenzio, il borgo di
Gonfienti con le torri medievali e l’antica chiesa di San Martino, è divenuto
per l’Etruscologia un centro di primo piano a livello nazionale. Imperdibile la
grandiosa Domus arcaica, di oltre 1400 mq, in grado di restituire capolavori
assoluti, quali la pregevole coppa a figure rosse, nota come la “kylix di
Douris” (475-470 a.C.). Questo vaso, in mostra a palazzo Buonamici, raffigura
in un simbolico confronto, degno del più alto pensiero umanistico, il muto
dialogo tra Ragione (personificata da un filosofo barbato) ed Amore (nelle
vesti di un “fuggevole” erote alato). Un lavoro bellissimo, commissionato
dall’autorevole personaggio che abitava quella sorta di reggia. Solo una minima
parte della città è stata fin qui messa in luce; si consideri allora quale
enorme patrimonio possa ancora riemergere dal fango. Pensando alle troppe ed
incoerenti obliterazioni sopportate dalla città etrusca per far posto a
magazzini, binari e piazzali dell’Interporto, torna impietosamente alla mente
il ricordo degli infiniti bronzi, delle monete d’oro e degli idoletti d’argento
andati dispersi nel ‘700 senza gloria né memoria. Tutto cambia niente muta". (Rubrica "Prato da capo a Piedi" di G.A.Centauro).
Foto della 'domus' (M.E.) |
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