Leggo un po' allibita oggi su "La Nazione" che presto ci sarà la riscoperta della civiltà etrusca attraverso i social: "#Via Etrusca del Ferro2015".
Ma questo nome esiste già, fu coniato nel 2004 dall'associazione Camars e poi fu istituita una omonima associazione. Forse andava detto! Non è una copia del nome? E' corretto tutto questo?
Non è giusto poi dire - se l'assessore ha detto così, e spero di no! - che solo la Soprintendenza si è interessata di Gonfienti.
Personalmente ho scritto anche un libro sull'argomento: "Gonfienti. Storia di una battaglia", e nel 2009 ho costretto tutti i candidati sindaco a parlare della questione archeologica pratese, e ci sono state tante tante persone, associazioni e comitati, e anche prima di me (il Prof Giuseppe Centauro, che è il massimo esperto in materia, Riccardo Bonajuti, Francesco Fedi, Lanfranco Nosi- tanto per citarne alcuni, ma solo alcuni! -) , che se ne sono occupate e hanno perso giornate intere per gridare allo scempio economico e del territorio da parte di Interporto.
Senza contare la denuncia che abbiamo presentato ai Carabinieri, finita chissà in quale cassetto! E i filmati che ho girato su Gonfienti, di cui il primo, Gonfienti muore, è stato presentato alla Rassegna di Cinema Archeologico di Rovereto.
C'è poi una mia lettera al Presidente Rossi, a cui lui non ha mai risposto, pubblicata su La Repubblica nel 2011 (1).
La Soprintendenza non ha poi rilasciato il permesso per continuare a edificare, dopo aver scoperto 'la città etrusca', a costruire lo scalo merci e il magazzino di 200000 metri cubi per coprire il decumano e altri reperti dell'Età del Bronzo?Senza contare la denuncia che abbiamo presentato ai Carabinieri, finita chissà in quale cassetto! E i filmati che ho girato su Gonfienti, di cui il primo, Gonfienti muore, è stato presentato alla Rassegna di Cinema Archeologico di Rovereto.
C'è poi una mia lettera al Presidente Rossi, a cui lui non ha mai risposto, pubblicata su La Repubblica nel 2011 (1).
(Da La
Nazione) ALLA RISCOPERTA della civiltà etrusca attrraverso i social
"#viaEtruscadelferro2015" è il progetto presentato ieri mattina da
Instagramers Prato, - la community degli utenti pratesi di Instagram - con il
patrocinio del Comune diPrato. L'iniziativa vuole far conoscere la storia del
territorio pratese e non attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, in
particolare Instagram, appunto, ma anche Twitter e Fcebook.
IL
PROGRAMMA prevede diverse gite fuori porta, durante le quali gli Igers
immortaleranno coi loro scatti i luoghi più suggestivi del paesaggio toscano.
Il primo appuntamento - 22, 23 e 24 maggio - è all’Isola d’Elba. Quindici tra i
migliori Instagramers pratesi visiteranno il parco minerario dell’isola e il
Museo archeologico del distretto minerario Rio nell’Elba. Dall’isola, infatti,
gli etruschi trasportavano il ferro a Pisa, da dove partiva la cosiddetta «via
del ferro», sempre in stretta relazione con l’Arno.
La
seconda tappa - 21 giugno - è nella frazione pratese di Gonfienti. L’instameet,
aperto a tutti, si articolerà in una visita dal titolo «Il Museo che non c’è.
Il territorio di Gonfienti fra l’età del Bronzo e l’età etrusca», seguito da
una passeggiata agli scavi della villa etrusca e ai reperti rinvenuti negli
anni.
Il
terzo appuntamento (la data è ancora da definire) sarà ad Artimino. L’incontro,
aperto a tutti, si svolgerà in una visita al Museo archeologico Francesco
Nicosia e alle aree archeologiche del tumulo di Montefertini, della necropoli
di Prato Rosello, della tomba di Boschetti e di Pietramarina.
Le
ultime due gite, entrambe nel 2016, saranno al Museo Nazionale Etrusco di
Marzabotto e al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara. «La modalità di
raccontare la città proposta degli Igers – ha commentato l’assessore
all’innovazione tecnologica Benedetta Squittieri – non è trascurabile. Parlare
della città attraverso le nuove tecnologie è utile, per questo dobbiamo
continuare a investire in iniziative simili». «L’aspetto divulgativo è
importante – ha aggiunto l’assessore alla cultura Simone Mangani – tanto quanto
quello scientifico, che spetta alla Soprintendenza, l’unico soggetto che in
venti anni si è interessato all’area di Gonfienti». (Chiara Agostini)
Sullo stesso argomento, scrive anche Maria Lardara su "Il Tirreno", dove le parole dell'assessore sembrano essere state diverse - che la competenza scientifica è solo della Sovrintendenza, come a dire che gli altri non sono tenuti a indagare ed eventuali altri contributi non sono graditi -, tuttavia si evidenzia come non ci siano soldi per l'area archeologica. Insomma, la stessa solfa di sempre.
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