Polemica scatenata dal panino, di dubbio gusto a mio giudizio soprattutto per gli ingredienti, chiamato 'Godi, troia', proposto a un menu di una festa musicale rockettara a Castellina Marittima, in provincia di Pisa.
Sembra che qualcuna abbia protestato perché lesivo della dignità delle donne.
E' chiaro che gli organizzatori volevano essere spiritosi, e magari non ci sono riusciti; piuttosto volevano dare al panino un senso di voluttà, e nemmeno in questo caso hanno azzeccato. Non è facile far godere, e non solo le cosiddette 'troie'.
Era insomma, volgarmente, una buffa (?) manovra di attrazione stile musica e birra, tipica di quei luoghi da cui io mi tengo tenacemente distante, ma posso dirlo?, io sono un po' preoccupata.
Prendersela con l'umorismo non dimostra serietà!
Con lo spettacolo sulle barzellette ho infatti avuto modo di constatare un ritorno, e anche da parte dei maschi in particolare quando le barzellette le raccontano le donne!, di pruriti morali e scrupoli di opportunità, la diffusione onnivora del 'politicamente corretto' e del 'sessualmente opportuno'.
Ci sono i bambini...ci sono le donne.
Non ci resta che fare umorismo con i sassi, con le piante o gli animali... Ma anche con questi ingredienti, che non fanno molto ridere per la verità, può diventare difficile: potrebbero arrivare gli ecologisti (di cui anch'io faccio parte) a protestare...
Da IL TIRRENO, data di oggi
Proteste a Castellina
Marittima per un menu alla festa della musica
C'è chi chiede la rimozione. Gli organizzatori: «Un fraintendimento»
C'è chi chiede la rimozione. Gli organizzatori: «Un fraintendimento»
«Offende le donne.
No, è solo goliardia»
Bufera allo stand per il panino "sessista"
No, è solo goliardia»
Bufera allo stand per il panino "sessista"
IL CASO
Quel panino è sessista, offensivo per le donne e non solo. Diseducativo per
i giovani. Macché, assurdo. È solo goliardia, è un nome che si riferisce alla
femmina del maiale. Noi facciamo panini a base di maiale. Che male c'è? In
questo articolo contravverremo a una regola che ci siamo dati e che seguiamo
con convinzione: quella di evitare il turpiloquio, anche quando dobbiamo
riferire parole dette da altri. In questo caso no, perdonateci ma pubblicheremo
i termini veri, reali, esatti. Perché riteniamo che sia necessario, anche nel rispetto
di chi da quelle parole si sente offeso. Siamo a Musica W, festival di successo
che ogni anno richiama a Castellina Marittima migliaia di persone. Giovani e
non solo. Ma stavolta non c'entra il rock. A surriscaldare il già bollente
clima, qui in collina, ci pensa un panino in vendita a uno dei tanti stand
gestiti da giovani volontari del posto. Il putiferio s'innesca per il nome che
è stato scelto per il suddetto sandwich - Godi troia - composto da 3 wurstel e
varie salse più o meno piccanti. Per la verità, sul menu, accanto al
"Godi..." figurano altri panini dall'etimo inequivocabile e che gioca
sui doppi sensi. Ma a scatenare le proteste di un gruppo di frequentatori del
festival è proprio quello slogan che "ha chiari riferimenti sessuali".
C'è chi chiede spiegazioni, chi sollecita la rimozione del nome dal menu. Si
vivono anche momenti concitati. Tra chi si fa interprete della protesta c'è
Eleonora Luciotto, livornese, attivista femminista (presidente FriendLi e
membro del tavolo Raimbow Lgbtq). «È un messaggio sessista, violento, volgare e
diseducativo - dice la Luciotto - che può arrivare ad assecondare o
giustificare anche il femminicidio. Un messaggio che offende non solo le donne,
ma anche gli uomini». Goliardia? Un clima da "Amici Miei" sulle colline
pisane? «Quello non era un festival del porno a Berlino - risponde chi protesta
- non è neppure una festa privata, era una festa della musica, dove arrivano
ogni anno tante persone. In quello slogan non c'è nulla di divertente, nessuna
scelta di autodeterminazione della donna; solo violenza». Respinge le accuse il
presidente della Pro Loco castellinese Giulio Lorenzini. E Lido Rossi, uno dei
volontari che lavora a quello stand, spiega: «Ci vogliamo scusare se qualcuna o
qualcuno ha voluto fraintendere, ma sottolineo che questo è uno stand gestito
da giovani volontari del paese che cercano da sempre di lavorare in un clima di
allegria e goliardia. Questo panino con questo nome lo vendiamo da 15 anni. Ma
non c'è alcun messaggio sessista. La nostra è un'associazione aperta, contro
ogni forma di discriminazione. Nello stand lavorano 5 uomini e 5 donne. Nessuna
di queste si sente offesa dal nome del panino. Su ogni vocabolario della lingua
italiana quella è la prima voce per indicare la femmina del maiale». Ma chi
protesta non ci sta: «Proponiamo che a un festival divenuto punto di
riferimento per l'estate di molta gioventù, italiana e straniera, vi sia più
attenzione, consapevolezza e rispetto, alla luce dell'allarmante violenza
vissuta quotidianamente dalle donne». A. R.
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