venerdì 17 agosto 2018

Prendersela con l'umorismo non dimostra serietà

Polemica scatenata dal panino, di dubbio gusto a mio giudizio soprattutto per gli ingredienti, chiamato 'Godi, troia', proposto a un menu di una festa musicale rockettara a Castellina Marittima, in provincia di Pisa.
Sembra che qualcuna abbia protestato perché lesivo della dignità delle donne.

E' chiaro che gli organizzatori volevano essere spiritosi, e magari non ci sono riusciti; piuttosto volevano dare al panino un senso di voluttà, e nemmeno in questo caso hanno azzeccato. Non è facile far godere, e non solo le cosiddette 'troie'.
Era insomma, volgarmente, una buffa (?) manovra di attrazione stile musica e birra, tipica di quei luoghi da cui io mi tengo tenacemente distante,  ma posso dirlo?, io sono un po' preoccupata.

Prendersela con l'umorismo non dimostra serietà!

Con lo spettacolo sulle barzellette ho infatti avuto modo di constatare un ritorno, e anche da parte dei maschi in particolare quando le barzellette le raccontano le donne!, di pruriti morali e scrupoli di opportunità, la diffusione onnivora del 'politicamente corretto' e del 'sessualmente opportuno'.

Ci sono i bambini...ci sono le donne.

Non ci resta che fare umorismo con i sassi, con le piante o gli animali... Ma anche con questi ingredienti, che non fanno molto ridere per la verità, può diventare difficile: potrebbero arrivare gli ecologisti (di cui anch'io faccio parte) a protestare...


Da IL TIRRENO, data di oggi

Proteste a Castellina Marittima per un menu alla festa della musica
C'è chi chiede la rimozione. Gli organizzatori: «Un fraintendimento»
«Offende le donne.
No, è solo goliardia»
Bufera allo stand per il panino "sessista"
IL CASO
Quel panino è sessista, offensivo per le donne e non solo. Diseducativo per i giovani. Macché, assurdo. È solo goliardia, è un nome che si riferisce alla femmina del maiale. Noi facciamo panini a base di maiale. Che male c'è? In questo articolo contravverremo a una regola che ci siamo dati e che seguiamo con convinzione: quella di evitare il turpiloquio, anche quando dobbiamo riferire parole dette da altri. In questo caso no, perdonateci ma pubblicheremo i termini veri, reali, esatti. Perché riteniamo che sia necessario, anche nel rispetto di chi da quelle parole si sente offeso. Siamo a Musica W, festival di successo che ogni anno richiama a Castellina Marittima migliaia di persone. Giovani e non solo. Ma stavolta non c'entra il rock. A surriscaldare il già bollente clima, qui in collina, ci pensa un panino in vendita a uno dei tanti stand gestiti da giovani volontari del posto. Il putiferio s'innesca per il nome che è stato scelto per il suddetto sandwich - Godi troia - composto da 3 wurstel e varie salse più o meno piccanti. Per la verità, sul menu, accanto al "Godi..." figurano altri panini dall'etimo inequivocabile e che gioca sui doppi sensi. Ma a scatenare le proteste di un gruppo di frequentatori del festival è proprio quello slogan che "ha chiari riferimenti sessuali". C'è chi chiede spiegazioni, chi sollecita la rimozione del nome dal menu. Si vivono anche momenti concitati. Tra chi si fa interprete della protesta c'è Eleonora Luciotto, livornese, attivista femminista (presidente FriendLi e membro del tavolo Raimbow Lgbtq). «È un messaggio sessista, violento, volgare e diseducativo - dice la Luciotto - che può arrivare ad assecondare o giustificare anche il femminicidio. Un messaggio che offende non solo le donne, ma anche gli uomini». Goliardia? Un clima da "Amici Miei" sulle colline pisane? «Quello non era un festival del porno a Berlino - risponde chi protesta - non è neppure una festa privata, era una festa della musica, dove arrivano ogni anno tante persone. In quello slogan non c'è nulla di divertente, nessuna scelta di autodeterminazione della donna; solo violenza». Respinge le accuse il presidente della Pro Loco castellinese Giulio Lorenzini. E Lido Rossi, uno dei volontari che lavora a quello stand, spiega: «Ci vogliamo scusare se qualcuna o qualcuno ha voluto fraintendere, ma sottolineo che questo è uno stand gestito da giovani volontari del paese che cercano da sempre di lavorare in un clima di allegria e goliardia. Questo panino con questo nome lo vendiamo da 15 anni. Ma non c'è alcun messaggio sessista. La nostra è un'associazione aperta, contro ogni forma di discriminazione. Nello stand lavorano 5 uomini e 5 donne. Nessuna di queste si sente offesa dal nome del panino. Su ogni vocabolario della lingua italiana quella è la prima voce per indicare la femmina del maiale». Ma chi protesta non ci sta: «Proponiamo che a un festival divenuto punto di riferimento per l'estate di molta gioventù, italiana e straniera, vi sia più attenzione, consapevolezza e rispetto, alla luce dell'allarmante violenza vissuta quotidianamente dalle donne». A. R.

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