domenica 30 dicembre 2018

Propositi per il Nuovo Anno

Festeggiare il nuovo anno in silenzio.
Amare.
Andare a Firenze a piedi.
Tornare a Roma. In treno.
Ampliare l'orto.
Approfondire gli studi di botanica.
Scrivere tutto quello che ho in mente senza vergogna.
Correggere alcune cartine geografiche.
Continuare a vivere senza tom tom.
Continuare a vivere senza IPhone.
Continuare con il riordino delle proprie opere.
Trasformarsi definitivamente da turista in viaggiatrice.
Poetare.
Leggere la vecchia enciclopedia.
Suonare di più, e comporre.
Cantare nell'orto.
Parlare di più con gli animali.
Occuparsi dei vecchi, oltre ai genitori.
Scrivere un'altra opera per bambini.
Riordinare il tavolo da lavoro di mio padre.
Cominciare a buttar giù il dizionario della lingua creativa di mia madre.
Possibilmente non comprare una macchina nuova.
Studiare come inquinare di meno.
Riciclare di più, ove possibile, e suddividere meglio i rifiuti di casa.
Fare il documentario filmico che ho in mente.
Completare la sceneggiatura che ho iniziato.
Pensare a un manuale non convenzionale per attori.
Convincersi per sempre che il successo non fa per me.
Sorridere.
(Alle 10:05)...

sabato 29 dicembre 2018

Oppositori

L'uniformità politica dei presenti oppositori dà la misura dell'inutilità della lotta in cui ci dibattiamo.

lunedì 24 dicembre 2018

Pizza al 112


“112” è un  cortometraggio basato su una storia vera. La notte di Natale una donna ordina una pizza alla polizia: è pretesto per chiedere aiuto.
Il cortometraggio, di Wenceslao Scyzoryk, tratta in modo originale la violenza domestica, ed è stato premiato l'anno passato a un concorso di corti in Spagna.

Il piccolo capolavoro filmico è in spagnolo, e ne traduco qui il dialogo per la prima volta in italiano.
E' il mio regalo di Natale a tutti voi  che seguite il mio diario.
L'audio basso in alcuni punti, in particolare non si capisce bene la voce fuori campo, e lo spagnolo serratissimo - ormai parliamo a velocità ansiosa, e ovunque nel mondo- non mi hanno facilitato la traduzione,  ma ne valeva la pena. 
Brava anche l'attrice Olga Barba.



Poliziotta: (Squilla il telefono) 112... qual è la sua emergenza? (Ascolta)...Signore, non possiamo inviare una macchina per ogni cittadino che si lamenta dei rumori molesti...cerchi di avere un po' di pazienza, su, Buon Natale!...(Squilla il telefono. Guardando fuori campo). Ma squilla solo il mio telefono o cosa?

Voce fuori campo: Su, forza, lascia stare, è la vigilia di Natale...andiamo a festeggiare...E' dalle dieci che sto aspettando...(?)

Poliziotta. (Al telefono). 112...Mi dica qual è il suo problema? (in realtà il regista usa la parola 'merce', 'roba', 'affare', così che possa essere più gustoso il qui pro quo)

Voce di donna al telefono: Buonasera...

Poliziotta.  Buonasera...Mi dica qual è il suo problema...

Voce fuori campo: Ehi, ti aspettiamo fra dieci minuti nel salone...

Poliziotta.  Mi dica qual è il suo problema...

Voce di donna. Vorrei chiedere una pizza, indirizzo via Cerro de la Carrasqueta...

Poliziotta. (Verso il fuori campo). Vengo subito...(Alla donna al telefono). Mi scusi, signora, Lei ha chiamato le emergenze.

Voce  di donna.  Sì, sì, bene, grande va bene...metà ketch-up (?) metà formaggio...e subito, per favore.

Poliziotta. (Si alza). Signora, mi ha sentito quando le ho detto che le ho detto che ha chiamato il 112, l'emergenza?

Voce di donna.   Sì sì, grande va bene...Quanto impiegate a venire, eh? Ha scritto bene l'indirizzo?

Poliziotta.  (Intuisce qualcosa, si rimette seduta). Signora...Se c'è qualcuno con lei dica: "Due ingredienti".

Voce di donna. Due ingredienti.

Poliziotta. Bene. Questa chiamata proviene da un telefono registrato in Via Cerro de la Carrasqueta, 37 Portal 13 A di Madrid. Se è giusto e vuole che le mandi qualcuno, dica: "Senza bevute".

Voce di donna. Senza bevute.

Poliziotta. Bene. E' molto importante che continui a restare calma...Se la persona che sta con lei è suo marito, mi ripeta l'indirizzo interno; in  caso contrario mi dica il suo numero di telefono.

Voce di donna.  Porta 13 interno A.

Poliziotta. Sto inviando l'avviso, in questo momento; se l'uomo è armato, dica: "Mi interessa la promozione".

Voce di donna.  No, no, non mi interessa la promozione.

Poliziotta. Bene. Gli agenti si stanno dirigendo verso casa sua. Se ci sono minori in casa sua, dica: "Pago in contanti".

Voce di donna. Pago in contanti.

Poliziotta. Può rimanere al telefono con me mentre arrivano gli agenti?

Voce di donna. No, va bene così, molte grazie.

Poliziotta.  I miei colleghi stanno arrivando. Né il numero né la chiamata rimarranno registrati sul suo telefono, così che non si preoccupi e continui a restare calma.

Voce di donna. Molte grazie, arrivederci.

Poliziotta.  Venticinque...Venticinque: il tipo è uomo, è disarmato, ma ci sono minori in casa, per cui, attenzione.

Bussano.

Voce fuori campo.  Allora? Mi hai detto un minuto. Ti stiamo aspettando: vieni o no?

Poliziotta (Ancora al telefono). Una unità disponibile...

Voce fuori campo.   Vieni subito! (?).

Poliziotta. Abbiamo un tizio che si lamenta di rumori molesti nella zona...Il tipo è adulto, forse non è nulla, ma...il signore è più tranquillo se si verifica che tutto sia a posto...Grazie, Ventiquattro. Sto inviando i dati all'unità. L'indirizzo è: Calle de Pinares Llanos 48, Portone M, Primo A....Sì, esatto. Grazie, 24...(Squilla ancora il telefono). 112...Qual è la sua emergenza?

domenica 23 dicembre 2018

L'infanzia negata dei celestini 2018

Ieri sera senza dibattito. Una volta tanto, no? 
Alla fine dello spettacolo mi sentivo stanca, esausta. Lo spettacolo è così impegnativo per me, non solo fisicamente e teatralmente; anche emotivamente.
Ritorna un passato che ho voluto per tanto tempo cancellare. E invecchiando, esso ritorna ancora più forte. Come ho scritto nella seconda prefazione alla seconda edizione del libro, la nascita di questo racconto della storia cattiva della città di Prato (ma non solo!) affonda le radici nel mio passato al Santa Caterina, e alle torture fisiche, le violenze che da bambina vi ho subito, all'asilo e durante parte della prima elementare.
Per fortuna mi conforta il ricordo di mia cugina Rossella, che come me ha trascorso un periodo in quel lager per bambine, di cui però, contrariamente ai celestini (lager per soli maschi), non è stato lasciata alcuna traccia. Dopo lo scandalo del Rifugio gestito dal cappuccino-despota Padre Leonardo, nel 1973 il potere civile e religioso si affrettò a chiudere e a distruggere ogni documento delle Scuole di Santa Caterina (ex Conservatorio delle Pericolanti - mai nome fu più adatto per quelle suore, alcune delle quali non possedevano nemmeno la licenza magistrale per insegnare!).
Ma mia madre e la zia ci avevano già portate via da lì, fortunatamente, ché capirono che qualcosa non andava. (1)

Nonostante il dibattito mancante, ieri sera il pubblico è stato caloroso. Attentissimo.

E qui ringrazio tutti i presenti, ma in particolare qualcuno:

ringrazio Fulvio Silvestrini, il prete non prete, il vecchio che ho adottato e che mi ha adottato, il quale ha detto davvero sante parole: "Percorrere ogni anno questa memoria è una azione politica rivoluzionaria".

Ringrazio le sorelle  Maura e Piera Salvi, che sono tornate a vedere lo spettacolo.

Ringrazio Annalisa Farina, una cara spettatrice che ci ha portato un regalo!

Ringrazio Stefano Sergeant, che è venuto da Cantù, ché presto racconterà nella sua città una storia simile a quella dei celestini, i concettini, un fattaccio che all'inizio del '900 coinvolse alcuni bambini di un istituto di quella città anche sessualmente, cosa che non accadde a Prato - nella città laniera e mariana tante e brutali violenze, ma non pedofilia; piuttosto sfruttamento economico, manipolazione e fanatismo assoluto -, ma là non vi fu processo, fu insabbiato tutto molto celermente.

Ringrazio gli spettatori che venivano da Firenze.

Ringrazio il celestino Luigi Bicciato, presente con la moglie Renata Mazzoni.

Ringrazio infine Gianfelice D'Accolti e Asia Pasquali per il sostegno, si sono prodigati oltre il dovuto.

Ieri poi ho avuto conferma anche del nome di uno dei maestri che presentarono denuncia a suo tempo contro il Rifugio di Prato, da cui partì il processo, e spero presto di contattarlo. Abita lontano, ma sono fiduciosa.

Le tessere del mosaico si stanno ricomponendo. Alcuni celestini hanno scritto le loro memorie; altri parlano direttamente, senza più paura di quello che accadde, come è avvenuto anche alla presentazione del mio libro alcuni giorni fa.

Ora anche il documento più importante, il Libro Bianco, è pubblicato e restituito alla città di Prato e alla memoria.

E tuttavia, nessun assessore o rappresentante politico locale, di quelli che già scalpitano per le prossime elezioni, era presente, a dimostrazione di quale sia il loro vero programma politico. 


***
Senza dibattito, qualcuno ha scritto commenti sul Quaderno del Teatro:

"Grazie Maila, per aver condiviso con noi la sua esperienza artistica e civile. Il suo dare voce a chi non ha potuto farlo è un modo importante per restare umani". (Roberta Guidi).

"Verissimo. Grazie, Maila per questo racconto, e grazie per esserti esposta così, senza maschere, in maniera molto vera". (Stefano Sergeant).

"Grazie per tenere "viva" la memoria "scomoda" di Prato e non solo". (Maura Salvi).

"Non ho parole. Spettacolo bellissimo". (Sauro Marchione).

"Complimenti per un lavoro impegnativo e coraggioso" (Senza firma).




sabato 22 dicembre 2018

Il "regalo" per lo spettacolo sui "celestini"


Non è una coincidenza, c'è dolo. Altre volte hanno buttato sporcizia nel pereto, è facile, basta lanciare l'oggetto di cui disfarsi e si può fare camminando; invece, per mettere un oggetto nella cassetta delle lettere è più impegnativo: nel nostro caso bisogna fermarsi e alzare lo sportellino. Chi vuole disfarsi dello sporco, lo butta per terra, non lo infila da qualche parte e con certa difficoltà.

L'infanzia negata dei celestini, 18a replica

Stasera, 22 dicembre ore 21 al Teatro La Baracca, la 18a replica de "L'infanzia negata dei celestini".
C'è anche la seconda edizione del libro, appena pubblicato, tappa importante di questo difficile percorso nella memoria.
Come hanno felicemente scritto da qualche parte, La Baracca non dimentica.
Per chi ci sarà, a stasera.

giovedì 20 dicembre 2018

Gatta al lardo a Calenzano



Se non l'avete visto, stasera sono a Calenzano con Gatta al lardo, Ragionamento comico sui proverbi.
L'ingresso è libero, ma è necessario prenotare.
Gatta al lardo costituisce la prima parte del progetto di teatro popolare, di cui Orto omo morto, che ha debuttato a novembre, costituisce la seconda. 
Credo che i proverbi a teatro siano una assoluta novità. Canto alcune canzoni mie - stasera una nuova -  e altre popolari, un po' arrangiate.

P.S. del 22 dicembre: di seguito i commenti della serata:

"Interessante e intelligente viaggio nella memoria"
"Troppo breve: ci vorrebbe un po' più di partecipazione da parte del pubblico." (Mauro Lippi).
"Complimenti. Bello spettacolo". (Nicoletta Neri)
"Concordo, bello spettacolo". (Rossana Goti).
"Molto piacevole" (Paola Pecchioli".
"Tanti ricordi, soprattutto della mia nonna. Piacevolissimo. "


martedì 18 dicembre 2018

lunedì 17 dicembre 2018

Milano prima in qualità della vita?

Ho qualche dubbio sulla classifica del Sole24h che dà Milano vincitrice 2018 per la qualità della vita. La città più vivibile di Italia?
Può darsi, ma è una città molto cara ed è inquinata, come gran parte della Lombardia.
Oltre agli incendi recenti in depositi di rifiuti e al pericolo diossina costante, l'ho ha dimostrato il mio vecchio furgoncino, che si è spostato miracolosamente fino quasi alla Svizzera per lavoro, e non lontano da Milano ha sostato per qualche ora. I vetri si sono coperti di fuliggine, come altre volte andando in giro altrove non accadeva. E poi la tosse: a Milano e nel suo enorme reticolo urbano, mi accorgo, mi viene la tosse.
Io correggerei: prima in classifica per quantità dei quattrini, del numero dei locali della cosiddetta cultura e spasso, del lusso, e di altre bellissime cose - bellissime sempre per gli standard 24h  che sono soprattutto valori economici - ma pessima qualità dell'aria e dell'acqua, inquinamento acustico, periferie squallide, umana-urbanisticamente desolate, che la periferia di Prato sembra Las Vegas. 

A proposito di Prato: la classifica la dà in caduta libera, è al 55 posto, ma precede Pistoia, che si piazza al 64. Ma non è così! APistoia, checché ne dicano i signori del Sole, si vive meglio, purtroppo per Prato, anche se qualche commerciante si sta già lamentando della Destra che governa la città orsigna...Di Firenze meglio non parlare, per me è assolutamente città invivibile e sempre più inaccessibile. Il turismo l'ha trasformata, Firenze al momento è città sterile.

domenica 16 dicembre 2018

Santiago, Italia


Con l'ultimo film di Nanni Moretti, Santiago, Italia, si torna a parlare di Storia e di politica in un tempo in cui il cinema è orrendamente confezionato e commerciale. E' un documentario che costituisce una assoluta novità nella cinematografia italiana degli ultimi anni, e svetta gagliardo nel periodo dei cine-panettoni e dei cartoni.
Si parla di Salvador Allende, della dittatura che seguì alla sua morte in Cile nel 1973, e del ruolo significativo che ebbe l'Ambasciata italiana di Santiago - grazie al coraggioso ambasciatore Roberto Toscano, non dimentichiamolo! - nel salvare la vita di molti -diventati improvvisamente - dissidenti.  Rifugiati!
L'Italia fu l'unico paese in Europa che si rifiutò di legittimare la dittatura di Pinochet. 
E' una chiara risposta politica al tempo presente, in cui i profughi sono usati, e dall'una e dall'altra parte, per riempire il nulla che altrimenti sarebbero i programmi politici delle 'fazioni' avverse (ma unite nella corsa al potere),  e molla uno schiaffo sonoro sia alla politica sovranista  che alla vacuità della attuale Sinistra italiana.
Il documentario alterna filmati dell'epoca a interviste di testimoni cileni e non. I rifugiati furono portati in Italia, e qui si integrarono completamente, trovando la solidarietà e l'appoggio concreto anche della gente comune. 
L'ultimo messaggio di Allende, prima di essere ucciso o di suicidarsi secondo alcuni, non si può dimenticare, e mostra quali uomini politici abbiamo perduto.  Il raffronto con i politicanti del presente è amaro e insostenibile.
Assolutamente da vedere, per riprendere fiato.


giovedì 13 dicembre 2018

Natale 2018: perché niente spettacoli per bambini alla Baracca


Mi chiedete degli spettacoli per bambini a Natale alla Baracca, ma purtroppo quest'anno, niente!
Spiego i motivi:
1. non abbiamo soldi, non possiamo più senza contributo, come invece da anni facevamo. L'incasso non copre le spese e la fatica. E' già molto se presentiamo gli altri spettacoli...
2.  il Comune di Prato preferisce, per il teatro ragazzi e non solo evidentemente, sostenere il teatro istituzionale o i circoli ARCI, piuttosto che le realtà indipendenti (non parliamo poi della Regione!), e quindi siamo costretti ad andare a lavorare fuori città, dove invece ci pagano e siamo anche rispettati come artisti. 
(Basti pensare che a Prato non sono riuscita a presentare Pratopezza al Museo del Tessuto!).

Questa politica oppressiva e monopolizzante ci schiaccia, si tratta di una dittatura culturale in piena regola, anche se indossa la maschera della Democrazia e delle Pari Opportunità (e ogni tanto per farci star buoni ci hanno dato qualche contentino...!). 
Gli artisti poi non si coalizzano fra loro, lo si sa, è un problema endemico: alcuni sono invidiosi e-o "servigiani" del sistema, e anche questo rende difficile un possibile cambiamento.
Personalmente non nutro speranze nemmeno in altre forze politiche, perché si osserva che, ovunque vadano al governo delle città, alla fine anche quelle finiscono per appoggiare solo gli enti, i baracconi, l' apparato.
E' così che muore la creatività, e gli artisti validi (ancora sopravvivono?) vengono messi da parte se non sono "funzionali". Ma chi se ne rende conto, in questo voluto, ricercato e amato marasma mediatico?
E quindi, dato che se non a tutti, almeno alla maggioranza della gente sta bene così (ci sono problemi più urgenti da risolvere, no?), ci teniamo questo stato di cose.
Grazie, comunque, per l'interessamento. 

Clitoride, la nostra amica










mercoledì 12 dicembre 2018

Vannino

Vannino, il cui vero nome è Alessandro Egidio Gori, nato nel 1953, vive a Le Querci di Agliana, e dimostra molti meno anni di quello che ha.
Senza scarpe, nudo, sporco di fuliggine e di altro, vive come un primitivo.
Davanti alla sua casa, sulla via detta Pistoiese (ma dalla parte di Pistoia detta Pratese), c'è molto traffico, e gli ho chiesto come si trovi in quel rumore visto che lui vive come se invece la sua casa si trovasse in mezzo alla foresta.
A lui ho fatto cenno nel mio ultimo spettacolo, Orto omo morto, quando ho parlato degli 'strambi': lo avevo già visto, ma non gli avevo mai parlato.
E' gentile, furbo, arguto.  Mi ha chiesto una sigaretta. Mi ha detto che mi conosceva, ma non è vero. Dice molte bugie, Vannino. Ma il suo vivere così, rudemente e felice (cantava, e cantava anche quando non sapeva di essere visto, cantava con una bella voce), quel suo essere così fuori da ogni schema e senza essere il classico 'matto', a noi pone tutta una serie di interrogativi senza risposta.
Una volta era ricco, Vannino, aveva donne e motori. Poi le cose andarono storte e da tanti anni ormai vive così, con quel cencio davanti alle pudenda, e basta.
Stava spaccando legna per accendere il fuoco nella sua casa, ormai in pessime condizioni. Lo accende dentro casa, il fuoco, ma non c'è un camino dentro. Sono entrata, mi ha fatto entrare e guardare un po'. Ma il rispetto verso la sua persona non mi ha permesso di scattare foto.
Grazie, Vannino, per la tua ospitalità.

martedì 11 dicembre 2018

I gilet gialli non hanno nessun capopolo che li porta in piazza


Il popolo francese non si fa rubare la protesta da nessun capopopolo. In Italia ce la facciamo prendere da tutti. Ora uno, ora l'altro, sembra che si lascino il testimone...Sono i capipopolo che ci portano in piazza. Addirittura qui abbiamo i ministri capopopolo. I guru capopopolo che ci benedicono dalle loro finestrelle facebook come da balconi immensi... Così ci tengono buoni. In Francia no, è il popolo che scende in piazza, senza leader. Può piacere o meno, si può essere d'accordo o meno con questi gilet gialli, ma rispetto alle nostre insofferenze civili e politiche, il loro modo di protestare costituisce una differenza netta.

Per informarsi sulla protesta dei gilet gialli, consiglio di non seguire i soliti giornali o televisioni, ma informarsi altrove: per chi sa il francese, il sito Lundimatin:  https://lundi.am/ è molto aggiornato e agguerrito. Da questo sito ho preso la foto sopra.

 Si trovano poi vari articoli in italiano che elencano dettagliatamente i motivi della protesta, che non è solo dettata dal "caro carburante":

"Ecco le rivendicazioni complete dei gilet gialli, (censurate da tutti i media), così come loro le hanno rese pubbliche di modo che ognuno possa farsi la propria idea.
• Eliminazione del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza quartiere alla povertà.
• Più progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni.
• SMIC (il salario minimo francese) a 1.300 euro netti.
• Promuovere le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani. Fermare la costruzione di grandi aree commerciali intorno alle principali città che uccidono le piccole imprese. Più parcheggi gratuiti nei centri urbani.
• Ampio piano di isolamento termico delle abitazioni per promuovere interventi ecologici facendo al contempo risparmiare le famiglie.
• Tasse: che i grandi (McDonald, Google, Amazon, Carrefour, ecc.) paghino TANTO e i piccoli (artigiani, piccole imprese) poco.
• Lo stesso sistema di sicurezza sociale per tutti (compresi gli artigiani e le partite IVA). Fine della RSI (piano sociale per i lavoratori indipendenti).
• Il sistema pensionistico deve rimanere solidale e quindi socializzato. Nessun pensionamento a punti (In Francia è stata introdotta una riforma del sistema pensionistico che prevede il calcolo in base a un sistema di punti. Ogni anno l’importo dei contributi versati in relazione ad uno stipendio o ad un reddito di riferimento viene convertito in punti, a seconda del valore di acquisto unitario del punto applicabile all’esercizio in questione).
• Fine dell’aumento delle tasse sul carburante.
• Nessuna pensione inferiore a 1.200 euro.
• Qualsiasi rappresentante eletto avrà diritto al salario medio. Le spese di trasporto saranno monitorate e rimborsate se giustificate. Diritto al buono per il ristorante e ai chèque-vacances (simili ai ticket usati da noi come retribuzioni.
• I salari di tutti i francesi, nonché delle pensioni e delle indennità devono essere indicizzati all’inflazione (tipo la nostra vecchia scala mobile).
• Proteggere l’industria francese: proibire le delocalizzazioni. Proteggere il nostro settore industriale vuol dire proteggere il nostro know-how e il nostro lavoro.
• Fine del lavoro distaccato. È anormale che una persona che lavora in territorio francese non benefici dello stesso stipendio e degli stessi diritti. Chiunque sia autorizzato a lavorare in territorio francese deve essere alla pari con un cittadino francese e il suo datore di lavoro deve contribuire allo stesso livello di un datore di lavoro francese.
• Per la sicurezza del lavoro: limitare ulteriormente il numero di contratti a tempo determinato per le grandi aziende. Vogliamo più CDI (contratti a tempo indeterminato).
• Fine del CICE (Credito d’imposta per la competitività e l’occupazione). Usare questi soldi per il lancio di un’industria automobilistica francese a idrogeno (che è veramente rispettosa dell’ambiente, a differenza della macchina elettrica).
• Fine della politica di austerità. Smettiamo di rimborsare gli interessi sul debito dichiarati illegittimi e iniziamo a rimborsare il debito senza prendere i soldi dai poveri e dai meno poveri, ma perseguendo gli $80 miliardi di evasione fiscale.
• Affrontare le cause della migrazione forzata.
• I richiedenti asilo siano trattati bene. Dobbiamo loro alloggio, sicurezza, cibo e istruzione per i minori. Collaborare con l’ONU affinché i campi di accoglienza siano aperti in molti Paesi del mondo, in attesa dell’esito della domanda di asilo.
• Che i richiedenti asilo respinti siano rinviati al loro Paese di origine.
• Che sia implementata una vera politica di integrazione. Vivere in Francia significa diventare francese (corso di francese, corso di storia francese e corso di educazione civica con certificazione alla fine del corso).
• Salario massimo fissato a 15.000 euro.
• Creare lavoro per i disoccupati.
• Aumento dei fondi per i disabili.
• Limitazione degli affitti. Alloggi in affitto a costi più moderati (soprattutto per studenti e lavoratori precari).
• Divieto di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti, ecc.)
• Mezzi adeguati concessi al sistema giudiziario, alla polizia, alla gendarmeria e all’esercito. Che gli straordinari delle forze dell’ordine siano pagati o recuperati.
• Tutto il denaro guadagnato dai pedaggi autostradali sarà utilizzato per la manutenzione di autostrade e strade in Francia e per la sicurezza stradale.
• Poiché il prezzo del gas e dell’elettricità è aumentato in seguito alle privatizzazioni, vogliamo che siano nuovamente nazionalizzati e che i prezzi scendano in modo significativo.
• Cessazione immediata della chiusura di piccole linee di trasporto, uffici postali, scuole e degli asili nido.
• Pensare al benessere dei nostri anziani. Divieto di fare soldi sugli anziani. L’era dell’oro grigio è finita. Inizia l’era del benessere grigio.
• Massimo 25 studenti per classe dalla scuola materna alla dodicesima classe.
• Risorse adeguate destinate alla psichiatria.
• Il referendum popolare deve entrare nella Costituzione. Creare un sito leggibile ed efficace, sotto la supervisione di un organismo di controllo indipendente in cui le persone possano presentare una proposta di legge. Se questo disegno di legge ottiene 700.000 firme, questo disegno di legge dovrà essere discusso, completato e modificato dall’Assemblea Nazionale, che avrà l’obbligo (un anno dopo il giorno in cui sono state ottenute le 700.000 firme) di inviarlo al voto di tutti i francesi.
• Ritorno a un termine di 7 anni per il Presidente della Repubblica. L’elezione dei deputati a due anni dall’elezione del Presidente della Repubblica ha permesso di inviare un segnale positivo o negativo al Presidente della Repubblica sulla sua politica. Ha aiutato a far sentire la voce della gente.
• Pensionamento a 60 anni e per tutti coloro che hanno lavorato usando il fisico (muratore o macellaio per esempio) diritto alla pensione a 55 anni.
• Un bambino di 6 anni non si mantiene solo, continuazione del sistema di aiuto PAJEMPLOI (servizio sociale dedicato all’infanzia attualmente valido fino ai 6 anni di età) fino a quando il bambino ha 10 anni.
• Promuovere il trasporto di merci su rotaia.
• Nessuna prelievo alla fonte.
• Fine delle indennità presidenziali per la vita.
• Vietare ai commercianti di pagare una tassa quando i loro clienti usano la carta di credito. Tassa sull’olio combustibile marino e sul cherosene.

lunedì 10 dicembre 2018

Le elezioni si avvicinano: Lista Civica del Marciapiede


Comincio ad illustrare le liste civiche della città per le prossime elezioni amministrative.
Ecco la prima, la Lista Civica del Marciapiede, il cui programma  è chiarissimo, poche parole e molti fatti. Una delle prime a entrare in azione!

Seconda edizione de "L'infanzia negata dei celestini", com'è andata la presentazione del libro

Chi è mancato alla presentazione della seconda edizione del libro "L'infanzia negata dei celestini" ha perso davvero un appuntamento significativo: in particolare la testimonianza, cruda ed emozionante - insolita e libera! -  del maestro pittore Marcello Meucci, ex celestino, insieme a quella di un altro che intende rimanere anonimo, ma che pure ci ha dato altre emozioni, oltre che altre notizie dal passato; il ricordo affrescato pieno di stupore e sdegno del poeta della teologia, come lo ha definito Gianfelice,  Fulvio Silvestrini - che è arrivato preparato con il libro sottolineato, letto tutto-, e che fu seminarista a Prato al tempo dello scandalo negli anni '60; le domande e gli interventi dei presenti, e in generale una rievocazione storica di primaria importanza, che fortunatamente ho registrato.
Mancavano tutti quelli che per un motivo o un altro avrebbero dovuto esserci: i tromboncini della politica locale, a cui però della storia della propria città non gliene importa niente, soprattutto se non è rievocata dai "papaveri";  i vari celenterati che fra qualche tempo si vedranno a giro nuotanti a caccia di voti o di collocazioni, e diversi altri che si foggiano di vari titoli, ma che non ho nemmeno voglia di citare.
L'aspetto positivo di queste assenze è che non abbiamo ascoltato interventi 'pelosi', come invece qualche volta avviene a certe presentazioni o molto più raramente agli stessi spettacoli,  intonati da certi "fake-friends".
Una serata che non riusciremo facilmente a dimenticare, la presentazione più significativa del mio libro, ora finalmente in veste nuova.
Per chi lo vorrà comprare: sabato 22 dicembre prossimo, quando ci sarà l'omonimo spettacolo, lo venderò a prezzo speciale insieme al biglietto.
Altrimenti lo si potrà trovare sempre al Teatro La Baracca o durante i miei spettacoli, oppure per il momento, alla Libreria Cattolica di Prato in Piazza Duomo. 

***
La presentazione di ieri ha avuto un significato particolare per me perché le Edizioni del Teatrino di Legno hanno ripreso vita. E per questo ringrazio tutti coloro che erano presenti con forza e coraggio, e anche Gianfelice che, oltre a introdurre accurata/acutamente la serata, mi ha molto sostenuto in una giornata piena di lavoro. La minuscola casa editrice non vuole fare affari ma, economicamente parlando, solo rientrarci nelle spese. Come per questo libro, che ho fatto stampare in copie limitate: primo perché la prima edizione era esaurita da tempo, e poi per pubblicare il Libro Bianco. 
E ora mi occuperò della pubblicazione dei miei testi teatrali e delle mie canzoni, e spero che tutto veda luce nel 2019/2010.
Avanti!

domenica 9 dicembre 2018

Presentazione della seconda edizione de "L'infanzia negata dei celestini"

Copio e incollo il comunicato stampa per la presentazione di oggi pomeriggio.

Domenica 9 dicembre ore 17 al Teatro La Baracca sarà presentata la seconda edizione del libro
L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI (EdizionidelTeatrinodiLegno).
di Maila Ermini.

Il racconto del tristemente famoso orfanotrofio di Prato, fondato nel 1934 e chiuso nel 1966, il cui processo costituì il primo scandalo nazionale sulla triste condizione di molti orfanotrofi italiani. 
Oltre a ricostruire la storia con l'aiuto dei documenti storici, le testimonianze e le inchieste dell'epoca (e anche attraverso la memoria di molti pratesi che si ricordano di questi bambini sfruttati e picchiati, girovaghi nella città con addosso un grembiule celeste...), si riportano le dichiarazioni di altri testimoni raccolte in quest'ultimo anno, a partire dal debutto nel novembre 2004. 

Introduce Gianfelice D'Accolti. Intervengono l'ex-celestino e pittore Marcello Meucci, e Fulvio Silvestrini, poeta della teologia.  Sarà presente l'autrice.
La novità rispetto alla prima edizione è la pubblicazione del Libro Bianco. L'ingresso è libero.

Sabato 22 dicembre, alle ore 21, sempre al Teatro La Baracca, seguirà  lo spettacolo omonimo con la stessa autrice.


venerdì 7 dicembre 2018

Marx, cùculo!

A Prato ci sarà un convegno su Marx con personaggi televisivi e pres-unti filosofi.
Sembra quasi un dispettuccio allo spettacolo che avevo annunciato su Marx a gennaio (Avanti, Marx!) , e che però non farò. Non farò?Cùculo!
Un altro episodio in cui - a pensar male a volte ci si azzecca diceva Andreotti - si sarebbe inteso di annullare il nostro piccolo lavoro rivoluzionario, e divertente!
Ma no no, non è così, è una pura coincidenza, c'è l'università e i professori  che organizzano insieme all'assessorato alla cultura, e tutti  devono dimostrare di esistere e pensare... e infatti subito si son sbrigati a dire che Marx non è attuale. Che il convegno non sarà una apologia! Non sarà un conVengo su Marx, sarà un conVegno!
Capito, Carlo, non sei attuale! Cùculo!

Però ricordo, amarcord che con Prato nel Sacco proprio nei giorni in cui si svolgeva lo spettacolo alla Baracca (era il 2010) , furono infilati eventi gratuiti dello stesso argomento che lo annullarono. Cùculo!

Ma no, è una pura coincidenza. 

Certamente Marx sarebbe stato più contento di vedere il mio spettacolo piuttosto che questo sfilatino di borghesucci. Cùculo!

Un altro genere di assessore alla cultura mi avrebbe contattato e avrebbe chiesto di presentare lo spettacolo o stralci di esso nell'ambito del convegno. Avrebbe comunque chiesto e coordinato?

Ma no, è una pia illusione.

Speriamo comunque in altri protagonisti del prossimo scenario culturale.

Cùculo.

Il Natale è tornato pagano

Osservo le città impazzite per il Natale. File di macchine. Io con la mia bici. Ha smesso di piovere, il tempo è mite; ci sta.
In una di queste file davanti a San Niccolò, a Prato, oggi pomeriggio sono stata urtata da una macchina,  e m'è andata bene. La signora è scesa, gentile e molto preoccupata, mi ha chiesto se mi avesse fatto male, e si è preoccupata  anche della bicicletta. Un colpo sì, ma talmente la signora - napoletanissima - stava male per l'accaduto, che io sono guarita subito. La bicicletta illesa. 
Aveva la macchina piena di regali. Ha ripreso la marcia. E poi s'è fermata di nuovo davanti all'Ospedale Vecchio e ha aspettato che la raggiungessi.  Voleva offrirmi qualcosa. Le ho detto di non preoccuparsi. Forse avrei accettato se non avessi avuto un appuntamento. Sì, la macchina era piena di regali. Sembrava la slitta moderna di Babbo Natale. S'è rimessa nel folle traffico, ed è sparita, inghiottita fra i fari dei mille veicoli.

San Niccolò. Niccolò è Nicola, da noi.  E' il babbo di Babbo Natale.
Ho pensato: tutti aspettano lui, e nessuno Gesù. Nessuno o pochi pensano più alla festa religiosa, che  in quel giorno la Chiesa di Roma celebra la nascita del Figlio di Dio.
Il Natale è ormai tornato pagano. Ma di un pagano tutto speciale, un paganesimo senza dèi. Senza riferimenti mitici o mitologici. Senza Saturnali.
Un Natale senza sacralità, di alcun tipo. Puramente festaiolo e commerciale. Per questo si è diffuso in zone anche non cristiane. Questo Natale ormai si celebra in tutto il mondo. E' planetario.
E' la festa che il capitalismo spinto ha eletto come preferita.
Ha vinto Babbo Natale vestito di rosso.

giovedì 6 dicembre 2018

Il liberismo sul corpo: ovvero far lavorare le donne fino al nono mese di gravidanza

Sono contraria a che le donne lavorino fino al nono mese di gravidanza, come sembra che sarà possibile. Anche se ciò non costituisce un obbligo, anche se è necessario il parere del medico.

E' vero che le nonne lavoravano sempre, fino alla fine, fino al parto, quando lavoravano fuori e anche quando lavoravano solo in casa, ma erano sfruttate. Fino alla fine. Fino alla morte.

Mediamente nel mondo la donna è l'essere umano più sfruttato. Se si dovesse monetizzare tutto il lavoro che fa la donna fuori delle sue competenze di lavoro, crollerebbe l'economia.

Sfruttata sessualmente. Sfruttata come riproduttrice Sfruttata in casa.  Sfruttata come mamma.  Sfruttata sul lavoro. Sfruttata come nonna.

Non lo dice la "femminista", lo scrivono gli economisti! 

La donna che può lavorare fino al nono mese rischia di essere in qualche modo ricattata dal datore di lavoro. In particolare nel settore privato. In particolare per le precarie! Ci potrebbero essere le lavoratrice brave e diligenti, che lavorano fino alla fine, fino alla 'partenza', e invece quelle che meno diligenti e stoiche, meno gradite...Quante pressioni da parte del datore di lavoro!

Immagino che alcune donne penseranno: bene, così potrò stare di più col piccolo dopo il parto...

In realtà la modifica alla legge sembra pensata in funzione del lavoro e del rendimento, non della madre o del padre e del loro rapporto con il bambino...Si tratta di una manovra liberista che, sotto le spoglie della libertà concessa alla madre di scegliere, sempre la costringe, e di nuovo a scegliere, di nuovo a prendere una strada invece di un altra, e con il rischio che ho detto!

La vita delle donne è piena di questi bivi, sempre più disumani, alienanti, mossi in particolare dal meccanismo della competizione-emulazione tipica del capitalismo "spinto", e tutto al maschile a cui le donne devono, e ormai vogliono, soggiacere!

Voglio scrivere come un tempo, e convinta:
No a questa progressiva distruzione delle tutele nei confronti del lavoro e in particolare delle lavoratrici! No al liberismo praticato con e sul corpo delle donne, ancora una volta!

mercoledì 5 dicembre 2018

Tutti in macchina! (Verifica sulle ciclabili a Prato)

Non mi ricordo quale consigliere dell'opposizione del Comune di Prato ha detto che forse le ciclabili costituiscono uno dei pochi aspetti positivi dell'attività della giunta attuale. Evidente che non va in bici a verificare lo stato...dell'arte, altrimenti si sarebbe espresso diversamente. 
Ma chi va in bici a Prato? Quando vado in bici incontro poca gente, e soprattutto extracomunitari, nordafricani o cinesi.
Io mi fregio di essere una vera conoscitrice delle ciclabili della mia città, più o meno come conosco tutti i tralicci e gli elettrodotti della Piana di cui è disseminata.

Certamente qualche ciclabile in più c'è rispetto agli anni passati, ma il sistema delle ciclabili è ancora legato alla passeggiata della domenica.

Ieri sono andata da casa mia, a Casale, alla biblioteca di Calenzano in bici. Ho percorso la città da ovest verso est e, al ritorno, ho fatto un altro tragitto. Ho impiegato un'ora ad andare e un'ora a tornare. Forse di più avrei impiegato ad andare in macchina, perché appena uscita di casa, a Vergaio, ho trovato già la fila delle automobili dirette nel tempio di Parco Prato.

Ieri, che era una giornata mite,  ben pochi pratesi viaggiavano in bici o a piedi!

Non c'è assolutamente la cultura di spostarsi in bici da un punto all'altro della città, anche quando non si devono portare carichi o fare la spesa eccetera.

Ma parlo delle ciclabili: non esiste ancora la rete ciclabile collegata, siamo lontanissimi da questa prospettiva che forse, dico forse, incentiverebbe la cosiddetta mobilità alternativa.
Per esempio manca una ciclabile che dal centro porti alle Cascine di Tavola, le Cascine di Lorenzo il Magnifico.
Molti tratti ciclabili terminano improvvisamente e alcuni addirittura finiscono in un marciapiede che non ha l'invito per immettersi sulla strada.  Devi scendere dalla bici per non rompere i raggi! Improvvisamente ti ritrovi in mezzo al traffico. I marciapiedi poi spesso sono utilizzati per il parcheggio, e allora ti devi infilare in mezzo al caos!
E anche l'ultima ciclabile di via Firenze, è stata costruita per la località Le Macine, ma non hanno pensato di continuarla fino alla Querce (non c'erano i soldi?), per cui le due località sono ancora scollegate, assurdamente!, da un punto di vista pedonale e ciclabile, oltre che assediate dal traffico, dalla ferrovia, dall'Interporto...Qui, l'inquinamento acustico, fra gli altri,  è intollerabile!

Si costruiscono ciclabili come monconi e spostarsi sul sistema ciclabile pratese è un vero 'stop and go' pericolosissimo.  Il cittadino, pigro e comodo, non è aiutato da nessuna pubblicità, nessun incentivo, nessun insegnamento.

Non servono infatti le giornate per la mobilità alternativa quando si fa la passeggiatina in bici dimostrativa. Bisogna essere ciclabili tutto l'anno per essere credibili e per capire cosa si va a costruire! 

La città è letteralmente occupata dalla automobili, viviamo nelle automobili, per le automobili, di automobili.  In certe ora del giorno l'aria è irrespirabile.

Pensavo, percorrendo il Bisenzio al ritorno da Calenzano, dove non c'era nessuno se non le paperelle felici, nemmeno a camminare, come una città che potrebbe essere attraente, che avrebbe molte potenzialità - un fiume così per esempio Pistoia non ce l'ha! - come invece è dimentica di sé, imbruttita dal poco senso civico e collettivo. 

La politica che vogliamo, oltre a quella che chiediamo alla giunta - molto carente da tutti i punti di vista- pur fra le molte difficoltà, intanto facciamola noi.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.