Il popolo francese non si fa rubare la protesta da nessun capopopolo. In
Italia ce la facciamo prendere da tutti. Ora uno, ora l'altro, sembra che si
lascino il testimone...Sono i capipopolo che ci portano in piazza. Addirittura
qui abbiamo i ministri capopopolo. I guru capopopolo che ci benedicono dalle loro finestrelle facebook come da balconi immensi... Così ci tengono buoni. In Francia no, è il
popolo che scende in piazza, senza leader. Può piacere o meno, si può essere
d'accordo o meno con questi gilet gialli, ma rispetto alle nostre insofferenze civili e politiche, il loro modo di protestare costituisce una differenza netta.
Per informarsi sulla protesta dei gilet gialli, consiglio di non seguire i soliti giornali o televisioni, ma informarsi altrove: per chi sa il francese, il sito Lundimatin: https://lundi.am/ è molto aggiornato e agguerrito. Da questo sito ho preso la foto sopra.
Si trovano poi vari articoli in italiano che elencano dettagliatamente i motivi della protesta, che non è solo dettata dal "caro carburante":
"Ecco
le rivendicazioni complete dei gilet gialli, (censurate da tutti i media),
così come loro le hanno rese pubbliche di modo che ognuno possa farsi la
propria idea.
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Eliminazione del crescente fenomeno dei senzatetto con una lotta senza
quartiere alla povertà.
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Più progressività nelle imposte sul reddito, vale a dire più scaglioni.
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SMIC (il salario minimo francese) a 1.300 euro netti.
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Promuovere le piccole imprese nei villaggi e nei centri urbani. Fermare la
costruzione di grandi aree commerciali intorno alle principali città che
uccidono le piccole imprese. Più parcheggi gratuiti nei centri urbani.
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Ampio piano di isolamento termico delle abitazioni per promuovere interventi
ecologici facendo al contempo risparmiare le famiglie.
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Tasse: che i grandi (McDonald, Google, Amazon, Carrefour, ecc.) paghino TANTO e
i piccoli (artigiani, piccole imprese) poco.
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Lo stesso sistema di sicurezza sociale per tutti (compresi gli artigiani e le
partite IVA). Fine della RSI (piano sociale per i lavoratori indipendenti).
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Il sistema pensionistico deve rimanere solidale e quindi socializzato. Nessun
pensionamento a punti (In Francia è stata introdotta una riforma del sistema
pensionistico che prevede il calcolo in base a un sistema di punti. Ogni anno l’importo
dei contributi versati in relazione ad uno stipendio o ad un reddito di
riferimento viene convertito in punti, a seconda del valore di acquisto
unitario del punto applicabile all’esercizio in questione).
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Fine dell’aumento delle tasse sul carburante.
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Nessuna pensione inferiore a 1.200 euro.
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Qualsiasi rappresentante eletto avrà diritto al salario medio. Le spese di
trasporto saranno monitorate e rimborsate se giustificate. Diritto al buono per
il ristorante e ai chèque-vacances (simili ai ticket usati da noi come
retribuzioni.
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I salari di tutti i francesi, nonché delle pensioni e delle indennità devono
essere indicizzati all’inflazione (tipo la nostra vecchia scala mobile).
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Proteggere l’industria francese: proibire le delocalizzazioni. Proteggere il
nostro settore industriale vuol dire proteggere il nostro know-how e il nostro
lavoro.
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Fine del lavoro distaccato. È anormale che una persona che lavora in territorio
francese non benefici dello stesso stipendio e degli stessi diritti. Chiunque
sia autorizzato a lavorare in territorio francese deve essere alla pari con un
cittadino francese e il suo datore di lavoro deve contribuire allo stesso
livello di un datore di lavoro francese.
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Per la sicurezza del lavoro: limitare ulteriormente il numero di contratti a
tempo determinato per le grandi aziende. Vogliamo più CDI (contratti a tempo
indeterminato).
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Fine del CICE (Credito d’imposta per la competitività e l’occupazione). Usare
questi soldi per il lancio di un’industria automobilistica francese a idrogeno
(che è veramente rispettosa dell’ambiente, a differenza della macchina
elettrica).
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Fine della politica di austerità. Smettiamo di rimborsare gli interessi sul
debito dichiarati illegittimi e iniziamo a rimborsare il debito senza prendere
i soldi dai poveri e dai meno poveri, ma perseguendo gli $80 miliardi di
evasione fiscale.
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Affrontare le cause della migrazione forzata.
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I richiedenti asilo siano trattati bene. Dobbiamo loro alloggio, sicurezza,
cibo e istruzione per i minori. Collaborare con l’ONU affinché i campi di
accoglienza siano aperti in molti Paesi del mondo, in attesa dell’esito della
domanda di asilo.
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Che i richiedenti asilo respinti siano rinviati al loro Paese di origine.
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Che sia implementata una vera politica di integrazione. Vivere in Francia
significa diventare francese (corso di francese, corso di storia francese e
corso di educazione civica con certificazione alla fine del corso).
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Salario massimo fissato a 15.000 euro.
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Creare lavoro per i disoccupati.
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Aumento dei fondi per i disabili.
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Limitazione degli affitti. Alloggi in affitto a costi più moderati (soprattutto
per studenti e lavoratori precari).
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Divieto di vendere le proprietà appartenenti alla Francia (dighe, aeroporti,
ecc.)
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Mezzi adeguati concessi al sistema giudiziario, alla polizia, alla gendarmeria
e all’esercito. Che gli straordinari delle forze dell’ordine siano pagati o
recuperati.
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Tutto il denaro guadagnato dai pedaggi autostradali sarà utilizzato per la
manutenzione di autostrade e strade in Francia e per la sicurezza stradale.
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Poiché il prezzo del gas e dell’elettricità è aumentato in seguito alle
privatizzazioni, vogliamo che siano nuovamente nazionalizzati e che i prezzi
scendano in modo significativo.
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Cessazione immediata della chiusura di piccole linee di trasporto, uffici
postali, scuole e degli asili nido.
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Pensare al benessere dei nostri anziani. Divieto di fare soldi sugli anziani. L’era
dell’oro grigio è finita. Inizia l’era del benessere grigio.
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Massimo 25 studenti per classe dalla scuola materna alla dodicesima classe.
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Risorse adeguate destinate alla psichiatria.
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Il referendum popolare deve entrare nella Costituzione. Creare un sito
leggibile ed efficace, sotto la supervisione di un organismo di controllo
indipendente in cui le persone possano presentare una proposta di legge. Se
questo disegno di legge ottiene 700.000 firme, questo disegno di legge dovrà
essere discusso, completato e modificato dall’Assemblea Nazionale, che avrà l’obbligo
(un anno dopo il giorno in cui sono state ottenute le 700.000 firme) di
inviarlo al voto di tutti i francesi.
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Ritorno a un termine di 7 anni per il Presidente della Repubblica. L’elezione
dei deputati a due anni dall’elezione del Presidente della Repubblica ha
permesso di inviare un segnale positivo o negativo al Presidente della Repubblica sulla sua politica.
Ha aiutato a far sentire la voce della gente.
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Pensionamento a 60 anni e per tutti coloro che hanno lavorato usando il fisico
(muratore o macellaio per esempio) diritto alla pensione a 55 anni.
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Un bambino di 6 anni non si mantiene solo, continuazione del sistema di aiuto
PAJEMPLOI (servizio sociale dedicato all’infanzia attualmente valido fino ai 6
anni di età) fino a quando il bambino ha 10 anni.
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Promuovere il trasporto di merci su rotaia.
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Nessuna prelievo alla fonte.
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Fine delle indennità presidenziali per la vita.
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Vietare ai commercianti di pagare una tassa quando i loro clienti usano la
carta di credito. Tassa sull’olio combustibile marino e sul cherosene.