domenica 23 dicembre 2018

L'infanzia negata dei celestini 2018

Ieri sera senza dibattito. Una volta tanto, no? 
Alla fine dello spettacolo mi sentivo stanca, esausta. Lo spettacolo è così impegnativo per me, non solo fisicamente e teatralmente; anche emotivamente.
Ritorna un passato che ho voluto per tanto tempo cancellare. E invecchiando, esso ritorna ancora più forte. Come ho scritto nella seconda prefazione alla seconda edizione del libro, la nascita di questo racconto della storia cattiva della città di Prato (ma non solo!) affonda le radici nel mio passato al Santa Caterina, e alle torture fisiche, le violenze che da bambina vi ho subito, all'asilo e durante parte della prima elementare.
Per fortuna mi conforta il ricordo di mia cugina Rossella, che come me ha trascorso un periodo in quel lager per bambine, di cui però, contrariamente ai celestini (lager per soli maschi), non è stato lasciata alcuna traccia. Dopo lo scandalo del Rifugio gestito dal cappuccino-despota Padre Leonardo, nel 1973 il potere civile e religioso si affrettò a chiudere e a distruggere ogni documento delle Scuole di Santa Caterina (ex Conservatorio delle Pericolanti - mai nome fu più adatto per quelle suore, alcune delle quali non possedevano nemmeno la licenza magistrale per insegnare!).
Ma mia madre e la zia ci avevano già portate via da lì, fortunatamente, ché capirono che qualcosa non andava. (1)

Nonostante il dibattito mancante, ieri sera il pubblico è stato caloroso. Attentissimo.

E qui ringrazio tutti i presenti, ma in particolare qualcuno:

ringrazio Fulvio Silvestrini, il prete non prete, il vecchio che ho adottato e che mi ha adottato, il quale ha detto davvero sante parole: "Percorrere ogni anno questa memoria è una azione politica rivoluzionaria".

Ringrazio le sorelle  Maura e Piera Salvi, che sono tornate a vedere lo spettacolo.

Ringrazio Annalisa Farina, una cara spettatrice che ci ha portato un regalo!

Ringrazio Stefano Sergeant, che è venuto da Cantù, ché presto racconterà nella sua città una storia simile a quella dei celestini, i concettini, un fattaccio che all'inizio del '900 coinvolse alcuni bambini di un istituto di quella città anche sessualmente, cosa che non accadde a Prato - nella città laniera e mariana tante e brutali violenze, ma non pedofilia; piuttosto sfruttamento economico, manipolazione e fanatismo assoluto -, ma là non vi fu processo, fu insabbiato tutto molto celermente.

Ringrazio gli spettatori che venivano da Firenze.

Ringrazio il celestino Luigi Bicciato, presente con la moglie Renata Mazzoni.

Ringrazio infine Gianfelice D'Accolti e Asia Pasquali per il sostegno, si sono prodigati oltre il dovuto.

Ieri poi ho avuto conferma anche del nome di uno dei maestri che presentarono denuncia a suo tempo contro il Rifugio di Prato, da cui partì il processo, e spero presto di contattarlo. Abita lontano, ma sono fiduciosa.

Le tessere del mosaico si stanno ricomponendo. Alcuni celestini hanno scritto le loro memorie; altri parlano direttamente, senza più paura di quello che accadde, come è avvenuto anche alla presentazione del mio libro alcuni giorni fa.

Ora anche il documento più importante, il Libro Bianco, è pubblicato e restituito alla città di Prato e alla memoria.

E tuttavia, nessun assessore o rappresentante politico locale, di quelli che già scalpitano per le prossime elezioni, era presente, a dimostrazione di quale sia il loro vero programma politico. 


***
Senza dibattito, qualcuno ha scritto commenti sul Quaderno del Teatro:

"Grazie Maila, per aver condiviso con noi la sua esperienza artistica e civile. Il suo dare voce a chi non ha potuto farlo è un modo importante per restare umani". (Roberta Guidi).

"Verissimo. Grazie, Maila per questo racconto, e grazie per esserti esposta così, senza maschere, in maniera molto vera". (Stefano Sergeant).

"Grazie per tenere "viva" la memoria "scomoda" di Prato e non solo". (Maura Salvi).

"Non ho parole. Spettacolo bellissimo". (Sauro Marchione).

"Complimenti per un lavoro impegnativo e coraggioso" (Senza firma).




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