mercoledì 31 luglio 2019

Italia: l'ecologia in commedia

Consumiamo troppa Natura, come se fossimo al supermercato,  e infatti l'astronauta Luca Parmisano ci dice, appollaiato sulla Stazione Spaziale, di vedere il deserto avanzare.
L'acqua scarseggia e quella che c'è è inquinata o di pessima qualità ; intanto in America Latina gli ecologisti vengono uccisi, in Asia nemmeno li fanno nascere, e qua, in Europa, al massimo diventano "verdi" e gli danno uno scranno per tacere.
In questo scenario affatto apocalittico, ma concreto e reale, in Italia si "rappresenta" la commedia dell'ecologia: vedi, fra i moltissimi esempi, quello che, dopo anni e anni di attesa, ha visto riaprirsi il vecchio Ponte Manetti sull'Ombrone (sempre più ombrone per l'inquinamento) presso Poggio a Caiano, vicino alla Villa Medicea di Lorenzo il Magnifico e nelle abbandonate e cadenti Cascine di Tavola;  e con questo e con l'appendere il cartello, essi i governanti pensano di fare azioni virtuose e di stare nel campo dell'ecologia, quando al massimo, all'italiana, mettono appunto scenari e fondali in un territorio devastato da ogni tipo di inquinamento, dove la Natura è sempre più parchizzata, confinata, insomma "rappresentata" "per la passeggiatina della domenica.
Invito a osservare nelle foto che scenografia, poi: in particolare, la scritta "Parco della Piana" con sotto le centraline dell'elettricità o non so di cosa.




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domenica 28 luglio 2019

Commento su "Leonardo, diario intimo di un genio"



Il prof. Centauro ha inviato questo pensiero su "Leonardo, diario intimo di un genio". 

Leonardo, la personalità del genio di Giuseppe Alberto Centauro.

"Leonardo, diario intimo di un genio" è una pièce teatrale di grandissima suggestione. Una narrazione ispirata e poetica che ci mostra, rifuggendo da ogni retorica,  la vera faccia del Rinascimento, filtrando attraverso pensieri, gesti e parole  le vicende umane di un Leonardo dal volto umano messo in scena con rigore, capacità critica e  grande sapienza scenica. Un’opera che ci meraviglia,  ci emoziona, ci esalta, che ci fa dire come, quando la ricerca genera arte, si compia la simbiosi perfetta.  Peccato che non rimanga dopo lo spettacolo qualcosa di tangibile, come un libro o un quadro, eppure resta  molto da custodire nel cassetto della memoria. Così nascono i capolavori e si disvelano le verità nascoste della storia.
“Leonardo, diario intimo di un genio”  non è l’affannosa elucubrazione che, come abbiamo visto in questi mesi, si volge strumentalmente alla ricorrenza del centenario, ma pura, umanissima, verità sull’uomo Leonardo che attraversa ben altri orizzonti e spazi temporali.
L’accurata ricerca storiografica sul personaggio che Maila Ermini ha composto nel testo va ben oltre il copione, lo si capisce fin dalle prime battute  che la magistrale interpretazione di Gianfelice D’Accolti sublima in scena, restituendoci con veridicità, eleganza e molteplicità di timbri la poliedrica personalità del grande artista di Vinci, svelandone molti aspetti segreti ora la solitudine dello scienziato, ora la dedizione assoluta dell’uomo che spinge l’orizzonte dell’osservazione oltre ogni limite, ora la consumata dialettica dell’artista errabondo nelle corti italiane, ora l’inarrivabile talento messo al servizio di mirabili e ingegnose intuizioni, infine, la straordinaria sensibilità che  si traduce in bellezza nella creazione artistica. Dolce, commovente e pieno di nascoste tenerezze è il rapporto con la madre Caterina, alias Maila,  che fa da contrappunto alla storia narrata.  L’orgoglio della madre al cospetto dell’inarrivabile figlio (architetto, pittore, scultore disegnatore, trattatista , scenografo, anatomista , botanico , musicista, ingegnere e progettista) è un bene prezioso che si coglie come un fiore in mezzo al prato, sotto forma di una calda minestra da lei amorevolmente servita al figlio sul tavolo dello studiolo.

Una grande contributo alla biografia leonardiana è poi offerta dalla sottolineatura del suo essere in primis, eccellente pittore. L’arte pittorica di Leonardo, strumento di conoscenza e rappresentazione della Natura, è evocata nel “diario intimo” come strumento di eccellenza e d’introspezione, offrendo una chiave di lettura convincente, piena di umana passione a rappresentare una volontà mai paga, posta dunque al centro del percorso di conoscenza che in Leonardo, alias Gianfelice, rivive con grande forza nell’esperienza di una vita vissuta, dedita alla pittura non senza travagli, schiacciata dalle impietose gelosie altrui, dalle meschinità umane, causa di dolori mai leniti, tuttavia curata con l’intelligenza di chi rifugge ogni volgare compromesso per non corrompere la propria coscienza e curare lo spirito, o meglio l’anima che, pur non dimostrabile nella sua essenza fisica, ha guidato l’esistenza del poeta e dell’artista.


sabato 27 luglio 2019

Leonardo ha spiegato cos'è il teatro

Ieri sera, durante la replica di Leonardo, diario intimo di un genio, (inserito nel cartellone estivo del Comune di Prato), al terzo bip bip di uno smartphone, nonostante la maschera di sala avesse avvisato di spengere i cellulari,  e dopo aver fatto chiaramente capire il fastidio per il ripetersi del suono,  Gianfelice ,che interpretava Leonardo, ha chiesto che il proprietario dell'apparecchio lasciasse la sala; ma visto che nessuno si muoveva, ha lui abbandonato la scena, e lo spettacolo è stato interrotto per qualche minuto.

Stavo per seguirlo, ma poi ho pensato che lo spettacolo, che stava svolgendosi così poeticamente (finalmente si dava un po' di giustizia al mio testo, e non me ne voglia Carlo Monni che lo interpretò per la prima volta), meritasse di essere continuato, e ho chiesto che, se non la persona, almeno l'apparecchio venisse portato fuori; e allora Gianfelice è rientrato e abbiamo concluso lo spettacolo felicemente.

Esprimo la mia totale solidarietà nei confronti del suo gesto.
Chi viene a teatro con il telefonino o smartphone acceso, non deve restare in sala.

Telefonino e teatro, e musica naturalmente visto che c'era anche quella, non possono convivere.

Perché, signori e signore, COS'E' IL TEATRO?

Il teatro mette in scena il mondo. Ossia, il teatro raddoppia il gesto dell'uomo, le sue vicissitudini, evidenziandone il "dramma" e così porta l'uomo al sapere di sé.

L'uomo si vede e riflette su di sé.
Per questo, chi va a teatro tenendo il telefonino acceso e continua a ricevere messaggi e a scrutare lo schermo, e quindi venendo distratto dall'esterno che nutre il suo 'ego', non può essere degno del teatro. Egli se ne pone in contraddizione. Se leggo i messaggi che ricevo,  non c'è l'attenzione sull'altro, non c'è sguardo, non c'è ascolto e quindi non c'è riflessione sul mondo, e allora il teatro non ha senso.
Che se ne vada! Che non venga, anche se l'ingresso è gratuito perché "offerto" dal Comune.

Aggiungo: ringrazio Gianfelice per aver recitato in questo periodo difficile, facendo le tante prove col caldo e fra mille difficoltà.

Avevo chiesto un'altra data al Comune di Prato proprio per evitare il travaglio del caldo (recitare in  costume, poi!), ma non ci hanno dato possibilità di scelta. Anche il pubblico soffocava nell'atrio di Casa Datini (uno sventolìo!...), e credo che tutti quanti noi, gli artisti per il lavoro, che riceveranno un cachet ridotto! - e i pratesi e non solo che ci hanno onorato della loro presenza (e attenzione assoluta, nonostante l'episodio del bip) e che hanno applaudito convinti in entrambe le repliche, meritassimo una maggiore attenzione e cura.

Insomma, se nei cartelloni dei teatri ci impedite di andare, almeno trattateci con più rispetto; e trattate con più rispetto anche il pubblico...a proposito del quale devo raccontare un altro episodio: a dieci minuti dall'inizio dello spettacolo, e con la sala piena, qualcuno pretendeva di entrare; e, mi è stato detto, ha stracciato piccato avviso e locandine.

Insomma, concludo ridendo: chi è venuto ieri sera a vederci, ha potuto assistere a tre spettacoli insieme. Anche questo è il teatro.


venerdì 26 luglio 2019

Meraviglie perdute, ovvero scempio sulla Piana

Pubblico una foto assolutamente inedita, scattata da un ricognitore tedesco nel 1940, che mostra la vetta di Poggio Castiglioni sopra Prato e la piana sottostante, dove si riconoscono tutta l’area archeologica contenuta dall’alveo del Bisenzio con l’abitato di Gonfienti, la villa Nicolini e la  casa di via del Pantano ed oltre.
La seconda foto, presa da Poggio Castiglioni (dove è difficoltoso arrivare anche in jeep a causa delle buche)  mostra un'area archeologica assediata ormai dall'Interporto e la devastazione di tutto il territorio intorno. E poi ancora i tralicci, sempre a Poggio Castiglioni. Dovrebbero essere tolti, ma quando?
Il disastro ecologico e culturale è senza fine.


Vista di Poggio Castiglioni dall'aereo, 1940, proprietà Tempestini


Interporto di Prato; a destra, la zona verde è l'area archeologica, praticamente abbandonata. Foto di GAC


Tralicci a Poggio Castiglioni, foto di GAC
Ancora tralicci, come sopra

lunedì 22 luglio 2019

Leonardo, diario intimo di un genio



Debutto giovedì 25 luglio, con replica venerdì 26 luglio, ore 21,30 a Palazzo Datini, Prato, con ingresso libero.
(E con ciò spero che sia un po' sospesa la pappa melensa su Leonardo che quest'anno siamo stati costretti a sorbire).

domenica 21 luglio 2019

Cara Coop

Sabato 20 luglio 2019: i lavoratori pakistani del Panificio Toscano iscritti al Sindacato SI COBAS protestano davanti alla COOP di Prato; chiedono condizioni di lavoro più umane e giuste, applicazioni di contratto adeguate al loro lavoro.
La COOP è uno dei più grandi clienti di Panificio Toscano.



giovedì 18 luglio 2019

Servizio e manutenzione, ossia cura

Una materia o esercizio che introdurrei nelle scuole di ogni ordine e grado è la cura, ossia il servizio e la manutenzione.
Questo ha a che fare con l'ecologia di sé e del mondo, e con la creatività.

Imparare a servire gli altri (come si fa una puntura, come si prepara la pappa?, come si tengono certi animali o piante?), e a manutenere gli oggetti (ossia tenerli in mano!)
Pulire, ordinare, riparare. Riciclare, riusare.
Senza considerare questa attività come perdita di tempo che si sottrae al sé, alle COSE IMPORTANTI che dobbiamo fare, che spesso però ci alienano da noi.

Con questa redistribuzione minima della cura, senza togliere lavoro a nessuno s'intende, si avrebbe anche una nuova visione dei lavori domestici, delle gerarchie sociali; sarebbe palpabile un benessere nella psiche e nel comportamento di tutti, e si sottrarrebbe un po' di potere, oltre a migliorarle nella qualità del servizio offerto, a certe congreghe del "fatebene" e del finto volontariato, che servono soprattutto come raccogli-consenso e voti.

martedì 16 luglio 2019

Artisti, piazzisti

Gli artisti sono diventati piazzisti. Oggi tutti gli artisti devono essere piazzisti per sopravvivere.
Vendere sé stessi.
Se si è bravi a farlo, si può intraprendere l'arte.
Bisogna diventare imprenditori, perché altrimenti, se non si sa vendere, non serve a niente fare opere straordinarie.

Anzi, opere straordinarie meglio di no. L'opera non può essere qualcosa di straordinario, altrimenti infastidisce. Diventa ingombrante e nessuno la vuole.

L'arte è diventata l'arte di vendere. 

Gli artisti si costruiscono col marketing, col packaging e gran parte dell'arte si è trasformata in una confezione plastificata, porcheria commerciale, di cui la politica ama particolarmente ornarsi, e spesso aiuta l'artista nel confezionamento per proprio il uso e consumo.

martedì 9 luglio 2019

Presunzione

Io ho avuto, e ancora ho, questa grave presunzione, o forse è solo una costrizione: di fare il teatro fuori o senza le istituzioni.
Non sia mai!
Il permesso di fare cultura, come la guerra, ce l'hanno solo le istituzioni. E così come  la guerra, anche la cultura serve solo a produrre morti.  Ma per lo sterminio ora la cultura è preferita: crea consenso, il pubblico applaude e non c'è il problema di smaltire carne umana. Solo le bottigliette di plastica dei dopo concerti.

Le antenne di Poggio Castiglioni

Ieri ricorreva l'anniversario, 11 anni, dal debutto del Laris Pulenas a Poggio Castiglioni, collina sopra Prato.
L'area è stata bonificata dalle capanne, dalla immensa porcilaia, ma le antenne abusive sono ancora là.
Ma dovevano essere state già tolte per essere sostituita da una unica.
So che gli "antennisti" la stanno tirando per le lunghe, che basta ormai poco per completare l'istanza e rimuoverle. E allora, che si fa? Come la mettiamo con l'inquinamento elettromagnetico, questo sconosciuto?
E la strada, quando ricopriamo le buche in modo da poterci arrivare?
Gli amministratori, dopo il periodo elettorale, ecco che di nuovo si son trasformati in fantasmi. 
Assessore all'ambiente del Comune di Prato, consiglieri anche dell'opposizione, ci siete? 
Vi abbiamo visto eccome: per farvi rieleggere avete passato anche i muri!



Le foto di Poggio Castiglioni sono di due anni fa.

lunedì 8 luglio 2019

Cosa significa cultura

Cultura significa coltivare. E' coltivazione di sé per la comunità. Quando la comunità si frantuma, come accade in questo tempo, l'anima collettiva si disintegra, le anime individuali soffrono, non hanno più un punto di riferimento. Diventano monadi, atomi che si muovono nello spazio vuoto. Questo siamo diventati, seguendo la propaganda e i miti individuisti che trottano e si amplificano nei mezzi di comunicazione, che ci portano a pensare solo al sé e alla presunta propria gratificazione, ma in realtà a essere consumatori e consumati. 
E' questo che dobbiamo combattere, il grande progetto disgregatore  della natura culturale dell'uomo, che invece tenderebbe alla socializzazione e alla collettività.
Per questo il progetto economico "neuro"-liberista di questi anni è malefico e anticulturale, abbrutisce nel senso che ci rende bruti, anzi peggio dei bruti, che ci insegna a essere "privati", scissi e separati, chiusi e ignoranti, per meglio amare la cella consumatoria in cui siamo rinchiusi, fonte di assoluta infelicità e allontanamento da noi stessi.

Bisenzio e Ombrone, fiumi inquinati; anzi morti

Lo sapevamo, basta fare una giratina sugli argini e si rimane basiti, anzi, avvelenati, perché in certi giorni è impossibile respirare bene se si pedala o passeggia vicino alle acque. Lo si fa a proprio rischio e pericolo.
L'Ombrone, se possibile!, è ancor più inquinato del Bisenzio. I prodotti chimici che si usano nei vivai lo hanno soffocato del tutto. Ma gli "assassini" non solo loro, le fabbriche di tessuti o i vivai. Anche noi, da casa, con le nostre piccole "criminali" attività quotidiane, che pensiamo di occultare nei tubi di scarico, diamo il nostro silenzioso contributo.
(E pensare che il fantasioso assessore Barberis vorrebbe mandarci sulle rive del Bisenzio con tanto di sdraio e ombrellone, farne la spiaggia urbana a colpi di cocktail! - vedi indirizzo sotto...)



IL TIRRENO, articolo di oggi.
Presenti sostanze entro la soglia come dicloroanilina, mercurio e glifosato. Entro due anni Prato deve mettersi a norma
Bisenzio e Ombrone pieni di veleni. L'allarmante quadro dei rilievi dell'Arpat

PRATO. Le nostre non sembrano proprio "chiare, fresche, dolci acque". Lo stato di salute dei fiumi Bisenzio e Ombrone non è affatto buono e il sistema idrico pratese fatica a trovare un equilibrio ecologico. Stiamo parlando del Bisenzio, e i suoi rigagnoli affluenti. E dell'Ombrone pistoiese che attraversa la parte sud della provincia. Entro il 2021, questi due fiumi, e anche tutti i loro piccoli corsi d'acqua, secondo la direttiva europea chiamata Quadro sulle Acque 2000/60/C, dovrebbero essere sulla condizione di "buono", mentre oggi a soli due anni di distanza dall'obiettivo, questo attributo sul proprio status di salute lo raggiungono solo a monte, in prossimità delle loro sorgenti. Per il resto, sarebbe una condizione malconcia. Molto. A dircelo è uno studio Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale. Il monitoraggio, durato alcuni anni e terminato nel 2018, ha riguardato 14 fra torrenti e corsi d'acqua pratesi sui quali è stata effettuata una serie di attività comprendente, per lo stato ecologico, la rilevazione di elementi di qualità biologica (macroinvertebrati, diatomee, macrofite) oltre ad alcuni elementi chimici e chimico-fisici, mentre per lo stato chimico il monitoraggio ha previsto la ricerca di inquinanti specifici come prescritto da legge. Fra il 2013 e il 2015, nel fiume Bisenzio è stato rilevata una particolare componente chimica in quantità eccessive, la dicloroanilina (un erbicida chimico) la cui concentrazione non ha mai permesso di giungere allo standard di qualità ambientale, sebbene la stessa Dicloaoanilina fosse in diminuzione nelle campagne attorno al fiume. Ma nei due torrenti sono presenti anche metalli come il mercurio, in percentuali sempre troppo alte. Per il Bisenzio spesso è la presenza del tributilstagno in quantità eccessive a determinare la scarsità di qualità delle acque; per l'Ombrone è il perfluoroottansolfonico ad essere uno degli elementi chimici dannosi e sempre presente nelle stazioni di monitoraggio a valle, ossia in prossimità di Quarrata e alla sua foce alla stazione di Carmignano, verso Signa.Il tributilstagno, impiegato di solito nelle vernici per barche, è presente come antifungino anche nei tappeti e nei materiali tessili e come ha spiegato l'Arpat, «la sua presenza potrebbe essere legata a processi produttivi che nel comprensorio pratese trattano materiali soprattutto di provenienza estera». I composti perfluorurati, e tra questi il Pfos (acido chimico fluorurato di origine sintetica ) che è stato trovato nel Bisenzio e nell'Ombrone in quantità oltre la sostenibilità, è usato per produrre le superfici antiaderenti delle padelle e come impermeabilizzante per l'abbigliamento sportivo dall'industria tessile. Nei corsi d'acqua pratesi, in particolare nell'Ombrone, sarebbe presente il glifosato come ulteriore elemento inquinante che assieme ad altri fitofarmaci ha raggiunto concentrazioni eccessive. Su tutto il territorio regionale, il 63% dei corsi d'acqua è arrivato ad ottenere lo status "buono" di qualità ambientale. Cosa non avvenuta per ora nel pratese, dove Bisenzio e Ombrone. «Sono dati che preoccupano, quelli dell'Arpat sullo stato dei corsi d'acqua nella nostra provincia». Francesco Puggelli, presidente della provincia di Prato da meno di un anno e sindaco di Poggio a Caiano, si ritrova sul tavolo un quadro sulla condizione di salute dei fiumi che non fa saltare di gioia. «Da quello che apprendo adesso mi sembra di capire che gran parte degli inquinanti vengono da componenti chimiche usate in vari tipi di industria. Dobbiamo assolutamente approfondire la cosa quanto prima e trovare anche i possibili rimedi, perchè mentre alcune componenti chimiche come quelle di erbicidi e pesticidi può far saltare all'occhio un certo tipo di attività, c'è da conoscere meglio, però, come il mercurio in eccesso venga a trovarsi nell'Ombrone». Per il presidente della provincia, che è anche medico, la priorità è non solo capire le fonti dell'inquinamento, ma intervenire a salvaguardia della salute dei fiumi e delle persone. «C'è da capire se questi inquinanti scendono anche nelle falde sottostanti e come vengono tolti, anche se il sistema di filtraggio e depurazione c'è e funziona. Ma soprattutto c'è da muoversi subito per la salute dei territori e delle persone, a partire dal glifosate. I comuni del Montalbano su questo hanno aperto un deciso confronto per eliminare questo inquinante chimico». --Alessandro Formichella

https://www.tvprato.it/2019/06/una-spiaggia-urbana-lungo-il-bisenzio-e-attivita-nella-cupola-geodetica-del-serraglio-il-comune-pubblica-il-bando-per-assegnare-gli-spazi-foto-e-video/

giovedì 4 luglio 2019

Controdiva



Controdiva
Appuntamento con Clara Calamai

Una commedia impossibile di e con Maila Ermini
PROSSIMAMENTE, DATE DA DEFINIRE

Continua la serie delle "commedie impossibili": dopo Federico II, Datini, Malaparte e Leonardo (diario intimo di un genio, che replicheremo fra qualche giorno), a ottobre sarà la volta di un personaggio femminile, Clara Calamai, famosa attrice nata a Prato. Un appuntamento insolito e controcorrente, com'era lei.




mercoledì 3 luglio 2019

Mi rifiuto: ecco perché la strategia del Rifiuto Zero non mi convince


La strategia dei "Rifiuti zero",  che vede il rifiuto come una risorsa, e quindi significa il totale riciclo e riutilizzo del rifiuto, è certamente pratica meritoria ed economicamente vantaggiosa.
Tra l'altro sono figlia di uno degli uomini più dediti al riciclo che abbia finora conosciuto, che mi ha insegnato per filo e per segno questa faticosa religione quotidiana, e quindi sono nata e cresciuta in un ambiente già predisposto per questo.

Nel passato, quando l'ecologia era un argomento meno urgente, ero costantemente denigrata in certi contesti, come il teatro, quasi costretta a praticare il riuso/riciclo di nascosto.

Lo stesso mio teatro, La Baracca, è stato praticamente tutto costruito con materiale riciclato, e mi ricordo il sarcasmo dei colleghi di un tempo che venivano a trovarmi mentre mio padre e io lo costruivamo!

Praticare l'ecologia non è solo puntare verso i rifiuti zero;  in realtà significa consumare meno, drasticamente; significa praticare scelte che non vanno nella direzione della maggioranza; significa impegnarsi e "perdere tempo".   E questo è un sistema di vita faticoso, soprattutto nel mondo dei consumi incentivati e con ritmi di vita frenetici.

In realtà la bella teoria del "Rifiuto zero" può nascondere ancor di più lo sfruttamento e l'occupazione del mondo, perché il rifiuto viene immesso nel sistema del consumo anch'esso: in questo modo il singolo viene dispensato da fare, nella sua vita, impegnative scelte etiche. C'è qualcuno che le fa per lui. Basta che stia un po' attento, e gli dicono anche come fare, e poi tutto va per il meglio, la coscienza è a posto e l'ambiente "respira". E si continuano i guadagni e gli affari.

Per questo il "Rifiuti Zero" piace tanto al sistema post capitalistico attuale, e  ai santoni dell'illuminazione sulla via del rifiuto, ché non pone limiti o molto pochi, alla perpetuazione, sotto altre forme più "pulite", dello sfruttamento e dell'interesse.

Altra cosa è invece puntare a vivere senza rifiuti, consumando meno e diversamente:  questo piace molto meno al sistema, perché colui che lo pratica perde sì tempo, ma in realtà guadagna perché spende meno soldi e acquista in salute e in crea-felicità.

Ricordiamo: ogni volta che compriamo un oggetto, è come se votassimo, e molto più efficacemente che andare alle urne, ormai diventate senza senso e poco significative per noi, che siamo e restiamo figli di dèi minori, e per l'ambiente in cui viviamo.


Intanto, un consiglio per l'estate: per bere le bevande fresche con la cannuccia, invece di usare quelle di plastica, usate gli ziti, la pasta allungata di forma tubolare e cava.
Lo scoperto per caso, ripulendo lo scaffale dedicato alla pasta, e funziona!

martedì 2 luglio 2019

Bisenzio, muoiono i pesci

Nel Bisenzio muoiono pesci (come l'anno passato, d'altronde), ma il Tirreno recita che  "non è stato segnalato alcun inquinamento"...
Sarebbe colpa del caldo.
Sospetto che non sia il caldo a produrre l'eutrofizzazione, come recita l'articolo,  bensì proprio l'inquinamento, detersivi o fertilizzanti quanto meno (azoto, zolfo, fosforo...). 
Povero Bisenzio, era un fiume pescosissimo. 
Che faranno i nuovi (?) assessori all'ambiente di Vallate e Piane?
Per lavare i piatti noi intanto usiamo fondi di caffè o cenere!


Poco ossigeno nell’acqua: strage di pesci nel Bisenzio

Sorpresa per i pratesi che si sono affacciati sul Bisenzio in questi giorni: decine di pesci morti, ma non è stato segnalato nessun inquinamento

Prato. Sorpresa ieri per i pratesi che si sono affacciati sul Bisenzio, in particolare in corrispondenza delle cascate dove la secca del fiume blocca il deflusso dell’acqua. Lo spettacolo desolante è quello di decine di pesci morti, come evidenziato dalla foto scattata da Giusi Sproviero sotto il ponte Machiavelli. Non risultano sversamenti inquinanti, ed è probabile che la morìa sia dovuta al caldo di questi giorni che, insieme all'acqua poco ossigenata, ha provocato fenomeni di eutrofizzazione.

lunedì 1 luglio 2019

Il lavoro delle casalinghe

Alla ricerca di alcuni documenti sul lavoro casalingo ho trovato questa dichiarazione dello psicoterapeuta Mauro Scardovelli:

"Il lavoro fuori, rispetto al lavoro in casa, è una pacchia: non devi portar fuori il cane, non devi pulire il divano...Il lavoro delle casalinghe è senza tempo...se fosse pagato con i sindacati, dovrebbero guadagnare cinquanta mila euro al mese, e andare in pensione dopo quattro anni di lavoro, come fanno i deputati; ma gli uomini, che sono intelligenti a un certo livello... le donne non l'hanno ancora capito, si terrebbero lontanissime dagli esseri maschi, tranne qualche eccezionale caso, che se ne è verificato qualcuno nella storia, per il resto cercherebbero di far tutto da sole, se possibile...perché il maschio, sapete da cos'è guidato il maschio? dalla volontà di potenza. E sapete cosa c'è dentro la volontà di potenza, nel centro? (Mostra il disegno di un pisello tra le puppe di una donna). Il maschio non si presenta così, ma è così!

 (Mauro Scardovelli, psicoterapeuta, dalla conferenza intitolata "Come la coppia dovrebbe funzionare").

Buone notizie

Il ministro Toninelli sembra proprio voler dire addio alla gestione Benetton di Autostrade per l'Italia. Anche se non sappiamo quale sarà lo scenario del poi, tuttavia questa è una buona notizia, perché fa un po' giustizia della mala gestione delle autostrade e del crollo del Ponte Morandi, con le 43 persone che vi hanno perso la vita. Il ministro Toninelli, a dispetto delle critiche e della satira degli artisti di regime, appare determinato. Bravo.

Un'altra buona notizia viene da Hong Kong, e dalle proteste di piazza in occasione dell'anniversario del ritorno alla Cina.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.