Cultura significa coltivare. E' coltivazione di sé per la comunità. Quando la comunità si frantuma, come accade in questo tempo, l'anima collettiva si disintegra, le anime individuali soffrono, non hanno più un punto di riferimento. Diventano monadi, atomi che si muovono nello spazio vuoto. Questo siamo diventati, seguendo la propaganda e i miti individuisti che trottano e si amplificano nei mezzi di comunicazione, che ci portano a pensare solo al sé e alla presunta propria gratificazione, ma in realtà a essere consumatori e consumati.
E' questo che dobbiamo combattere, il grande progetto disgregatore della natura culturale dell'uomo, che invece tenderebbe alla socializzazione e alla collettività.
E' questo che dobbiamo combattere, il grande progetto disgregatore della natura culturale dell'uomo, che invece tenderebbe alla socializzazione e alla collettività.
Per questo il progetto economico "neuro"-liberista di questi anni è malefico e anticulturale, abbrutisce nel senso che ci rende bruti, anzi peggio dei bruti, che ci insegna a essere "privati", scissi e separati, chiusi e ignoranti, per meglio amare la cella consumatoria in cui siamo rinchiusi, fonte di assoluta infelicità e allontanamento da noi stessi.
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