mercoledì 3 luglio 2019

Mi rifiuto: ecco perché la strategia del Rifiuto Zero non mi convince


La strategia dei "Rifiuti zero",  che vede il rifiuto come una risorsa, e quindi significa il totale riciclo e riutilizzo del rifiuto, è certamente pratica meritoria ed economicamente vantaggiosa.
Tra l'altro sono figlia di uno degli uomini più dediti al riciclo che abbia finora conosciuto, che mi ha insegnato per filo e per segno questa faticosa religione quotidiana, e quindi sono nata e cresciuta in un ambiente già predisposto per questo.

Nel passato, quando l'ecologia era un argomento meno urgente, ero costantemente denigrata in certi contesti, come il teatro, quasi costretta a praticare il riuso/riciclo di nascosto.

Lo stesso mio teatro, La Baracca, è stato praticamente tutto costruito con materiale riciclato, e mi ricordo il sarcasmo dei colleghi di un tempo che venivano a trovarmi mentre mio padre e io lo costruivamo!

Praticare l'ecologia non è solo puntare verso i rifiuti zero;  in realtà significa consumare meno, drasticamente; significa praticare scelte che non vanno nella direzione della maggioranza; significa impegnarsi e "perdere tempo".   E questo è un sistema di vita faticoso, soprattutto nel mondo dei consumi incentivati e con ritmi di vita frenetici.

In realtà la bella teoria del "Rifiuto zero" può nascondere ancor di più lo sfruttamento e l'occupazione del mondo, perché il rifiuto viene immesso nel sistema del consumo anch'esso: in questo modo il singolo viene dispensato da fare, nella sua vita, impegnative scelte etiche. C'è qualcuno che le fa per lui. Basta che stia un po' attento, e gli dicono anche come fare, e poi tutto va per il meglio, la coscienza è a posto e l'ambiente "respira". E si continuano i guadagni e gli affari.

Per questo il "Rifiuti Zero" piace tanto al sistema post capitalistico attuale, e  ai santoni dell'illuminazione sulla via del rifiuto, ché non pone limiti o molto pochi, alla perpetuazione, sotto altre forme più "pulite", dello sfruttamento e dell'interesse.

Altra cosa è invece puntare a vivere senza rifiuti, consumando meno e diversamente:  questo piace molto meno al sistema, perché colui che lo pratica perde sì tempo, ma in realtà guadagna perché spende meno soldi e acquista in salute e in crea-felicità.

Ricordiamo: ogni volta che compriamo un oggetto, è come se votassimo, e molto più efficacemente che andare alle urne, ormai diventate senza senso e poco significative per noi, che siamo e restiamo figli di dèi minori, e per l'ambiente in cui viviamo.


Intanto, un consiglio per l'estate: per bere le bevande fresche con la cannuccia, invece di usare quelle di plastica, usate gli ziti, la pasta allungata di forma tubolare e cava.
Lo scoperto per caso, ripulendo lo scaffale dedicato alla pasta, e funziona!

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