Lo sapevamo, basta fare una giratina sugli argini e si rimane basiti, anzi, avvelenati, perché in certi giorni è impossibile respirare bene se si pedala o passeggia vicino alle acque. Lo si fa a proprio rischio e pericolo.
L'Ombrone, se possibile!, è ancor più inquinato del Bisenzio. I prodotti chimici che si usano nei vivai lo hanno soffocato del tutto. Ma gli "assassini" non solo loro, le fabbriche di tessuti o i vivai. Anche noi, da casa, con le nostre piccole "criminali" attività quotidiane, che pensiamo di occultare nei tubi di scarico, diamo il nostro silenzioso contributo.
(E pensare che il fantasioso assessore Barberis vorrebbe mandarci sulle rive del Bisenzio con tanto di sdraio e ombrellone, farne la spiaggia urbana a colpi di cocktail! - vedi indirizzo sotto...)
IL TIRRENO, articolo di oggi.
Presenti sostanze entro la soglia come
dicloroanilina, mercurio e glifosato. Entro due anni Prato deve mettersi a norma
Bisenzio e Ombrone pieni di veleni. L'allarmante quadro dei rilievi dell'Arpat
PRATO. Le nostre non
sembrano proprio "chiare, fresche, dolci acque". Lo stato di salute
dei fiumi Bisenzio e Ombrone non è affatto buono e il sistema idrico pratese
fatica a trovare un equilibrio ecologico. Stiamo parlando del Bisenzio, e i
suoi rigagnoli affluenti. E dell'Ombrone pistoiese che attraversa la parte sud
della provincia. Entro il 2021, questi due fiumi, e anche tutti i loro piccoli
corsi d'acqua, secondo la direttiva europea chiamata Quadro sulle Acque
2000/60/C, dovrebbero essere sulla condizione di "buono", mentre oggi
a soli due anni di distanza dall'obiettivo, questo attributo sul proprio status
di salute lo raggiungono solo a monte, in prossimità delle loro sorgenti. Per
il resto, sarebbe una condizione malconcia. Molto. A dircelo è uno studio
Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale. Il monitoraggio,
durato alcuni anni e terminato nel 2018, ha riguardato 14 fra torrenti e corsi
d'acqua pratesi sui quali è stata effettuata una serie di attività comprendente,
per lo stato ecologico, la rilevazione di elementi di qualità biologica
(macroinvertebrati, diatomee, macrofite) oltre ad alcuni elementi chimici e
chimico-fisici, mentre per lo stato chimico il monitoraggio ha previsto la
ricerca di inquinanti specifici come prescritto da legge. Fra il 2013 e il
2015, nel fiume Bisenzio è stato rilevata una particolare componente chimica in
quantità eccessive, la dicloroanilina (un erbicida chimico) la cui
concentrazione non ha mai permesso di giungere allo standard di qualità
ambientale, sebbene la stessa Dicloaoanilina fosse in diminuzione nelle
campagne attorno al fiume. Ma nei due torrenti sono presenti anche metalli come
il mercurio, in percentuali sempre troppo alte. Per il Bisenzio spesso è la
presenza del tributilstagno in quantità eccessive a determinare la scarsità di
qualità delle acque; per l'Ombrone è il perfluoroottansolfonico ad essere uno
degli elementi chimici dannosi e sempre presente nelle stazioni di monitoraggio
a valle, ossia in prossimità di Quarrata e alla sua foce alla stazione di
Carmignano, verso Signa.Il tributilstagno, impiegato di solito nelle vernici
per barche, è presente come antifungino anche nei tappeti e nei materiali
tessili e come ha spiegato l'Arpat, «la sua presenza potrebbe essere legata a
processi produttivi che nel comprensorio pratese trattano materiali soprattutto
di provenienza estera». I composti perfluorurati, e tra questi il Pfos (acido
chimico fluorurato di origine sintetica ) che è stato trovato nel Bisenzio e
nell'Ombrone in quantità oltre la sostenibilità, è usato per produrre le
superfici antiaderenti delle padelle e come impermeabilizzante per
l'abbigliamento sportivo dall'industria tessile. Nei corsi d'acqua pratesi, in
particolare nell'Ombrone, sarebbe presente il glifosato come ulteriore elemento
inquinante che assieme ad altri fitofarmaci ha raggiunto concentrazioni
eccessive. Su tutto il territorio regionale, il 63% dei corsi d'acqua è
arrivato ad ottenere lo status "buono" di qualità ambientale. Cosa non
avvenuta per ora nel pratese, dove Bisenzio e Ombrone. «Sono dati che
preoccupano, quelli dell'Arpat sullo stato dei corsi d'acqua nella nostra
provincia». Francesco Puggelli, presidente della provincia di Prato da meno di
un anno e sindaco di Poggio a Caiano, si ritrova sul tavolo un quadro sulla
condizione di salute dei fiumi che non fa saltare di gioia. «Da quello che
apprendo adesso mi sembra di capire che gran parte degli inquinanti vengono da
componenti chimiche usate in vari tipi di industria. Dobbiamo assolutamente
approfondire la cosa quanto prima e trovare anche i possibili rimedi, perchè
mentre alcune componenti chimiche come quelle di erbicidi e pesticidi può far
saltare all'occhio un certo tipo di attività, c'è da conoscere meglio, però,
come il mercurio in eccesso venga a trovarsi nell'Ombrone». Per il presidente
della provincia, che è anche medico, la priorità è non solo capire le fonti
dell'inquinamento, ma intervenire a salvaguardia della salute dei fiumi e delle
persone. «C'è da capire se questi inquinanti scendono anche nelle falde
sottostanti e come vengono tolti, anche se il sistema di filtraggio e
depurazione c'è e funziona. Ma soprattutto c'è da muoversi subito per la salute
dei territori e delle persone, a partire dal glifosate. I comuni del Montalbano
su questo hanno aperto un deciso confronto per eliminare questo inquinante
chimico». --Alessandro Formichella
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