Il prof. Centauro ha inviato questo pensiero su "Leonardo, diario intimo di un genio".
Leonardo, la personalità del genio di Giuseppe Alberto Centauro.
"Leonardo, diario intimo di un genio" è una pièce
teatrale di grandissima suggestione. Una narrazione ispirata e poetica che ci
mostra, rifuggendo da ogni retorica, la vera faccia del Rinascimento, filtrando attraverso
pensieri, gesti e parole le
vicende umane di un Leonardo dal volto umano messo in scena con rigore, capacità
critica e grande sapienza scenica.
Un’opera che ci meraviglia, ci
emoziona, ci esalta, che ci fa dire come, quando la ricerca genera arte, si
compia la simbiosi perfetta. Peccato
che non rimanga dopo lo spettacolo qualcosa di tangibile, come un libro o un
quadro, eppure resta molto da
custodire nel cassetto della memoria. Così nascono i capolavori e si disvelano
le verità nascoste della storia.
“Leonardo,
diario intimo di un genio” non è l’affannosa
elucubrazione che, come abbiamo visto in questi mesi, si volge strumentalmente alla
ricorrenza del centenario, ma pura, umanissima, verità sull’uomo Leonardo che
attraversa ben altri orizzonti e spazi temporali.
L’accurata
ricerca storiografica sul personaggio che Maila Ermini ha composto nel testo va
ben oltre il copione, lo si capisce fin dalle prime battute che la magistrale interpretazione di
Gianfelice D’Accolti sublima in scena, restituendoci con veridicità, eleganza e
molteplicità di timbri la poliedrica personalità del grande artista di Vinci,
svelandone molti aspetti segreti ora la solitudine dello scienziato, ora la
dedizione assoluta dell’uomo che spinge l’orizzonte dell’osservazione oltre
ogni limite, ora la consumata dialettica dell’artista errabondo nelle corti
italiane, ora l’inarrivabile talento messo al servizio di mirabili e ingegnose
intuizioni, infine, la straordinaria sensibilità che si traduce in bellezza nella creazione artistica. Dolce,
commovente e pieno di nascoste tenerezze è il rapporto con la madre Caterina,
alias Maila, che fa da
contrappunto alla storia narrata.
L’orgoglio della madre al cospetto dell’inarrivabile figlio (architetto,
pittore, scultore disegnatore, trattatista , scenografo, anatomista , botanico
, musicista, ingegnere e progettista) è un bene prezioso che si coglie come un
fiore in mezzo al prato, sotto forma di una calda minestra da lei amorevolmente
servita al figlio sul tavolo dello studiolo.
Una grande
contributo alla biografia leonardiana è poi offerta dalla sottolineatura del
suo essere in primis, eccellente pittore. L’arte pittorica di Leonardo,
strumento di conoscenza e rappresentazione della Natura, è evocata nel “diario
intimo” come strumento di eccellenza e d’introspezione, offrendo una chiave di
lettura convincente, piena di umana passione a rappresentare una volontà mai
paga, posta dunque al centro del percorso di conoscenza che in Leonardo, alias
Gianfelice, rivive con grande forza nell’esperienza di una vita vissuta, dedita
alla pittura non senza travagli, schiacciata dalle impietose gelosie altrui,
dalle meschinità umane, causa di dolori mai leniti, tuttavia curata con
l’intelligenza di chi rifugge ogni volgare compromesso per non corrompere la propria
coscienza e curare lo spirito, o meglio l’anima che, pur
non dimostrabile nella sua essenza fisica, ha guidato l’esistenza del poeta e
dell’artista.
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