domenica 28 luglio 2019

Commento su "Leonardo, diario intimo di un genio"



Il prof. Centauro ha inviato questo pensiero su "Leonardo, diario intimo di un genio". 

Leonardo, la personalità del genio di Giuseppe Alberto Centauro.

"Leonardo, diario intimo di un genio" è una pièce teatrale di grandissima suggestione. Una narrazione ispirata e poetica che ci mostra, rifuggendo da ogni retorica,  la vera faccia del Rinascimento, filtrando attraverso pensieri, gesti e parole  le vicende umane di un Leonardo dal volto umano messo in scena con rigore, capacità critica e  grande sapienza scenica. Un’opera che ci meraviglia,  ci emoziona, ci esalta, che ci fa dire come, quando la ricerca genera arte, si compia la simbiosi perfetta.  Peccato che non rimanga dopo lo spettacolo qualcosa di tangibile, come un libro o un quadro, eppure resta  molto da custodire nel cassetto della memoria. Così nascono i capolavori e si disvelano le verità nascoste della storia.
“Leonardo, diario intimo di un genio”  non è l’affannosa elucubrazione che, come abbiamo visto in questi mesi, si volge strumentalmente alla ricorrenza del centenario, ma pura, umanissima, verità sull’uomo Leonardo che attraversa ben altri orizzonti e spazi temporali.
L’accurata ricerca storiografica sul personaggio che Maila Ermini ha composto nel testo va ben oltre il copione, lo si capisce fin dalle prime battute  che la magistrale interpretazione di Gianfelice D’Accolti sublima in scena, restituendoci con veridicità, eleganza e molteplicità di timbri la poliedrica personalità del grande artista di Vinci, svelandone molti aspetti segreti ora la solitudine dello scienziato, ora la dedizione assoluta dell’uomo che spinge l’orizzonte dell’osservazione oltre ogni limite, ora la consumata dialettica dell’artista errabondo nelle corti italiane, ora l’inarrivabile talento messo al servizio di mirabili e ingegnose intuizioni, infine, la straordinaria sensibilità che  si traduce in bellezza nella creazione artistica. Dolce, commovente e pieno di nascoste tenerezze è il rapporto con la madre Caterina, alias Maila,  che fa da contrappunto alla storia narrata.  L’orgoglio della madre al cospetto dell’inarrivabile figlio (architetto, pittore, scultore disegnatore, trattatista , scenografo, anatomista , botanico , musicista, ingegnere e progettista) è un bene prezioso che si coglie come un fiore in mezzo al prato, sotto forma di una calda minestra da lei amorevolmente servita al figlio sul tavolo dello studiolo.

Una grande contributo alla biografia leonardiana è poi offerta dalla sottolineatura del suo essere in primis, eccellente pittore. L’arte pittorica di Leonardo, strumento di conoscenza e rappresentazione della Natura, è evocata nel “diario intimo” come strumento di eccellenza e d’introspezione, offrendo una chiave di lettura convincente, piena di umana passione a rappresentare una volontà mai paga, posta dunque al centro del percorso di conoscenza che in Leonardo, alias Gianfelice, rivive con grande forza nell’esperienza di una vita vissuta, dedita alla pittura non senza travagli, schiacciata dalle impietose gelosie altrui, dalle meschinità umane, causa di dolori mai leniti, tuttavia curata con l’intelligenza di chi rifugge ogni volgare compromesso per non corrompere la propria coscienza e curare lo spirito, o meglio l’anima che, pur non dimostrabile nella sua essenza fisica, ha guidato l’esistenza del poeta e dell’artista.


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