"Ieri sera sono tornata a teatro per la prima volta dopo mesi. Non avrebbe potuto esserci un "ritorno" migliore se non nello spazio raccolto e "magico" del Teatro la Baracca di Prato, che proprio ieri riapriva le sue porte al pubblico.
Lo spettacolo "Memorie di un teatro di campagna", di e con Maila Ermini preceduto da una magnifica lettura dei "Limoni" di Montale da parte di Gianfelice D'Accolti, è un racconto, una testimonianza, una confessione, una riflessione a tratti amara e malinconica, ma sempre costellata di spunti comici, la rievocazione di un passato ancora vivo, ma, soprattutto, il segno di una rinascita.
Nel monologo di Ermini si rivendica con orgoglio la creazione di una realtà controcorrente, apparentemente semplice ed umile (come i già citati "Limoni"), volutamente contraddittoria (un teatro in campagna), sempre tenacemente difesa come luogo di cultura, capace di coniugare e di fondere due anime opposte ma complementari: quella popolare e quella intellettuale.
Forse è per questo che, nonostante sia seduto su "scomode" panche e sedie - ben diverse dalle più canoniche poltroncine di velluto -, il pubblico, in qualche modo, si sente sempre a casa: la Baracca è uno spazio fortemente caraterizzato da chi lo ha costruito (non solo metaforicamente), vissuto e amato, ma al tempo stesso aperto a tutti. Qui ognuno può trovare un pezzetto di sé.
Giovedì 25 lo spettacolo verrà replicato: lo consiglio a tutti, come esperienza culturale e non solo." (Eloisa Pierucci).
Volevo farti i miei complimenti per l'interpretazione di ieri sera. Sei proprio brava e emozionante. (Marco T.)
Come sempre non lesina emozioni...(Angelo S.)
Ripartire alla grande parlando dei sogni che non temono sconfitta (Marco T.)
Grazie dell'emozione che ci hai regalato. Grazie del coraggio di ripartire e raccontarci una storia di sacrifio e speranza che non conoscevo, ma che si adatta benissimo al nostro momento. Grazie di cuore. (Edi G.).
1 commento:
Complimenti per la riapertura, Maila. Hai dimostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che volere é potere. Troppe realtà con molti più mezzi e possibilità delle tue stanno invece guardandosi le punte dei piedi facendo trascorrere mesi preziosi. Il riaprire ha un alto valore simbolico, in primis, perché la comunità ha bisogno di sentire che gli artisti sono finalmente tornati liberi dare emozioni, sentimenti, riflessioni attraverso la loro arte. Tu, che sei oltre che artista anche gestrice di tutto ciò che concerne gli aspetti pratici della produzione artistica, lo hai potuto fare senza esitazioni. E sei da esempio, e monito, per coloro che altrove fanno scelte di altro tipo. Simone
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