venerdì 29 gennaio 2021
Il cattivo italiano del Ministro Franceschini
martedì 26 gennaio 2021
La Baracca in inverno, ovvero vivere e morire
Il Teatro Baracca in inverno. Resistiamo, ma è dura. Siamo senza lavoro. Senza prospettive. Senza aiuti. E' come se dovessimo cominciare tutto da capo, di nuovo. Con trenta anni in più, però. Magari saremo davvero bravi, e ce la faremo. Io ce la sto mettendo tutta, per ora sono in salute e testa. Scrivo tanto che mi sembra di vivere come Gérard De Nerval, una vita di parole, di non vivere o morire che di scrittura.
Ma comunque vada, a loro no, io non glielo perdono.
lunedì 25 gennaio 2021
Una lotta senza fine
Ormai è lotta senza fine fra i devoti discendenti del tempo e gli accaniti abitatori degli spazi.
Dopo Bolano anche il caso Tintori
Questa è l'opera degli allievi del Tintori che sarebbe andata perduta nell'abbattimento del vecchio ospedale di Prato. Si intitola "Il dono della cintola".
Negli anni '90 era stata collocata nella lunetta di Porta Mercatale (si vede nel dipinto), e successivamente trasferita nel vecchio ospedale.
Dopo l'episodio del monumento di Federico II di Bolano, rabberciato in qualche modo dall'amministrazione comunale, ecco che arriva quest'altro disastro, che però sembrerebbe più difficilmente rimediabile.
Il Professor Centauro, leggendo l'articolo che riporto sotto, si chiede se la lunetta non sia per sempre perduta. Invece la Dott.ssa Isabella Lapi Ballerini, già Direttrice Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, dichiara più speranzosa:
“Quando ho appreso la notizia di ciò che era accaduto alla lunetta del Tintori, la mia riflessione è stata che, vedendo la foto che la ritrae messa a terra, non è detto che essa sia andata distrutta. Anche perché se l’opera doveva essere demolita che senso avrebbe avuto il posizionarla per terra? Sono fiduciosa che la lunetta possa essere da qualche parte e che essa esca fuori magari in qualche modo con le forme e le maniere opportune. È vero che è stato alienato tutto al demolitore e probabilmente lui ha acquistato quel diritto di demolire tutto ciò che riguarda infissi e finestre. L’opera potrebbe aver seguito le sorti degli infissi ma allora, proprio perché opera muraria, tanto valeva distruggerla dov’era. Penso piuttosto che si tratti di riannodare una vicenda e non pensare che l’opera sia data per persa. Ci sono stati casi in passato di opere andate perdute e poi ritrovate. Ad esempio ricordo che nel 1993 la maschera funebre di Lorenzo il Magnifico andò smarrita, ma poi venne fuori all’improvviso. E quello fu un precedente illustre perché si trattava di un calco del volto, anche se da morto, dello statista fiorentino”. (1).
Comunque sia, se pure non distrutta, sembrerebbe perduta per la città di Prato.
Aggiornamento del 27 gennaio.
Mi auguro che allo stesso modo della lunetta finisca presto questa politica incapace di gestire il patrimonio culturale:
"Tutto nasce, a quanto risulta, da una email inoltrata al Comune di Prato dall’Asl Toscana Centro, che non sarebbe mai arrivata.
La Daf Costruzioni, ditta appaltatrice dei lavori per l’abbattimento del Misericordia e Dolce, nell’ottobre scorso inoltrò una email per sapere cosa fare della lunetta che era stata staccata dal muro e messa a terra in sicurezza. L’email venne poi girata dai tecnici Asl responsabili del cantiere, agli uffici competenti per le relazioni esterne dell’azienda sanitaria. Dopo di che non accadde più nulla; da allora non risulta alcun inoltro al Comune, proprietario della casa-laboratorio Leonetto Tintori a Vainella.
Il 20 gennaio scorso la direttrice di Palazzo Pretorio, Rita Iacopino, scrive all’Asl per avere notizie dell’opera del Tintori per l’allestimento di una mostra dedicata agli artisti pratesi, scoprendo, però, ben presto che,in assenza di comunicazioni (erano passati tre mesi!), la ditta aveva abbattuto insieme all’ex Rianimazione la lunetta." (2).
Aggiornamento del 28 gennaio.
La Nazione, Cronaca di Prato del 28-1-21
Aggiornamento del 30 gennaio.
Certo che è un oltraggio a Leonetto, e direi anche alla città. La Nazione", Cronaca di Prato, oggi.
Aggiornamento del 31 gennaio.
Pubblico oggi una lettera che ho ricevuto dal Prof. Centauro.
"Cara Maila,
La lunetta indigesta
Giuseppe Alberto Centauro
Un piatto servito caldo per i
palati sensibili dei lettori di “CuCo”,
purtroppo avvezzi anche ad assaggiare bocconi alquanto amari e indigesti come
quello di cui trattiamo. Si tratta della vicenda, da poco ‘consumata’, giunta
all’epilogo che non avremmo mai voluto toccare con mano, della lunetta
affrescata della scuola di Tintori che, nell’indifferenza generale, è andata demolita insieme al
vecchio nosocomio di Prato. E’ una storia questa assurda, di quelle che
lasciano cicatrici indelebili ben oltre i confini della città. Ma, visto che ben presto la notizia uscirà
dalla cronaca e che non è conosciuta dai più,
andiamo con ordine a conoscere più da vicino quanto è accaduto in occasione dell’abbattimento, in pieno
centro storico, delle mega strutture in cemento armato risalenti agli anni ’70
che stavano giustapposte all’antico ospedale “Misericordia e Dolce”. Insieme a
quelle è andato ‘polverizzato’ anche l’affresco staccato della lunetta di Porta
Mercatale che da venti anni si custodiva al suo interno. Nella fattispecie si
tratta di un’opera pittorica realizzata negli anni ’90 del secolo scorso, legata
indissolubilmente al nome di Leonetto
Tintori, figura di spicco dell’arte e del restauro del Novecento, e ai sui
laboratori d’arte. Una perdita che appare oggi ancora più grave per l’alto valore autografico del
progetto che l’ha ispirata e testimoniale per quello che questa ha
rappresentato in città. Nel dettaglio, il casus belli riguarda una
lunetta che era stata pensata come dono alla città di Prato per riempire il
vuoto che si era generato dopo la perdita di antiche pitture dedicate alla
Madonna e alla Sacra Cintola, poste nella lunetta della trecentesca Porta
Mercatale. Si deve premettere che il Mercatale per i pratesi rappresenta
l’essenza stessa della città, della sua più radicata vocazione e, in
particolare, la sua porta turrita , a capo del ponte sul Bisenzio, è il simbolo
del centro antico. Non a caso Agnolo Gaddi la rappresentò nel poetico racconto
pittorico che ha accompagnato la decorazione della Cappella del Sacro Cingolo
di Maria nel Duomo, ponendo la Porta come icona della città nel segno di quella
sacra reliquia. Appunto lo stretto rapporto della cintola mariana con Prato fu scelto
come tema per la rappresentazione della scena che gli allievi del “Laboratorio
per Affresco” di Tintori, sotto la guida del maestro Tintori e le mani esperte
del pittore e docente della scuola Franco Milani, avevano proposto nell’ambito
di un concorso pubblico destinato a
selezionare il prescelto tra 15 bozzetti, pubblicati in un catalogo edito per
quell’evento. Un comitato scientifico costituito ad hoc e, soprattutto, la
gente di Prato scelse tra quelli il soggetto proposto da Luca Paoli che lo
realizzò a buon fresco, utilizzando come supporto un robusto incannicciato “a
la piana” nella più nobile tradizione di quell’arte antica. La
reinterpretazione moderna, in uso nel restauro, consisteva nell’assicurare la
massima durabilità all’opera attraverso la modularità di assemblaggio
assicurata alla struttura di grandi dimensioni e dalla cura in fase di
montaggio utilizzando un telaio
metallico di cornice, così da movimentare in sicurezza l’intera composizione.
L’opera intitolata “Fuori Porta”, che fu
installata nel marzo 1995, richiese un lavoro assai complesso ed impegnativo. La
narrazione istoriata pittoricamente rivisitava quello che nell’immaginario
collettivo era divenuto il connubio tra la Porta Mercatale e la preziosa
reliquia, che in realtà era approdata in
città due secoli prima che si edificassero le mura della terza cerchia e la
Porta sul Mercatale. Fu il mercante Michele Dagomari di ritorno dalle crociate
a consegnarla alla città. Tuttavia alla gente piacque quella trasposizione
spazio temporale e la semplicità del racconto sintetizzato nel gesto
caritatevole del dono della reliquia da parte del mercante, che la pose nel
cestello tenuto in mano dal prelato questuante durante il mercato. Per rendere
omaggio a colui che aveva ispirato
questo progetto, l’artista volle ritrarre il volto dello stesso Leonetto fra i
personaggi che animavano la scena. La lunetta affrescata, che aveva ottenuto un
nulla osta temporaneo per la sua collocazione sul monumento, quattro anni più
tardi fu rimossa dalla parete dove stava ancorata e presa in carico dal
nosocomio pratese nel reparto di rianimazione in omaggio all’allora novantenne
Tintori che, a quel tempo, fu più di una volta ricoverato in cardiologia. Alla
sua morte, il 2 luglio 2000, i pannelli affrescati sono rimasti in quella sede
fino all’ottobre scorso, quando si cominciò l’abbattimento completo della
struttura che li ospitava. Alienati ai
demolitori i tre grandi pannelli sono stati ‘rottamati’, oggi si dice per un
difetto di comunicazione tra Azienda Usl Toscana centro e il Comune di Prato. Fatto
sta che la perdita per la città, che niente sapeva di questo trambusto, è stata
enorme, non solo per il valore in sé dell’affresco quanto per quello che
rappresentava.
Adesso che l’opera non esiste più
è doveroso anche ricordare che essa aveva un proprio valore intrinseco perché Leonetto,
memore della stagione fiorentina degli stacchi degli affreschi nei chiostri di chiese
e conventi, suggerì in maniera più che lungimirante che l’affresco potesse divenire
anche un‘occasione di studio per valutare l’adozione di adeguati provvedimenti
tecnici per la conservazione dei murali dislocati in ambiente esterno, fin
dalla preparazione delle malte e la stesura dei colori. In sintesi il tristissimo
epilogo della storia è purtroppo
emblematico anche per questo beffardo risvolto e suona come un monito. Il Sindaco Matteo Biffoni si è detto
dispiaciuto e ignaro dell’episodio perché nessuno gli aveva detto che tra le
cose inventariate ci fosse anche questa lunetta che, altrimenti, si sarebbe
potuta salvare. [Da “La Nazione” di Prato del 3 febbraio: “Si è
trattato di una distrazione collettiva, intitoleremo a Tintori un vialetto” (sic!).]
(1) Prato: il giallo della scomparsa della lunetta affrescata | StampToscana
(2) https://www.stamptoscana.it/prato-e-stata-distrutta-la-lunetta-tintori-scomparsa/
Il fallimento della cultura in digitale
A Prato abbattendo il vecchio (?) ospedale, in tempi di Covid! è andata distrutta o perduta un'opera di Leonetto Tintori e dei suoi allievi, così, senza pensarci! Veri Barbari Patentati!
Ma la notizia buona è questa: la cultura in digitale, così tanto strombazzata e finanziata, è fallita. Non la vuole nessuno. NON LA VEDE NESSUNO.
In teatro il fallimento è completo, inutilmente i teatri pubblici fanno pubblicità alle loro misere rappresentazioni con i nostri soldi, che nessuno guarda!; si salva per ovvi motivi solo un po' la produzione cinematografica. Ma tutto va molto stancamente anche da quelle parti!
C'è di che stare un po' allegri, anche se abbiamo il peggiore Ministro della Cultura del Mondo: Franceschini.
Egli è ministro del suo Ego-Netflix e basta. Che fallirà, vivaddio! Anzi, è già fallito.
Quando la cultura riaprirà, Franceschini cadrà al suolo sfracellandosi politicamente come una pera troppo matura. Per questo non vuole che si riapra!
Non vediamo l'ora, tutti gli artisti, tutti tutti, diteglielo, anche quelli del suo partito chiamato piddì, non vedono l'ora di sbarazzarsi di questo pesante dannosissimo fardello.
Dobbiamo solo avere pazienza, e non soccombere a questi assassini della cultura, che ci hanno affamato, avvelenato e ridotto ai minimi termini, - incapaci di gestire una epidemia se non sfruttandola in modo economico e politico a proprio vantaggio- , con tutti i mezzi che abbiamo. E che usiamo e useremo, anche quelli più piccoli e insignificanti.
RESISTENZA!
Ci vediamo a teatro.
martedì 19 gennaio 2021
Se le navi sono in porto, che serve essere corsari?
Vedo tutti invecchiati. Un mondo di vecchi, anche giovani.
Stiamo invecchiando rapidamente, è chiaro che stiamo diventando inabili, oltreché poveri.
Ci danno in pasto intrattenimenti vari, anche nei parlamenti si mettono in scena pseudo drammi e pseudo commedie diretti da servizi di stato o entità finanziarie.
La tastiera è la platea da cui agiamo felici per la schiavitù, perché ci dà l'illusione della regia. Ma è proprio da lì che siamo diretti.
Le aziende, di qualsiasi tipo, si stanno organizzando per farci passare più rapidamente possibile all'inabilità, e non come qualcuno potrebbe pensare, ad ammazzarci subito.
Ci devono prendere prima di tutto tutto senza incontrare ostacoli. Per questo ci hanno fornito di tastiera. Ci devono prendere, oltre ai soldi e ai beni materiali, pensiero immaginario e realtà.
A questo serve il vaccino, a immunizzarci per la malattia dell'alterità.
Per questo hanno chiuso cinema e teatri, per spengere l'immaginazione, per non creare altri spazi. Per non creare il buio. Serve la luce.
Per questo ci impongono il coprifuoco. Basta sognare. Basta andare altrove con le nostre navi in mare aperto.
La nave deve restare in porto, e sopra ci vanno i finanzieri, a ispezionarla.
Dunque non serve la morte. La morte serve quando è strumento per la paralisi, nei suoi conteggi. Serve il bisogno l'assistenza la debolezza, l'impotenza. La mancanza di prospettive e di creatività. La vita al termine. La depressione. Anche a trent'anni, meglio.
Serve la puntura, come nella droga, che è atto di penetrazione, come atti sessuali brutali di dominio e sudditanza.
Chi nasce ora trova un mondo statico, putrefatto, inquinato e schiavo. Vaccinato e ottuso. Con le navi nel porto, in sequestro permanente.
Di notte mi sorge il dubbio che la fantascienza non sia stata un viatico per il viaggio verso questo presente-futuro, un po' come i gialli potrebbero essere stati resi popolari solo per rendere il crimine passabile, anzi, eccitante ed egotico come la matematica e la soluzione di rebus.
C'è una letteratura insospettabile, e di conseguenza anche certa arte figurativa oltre all'immancabile cinema e alle sue succursali musicali, che potrebbe essere stata involontariamente complice del delitto ed aver contribuito alla nascita dello stato attuale del mondo.
Se le navi non vanno in mare aperto, a che serve essere corsari?
sabato 16 gennaio 2021
Gli attori uccidono il cinema
Copio un articolo di "Libero" sulla morte del cinema praticata dagli stessi protagonisti, che conferma quanto dico da tempo su questo diario; cinema che si vedeva nelle sale, pur negli ultimi scampoli, fino a un anno fa prima della pandemia.
La gente di spettacolo, gli attori di cinema sono i primi ma tutti gli altri seguono a ruota, corre verso la cassa digitale, senza pensarci troppo su e firma la propria fine. Inevitabile?
Intanto il nostro ministro alla distruzione della cultura, Franceschini, si è già mosso concretamente per creare il suo Netflix della Cultura - o quante belle figlie madama Doré! -, e presto ci sarà un grande calderone europeo, una "piattafornone" per tutti, dove artisti musei e quanto altro cuocerà ben bene con tanti ricchi premi e cotillons per chi vi parteciperà.
Ci vediamo a teatro!
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GI ATTORI UCCIDONO IL CINEMA
Da Leonardo DiCaprio in giù, i grandi interpreti si inchinano a internet. E i Festival sono sempre più in crisi
- Libero
- ALESSANDRA MENZANI
■ La rivoluzione era già iniziata da tempo, ma la pandemia ha accellerato tutto. La migrazione degli attori e dei registi di Hollywood dal grande schermo a quello piccolo - pay tv, piattaforme streaming, ecc - era già abbondantemente in atto, pensiamo a miti come Martin Scorsese o Sophia Loren su Netflix o Paolo Sorrentino e Luca Guadagnino dietro la cinepresa per Sky. Oggi si può dire che a causa dei continui slittamenti della lavorazione dei film, delle uscite, le sale chiuse, i contagi, i divi abbiano fatto due conti. Con un pizzico di nostalgia, o magari no, abbandonano il cinema decretandone di fatto la morte, e si buttano in tv.
CHI RESISTE E CHI NO
Woody Allen ha già detto che la cosa lo fa inorridire, il Festival di Venezia resiste e lotta insieme a noi (ieri l’annuncio del regista di Parasite Bong Joon-ho nel ruolo di presidente di giuria), Cannes si sposta e forse si «gemella» con il Lido, Carlo Verdone promette che il suo nuovo lavoro si vedrà solo in sala, ma intanto i giochi sono fatti. Gente come Leonardo DiCaprio, Amy Adams, Benedict Cumberbatch, Meryl Streep, Kirsten Dunst approdano con i loro film su Netflix che per il 2021 annuncia un cartellone di ben 70 nuove opere, più di una la settimana. Tutti inedite, produzioni originali e nuovi acquisti, musical e film di azione, commedie romantiche e cartoni animati. Certo, il fascino della sala buia e dello schermo gigantesco sono impagabili per lo spettatore, che ormai sente la mancanza dei cinema tanto quanto quella dei ristoranti. Ma il mondo è cambiato.
Dunque ci sono Gal Gadot, Ryan Reynolds e Dwayne Johnson nel kolossal da 160 milioni di dollari Red Notice, che sarebbe dovuto uscire lo scorso giugno con Universal. Jennifer Lawrence e Leonardo DiCaprio sono le star di Don’t Look Up di Adam McKay assieme ad Ariana Grande, Timothee Chalamet, Kid Cudi e Meryl Streep. Nel trailer diffuso in questi giorni, Leo e la Lawrence scendono da una portaerei: «Un messaggio neanche troppo sottile del prestigio conquistato da una piattaforma che fino a pochi anni fa veniva considerata marginale a Hollywood», ha commentato il New York Times. Dopo Ron Howard che ha diretto Elegia Americana, arriva un altro premio Oscar: debutta sulla piattaforma Jane Campion con The Power of the Dog (nel cast Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst). Lin-Manuel Miranda dirigerà il suo primo film, l'adattamento del musical tick, tick… Boom mentre Jay-Z collaborerà con Netflix per la prima volta producendo The Harder They Fall, un western con Idris Elba, Regina King e Zazie Beetz.
Alcuni film non hanno ancora una data di programmazione, ma a gennaio sono già disponibili alcuni titoli come The White Tiger e Malcolm & Marie con Zendaya e John David Washington.
NEMICI O SALVATORI
Se guardiamo la metamorforsi della Settima Arte da una prospettiva diversa, notiamo che se inizialmente le piattaforme tv erano viste come la minaccia più temuta alla sopravvivenza dell’industria del cinema, ora possono essere considerate salvifiche, alla luce della chiusura delle sale per il Covid. Pensiamo, ad esempio, all’acquisto di film finiti di altri studi che non avrebbero trovato sbocco nelle sale come Woman in the Window con Amy Adams e la regia di Joe Wright di Atonemen.
Sembra preistoria lo scossone che Martin Scorsese aveva creato scegliendo Netflix per The Irishman, film sui vecchi mafiosi. Oggi una decisione del genere è pura normalità.
venerdì 15 gennaio 2021
La repressione gentile della Dittatura Pandemica, ovvero #IOAPRO1501 versus #IOCHIUDO2122
Sopra un esempio di "repressione gentile" ai tempi della Dittatura Pandemica Piddìstelle.
Naturalmente questa repressione, questo avviso di fare la lista dei "ristoratori irresponsabili", se non falso comunque molto credibile, di quelli del #IOAPRO1501, non può farsi per la cultura, dove non esistono i "culturanti irresponsabili", perché la repressione del sistema culturale, tutto, è stata già attuata rendendolo fintamente pubblico, quindi lottizzato e imbavagliato, e l'operatore culturale, il funzionario nominato dal partito, l'artista l'intellettuale il professore o quanto altro, è già stato represso e messo a tacere. Chiuso. Sempre gentilmente, s'intende. La tecnologia avanzata, svuotando sale cinematografiche e teatri, sta facendo e farà il resto.
L'hastag per la cultura è #IOCHIUDO2122.
Ci vediamo a teatro!
giovedì 14 gennaio 2021
Non piangiamo se cade il governo!
E dovremo piangere perché il Governo Conte è in crisi?
No davvero! E' quasi un anno che viviamo in pessime condizioni, senza poter lavorare, senza poter vivere decentemente la nostra vita, senza poterci muovere liberamente, ricevendo pochi spiccioli, ma da 6 mesi più nulla, quando invece abbiamo visto i soldi pubblici, per esempio delle sfondazioni culturali dati agli amici, sempre quelli! Roba da vomito!
Quando vediamo la cosa pubblica gestita da gente astuta, che utilizza la crisi sanitaria in funzione di mantenimento dello status quo e del potenziamento del potere in senso verticistico e asfissiante, che di democratico ha solo il guscio polveroso e stantio, dove si pensa solo a salvarsi il sedere!
Quando si utilizzano i morti e la loro conta strumentalmente!
Ben vengano le crisi e la caduta di un governo che di stelle non ne ha più, composto da un movimento che ha tradito come nessuno i propri elettori, che di sinistro ha solo la gestione macabra, che non ha saputo affrontare l'emergenza sanitaria se non con i divieti, dopo aver distrutto il sistema sanitario (vedi gli ospedali buttati giù con le ruspe e la fretta con cui si è tentato di ricostruire spazi sanitari per accogliere i malati di covid eccetera), dopo aver creato un clima di sfascio sociale, economico, culturale, umano, e che tradisce ogni giorno la costituzione!
mercoledì 13 gennaio 2021
In Italia le proteste si fanno al ristorante
Dall'annuncio del Ministro Speranza si viene a sapere che i musei riaprono in "zona gialla". Cinema e teatri no. Continua l'assurdo quotidiano. E soprattutto la passività degli intellettuali, degli universitari, dei direttori dei santa santorum, degli "agenti della cultura", tutti zitti, passivi, acquiescenti. Oppure borbottanti sotto-traccia, e con gli occhiali scuri indosso.
Sembrano molto più avanti i ristoratori, molti dei quali, a dispetto dei "Divieti di Speranza", riapriranno, in sicurezza, a partire dal 15 gennaio.
In Italia le proteste non si fanno più all'università, ma al ristorante.
martedì 12 gennaio 2021
Vi presento Cesira
Vi presento Cesira, la picciona che abbiamo addomesticato. Anzi, che ci ha addomesticato.
Una picciona solitaria in cerca di compagnia, oltre che di cibo naturalmente, che non si accoppia; che tenta, come si nota nella foto, in tutti i modi di entrare in casa.
Non glielo permettiamo, ma ogni tanto, basta lasciare la porta aperta del terrazzo, lei entra furtiva.
Capisce alcune parole o frasi, del tipo: - Forza, Cesira, esci di casa!". Lei obbedisce. Per farsi notare, a volte, svolazza più volte davanti alle finestre chiuse.
Qualcuno dei vicini sostiene che è un'anima. Boh.
E' sicuramente una picciona simpatica e attenta. Se mi vede sul terrazzo, mi vola incontro, quasi addosso.
Credo di aver preso da mia madre, una specialista in materia, la capacità che ho di comunicare con gli animali. Anche lei si intrattiene con Cesira; anzi me l'ha presentata lei.
domenica 10 gennaio 2021
Aggiornamento sulle firme per il Museo Etrusco a Prato
L'obbiettivo è raggiungere 1500 firme, e poi vedremo che farne. Certamente spedirle alle autorità, ma loro già ne sono informate, perché ne seguono l'evoluzione con assiduità e, se non con interesse, qualcuna di loro senz'altro con fastidio.
martedì 5 gennaio 2021
Parchi Nucleari, il nuovo "green".
Presto in tutta Italia la novità del Parchi Nucleari, il nuovo "Green" ufficiale del Governo PD-5Stelle, chiamati Deposito Nazionale, dove verranno stoccati i rifiuti nucleari. Del trattamento si occuperà la società Sogin.
I rifiuti saranno dislocati in varie regioni: la Basilicata (vaste aree fra Bari e Matera, nella zona delle Murge) è la più colpita, insieme al Piemonte, la Sardegna; la Maremma di Toscana e Lazio tutta infestata. (Compresa Pienza, sito Unesco).
Si può visitare il sito della società Sogin, che scrive:
"Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno messi in sicurezza i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall'esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.
Il Deposito Nazionale sarà costituito dalle strutture per la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività e da quelle per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi ad alta attività, che dovranno essere successivamente trasferiti in un deposito geologico di profondità, idoneo alla loro sistemazione definitiva".
Il sito della Sogin è farraginoso nella consultazione:
Deposito Nazionale: Scriviamo insieme un futuro più sicuro per Italia
Più facilmente si possono trovare informazioni altrove:
domenica 3 gennaio 2021
Domande intorno alle misure di confinamento
La quarantena, il distanziamento sociale, l’obbligo di mascherina all’aperto, la chiusura dei confini nazionali, il divieto di passeggiata, il coprifuoco notturno… sono misure sanitarie? Lo sono tutte allo stesso modo? O riguardano campi differenti?
Quali concezioni del mondo e quali letture della realtà muovono queste “pratiche mediche”?
Dobbiamo accettare incondizionatamente l’autorità degli esperti?
Lavorare sempre da casa sfrutta meglio la forza-lavoro?
L'occasione delle misure di confinamento sono usate per estendere le tecnologie di sorveglianza?
Ci troviamo immersi in una nuova forma di colonizzazione?
Sono aumentati gli abusi sessuali e lo sfruttamento occulto della donna nelle azioni di cura quotidiana?
Con la scusa della protezione i vecchi vengono segregati? Con ciò si pratica il "rinnovamento" della società?
Con la tendenza a eliminare la memoria passata dei singoli per buttarla nel calderone di Internet, si sta scrivendo un'altra Storia o si cancella, ancora e sempre, la vita dei singoli?
Con la tendenza a usare la tecnologia per orientarci nel mondo e osservarlo, è meno nostro e meno praticabile? La Geografia è una "materia passata" e risibile?
Per camminare, semplicemente camminare in "sicurezza", avremo bisogno di guide elettroniche?
E' fine assoluta o temporanea dell'arte?: ci è stata tolta la possibilità di rappresentare e osservare il mondo liberamente, senza mediazione, e quindi di poterlo rifondare e porlo in discussione autonomamente? La musica è in "mute"?
La bellezza è consegnata alla materia scarnificata dell'immagine digitale?
Il sapere sarà solo quello elettronico?
sabato 2 gennaio 2021
Per non dimenticare: Gonfienti, metti una sera un viaggiatore...
Un invito per i 20 anni dei Celestini
Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.
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Signor Ministro, io non so per quale arcano motivo Lei sia diventato ministro della Cultura, ma tant'è. In virtù di ques...
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Non era per nulla scontato che all'incontro ci fossero tutti i candidati (eccetto Rubino) e, soprattutto, così tanta gente. Troppa p...