lunedì 25 gennaio 2021

Il fallimento della cultura in digitale


Vi darò una buona notizia, nonostante i disastri e le distruzioni quotidiane. 

A Prato abbattendo il vecchio (?) ospedale, in tempi di Covid! è andata distrutta o perduta un'opera di Leonetto Tintori e dei suoi allievi, così, senza pensarci! Veri Barbari Patentati!

Ma la notizia buona è questa: la cultura in digitale, così tanto strombazzata e finanziata, è fallita. Non la vuole nessuno. NON LA VEDE NESSUNO.

In teatro il fallimento è completo, inutilmente i teatri pubblici fanno pubblicità alle loro misere rappresentazioni con i nostri soldi, che nessuno guarda!; si salva per ovvi motivi solo un po' la produzione cinematografica. Ma tutto va molto stancamente anche da quelle parti!

C'è di che stare  un po' allegri, anche se abbiamo il peggiore Ministro della Cultura del Mondo: Franceschini.

Egli è ministro del suo Ego-Netflix e basta. Che fallirà, vivaddio! Anzi, è già fallito.

Quando la cultura riaprirà, Franceschini cadrà al suolo sfracellandosi politicamente come una pera troppo matura. Per questo non vuole che si riapra!

Non vediamo l'ora, tutti gli artisti, tutti tutti, diteglielo, anche quelli del suo partito chiamato piddì, non vedono l'ora di sbarazzarsi di questo pesante dannosissimo fardello.

Dobbiamo solo avere pazienza, e non soccombere a questi assassini della cultura, che ci hanno affamato, avvelenato e ridotto ai minimi termini, - incapaci di gestire una epidemia se non sfruttandola in modo economico e politico a proprio vantaggio- , con tutti i mezzi che abbiamo. E che usiamo e useremo, anche quelli più piccoli e insignificanti.

RESISTENZA!

Ci vediamo a teatro.



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