giovedì 13 maggio 2021

Solidarietà e cultura, assenti

Il Prof. Giuseppe Centauro, in un articolo uscito oggi su La Nazione,  auspica una ripartenza della città attraverso maggiore partecipazione e coinvolgimento nelle manifestazioni culturali.  Solidarietà.

E' un articolo bello e significativo, che invita soprattutto coloro che hanno in mano il timone a impegnarsi in attività e partecipazione per indirizzare la nave fuori dalle secche in cui si trova.

Lo ringrazio anche per aver citato la mia commedia sul lavoro, Capomastro, che due anni fa misi in scena con Gianfelice alla Baracca. Purtroppo la commedia fu rifiutata da chi doveva portarla nelle scuole perché l'autrice ero io, colpevole di indipendenza.

Alla seconda riapertura del teatro nel marasma pandemico (la prima è stata nel giugno 2020), tuttavia nessun rappresentante politico è venuto a esprimere vicinanza, dimostrando, ancora una volta, che rara è in quelle persone che a vario modo gestiscono politicamente la città una idea collettiva e plurale, democratica.

Spero che le parole del professore ci aiutino, ma per quanto mi è dato di vedere in questi giorni a teatro e attorno a me, la ripartenza si annuncia pessima.


LA RESISTENZA DELLA CULTURA /2

La transizione culturale e la Prato solidale

Nella settimana della riapertura del Museo del Pretorio, del Museo del Tessuto, comprese le ultime in ordine temporale, del Centro Pecci e quelle annunciate dei musei diocesani e delle mostre d’arte in gestazione, si potrebbe pensare che per il fare cultura in città il ritorno alla normalità sia ormai cosa fatta. Se poi considerassimo che, trainati dal rilancio turistico della città del giglio, potremo presto riascoltare concerti dal vivo, riscoprire i grandi palcoscenici dei teatri e tornare a vivere il piacere di passeggiare nei giardini storici delle Ville Medicee e tanto altro ancora, si dovrebbe raccontare di un lieto fine dopo il lungo incubo dell’isolamento che ci ha privato di quei valori preziosi e irrinunciabili che sono le attività culturali. Ma, a ben guardare e riflettere, non è proprio così perché allo stato odierno delle cose torneremo nella migliore delle ipotesi ad una normalità che abbiamo lasciato alquanto lacunosa e imperfetta. Per questo ogni comunità locale dovrebbe trovare il coraggio civico e politico di affrontare con energia un’effettiva transizione culturale che sia  in grado di elevare la cultura a motore della crescita sociale per spingersi oltre i limiti attuali in ogni ambito delle attività. Per rendere possibile questo progetto, da valutare come una sorta di rivoluzione copernicana, occorrerebbe in primis maturare una nuova consapevolezza sul peso effettivo che la cultura potrebbe avere nella società contemporanea e che adesso ancora non ha. L’occasione di rinnovare attraverso l’offerta culturale vive testimonianze di vicinanza e di solidarietà costituisce da tempo una peculiarità intrinseca per chi fa o promuove l’arte, sia a livello individuale che di gruppo, e questo in tutte le manifestazioni: un concerto, una pièce teatrale, un’installazione ambientale, una collettiva d’arte ed altro. Per una città come Prato l’occasione ricercata per fare valere le migliori attitudini che la comunità ha saputo dimostrare e manifestare con continuità tutte le volte che ce n’è stato bisogno. Il caso di Luana D’Orazio, giovane madre di un bimbo di cinque anni, morta sul lavoro da apprendista nel tessile in un modo tanto drammatico quanto incomprensibile per quanto non hanno potuto garantire le misure di sicurezza che pure avrebbero dovuto essere i valori primari da rispettare in quella sua attività, ha smosso le coscienze e suscitato moti spontanei di solidarietà. Ancora una volta gli artisti sono scesi in campo, ma già lo erano. L’impegno per sostenere la dignità e la sicurezza per chi lavora fa proprio parte di quel profilo culturale dal quale dovremo ripartire nella transizione al cambiamento che auspichiamo per il presente e per il futuro. A Prato è stata anche dedicata in un recente passato dal Teatro La Baracca anche una commedia sul  lavoro e i temi della sicurezza. Ora l’iniziativa di fare un’asta benefica con le opere che saranno  messe a disposizione da tanti artisti di varia provenienza che, grazie all’invito di Carlo Palli, si stanno attivando per sostenere la famiglia di Luana D’Orazio, potrà essere di nuovo l’occasione di dimostrare una Prato solidale purché a questi gesti faccia seguito anche un reale cambiamento nella consapevolezza sull’importanza della cultura per la crescita di tutta la comunità.

Giuseppe Alberto Centauro (Docente di Restauro- Università di Firenze).

 


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