giovedì 31 marzo 2022

La Toscanina

Eccoci qua, su "La Nazione" (Cronaca di Prato, oggi, grazie!), con l'annuncio del prossimo, il penultimo, spettacolo della stagione alla Baracca. 

Non ci siamo mai fermati, siamo un po' stanchi, ma è una gioia studiare, lavorare, presentare ancora un nuovo spettacolo!  In questi due anni, durissimi, di pandemia, la creatività, anzi direi la poesia, di cui parla l'articolo è stata la nostra salvezza.

Ne La Toscanina,  come un viaggio erudito popolare e giocoso nel cuore della Toscana, fra vecchie e nuove canzoni, ho musicato le ottave di Beatrice di Pian degli Ontani, la poetessa pastora illetterata, che qualche suo contemporaneo ebbe la buona idea di trascrivere.


domenica 27 marzo 2022

Noi il Museo di Gonfienti a Campi non lo vogliamo


Gonfienti Etrusca. Dite la verità, sentivate la mancanza di qualche articolino mio sull'argomento...

Oggi, cade a fagiolo, appare questo articolo - ma odora a promesse pre-elettorali - su Il Tirreno.  

Si dice che presto apriranno il Museo Etrusco a Campi Bisenzio.

Bene. Anzi male. Si dice che la raccolta firme che facciamo è per il Parco Archeologico. No. La raccolta firme - e lo posso dire perché l'ho organizzata io e tutti possono leggere - è per il Museo Etrusco a Prato, nella zona degli scavi. 

Certo che le due cose sono collegate, ma non ci sarà vero Parco Archelogico senza un Antiquarium in loco!


La miglior risposta che possiamo dare è ripubblicare il nostro bel video: "Gonfienti, metti una sera un viaggiatore...".



giovedì 24 marzo 2022

A noi più altro è concesso che digitare sulle tastiere


Io ho vissuto la devastazione dell'epidemia come una guerra. Una guerra mondiale.

Questa nuova in cui i vari poteri ora ci immergono, della Russia contro l'Ucraina, della Nato contro la Russia, dell'Europa contro la Russia e tutto viceversa (e delle altre guerre che ci sono per il mondo, non ne parlano, come non parlano più dello Stato Islamico: non serve più?) - ecco, questa mi sembra la continuazione o l'evoluzione dell'altra, senza soluzione di continuità, anche se peggiore certamente, perché qui si tratta, e con tale leggerezza e superficialità da inorridire, del possibile utilizzo di armamenti nucleari.

A noi più altro è concesso che digitare sulle tastiere.

Parafrasando Gunther Anders, che tanto scrisse e si adoperò contro il nucleare, potrei dire che davanti alle macchine da lui stesso costruite, alla 'tecnologia dirompente' delle armi, in cielo e in terra, non più o solo "L'uomo è antiquato", ma appare irrimediabilmente ANNULLATO.


(Il dipinto copiato sopra è ancora di S.Plutenko, Le metamorfosi).


lunedì 21 marzo 2022

La funzione politica della menzogna moderna



In questi giorni di guerra, dopo due anni di isteria pandemica collettiva, dopo essere stati quotidianamente bombardati da notizie costruite o quanto meno gonfiate ad arte, con dati se non falsi imprecisi, e tenuti in uno stato di clausura e soffocamento, minacciati con decreti e vari comunicati terroristici sull' 'andamento della pandemia' con il resoconto quotidiano dei morti; dopo aver visto una intera classe politica incapace di muovere un dito per favorire le cure domiciliari e quanto altro se non puntare tutto e pesantemente, e con minacce, su una discutibile vaccinazione; insomma, dopo che ci hanno resi tutti più sporchi brutti e cattivi, poveri e smarriti, di fatto deprivati della nostra vita, - e lo saremo ancora di più fra qualche mese dopo che questi signori burattini della finanza, ingrassati e giustificati nel frattempo con e da guerra e armi, si saranno gingillati con altri decretucoli da dittatori sul "green pass" -,  ecco, dopo tutto questo ancora leggo e ascolto chi si stupisce, e sono fior fiori di giornalisti barricaderi!, che si stupisce della menzogna che trasuda dai media, in particolare in questi giorni sul conflitto in Ucraina!

La menzogna dei media finalizzata alla propaganda è così vecchia che presto ne celebreremo i cent'anni.  Anzi, si può dire che la menzogna è nata con i media, che le è consustanziale, e con i media prolifica. O che i media sono nati, e ora impazziti, solo per la diffusione della menzogna.

Internet non si salva affatto dal rischio menzogna, a suo tempo ingenua lo pensavo, o come qualche giornalista alternativo vorrebbe ancora farci credere, anzi data la sua velocità sembra costruito apposta per il caos e per le campagne di disinformazione, per la creazione o distruzione di personaggi e imperi e influenze.

Oltre al saggio della Arendt - Verità e politica - che ho qui citato qualche giorno fa, -  consiglio la lettura di un breve ma illuminante scritto del russo, ma tranquilli è naturalizzato francese!, Alexandre Koyré, che ne La fonction politique de la mensonge moderne (tradotto in italiano, Riflessioni sulla menzogna politica), scrive:

"Non si è mai mentito tanto come ai nostri giorni. Né mentito in maniera così spudorata, sistematica e costante  [...] E' alla menzogna moderna, alla menzogna politica moderna soprattutto, che vorremmo consacrare alcune riflessioni [...] restiamo convinti che, in questo dominio quo nihil antiquius, l'epoca attuale [è il 1943!] o più esattamente i regimi totalitari, hanno innovato potentemente. L'uomo moderno - è ancora all'uomo totalitario che pensiamo - trasuda menzogna, la respira, le è sottomesso in ogni istante della sua vita".


(Il quadro riprodotto, Il re nudo,  è di Stanislao Plutenko. 

http://www.plutenko.ru/).




Primo amore





Questioni freddine


Dedicherò poche parole all'ultimo libro tradotto in italiano di Margaret Atwood, la famosa autrice de Il racconto dell'ancella, che tanto mi aveva emozionata: si intitola Questioni scottanti, Riflessioni sui tempi che corrono, (Burning Questions. Essays and occasional pieces 2002 to 2021, edizione italiana Ponte alle Grazie, 2022).

Il libro, che raccoglie articoli e saggi di varia natura o trascrizioni di conferenze che l'autrice canadese ha tenuto per il mondo dal 2002 al 2021, purtroppo non scotta per niente, è piuttosto tiepido: vi si assaggia una minestrina riscaldata dal sapore dolciastro e zuccheroso. Anche quando parla di femminismo,  si premura subito di tranquillizzarci e, come una nonna saggia e confortante, dichiara che il suo capolavoro, Il racconto dell'Ancella,  [titolo  che ha preso in prestito da "I racconti di Canterbury" di Geoffrey Chaucer, e lei lo confessa], è sì un racconto distopico sul controllo della maternità, ma... "non è un romanzo profetico. Nessuno può davvero predire il futuro, perché sono troppe le variabili e le incognite...[Ah, davvero?]. Anche i piani più attenti di uomini e topi spesso finiscono male. Si può avanzare un'ipotesi ragionevole, un tentativo plausibile, ma più o meno ci si ferma lì". (p.384).

Insomma, sconfessa sé stessa e la letteratura distopica [e con Orwell come la mettiamo?], che è una delle manifestazioni letterarie più interessanti del XXo distopia, perché la distopia, non fantascienza, eh, chiaro, tratta di politica e davvero di 'questioni scottanti'!

Alla fine la Atwood parla solo di sé, scrittrice arrivata e di successo, e con lo sperticarsi in saggi consigli su come affrontare il presente, ci conduce, non strega ma fata rassicurante, nel bosco del peggiore buonismo, nel politically correct nordamericano. Anche quando scrive contro Trump.

Un libro banale,  che dando informazioni in eccesso, scontate, presuppone  lettori ignoranti, low level

E' emozionante e vero solo quando l'autrice parla della Natura, del padre che era un entomologo e la portava "into the wild", del marito, Graeme Gibson, buon romanziere e birdwatcher,  il quale fra varie opere ha lasciato un libro curioso e sapiente, e ricco sembra di bellissimi disegni, una raccolta di tutto quello che è stato scritto in letteratura sugli uccelli, The Bedside Book of Bird ("Gli uccelli, un libro da comodino"), libro non ancora tradotto in italiano.

E anche questa volta per bruciarci andremo da un'altra parte.



martedì 15 marzo 2022

Programma degli spettacoli alla Baracca nella primavera 2022 (marzo-aprile)

In questa prima parte della primavera presentiamo tre spettacoli, due dei quali debutti, e di tre generi diversi. Continua il nostro lavoro teatrale e culturale, la nostra ricerca e lo studio, la resistenza.


Sabato 19 marzo ore 19,30 torna QUE VIDA DE MIERDA! (Confessioni di una mosca). Fosca, cassiera di supermercato, si tramuta in mosca, e vede il mondo da una prospettiva diversa. Comico, assurdo, ma tutto vero. Gradito dal pubblico, è in replica straordinaria.


Sabato 2 aprile ore 21 debutta LA TOSCANINA.
Vi si racconta di storie e geografie, curiosità e personaggi, aneddoti e leggende della Toscana.
E' un progetto di teatro comico e popolare, ma vuole essere anche un nuovo esempio di teatro-archeologico, caratteristico della Baracca. E' davvero insolito in teatro applicare i paradigmi dell'archeologia classica, ma lo scavo e lo studio delle testimonianze culturali, e non solo del passato, pur rivisitate comicamente, drammatizzate, sono essenziali per comprendere e affrontare il cupo presente e organizzare meglio un futuro.


Sabato 30 aprile ore 21 debutta IL POETA E' UN BANDITO.
Si parte da un teorema e in base a questo si ragiona sulla vita dei poeti. E' un teorema nuovo, e dovrà essere dimostrato, e per questo anche interpreteremo le loro poesie.
Sarà rappresentato, esempio di teatro di poesia e narrazione, con il gruppo di teatro de La Baracca.



Prenotazione obbligatoria.
Teatro La Baracca
Via Virginia Frosini 8
Prato
Tel. 3332713136 - 0574-812363
Ingresso 15 euro.

lunedì 14 marzo 2022

Manipolazione di massa dei fatti

Anna Arendt scrive in Verità e politica (Truth and Politics): 

"Dobbiamo adesso volgere la nostra attenzione al fenomeno relativamente recente della manipolazione di massa dei fatti e delle opinioni, così come è diventato evidente nella riscrittura della storia, nella fabbricazione di immagini, e nell'effettiva politica governativa. La menzogna politica tradizionale, così rilevante nella storia della diplomazia e dell'arte di governo, riguardava o dei veri segreti - dati che non erano mai stati resi pubblici - o delle intenzioni che, ad ogni modo, non possiedono lo stesso grado di attendibilità dei fatti compiuti. [...] Le menzogne politiche moderne si occupano efficacemente di cose che non sono affatto segreti, ma sono conosciuto praticamente da tutti. Questo è evidente nel caso della riscrittura della storia contemporanea sotto gli occhi di coloro che ne sono stati testimoni, ma è altrettanto vero nel caso della fabbricazione di immagini di ogni sorta [...] perché un'immagine, a differenza di un ritratto di vecchio stampo, non è fatta semplicemente per migliorare la realtà, ma per offrire un completo sostituto di essa. E questo sostituto, a causa delle teniche moderne e dei mass-media, è naturalmente molto più in vista di quanto non lo sia mai stato l'originale". (Traduz. di V. Sorrentino, Bollati Boringhieri,Torino, 1995, p.29, Sottolineatura mia).

Campione, rispondi

 


Campagna di sensibilizzazione a cura di Studenti contro il green pass e Radio libertà podcast.

mercoledì 9 marzo 2022

31 marzo 2022: fine emergenza, e quindi del Green Pass

Non lo dico io, ma 

-il Decreto Legge del 21 aprile 2021, nr. 52, articolo 9bis-1.

- Il Decreto Legge del 24 dicembre 2021, n. 221, articolo 8.

Leggete. 

Articolo 9 bis .1  Decreto Legge 21 aprile 2021




1. Fino al 31 marzo 2022, sull'intero territorio nazionale, e' consentito esclusivamente ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi COVID-19 da vaccinazione o guarigione, cosiddetto green pass rafforzato, l'accesso ai seguenti servizi e attivita', nel rispetto della disciplina della zona bianca e dei protocolli e delle linee guida adottati ai sensi dell'articolo 1, comma 14, del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74  (...)


Articolo 8 bis .1  Decreto Legge 22 dicembre 2021

Art. 8 Impiego delle certificazioni verdi Covid-19 1. Dal 10 gennaio 2022 fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, l'accesso ai servizi e alle attivita', di cui all'articolo 9-bis, comma 1, lettere c), d), f), g), h), del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, e' consentito esclusivamente ai soggetti in possesso delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all'articolo 9, comma 2, lettere a), b) e c-bis) del decreto-legge n. 52 del 2021, nonche' ai soggetti di cui all'articolo 9-bis, comma 3, primo periodo, del decreto-legge n. 52 del 2021...(...)


lunedì 7 marzo 2022

"Caro Pier Paolo" di Dacia Maraini: ma lei dov'è?


Dacia Maraini ha pubblicato il suo libro di ricordi su Pier Paolo Pasolini, Caro Pier Paolo (Neri Pozza, 2022: ma non era un titolo
 che lei o altri  aveva usato in altro articolo, del 1975  - cito a memoria - su Il Manifesto?).

Per chi conosce Pasolini il libro è inutile, perché la scrittrice racconta episodi anche narrati da altri o di cui lei stessa ha parlato altrove.

Per chi conosce Pasolini, il libro trasuda di retorica. Un esempio:

"Il ricordo della notizia della tua morte mi assale doloroso come allora. Da due giorni ero a Rimini per un convegno femminista. Te ne avevo parlato. Tu avevi storto la bocca....Eppure devo dirti, Piero Paolo, che quelle ammucchiate sono state importantissime, non solo per me, ma per tutte le donne del Paese". (p. 28).

La scrittrice appunta memorie soprattutto dei comuni viaggi in Africa, insieme a Moravia di cui a quel tempo era compagna, e ripercorre, oltre ai giusti dubbi sui responsabili del massacro del poeta (ma ben più duramente doveva scrivere!), la polemica sul femminismo e sull'aborto, quella sul '68 e i ragazzi di Valle Giulia, quella con il Potere e il potere dell'Anti-potere eccetera, facendo sfilare, tutti in sogno, i protagonisti della intellighenzia romana del tempo...

Davvero niente di nuovo. 

Di tutte le cose che lei rammenta, però, omette la stroncatura che Pasolini fece al suo libro, Donne mie (1974) e invece sarebbe stato essenziale in questo dialogo diretto, in questo tu per tu che s'agghinda di vero, conoscere la sua reazione, finalmente qualcosa di personale!, a un Pasolini amico sì, ma pubblicamente crudele. Come lei stessa afferma. Che infligge ferite. Crudele?

Della forma in cui Maraini ha scritto, Caro Pier Paolo, ossia di lettera, anzi di varie lettere,  è doveroso annotare che Carla Lonzi l'ha di molti anni preceduta nel suo Taci, anzi parla, e proprio scrivendo lettere a Pasolini (p.918, p.942, 1149,1164, ediz. del 1978); e anche nella modalità "sogno Pier Paolo" è arrivata prima Lonzi, che proprio in Taci anzi parla scrive di aver sognato Pasolini (p. 926, ma forse anche altrove, devo controllare bene), ma con ben altra crudezza e forza. E tutto il libro di Lonzi è intercalato da sogni, e veri e feroci, e questa alternanza -diario di vita e sogni - è proprio un modo letterario inventato da lei.

Nel libro di Dacia il poeta apparirebbe di notte quasi come fantasma, ma tutto sembra più topos letterario, e suona costruito rispetto a Lonzi.

Detestabile poi, davvero fuori luogo, che rende il libro così leziosamente 'contemporaneo', è la presa di posizione di Maraini pro vaccino, quando ricorda i suoi viaggi africani: 

-"Nessuno aveva mai protestato per le vaccinazioni richieste per i viaggi in Africa" (p 121).

Caro Pier Paolo non emoziona perché si perde nel conformismo del ricordo, di maniera - pur nella forma epistolare -  senza "nessun contributo franco, intelligente convincente",  sorretto solo dalla  scrittura chiara, che direi proprio 'fiorentina':  come quella a cui  Lonzi ci ha dannatamente - dico alle femministe - abituate e costrette (Il 'personale è politico' non l'ha inventato la Lonzi?).

Ma di Dacia, che sembra sempre temere di parlare apertis verbis, di sbilanciarsi sul sé, di dire cose fuori posto o 'non giuste' o di scandalizzare!, viene da chiedere, proprio come di lei si domandò Carla nel libro citato (p. 932):

- Ma lei chi è, dov'è?


mercoledì 2 marzo 2022

"Non ci capiamo" per i 100 anni di PPP

Oggi su La Nazione l'articolo sullo spettacolo di sabato 5 marzo alla Baracca, "Non ci capiamo. Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini".

Sì, i 100 anni di Pasolini proprio il 5 marzo '22; e o 91 di Carla Lonzi, il compleanno di lei il giorno dopo.



martedì 1 marzo 2022

Carla Lonzi è un tabu?



Quello che sorprende è che una filosofa come Carla Lonzi costituisca un vero e proprio tabu. Quasi nessuno la conosce. Spazzata via con la definizione di femminista radicale, della teorica dell'autocoscienza (ve la ricordate, questa parola?) e della fondatrice di "Rivolta femminile" ("Il personale è politico") non si parla di lei né si leggono le sue opere, bellissime e originali. Provocatorie e assolute.

Forse perché nell'epoca del superamento di genere,  "non solo non prescinde dal proprio sesso, ma anzi rovescia la naturalità della propria determinazione sessuata nella condizione di possibilità della libertà stessa" ?(Boccia).

Io l'ho fatta incontrare con Pier Paolo Pasolini (Non ci capiamo, Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini), e lei tanto lo avrebbe voluto. Ma le lettere che la femminista gli inviò tramite i giornali per stabilire un incontro e un dialogo - era il tempo della legge sull'aborto e della polemica delle femministe con Pasolini) -, non gli arrivarono mai.


"Che bello essere quello che si è anche se si è poco pochissimo niente." Carla Lonzi

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.