lunedì 21 marzo 2022

Questioni freddine


Dedicherò poche parole all'ultimo libro tradotto in italiano di Margaret Atwood, la famosa autrice de Il racconto dell'ancella, che tanto mi aveva emozionata: si intitola Questioni scottanti, Riflessioni sui tempi che corrono, (Burning Questions. Essays and occasional pieces 2002 to 2021, edizione italiana Ponte alle Grazie, 2022).

Il libro, che raccoglie articoli e saggi di varia natura o trascrizioni di conferenze che l'autrice canadese ha tenuto per il mondo dal 2002 al 2021, purtroppo non scotta per niente, è piuttosto tiepido: vi si assaggia una minestrina riscaldata dal sapore dolciastro e zuccheroso. Anche quando parla di femminismo,  si premura subito di tranquillizzarci e, come una nonna saggia e confortante, dichiara che il suo capolavoro, Il racconto dell'Ancella,  [titolo  che ha preso in prestito da "I racconti di Canterbury" di Geoffrey Chaucer, e lei lo confessa], è sì un racconto distopico sul controllo della maternità, ma... "non è un romanzo profetico. Nessuno può davvero predire il futuro, perché sono troppe le variabili e le incognite...[Ah, davvero?]. Anche i piani più attenti di uomini e topi spesso finiscono male. Si può avanzare un'ipotesi ragionevole, un tentativo plausibile, ma più o meno ci si ferma lì". (p.384).

Insomma, sconfessa sé stessa e la letteratura distopica [e con Orwell come la mettiamo?], che è una delle manifestazioni letterarie più interessanti del XXo distopia, perché la distopia, non fantascienza, eh, chiaro, tratta di politica e davvero di 'questioni scottanti'!

Alla fine la Atwood parla solo di sé, scrittrice arrivata e di successo, e con lo sperticarsi in saggi consigli su come affrontare il presente, ci conduce, non strega ma fata rassicurante, nel bosco del peggiore buonismo, nel politically correct nordamericano. Anche quando scrive contro Trump.

Un libro banale,  che dando informazioni in eccesso, scontate, presuppone  lettori ignoranti, low level

E' emozionante e vero solo quando l'autrice parla della Natura, del padre che era un entomologo e la portava "into the wild", del marito, Graeme Gibson, buon romanziere e birdwatcher,  il quale fra varie opere ha lasciato un libro curioso e sapiente, e ricco sembra di bellissimi disegni, una raccolta di tutto quello che è stato scritto in letteratura sugli uccelli, The Bedside Book of Bird ("Gli uccelli, un libro da comodino"), libro non ancora tradotto in italiano.

E anche questa volta per bruciarci andremo da un'altra parte.



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