Il mio non è in alcun modo un invito a non andare a votare il 25 settembre.
Però mi chiedo: perché c'è così tanta paura nei confronti dell'astensionismo? Che cos'è questo strisciante senso di colpa, prospettando scenari catastrofici, che si vuole infilare nella testa di chi non vuole andare a votare?
Si teme di non essere validati nella prossima azione di governo?
Oppure c'è altro?
Cos'è questa campagna di induzione al voto attraverso il lavaggio del cervello con lunghi e "saggi" discorsi di eminenti infuenzatori, non necessariamente intellettuali?
I partiti, invece di farsi alcune domande su come i loro politici hanno mal lavorato nella passata azione governativa, come dovrebbero, gridano allo scandalo per una possibile alta percentuale di non votanti, e lanciano una campagna denigratoria e minacciosa nei confronti di dichiara che si asterrà dalle urne attraverso i loro vari sostenitori.
I Partiti temono per la propria sopravvivenza?
Anche durante il Fascismo si doveva andare a votare - il nonno lo ricordava sempre, si doveva partecipare! - , e infatti il voto era in realtà come un plebiscito, a favore ovvio del governo Mussolini.
Insomma, giornali e media sembrano dire: scegli un partito, il meno peggio, basta che voti!
Allora mi viene un dubbio: i partiti sono tutti uguali nel senso funzionali, tutti quanti, a questo mal funzionamento, oserei dire criminale, della società?
Sono le prime mosse per l'obbligatorietà di voto, come per il vaccino, e chi si astiene non riceverà il certificato verde e non potrà lavorare?
Senza cadere in scenari distopici, certo è palese la criminalizzazione, ed è la prima volta, verso coloro che intendono non votare: per sfiducia nei partiti, nel sistema di governo, in un impossibile funzionamento della democrazia così come impostata e imposta o chissà, per la corruzione ormai generalizzata, il dominio e l'oppressione dilagante, che sembra insanabile anche con 'altri' partiti.
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