lunedì 30 marzo 2009

Comunicato

L'Interporto sta recintando l'area degli scavi e, probabilmente d'accordo con la Soprintendenza, li sta blindando. Primavera di Prato si dichiara preoccupata di quanto avviene e chiede:
a quando una fruizione della città etrusca?
A quando la ripresa degli scavi?
A QUESTO PUNTO sarà davvero possibile includere la città etrusca sul Bisenzio nel Parco della Piana o ci stanno raccontando le solite favole?
Recintando pensano di impedire altre riprese? Lo scandalo è cosa pubblica, che ormai è stato registrato e diffuso.
"Primavera di Prato" organizzerà per sabato 18 aprile 2009 una giornata dedicata ai video su Prato.
Saranno proiettati i seguenti video:
"Gonfienti muore"
"Gonfienti è morta (Il Requiem)"
"Periferia smarrita, centro mancato", (una sorta di percorso dantesco nella città di Prato, con sguardo particolare alla periferia sconosciuta della città, come la zona delle Pantanelle, ecc.).
La proiezione avrà luogo al Teatro la Baracca con ingresso libero. Comunicheremo a tempo debito gli orari esatti delle singole proiezioni.

domenica 29 marzo 2009

Istituzionalizzare la partecipazione

Scrivo questa nota a margine della mia partecipazione al presidio di controinformazione che si svolto ieri mattina per il Town Meeting organizzato dal Comune di Prato.
La sensazione che ho avuto, sottoponendo le persone al questionario che Lanfranco Nosi di Municipio Verde aveva pazientemente redatto, al fine stabilire con quale grado di informazione e consapevolezza i partecipanti invitati dal Comune si recassero al Town Meeting, è stato quella di cogliere, al di là dei dati statistici, smarrimento in quasi tutte le persone con cui ho avuto modo di parlare.
Essere ufficialmente chiamati a partecipare: già questo mi appare come una anomalia, una contraddizione della partecipazione stessa che sì, deve essere caratterizzata da regole condivise, ma la ‘chiamata’ non può venire dall’alto, dal potere organizzato in forma di cooptazione.
Se ciò avviene, è sempre lecito sospettare, dietro la parola-vernice 'democrazia', l’inganno.
Maila Ermini




Al presidio di controinformazione in occasione del Town Meeting di Prato del 28 marzo 2009.

mercoledì 25 marzo 2009

Giornata video

Su richiesta di alcuni cittadini la Primavera di Prato organizzerà sabato 18 aprile 2009 una giornata dedicata ai video su Prato.
Saranno proiettati i seguenti video:

Gonfienti muore

Gonfienti è morta
(Il Requiem)

Periferia smarrita, centro mancato
, (una sorta di percorso dantesco nella città di Prato, con sguardo particolare alla periferia sconosciuta della città, come la zona delle Pantanelle, ecc.)

L'ingresso sarà libero. Abbiamo invitato anche il Garante Dott. Morisi nella speranza che la visione del materiale possa contribuire in qualche modo all'istituzione del Parco della Piana. Il Garante ha scritto che farà il possibile per esserci.
La proiezione avrà luogo presso il teatro La Baracca via Virginia Frosini 8, Casale di Prato, ore 21 puntuale.

martedì 24 marzo 2009

Infinita potestà

Ieri sera il primo incontro, pratese, sul Parco della Piana, nella sala del Consiglio Comunale.
Dirige il dott. Massimo Morisi, garante della comunicazione, che ricorda ma lo sapevamo- al mio intervento, tra le altre cose, su Gonfienti - che tutto ciò che è archeologico è in mano delle Soprintendenze, lo decidono loro per legge dello Stato. I cittadini non possono niente. Il dott. Morisi incontrerà la Soprintendenza e si saprà cosa sarà della città etrusca nostrana. O presa o lasciata, così non può stare.
Mi chiedo: la lasceranno abbandonata, come è ormai immortalata nei video Gonfienti muore e Gonfienti è morta, avranno questo coraggio? La lasceranno per le Soprintendenze del futuro?, che, è certo, avranno anche la contigua area dell'Interporto da recuperare, già abbandonata e già reperto industriale per il potere di domani.
Maila Ermini
P.S. per il Dott. Morisi, una domanda e una segnalazione: 1. Lei è davvero convinto che l'inquietante e massiccia presenza dei tralicci nel parco possa essere facilmente risolta? Come?
2. Esiste, oltre a Pantanelle, una zona fra Iolo e Casale, nel Comune di Prato: via Bigoli (da viale Manzoni a via per le Caserane), bellissima, con alberi centenari e un laghetto una volta frequentato dai cacciatori dove ora sostano gli uccelli. La zona è luogo ormai impraticabile anche a piedi; tuttavia, e non so come, la gente riesce ad arrivarci per lasciare calcinacci, frigoriferi, e gli scheletri dei propri armadi.
Prossimamente proietterò il video sulle Pantanelle alla Baracca, farò sapere la data.

mercoledì 18 marzo 2009

De imperii lingua sive commercium linguae

Un’analisi linguistica attenta del programma del “Town Meeting”, che avrà luogo a Prato il 28 marzo prossimo, e che presenta il futuro piano strutturale della città, denuncia già un disagio nello stesso titolo e la creazione di un ‘non luogo’ (concetto dell’antropologo Marc Augé).
Il programma è stato ampliamente pubblicizzato nella Guida Piano cittadino, titolo del foglio illustrativo che è arrivato nelle nostre case.
Dunque si viene a sapere che il “Town-Meeting” si svolgerà nell’”Urban Center” di via Mazzini: l’utilizzo di una lingua ‘straniera’ per presentare il piano strutturale della città di Prato (rinominando anche un edificio, l'ex-scuola Marconi), una città italiana anzi toscana, dà il senso del progetto, che gli amministratori-organizzatori vogliono mostrare come exemplum a livello internazionale, ma che in realtà denuncia la non convinzione, l’intercertezza, il non sapere o non volere trovare parole di cui l’italiano è ricco. Proprio perché esiste questo disagio o ambiguità anche concettuale da parte degli organizzatori-amministratori.
Traduco: l’ INCONTRO CITTADINO avrà luogo nel CENTRO URBANO.
Ora le parole si consumano come merce di mercato, e queste, così tradotte, proprio non vanno.
Le parole dell’italiano sono state scartate, sia perché consumate, ma anche perché sentite come provinciali, ‘basse’ e comuni. Con l’utilizzo della lingua inglese si vuole innalzare il messaggio, renderlo europeo, ma soprattutto convincente e imperativo. D’altronde: ‘incontro’ sarebbe stato troppo generico; ’cittadino’, termine di origine rivoluzionaria, è anch’esso svalutato o forse ancora pericoloso (cfr. i comitati cittadini, spina nel fianco di ogni potere locale). Non parliamo poi del sintagma ’centro urbano’, dove ‘centro’ è parola ricca di polisemia; ‘urbano’, che ha il significato che ‘polite’ ha in inglese, ossia ‘educato’, ‘pulito’, ‘garbato’, oltre che ‘urbano’ nel senso della radice latina urbs, ha assunto ultimamente una connotazione ironica, evidentemente perché l’urbanitas non è più praticabile.
Ove nel foglio illustrativo della Guida Piano del Cittadino non si sia utilizzato l'inglese, tuttavia l’italiano si presenta come ‘anglicizzato’: subito appare evidente che, per esempio, gli articoli siano sentiti come inutili o sovrabbondanti, dovendo calcare la struttura sintattica dell’inglese.

Parentesi. La Guida Piano del Cittadino presenta il processo partecipativo al piano strutturale come un gioco di società a cui i cittadini sono simpaticamente invitati: al “Town meeting” si dovrà rispondere a delle domande, premere pulsanti, ecc. come in un gioco televisivo: “Chi sarete?”; “Cosa dovrete fare?”; “Mando mio figlio, mio nonno o sento Ugo?” (sic!).
A proposito di anziani, della memoria storica della città: molti di loro capiscono solo vagamente il senso di quanto accade o si sentono estraniati (come per altri versi i giovani, di cui sono drammatiche epifanie violenza e insensatezza); capiscono che questo è uno dei tanti passi che porteranno alla completa trasformazione e de-semantizzazione della loro lingua, del loro retaggio culturale, del loro habitat. Basta, insomma con le tradizioni. Con le radici. Con il tessuto antico della città, con i suoi borghi. Capiscono anche che la MULTISALA non è per loro; così come l’INTERPORTO; che appunto sono luoghi 'non luoghi': luoghi del consumo, della merce, dello scambio, che si pone ormai come l’unico rapporto di valore e, in alcuni casi, possibile, fra le persone.

Ma torno alla lingua: la lingua inglese diventa, in queste operazioni di propaganda e azione di consenso politico, lingua che ‘spazza’ e ‘spiazza’ il mondo, molto più celermente e capillarmente di quello che fece il latino nel passato. E con risultati più sbrigativi di quelli messi in opera dal dominatore romano. Il latino entrò nel territorio romanzo con grandi difficoltà e lentezza, si trattava di un idioma complesso, era la lingua del dominio ma anche della cultura e della fede: soprattutto di quest’ultima, il travaso linguistico fu facilitato dalla Chiesa di Roma. Diventò poi lingua di cultura a livello internazionale nell'Umanesimo, per i suoi meriti, modificando tra l’altro il patrimonio semantico anche delle lingue non romanze, come l’inglese appunto.
L’inglese di oggi, frettolosamente ingerito in compresse senz'acqua, non è certo la lingua ricca e stupefacente di Shakespeare, e nemmeno quella di D.H. Lawrence, viaggiatore novecentesco appassionato dell’Italia e dei luoghi etruschi.
Tutti coloro che parlano l’inglese come madrelingua si dovrebbero seriamente risentire che il loro idioma si ponga ormai come linguaggio che spiazza/spazza (e che diventa ‘spazzatura’), lingua imperii et commercii, una lingua diventata spiccia e sbrigativa, all’uso del consumo, degli abbagli e intrighi della assolutistica modernità. Una lingua brutale, esattamente come certe operazioni del potere di oggi, sconfinato e mercificato.
Ringrazio l’ingegnere inglese Paul Hodgetts, che condivide le mie perplessità.

Maila Ermini,
per la Primavera di Prato.

martedì 17 marzo 2009

lunedì 16 marzo 2009

RASSEGNA STAMPA

Oltre ogni possibile previsione, la serata per Gonfienti ('il funerale simbolico') ha segnato un altro momento importante della nostra battaglia per la città etrusca.
Il video che è stato trasmesso l'altra sera sarà probabilmente l'ultimo, perché attorno all'Interporto e agli scavi stanno costruendo una recizione.
La Storia, anche recente, dimostra che sorte tocca a mura e recinzioni.
"LA NAZIONE", Cronaca di Prato lunedì 16 marzo 2009
di Franco Riccomini:
FUNERALE simbolico sabato sera al teatro La Baracca per gli scavi archeologici di Gonfienti, con l’organizzazione della Primavera di Prato alla quale hanno partecipato il Comitato città etrusca sul Bisenzio, Meet-up di Beppe Grillo, le liste civiche Giovani e Famiglia, Lista per il Bene Comune, Le Badie e la Bottega d’arte di Iolo. A pochi giorni dal sotterramento simbolico definitivo di Gonfienti la manifestazione ha inteso ripercorrere i momenti salienti degli eventi e stabilire una ri-nascita con un conteggio alla rovescia con la speranza di ricostruzione o ritrovamento simbolico: il definitivo sotterramento avverrà domani quando ufficialmente si chiuderanno i lavori all’Interporto. Serata piena di interventi tra cui quelli di Maila Ermini, Giuseppe Centauro e Gianfelice D’Accolti dopo la proiezione dei video «Gonfienti è morta», un’intervista al consigliere regionale dei Verdi Fabio Roggiolani e al professor Centauro sulla presenza di amianto depositato nei terreno dell’Interporto. E’ apparso drammaticamente indicativo ciò che Gonfienti è in realtà, quello che si vuole che invece appaia, lo spettro di inquinamento chimico della zona. Nel corso del dibattito è stato rilevato che le autorità hanno dato rassicurazioni per il loro interessamento e si sono recate a convegni internazionali dicendo che la città etrusca risorgerà: ma il dubbio è che rimangano parole in attesa che le proteste passino di moda. Ma Gonfienti – è questa la conclusione dell’incontro – è del nostro passato, delle radici, simbolo diventato più tenace e non sarà facile svenderlo basso costo nei supermercati dell’arte. Sotterrarlo è stato un errore che la Storia non perdonerà facilmente.E per sdrammatizzare il funerale-simbolo ognuno dei partecipanti ha portato qualcosa da mangiare e da bere: non si celebrava infatti soltanto un funerale, ma si auspicava, appunto, una rinascita.
Francesco Fedi, Comitato Città Etrusca sul Bisenzio:
Nella sera di sabato 14 marzo, presso il Teatro La Baracca di Casale, ha avuto luogo una nuova iniziativa promossa dallo stesso teatro, per la sensibilizzazione al problema della Città Etrusca di Gonfienti. Come nelle tante altre precedenti, è stato mostrato un nuovo video, realizzato nella stessa giornata di sabato, in cui è stato ripreso lo stato dell’arte dell’area archeologica e del cantiere della zona di ampliamento dell’Interporto. Particolarmente interessante è stata anche la similitudine che l’autrice del video, Maila Ermini, ha saputo mettere in risalto fra l’architettura del mega-hangar da 200.000 metri cubi, edificato con l’ampliamento dell’Interporto, e la Multisala di San Giusto, anch’essa ritratta nel filmato, e che da qualcuno tra gli architetti presenti nel pubblico, appositamente chiamati ad un esprimersi per un giudizio dalla Ermini, sono state definite “…volumi vuoti avvolti da un carter…”.
La proiezione del video, avvenuta a tre giorni dalla data dichiarata per la fine dei lavori, ha ancora una volta mostrato la permanente situazione di abbandono, degrado ed incuria della zona, già ritratta nel precedente “Gonfienti Muore”.
Il video cattura anche qualche immagine del cantiere per la realizzazione dell’antiquarium all’interno della Villa Niccolini, dove sarà allestita l’esposizione dei reperti: la sensazione che se ne riceve, è quella di un immagine kafkiana e beffarda di una realtà in cui, per la perdita del contesto, estratti e frammenti di ciò che si è convenuto di non poter salvare dall’interramento, potranno apparire ai visitatori alla stregua sassi lunari all’interno di teche di vetro.
Sensazione del resto non diversa da quella che si può riceve alla vista dell’area sottoposta a vincolo: vegetazione spontanea a parte, l’area archeologica appare come un paesaggio lunare, dove resti di recinzione e tettoie in lamiera su tubi innocenti, testimoniano l’antico passaggio di archeologi venuti per una missione dallo spazio.
Come di consueto, alla presenza anche dell’immancabile Prof. Centauro, assieme alla proiezione ha fatto seguito un intenso dibattito fra i cittadini conventi, molti dei quali ancora increduli per quanto messo in mostra dal video.
Fra questi anche molti esponenti di nuove forze politiche civiche, che si stanno organizzando in città assieme ai tanti comitati ed associazioni, come Lista Giovani e Famiglia, Lista Civica Comitato Le Badie, Lista Meetup Bebbe Grillo e Lista Civica per il Bene Comune.
In proposito, è degno di nota è l’intervento della giovane Sara Campani di Lista Giovani e Famiglia, che mette il dito nella piaga della creazione dei “non luoghi”, ovvero della creazione di strutture architettoniche ed urbane dove si verifica il passaggio delle persone senza che fra queste avvenga l’incontro: luoghi e strutture, come anche il nuovo progetto del Polo Espositivo dell’Ex-Banci o i tanti centri commerciali, punte di diamante dell’attuale politica urbanistica di Prato e non solo, portatori di preoccupanti potenzialità di alienazione ed obnubilazione dei singoli.
A questo Fusto Barosco, del Meetup Bebbe Grillo, ha aggiunto di avere allo studio la possibilità di un intervento di personaggi di popolarità nazionale sul problema, come pure Savino Marseglia, Lista Civica Comitato Le Badie, ha ricordato come da tempo si stia sempre per questo personalmente impegnando nella creazione contatti a livello internazionale.
Di fronte ad una politica istituzionale dimostratasi sempre insufficiente dei fronte al problema ed in assenza di proposte incisive, la realtà di un nascente agglomerato di forze civiche, espressione dei sentimenti più puri dei comuni cittadini verso la propria città, dona nuovo vigore e sostegno a chi si è fatto sostenitore di questo angoscioso problema. Dunque, non si può che dare ragione a Maila Ermini, la quale più volte nella serata ha ricordato l’importanza di non demordere e di non farlo in ogni caso, poiché, come ben si sa, “…gutta cavat lapidem…” (“la goccia perfora la pietra”).

domenica 15 marzo 2009

LA SERATA PER GONFIENTI

Estremamente significativa è stata la serata dedicata a Gonfienti ormai sepolta, organizzata dalla "Primavera di Prato".
In sequenza sono stati proiettati i video:
1."Gonfienti è morta" (parte finale, ovvero il Requiem) di Maila Ermini;
2."Il parco della Piana", video ufficiale della Regione Toscana;
3. Intervista al consigliere regionale dei Verdi Fabio Roggiolani e al Prof. Giuseppe Centauro (2007) sulla presenza di amianto depositato nei terreni dell'Interporto.
La sequenza dei video è apparsa drammaticamente indicativa di:
1. di quello che è Gonfienti in realtà;
2. di quello che si vuole invece che appaia;
3. dello spettro dell'inquinamento chimico nella zona.
Alla serata hanno partecipato:
Comitato Città Etrusca sul Bisenzio;
Meet-Up di Beppe Grillo - Prato;
Lista Civica Giovani e Famiglia;
Rappresentati della Lista per il Bene Comune;
Lista Civica delle Badie;
Bottega d'Arte Comune di Iolo.

Lungo e animato il dibattito, in cui si sono delineate le linee future della nostra battaglia a favore della Città Etrusca sul Bisenzio.

sabato 14 marzo 2009

GONFIENTI PER NOI

A pochi giorni dal sotterramento simbolico definitivo di Gonfienti, tutto è silente.Dopo aver rassicurato sui giornali del loro interessamento, le Autorità si sentono tranquille. Si sono recate ai convegni internazionali, hanno fatto belle dichiarazioni alla stampa. Gonfienti, dicono, la città etrusca, risorgerà.E anche altri tacciono, che invece dovrebbero parlare.Noi, a Gonfienti, abbiamo dedicato tanto tempo, e lo faremo ancora. Non c'è stato giorno che non abbiamo fatto qualcosa per questo passato, per strapparlo al presente e alle nostre vite indifferenti. Abbiamo tolto tanto al nostro lavoro, danneggiando a volte la nostra immagine come gente di teatro. Quando abbiamo presentato il video Gonfienti muore (determinante per la nostra battaglia), ci hanno rimproverato di occuparci di ciò che non è nostra materia. Come se noi ci dovessimo occupare solo di teatro, come se il teatro si dovesse occupare solo di se stesso, e non di quello che è e fa l'uomo; che, appunto, quella fosse materia solo per gli studiosi, per i soprintendenti, per gli assessori. Per un mondo a compartimenti stagni.Ecco questa battaglia che noi ancora oggi ci picchiamo di fare, è emblematica di tante battaglie italiane che sembrano finire nel nulla. Proteste che qualcuno cavalca, e allora ci illudiamo a volte di non essere più soli. E poi tutto svanisce. Anche le proteste oggi si consumano, passano di moda.E poi la gente si stanca di combattere, e di questo consumo e stanchezza vive chi ci toglie ciò che è nostro.Tuttavia Gonfienti, oltre a tutto, è del nostro passato, delle 'radici', simbolo diventato già tenace, e non sarà facile svenderlo come prodotto a basso costo nei supermercati dell'arte.Sotterrarlo nel cemento è stato un errore che la Storia non perdonerà facilmente.

Maila Ermini

venerdì 13 marzo 2009

Una necropoli perduta per Gonfienti

di Giuseppe Centauro

Il ritrovamento di una nuova tomba etrusca accanto alla celebre tholos della Montagnola rende ormai evidente il fatto che ad est della città etrusca di Gonfienti si concentri una vasta necropoli, con tombe monumentali isolate ed altri sepolcri capillarmente distribuiti. Non stupisce questo ennesimo rinvenimento fortuito che va ad aggiungersi in quella stessa area ad altre scoperte del genere, interessando questa volta il tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità, semmai colpisce il fatto che, alla luce di queste reiterate e clamorose scoperte, non si faccia una programmazione degli scavi, ma tant’è, perché ormai sappiamo che denari per i beni archeologici non esistono e quindi che per tali risorse si debba seguire la logica di scavo “soltanto in occasione di interventi edificatori”, come ci ricorda la dott.ssa Carlotta Cianferoni , responsabile per la Soprintendenza Archeologica della Toscana, concorde in questo con la collega dott.ssa Gabriella Poggesi che ha analoga responsabilità nel territorio di Prato. Alla luce di questo c’è da domandarsi se questa politica che risolve in tal modo le problematiche sui beni culturali coincida ancora con quella istituzionale della tutela per la valorizzazione che giustifica l’esistenza di questi organi periferici dello Stato. Resta certamente grottesca la coincidenza del funerale dell’area archeologica di Gonfienti, abbandonata al proprio destino dallo Stato, funerale che si celebra giusto in queste ore, con l’annuncio eclatante di questa nuova perla archeologica da utilizzare per istituire un parco nell’area sestese. Appare ancor più evidente la discrasia degli eventi se consideriamo il fatto che, nonostante dodici anni di eccezionali recuperi di reperti nelle due aree, si continui a negare l’evidenza della stessa dimensione archeologica che sta davanti a noi, parlando ora di una piccola Vetulonia, ieri di una Marzabotto minore. Tale circostanza è aggravata dal fatto che non viene indicato, sempre a livello di Soprintendenza, alcun collegamento scientifico tra i ritrovamenti sestesi e le scoperte pratesi. E pensare che la strada etrusca obliterata dal cemento dell’interporto con il bene placet istituzionale, seguendo la direzione sud est, confluisce esattamente nella zona di questi ritrovamenti, venendosi ormai ad identificare come una straordinaria via Sacra, una sorta di via Appia, sei secoli avanti. La barbarie compiuta per far posto allo scalo merci interportuale si ingigantisce sempre più perché, con la cancellazione di quella strada, si è davvero perduta la testimonianza fisica di questo collegamento e con essa l’opportunità per gli studiosi di legare, come si sarebbe potuto e dovuto, la necropoli di Quinto Fiorentino con la città dei vivi di Gonfienti.

13-03-09

giovedì 12 marzo 2009

PANTANELLE DA INCUBO

Segnalo la situazione disastrosa della zona di Pantanelle, con una strada abbandonata al limite del collasso. Una bellissima zona lasciata a sé stessa nel più completo disinteresse.
Pericolosissima è poi la strada che va dalla rotatoria in coincidenza dello svincolo Prato Ovest alla zona denominata "Le Vanne" e che giunge al Comune di Quarrata; senza nessun tipo di segnaletica, con buche di ogni tipo; in alcuni tratti la strada sta franando nel fosso adiacente.
Urgono provvedimenti urgenti; ripeto, urgenti. Questa è una strada di campagna che viene utilizzata come una autostrada, percorsa da TIR e vari mezzi pesanti, che sfrecciano incuranti di tutto. E' ormai impossibile andare in questa zona in bicicletta o a piedi, senza rischiare di venire investito.
Inoltre, via Bigoli, nella stessa zona, - un altro bellissimo pezzo di verde fra i pochi rimasti - è ormai diventata un pattumiera a cielo aperto.
Maila Ermini

martedì 10 marzo 2009

CAMPAGNA CONTRO I TRALICCI DELL'ALTA TENSIONE- CAMPAIGN AGAINST STEEL-PYLONS

La Primavera di Prato inizia oggi la sua campagna contro i tralicci che sostengono i cavi dell'alta tensione, che deturpano il paesaggio, danneggiano la salute e la qualità della nostra vita. Esiste un altro modo per portare l'elettricità nelle nostre case, nelle fabbriche, e chiediamo che venga adottato; e non solo in Italia, ma a livello europeo: il cavo sostenuto dal traliccio è un sistema barbaro di usare la tecnologia.
Ma quanti sono i tralicci dell'alta tensione in Italia? Nessuno sa il numero preciso.
LO CHIEDEREMO ALLA TERNA!

lunedì 2 marzo 2009

Serata d'addio per Gonfienti

A pochi giorni dal sotterramento completo della città etrusca di Gonfienti, e a un mese esatto dal nostro sit-in il Teatro La Baracca e il Gruppo Libero Primavera di Prato organizzano per sabato 14 marzo, ore 21, una serata d'addio per Gonfienti al Teatro La Baracca, a Casale di Prato.Ci sarà modo di ricordare - brevemente - tutte le tappe della città ritrovata e poi cancellata dagli interessi di un potere cittadino cieco e sordo. I partecipanti saranno informati delle ultime -mostruose-novità. Ognuno è invitato anche a portare qualcosa da mangiare o bere, come una offerta, un dono, perché l'intento non è solo quello di celebrare un funerale, ma di stabilire una ri-nascita, invertire il senso dello scempio in atto nella nostra città. Per questo, allo scadere del conto alla rovescia, inizieremo il conteggio inverso, +1, +2, +3..., speranza di ricostruzione o ritrovamento simbolico, di accrescimento, con l'intento di fare il possibile perché l'approccio delle autorità e dei cittadini al territorio e al vivere comune possa cambiare.
Siate numerosi.
Chi viene, deve segnalarlo, comunicando cosa porta in dono o cosa propone.
Per l'adesione potete scrivere a primaveradiprato@alice.it.
Grazie.
Maila Ermini
Tutti insieme per difendere Gonfienti! - All together to defend Gonfienti!

Lucio Cornelio Silla è tra di noi e non lo sappiamo


Un grande buco nero pare stia ingoiando Prato e la sua effimera, quanto fastosa ed apparentemente inossidabile epopea post-industriale moderna, piegando l’orgoglio della città a chiedere doveroso sostegno alla Stato. Un puntello pubblico in un momento generalizzato di crisi, per carità da intendersi come parziale e temporanea restituzione di ciò che l’operoso e fedele fare della città e del suo distretto industriale ha saputo dare alla nazione.
Corsi e ricorsi della storia per una città che si vuole ineluttabilmente destinata a scendere improvvisamente la scala, proprio quando la meta del podio finale appariva ormai stabilmente raggiunta. Un protagonismo sempre annunciato, accarezzato, assaporato con grandi colpi d’ala e d’ingegno, collettivo ed individuale, eppure mai conclamato alla luce del sole, forse volutamente nella consapevolezza di non doversi trovare in cima, in bella vista, per poi inevitabilmente dover scendere e ricondursi senza meriti ad un ruolo gregario.
La sindrome del Sacco di Prato, ecco che torna e si fa pesantemente sentire.
Ma c’è una differenza col passato perchè l’aiuto che in piazza s’invoca per la città, pare venire meno proprio all’interno di questa e, come è capitato nel passato, da quello più remoto a quello storico di mezzo millennio fa, fa sentire dolorosamente il proprio velenoso morso.
Più che l’illegalità e la globalizzazione, un’ inarrestabile emorragia interna sta falcidiando le potenzialità del nostro territorio, producendo spaccature e crepe che ci spingono sempre più verso una caduta verticale: i valori etici nel sociale, nell’economica e nella cultura, punti di forza della nostra identità, sono sostituiti da replicanti vuoti, piuttosto disvalori mossi dal parassitismo, dall’affarismo e dall’opportunismo, alimentati da spauracchi, più o meno sbandierati, che minano la sopravvivenza dei capitali accumulati, oggi non disponibili per il bene comune che pure hanno alimentato la loro crescita, capitali oggi piuttosto usati per ripianare la dissennata conduzione finanziaria delle risorse alla ricerca dell’affare del secolo.
Fu il dittatore Lucio Cornelio Silla a metter fine alla gloria dell’etrusca Bisentia, rea di non omologarsi alla visione imperialistica, piegandone le aspirazioni di universalità, ancora vive nella moritura immagine della civiltà etrusca che pure aveva fatto grande l’Occidente, ora sottomessa al prevalere politico di fazioni divise da insanabili guerre fratricide ed interessi contrapposti.
Quindici secoli per rinascere, dal robusto virgulto medievale con un ritrovato senso civico, “comunitativo” nel vero senso lessicale, condiviso in una città vocata al lavoro, per poi, in un sol giorno, soccombere di nuovo, stroncata dall’assolutismo mediceo e dall’oligarchia che, tradendo la missione annunciata, fece Sacco di Prato e della sua visione libertaria dell’operare. La crisi della Prato di oggi appare, diversamente da ieri, soprattutto figlia di un diverso e reiterato disincanto o abbandono che, in primo luogo, corrode le coscienze e alza muri di gomma verso chi si oppone all’inganno di un welfare diffuso che non può esistere nelle forme edulcorate della pubblicità, mortificando le aspettative di chi invece vorrebbe prendere le distanze dall’effimero e dall’edonismo fine a se stesso che condiziona le menti e distrugge l’ambiente, bruciando al tempo stesso gli entusiasmi giovanili di chi idealmente punta ancora sulla storia e sulla cultura per risalire la china, per non farsi risucchiare dal grande buco nero che ormai sta sotto i nostri piedi.

Prof. Giuseppe Alberto Centauro

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.