mercoledì 30 settembre 2009

Cenni su Gonfienti

Per la prima volta mi trovo- in parte - d'accordo con il Sindaco Cenni. In parte perché voglio capire come sarà attuata questa 'magica' separazione fra Interporto e città antica. Riuscirà il magico equilibrio? Resto scettica difronte alle parole.
Intanto la città è abbandonata, serrata dentro l'Interporto. In questi continui scontri fra poteri, ho l'impressione che tutto serva a non cambiare nulla. E' uno stillicidio infinito dentro l'immobilismo totale.
Mi auguro poi che il Sindaco scriva altrettanto bene, correggendo i disastri alla cultura che la 'sua' assessora sta causando. Per gli approfondimenti sulla cultura rimando al 'dazebao' alla Baracca.
Ecco la dichiarazione di Cenni sugli ultimi sviluppi riguardo a Gonfienti.

"Finalmente viene riconosciuta la straordinaria importanza del ritrovamento archeologico di Gonfienti, sul quale adesso si pone l’attenzione, perché lo si comprende come risorsa per la città e per l’area metropolitana. Tuttavia questa attestazione di interesse ritengo vada inserita nel contesto di una precisa cornice che comprende innanzitutto la riorganizzazione dell’Interporto. Dopo gli investimenti effettuati c’è infatti la necessità di dare funzionamento e propulsione ai flussi di merce. In questo caso il coinvolgimento del Comune di Campi Bisenzio darebbe respiro alla crescita dei volumi dell’Interporto. Desidero sottolineare che abbiamo di fronte un’opportunità dalle grandi potenzialità per Prato, alla luce del suo sviluppo verso un nodo logistico fra i dieci più importanti a livello nazionale. Di qui il necessario sdoppiamento, come in parte è già avvenuto, dell’Interporto stesso per non inficiare, oltre quanto non sia già avvenuto, la più grande scoperta archeologica del secolo. La valenza storico-archeologica-culturale del ritrovamento di Gonfienti è tale da richiedere un accordo di programma di valorizzazione a livello centrale, direttamente col Ministero; anche per individuare le necessarie forme di finanziameno del Parco Archeologico. Da una parte quindi un Interporto che si esprima al massimo delle sue potenzialità e dall’altra un polo di attrazione rappresentato dal Parco Archeologico per valorizzare la scoperta di Gonfienti. Uno sdoppiamento delle attività che investe anche il meccanismo operativo dell’Interporto stesso. Su entrambi i fronti, peraltro, resta centrale la collaborazione con il Comune di Campi Bisenzio. All’interno di questo quadro di riferimento la parte archeologica del Parco si inserisce perfettamente nel progetto del Parco della piana, per il quale sono già in essere protocolli siglati con la Regione. Va del resto dato merito al grande lavoro dei molti comitati sorti per salvaguardare Gonfienti, anche se purtroppo molto dell’inestimabile valore dei reperti si è perso nelle prime fasi di costruzione dell’Interporto. Al lavoro dei comitati si aggiunge la grande sensibilità e la condivisione di larga parte della città verso questa scoperta. Relativamente al Parco Archeologico, se un atto di coinvolgimento va fatto è essenziale che questo sia rappresentato non solo dal conservare le fondamenta ritrovate nel 2003, bensì valorizzare i reperti. Anzitutto con mostre ed esposizioni per le quali il Comune ha già manifestato alle sedi opportune la propria disponibilità, ma soprattutto con la necessità di definire il futuro di quello che dovrà essere il Museo del Parco di Gonfienti che deve trovare la sua sede ideale nell’area di Gonfienti e costituire una pietra miliare del Museo Civico. Da non dimenticare è la possibilità della gestione didattica frutto del Parco Archeologico, con laboratori e campus universitari di valore internazionale. Per questo ritengo che pur cogliendo la grande potenzialità del progetto non vorrei che la lettura che ne viene oggi data si limiti a riportarci ai risultati del 2003. E’ peraltro già in atto l’inserimento del Parco Archeologico nei piani urbanistici non solo del nostro Comune ma anche in quello di Campi Bisenzio. Prendiamo atto, in definitiva, della disponibilità del finanziamento della Provincia ma di fronte ai 90 milioni necessari (come da Disegno di Legge presentato in Parlamento nel dicembre 2005) 500mila euro rischiano di essere un intervento spot e non strutturale al fine del raggiungimento dell’obiettivo Parco. Siamo del resto in attesa, ormai dal 2007, di un parere ufficiale circa questo progetto da parte dell’organismo competente. Inoltre dall’Interporto è già stato erogato 1,5 milioni di euro per il medesimo meccanismo oggi presentato dalla Provincia. S Senza che peraltro si sia potuto fruire della conoscenza acquisita e degli stessi reperti già pubblicati nei bollettini ministeriali eppure mai visti in città. Perché investire altro denaro per lo stesso motivo? "
Roberto Cenni, Sindaco di Prato

GONFIENTI ES TANCAT

Ieri la Provincia di Prato ha annunciato l'apertura verso la Gonfienti antica, la ripresa degli scavi. Nello stesso giorno in cui l'Interporto chiudeva le sue porte, con dentro la città etrusca (e fra le proteste dei cittadini per la viabilità interrotta). Non ci si può entrare, se non si ha il tesserino magnetico. La chiave.
Nello stesso giorno.
Con questa chiave bisogna spiegare l'apertura della Provincia. Perché non crediamo più alle coincidenze.
'Tancat", 'chiuso', è parola che i catalani scrivevano sui portoni delle loro botteghe in dispregio della dittatura franchista che li obbligava a un'altra lingua.

SONO BUGIARDI

Dunque alla riunione di stamani hanno mentito quando hanno detto, quelli del Tavolo di Gonfienti, visto che mi ero lamentata per non essere stata convocata a Palazzo Buonamici, che la mancata comunicazione era dovuta al fatto che l'incontro era stato richiesto da loro.
All'incontro erano stati chiamati dal Gestri ('Io so come si fa', questo era il suo motto in campagna elettorale!); un angelo custode mi ha mandato la lettera con cui il presidente li aveva convocati.
Lo stesso angelo custode mi ha fatto vedere dove era rintanata la Signora degli Scavi, che, da vera diva, si è mostrata soltanto quando sono arrivati i riflettori.
Che pena.
Per la prima volta nella mia vita mi è stato impedito di assistere a una conferenza-stampa.
Maila

martedì 29 settembre 2009

Gonfienti

Stamani sono andata a una riunione di una certa importanza su Gonfienti, a Palazzo Buonamici. Non ero stata invitata.
Era presente tutto il “tavolo per Gonfienti”, composto da associazioni come Arci, CGIL, Legambiente, Italia Nostra, Narnalinsieme.

La notizia è delle apparentemente più importanti, che domani leggerete sui giornali locali credo, e ve la anticipo: la Provincia ha presentato alla Regione un progetto di 500 mila euro per la ripresa degli scavi.

Apparentemente dunque non ci sarebbe che da rallegrarsi, anche perché si dimostra l’interesse concreto della giunta provinciale.

Tuttavia l’impressione è come se, in una casa allagata, si volesse rifare l’impianto idrico mettendo una toppa, perché coloro che si sono resi quantomeno complici dello scempio, ora appaiono come quelli che risolveranno il problema.

Mi auguro di sbagliare, ma credo che dietro le altisonanti parole, le promesse, ci sia la solita fregatura; forse manovre pre-elettorali; si vuole salvare qualcuno?

D’altronde il progetto che ha nome Nesi ma che ne nasconde altri, Poggesi, Giorgi, Napolitano, vuole essere un affare economico. Vuole proporre percorsi formativi in cui si vedranno anche i bambini, che non possono più fare i tessitori, a fare gli archeologi.
Per me il progetto -posto che venga mai messo in atto - è sballato, anche perché lo contraddistingue una filosofia culturale da megastore, al ribasso: non si hanno scrupoli nello spacciare una scoperta archeologica fondamentale ad affare di provincia, a latere, al fine di renderlo ‘fruibile’, barbaramente, temendo di non essere comprensi dalla cittadinanza, di essere impopolari, perché ci si occupa di cultura e non si parla di soldi; insomma, non si ha nessuna vergogna nell' abbassare ancor più il livello culturale di una città che già ne ha uno allarmante.

Dei reperti, hanno detto, è troppo presto parlare. Dei vari parchi, vedremo. Una cosa alla volta.

Giudicate voi. Personalmente non smetterò di guardare le cose sotto un angolatura diversa, cercando di capire cosa cela l’involucro che mi viene offerto con il nome di dono da chi fino al giorno prima me lo voleva negare.

Maila Ermini

lunedì 28 settembre 2009

Il blog Primavera di Prato si trasferisce nella realtà: nasce infatti la rivista omonima in forma di piccolo dazebao, che potrà essere pubblicamente letta in una bacheca del Teatro la Baracca (via Virginia Frosini, 8, Prato), dove sarà allestito uno spazio dedicato.
Il blog sarà utilizzato esclusivamente per comunicazioni di eventuali incontri, eventi, appuntamenti. O precisazioni.
Il numero zero della rivista Primavera di Prato, che presumibilmente avrà cadenza settimanale, uscirà sabato 3 ottobre 2009, in occasione della conferenza stampa per la stagione teatrale convocata alle ore 11,30 presso il teatro stesso.
L'indirizzo politico-culturale dei contenuti rimarrà immutato.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questo blog.
Maila Ermini

domenica 27 settembre 2009

Woody Allen e il dio arredatore


Consiglio di non perdere la visione di Basta che funzioni (Whataever it works), l'ultimo film di Woody Allen. Oltre a essere originale e irriverente da un punto di vista strettamente tecnico, con la rottura della finzione realizzata attraverSo lo sguardo e l'allocuzione allo spettatore da parte dei protagonista (con monologhi e a parte tipicamente teatrali), il film è un atto di insofferenza nei confronti del fondamentalismo religioso dei nostri tempi.
Sarà forse per questo che il fim, in un paese sempre più beghino e ipocrita e censorio, è passato un po' sotto silenzio.

sabato 26 settembre 2009

Domani, domenica 27 settembre, alle ore 21 al Teatro La Baracca (via Virginia Frosini 8, Prato), avrà luogo una riunione del gruppo politico Primavera di Prato, dedicata ai sostenitori e simpatizanti. La proiezione del breve video Prato, agosto 2009, sarà lo spunto per il dibattito dei punti all'ordine del giorno.

mercoledì 23 settembre 2009

L'acqua d'Amburgo

Mi trovo ad Amburgo per lavoro.
Qui tutto è commercio, soldi, traffico. Chi è povero, è davvero emarginato.
Non se ne vedono molti, di poveri, ma qualcuno sosta come da noi negli angoli delle metropolitane.
La città è stata duramente bombardata durante l’ultima guerra, distrutta con l’operazione Gomorra. E’ una città ben organizzata, elegante in qualche modo, parlano un bel tedesco e sono affabili. Al ristorante si fa sempre amicizia. Il teatro, soprattutto quello comico-cabarettistico, vecchia maniera e duro, va molto.
La bici è un mezzo di comunicazione. I ciclisti hanno le loro strade e guai a sbagliare, non ci si può camminare. Vanno veloci, con il casco anche gli uomini d’affari per andare a lavoro. Non hanno tempo da perdere.
Non usano le bottiglie di plastica per l’acqua. Anche nei supermercati, nemmeno l’ombra. L’acqua si beve solo nelle bottiglie di vetro. O dal rubinetto.
Maila

martedì 22 settembre 2009

I CORTEGGIATORI DEL SINDACO

Siamo sorpresi dal fatto che fra i corteggiatori del sindaco di Prato si trovino figure che un tempo erano ‘contro’ il sistema. Il sistema dei partiti.
Il sindaco, la cui principale attività sembra essere quella di fare promesse generiche -ha promesso anche che sarebbe stato fuori dal gioco dei partiti, quando invece è dentro con tutte le scarpe - intasca giorno dopo giorno sostenitori e lacché, che scrivono lettere premurose, quasi di riconoscenza. E lo omaggiano in vario modo.
Credono alle sue promesse.
E pensare che proprio oggi i giornali ci informano delle sue attività a favore di Prato e della pratesità, che sono iniziate con la festa del cocomero a Ferragosto in piazza del Comune e continuano in Cina, dove la SASCH produce le sue cosine.

sabato 19 settembre 2009

Comunicato

Il gruppo Primavera di Prato trova scandaloso che a Prato si inauguri oggi una mostra così costosa, Lo Stile dello Zar, che ha tanti promotori e sponsor, e non sia stato trovato mai nessun euro da stanziare per la ripulitura del sito archeologico di Gonfienti.
Tutto questo fa pensare a una cattiva volontà da parte delle amministrazioni passate e presenti, nonostante le dichiarazioni programmatiche, nel far fruire la città antica ai cittadini pratesi e non, a cui, siamo costretti ancora una volta a ricordarlo, essa appartiene.

venerdì 18 settembre 2009

Quello che non si dice (della cultura)

Ieri mi telefona una ragazza, una giovane laureata che si occupa di distribuzione di spettacoli teatrali, laureata al PROGEAS di Prato.
La conosco perché era venuta a vedere il Laris Pulenas alla Baracca la scorsa stagione e si era presa la briga di distribuirlo.
Dice di aver sbagliato numero, ma poi ne approfitta per parlare.
Mi confessa di vivere in una situazione tragica, lei insieme a tanti giovani e non giovani artisti, che non c'è lavoro, che non riesce a piazzare uno spettacolo.
I nomi che girano nei teatri sono sempre gli stessi e ora, con la crisi, sono solo quelli.
Fuori di quel giro riesce a piazzare qualcosa solo il teatro contemporaneo DISIMPEGNATO, brutto, strampalato (sono le sue parole) e volgare. Più volgare è, meglio è, perché è quello che piace alla gente, e che ha la possibilità di finire in televisione. Oppure chi lavora sottocosto e a nero.
La ragazza non ha speranza. Con i tagli annunciati in particolare al Comune di Prato, la situazione si preannuncia ancor più tragica. Non sa cosa farà della sua laurea.
Mi chiede come faccia io, che non vivo che del mio lavoro. Già, bella domanda. Ci vivo, è vero, ma - parlando con la licenza dell'eufemismo - non sono affatto ricca. Tutto quello che guadagno è frutto di un lavoro costante, senza tregua, amarissimo.
E' questione di tempo, le dico. Prima o poi smetteremo tutti, gli artisti off, quelli impegnati, quelli indipendenti; ma anche quelli non indipendenti, perché nel tempo del numero e della tecnologia nessuno vorrà più gente di teatro, pittori, musicisti, e quanto altro che non faccia quadrare i bilanci. Saranno considerati inutili; anzi, dannosi.
Solo chi farà girare i numeri potrà vivere d' 'arte'.
Guarda i poeti, le dico, non esistono più. (E già se ne vedono le drammatiche conseguenze).
Maila

giovedì 17 settembre 2009

Io sto con Flavio

Ieri ho rubato un po’ di tempo al lavoro e sono andata a vedere la mostra di Flavio Bartolozzi alle Antiche Stanze di Santa Caterina.
Non c’era nessuno. Era colpa dell’ora e del giorno, le 12 di martedì.
La mostra è semplice, piccola, ma interessante. Mostra i collages del pittore.
Flavio mi ha regalato una massima su cui ho dovuto riflettere:
“Il colore non è una spalmatura diluita della materia, esso è la prima sensazione visiva, indipendentemente dalle interposizioni creative”.
La mostra, solitaria e poco conosciuta, è forse uno degli ultimi strascichi della precedente giunta. Non so. Qualcosa che, comunque, alla nuova irrita molto, che già scalpita per la mostra dello Zar. Dalle manifestazioni artistiche vuole e prende solo i numeri.
La cittadinanza - incluso i poveri bambini ignari costretti per fare numero a frequentare laboratori alla russa così come sono stati costretti, in provincia, a quelli all’etrusca vestiti in maniera ridicola - , è già bombardata dalle cannonate della pubblicità e sarà forza andare a vedere.
Io non lo so se andrò. Quella mostra non mi incuriosisce. In quel modo strombazzata mi allontana.
La cultura non è stata mai così disprezzata e volgare dal dopoguerra.
Trattata da gente incompetente a cui non gliene frega nulla. Trattata da gente imbavagliata che se anche può, non può.
Ancora, assessore Beltrame, non sappiamo quali sono i suoi progetti culturali per la città.
Forse, assessore Silli, è inutile fare le consulte partecipative quando mancano i fondamentali.

mercoledì 16 settembre 2009

L'ARIA DEL CONSENSO

Gira una strana aria, nella città di Prato: è l’aria del consenso.
Gira solo quella: è l’aria che non cambia nulla.
E’ un’aria stagna, ferma, che presto diventerà asfissiante. E’ molto peggio dell’aria fritta.
Altro che quella che viene dai cassonetti puzzolenti lasciati a sé stessi che nemmeno la densa pioggia di queste ultime ore riesce a detergere.
Sui rifiuti continueranno a riempirsi la bocca, riciclando solo le parole; intanto l’Inceneritore del Montale, dietro l’angolo, va con i suoi fumi, mentre non c’è, in tutta la Piana, una seria programmazione ambientale; nessun progetto, anche pedagogico, che è urgente, sulla popolazione; nessun confronto serio con l’industria, tant'è che con le acque dei depuratori si annaffiano i campi di verdura;
su Gonfienti, tanto per dirne una, non faranno che balbettare all'ombra dell'Interporto. Per dirne un’altra: insieme il Parco della Piana, che esiste solo su Internet.
Le promesse che hanno fatto durante la campagna elettorale si mostrano già in tutto il loro inganno.
Il re e la sua corte, grazie al vostro voto, stanno a palazzo. Son contenti, hanno superato, a Destra, le ideologie.
Basta con la politica! La politica è corrotta! Lasciamo governare il re!
Il re ha ottenuto, in brevissimo tempo, quel che desiderava e nessuno parla più; e tutti quelli che fino a qualche giorno fa protestavano, anche loro tacciono, sembrano soddisfatti del ‘cambiamento’.

martedì 15 settembre 2009

Salvemini

In questi giorni di inizio scuola, mi piace ricordare Gaetano Salvemini, l’intellettuale neofascista, il fondatore, insieme ai fratelli Rosselli, della rivista fiorentina Non mollare!, quella, per intenderci che accusò apertamente Mussolini dell’omicidio di Matteotti.
Sono pochissime le scuole dedicate a lui, forse perché era un propugnatore della scuola laica. «La scuola laica non deve imporre agli alunni credenze religiose, filosofiche o politiche in nome di autorità sottratte al sindacato della ragione. Ma deve mettere gli alunni in condizione di potere con piena libertà e consapevolezza formarsi da sé le proprie convinzioni politiche, filosofiche, religiose».
Era nato a Molfetta, ma era s’era laureato a Firenze; qui è sepolto, nel prato d'onore nel cimitero di San Miniato, accanto a Collodi, Gentile e Spadolini.
Salvemini pensava che in Italia non fosse mai avvenuta la defastiscizzazione.
Non perdetevi un bel video su di lui, che fa riflettere anche sui nostri tempi
http://www.progettoatelier.to.it/progetti/Museo+Incubatore/Gaetano-professor-Salvemini-Sovversivo

lunedì 14 settembre 2009

Quando il verde si tinge di nero (o viceversa)

Una striscia di neofascismo tinge l'ambientalismo italiano. E' fatta da giovani che, pur non militando in partiti neo-fascisti, sono portatori di idee e modi di quei partiti. Alcuni sostengono di rifiutare la partitocrazia, fanno parte di associazioni politiche che addirittura propugnano la democrazia diretta.
Si dichiarano ambientalisti. Li vediamo spesso a incontri pubblici sui temi che riguardano l’ambiente, l’energia alternativa, i rifiuti-zero. La partecipazione.
Sono riconoscibilissimi, nonostante tutto. Nei loro modi, nel loro parlare. Aggressivi, violenti. Tele-barbarici.
Quando scrivono (male), non ammettono repliche.
Utilizzano temi importanti e li spacciano con discussioni in cui l’altro si sente sempre brutalizzato. Intimidito.
Non amano la cultura. Nei loro incontri non se ne parla mai. Non frequentano teatri, vanno poco al cinema. Leggono poco.
Ascoltano la musica. Certa musica.
Bisogna stare attenti a questi neo-fascisti. Il verde, purtroppo, è un colore spesso falsificato.

sabato 12 settembre 2009

Il disprezzo per la cultura

Celebrando personaggi come Mike Bongiorno, molta gente celebra in qualche modo se stessa. Mike, che non era certo un uomo privo di cultura ma a cui faceva gioco apparirlo un po', è per i telespettatori la rivinciata dei non acculturati, i non intellettuali. Ecco il risultato, in parte, di anni di televisione berlusconizzata.
Oggi le persone di cultura sono generalmente mal viste e tenute da parte. In televisione non appaiono, credo ormai da anni, se non 'modificate'. Lo stesso Sgarbi ha dovuto far passare la sua 'sapienza' in televisione attraverso l'antipatia, il turpiloquio, l'imbarbarimento. Non gli è rimasto difficile.
Quando mori Luzi, il grande poeta, non accadde clamore.
Pur che l'afabetizzazione fosse meno diffusa, ancora vent'anni fa si nutriva rispetto per gli intellettuali. I ragazzi di oggi li denigrano e gli anziani capita se ne compiacciano.

Insomma, la cultura è, a tutti livelli, sotto attacco.
Qui a Prato, ma anche a livello nazionale. Oggi, Repubblica mostra uno sproloquio del ministro Brunetta, che confonde la cultura con i raccomandati della cultura. Ce 'ha in particolare con i cineasti e chiede a Bondi di chiudere il rubinetto del FUS (Fondo Unico per lo spettacolo). L'intento è fare terra bruciata, porre le basi di un nuovo consenso, quello berlusconiano. Berlusconi stesso ha invitato a NON leggere i giornali, a guardare la televisione. E' questo il suo programma 'culturale', da sempre, oltre che, oggi, una linea difensiva.
Anche noi spesso ci siamo lamentati delle politiche culturali. In Toscana, per esempio, la monopolizzazione è stata ed è forte, e non certo solo dal punto di vista ideologico.
Personalmente mi sono sempre rifiutata di prendere i soldi da una Regione che mi obbliga a essere, giuridicamente, una certa cosa invece di un'altra. Mi obbliga, nel mio lavoro, se voglio essere finanziata, ad avere una associazione senza fini di lucro. Si comporta ipocritamente, politicamente agisce in modo brutale. Forse è anticostituzionale tutto questo?
Tuttavia non s'era mai udito, né visto tanto come sotto il potere berlusconiano. E' il disprezzo manifestato a chiare lettere per gli intellettuali. Che, dal ministro Brunetta, vengono visti come coloro che, in massa, 'non hanno mai lavorato'.
Finché era lontano non si capiva bene. Ma ora lo possiamo vedere qui, da noi, e si capisce cos'è questo sentimento che anche i nostri assessori hanno più volte dimostrato verso quello che sono stati chiamati, infaustamente, a rappresentare.

Maila

venerdì 11 settembre 2009

Il sindaco immagine

Leggiamo che il Sindaco Cenni ha in mente di continuare le feste. Vuole il ritorno del Capodanno in piazza. E che, se possibile, ne programmerà altre.
L’assessore Beltrame non trova di meglio che fargli eco.
La situazione comincia a delinearsi drammatica.
L’assessore alla cultura non ha una idea da mettere in campo, nessuna programmazione, nessun guizzo di fantasia. Tutto questo è gravissimo.
Siamo passati, nel giro di pochi anni progressivamente, da Eliana Monarca, dimenticata dal suo stesso partito, ad Anna Beltrame! E’ come dire passare dall’Everest al Monferrato!
L’attuale governo cittadino mostra tutte le sue lacune culturali, la vera anima di sé: il vuoto. Per questo ha bisogno di feste e feste.
E’ la programmazione politico-culturale non di una città, bensì di un paesetto.
Il sindaco non fa altro che apparire, presenziare, concordare con le idee che gli sembrano belle, fa la sua bella figura con il discorsetto che ripete sempre, i cittadini applaudono. Questo sembra essere lo scenario futuro della politica pratese.
Dalla redazione di Toscana Tv
Cenni vuole il ritorno del Capodanno in piazza.
10/09/2009 - Riportare il Capodanno nelle piazze di Prato. L'idea porta la firma del sindaco Roberto Cenni che entusiasta del successo del suo primo Corteggio storico, ha deciso di offrire alla citta' piu' occasioni di festa e di valorizzazione delle proprie eccellenze a cominciare dal ritorno, dopo tanti anni, del San Silvestro in piazza. A darne notizia in anteprima assoluta ai nostri microfoni e' stato lo stesso primo cittadino. Nuove idee anche per lo stesso Corteggio storico e per il settembre pratese in genere. 'Intanto la Camerata potrebbe suonare anche nel periodo invernale, magari in accordo con il Metastasio - afferma Cenni - e poi non limitiamo le occasioni di festa ad un giorno l'anno. Vorrei festeggiare l'arrivo del 2010 in piazza'. L'assessore alla Cultura del Comune Anna Beltrame vorrebbe continuare la felice esperienza inaugurata quest'anno con la Camerata in piazza Duomo e riproporre il suggestivo abbinamento musica e fuochi d'artificio anche se economicamente e logisticamente e' piuttosto complicato da attuare.

giovedì 10 settembre 2009

Berluscoidi

Lo stile del sindaco pratese Cenni è riconoscibile.
Il sindaco-piacione che manda baci durante il corteo, che, in qualche modo, seduce.
Da questi modi, qui e altrove nel bel suolo italiano, in primis le donne sembrano voler essere sedotte; non più impegnate e pensanti, non si vergognano a mostrarsi catturate dal nuovo signorotto e applaudono festanti al suo arrivo.
E’ uno spettacolo disgustoso vederle in prima fila che applaudono, eccitate.
Sono anche loro responsabili della restaurazione in atto, nella politica e nei costumi. Le donne portano i signori al potere, e ci giacciono quando possono, per quella strana legge che sono gli schiavi ad amare di più i loro padroni. Salvo poi rendersene conto, della schiavitù, troppo tardi. Basta osservare le ragazze, nei gruppi, succubi dei maschi, ai cui gusti e abiti, per farsi accettare, devono adeguarsi. Non avviene il contrario (per carità, tutti se ne scandalizzerebbero!).
L’operazione politica messa in atto da certi rappresentanti politici italiani, nazionali e locali, riecheggia a situazioni di diversi drammi del Siglo de Oro spagnolo, dove il re comunica direttamente con il popolo, e lo protegge dalle angherie dei signorotti locali. E in questo modo protegge se stesso.
Con questo colloquio diretto e festante il potente allontana il popolo dalla politica, e pone le basi del consenso , trasversalmente, con modi garbati e non ideologici, con baci e promesse; e i signori della politica che hanno portato l’acqua ai mulini elettorali sono costretti a mordere il freno. Intanto l’opposizione, istituzionale e non, tutta, anch'essa sedotta e smarrita, balbetta.

mercoledì 9 settembre 2009

Corteggiare

Leggevamo Bertrand Russell quando sono arrivati i rumori dei fuochi sul Bisenzio. La festa era in ritardo, era già il 9 settembre. E questo sforare nel giorno dopo, tingere di rosso anche il giorno 9, c'è sembrato simbolico.
Noi non siamo andati alla festa cittadina; ci siamo già stati diverse volte, sempre annoiandoci parecchio.
Non diciamo del sacro, che, in questa forma, non ci compete; ma il profano era come al solito, noioso e patetico. Qualcosa abbiamo visto nella diretta televisiva: la sfilata degli sbandieratori; i teatranti sui trampoli osannati come se recitassero Amleto; il conformismo più totale. Le cronache dei giornali cittadini non pongono nessun interrogativo; io suggerirei qualche miglioramento registico, far sfilare i gruppi così e basta, è veramente tedioso. Ma si ha paura di sbagliare, di innovare. D'altronde alla maggioranza sembra piacere così.
Sembra.
Ora vediamo se questa giunta smette di far feste - non ha fatto altro da quando s'è insediata- e si mette al lavoro.

martedì 8 settembre 2009

Multisallico Boycott

Leggiamo oggi che ci sono tremila richieste di lavoro per la Multisala a Prato. Tanti giovani stanno aspettando impazienti di diventare mercenari mercanauti.
Tuttavia io non ne sono del tutto convinta.
Qualche incertezza il vorace romagnolo multisallico Giometti deve averla avuta, perché fino a pochi giorni fa continuava a far planare volantini sui tergicristalli delle automobili al fine di raccogliere la truppa.
Non resta che invitare i giovani al boicottaggio, anche se sappiamo che al momento non fanno mostra di distaccarsi da certi modelli merca-culturali.
D'altronde, come potrebbero?
Appena usciti dal plesso scolastico di San Giusto, a Prato, la multisallica struttura se la trovano davanti, propinqua. Coop e multisala insieme!
Sembra segnato il destino della scuola. Almeno questo deve essere stato l'intento, non certo involontario, di chi ha scelto proprio quel luogo per le multicooperose visionabili adiacenze.
Ma voi che siete adulti, se ancora vi risuona in corpo qualche eco della ribellione antica, anche grazie al disgustoso presente, fatelo. Date qualche prezioso esempio alla vostra infelice prole: multi-boicottate.

Lu(c)chetti mentali

Ieri c’era sfuggito questo intervento del consigliere provinciale pratese Luchetti, marca PDL, sulla Cultura. Sono gli stessi discorsi dei mercanti, che guardano al borsellino, più che alla Cultura. E che celano ben altro.
E’ vero che una Cultura totalmente finanziata può essere di regime. Ma anche una finanziata dal Mecenate di turno, che ti costringe a livellarti televisivamente, secondo il gusto della gente, lo è. Questo sì che abbassa il livello!
Almeno un tempo la cultura di regime era qualcosa; era una entità che non si poteva criticare, ma sì combattere.
Quella di oggi è una non-entità che si può criticare, ma non combattere.
La Cultura che intende il signor Luchetti è berlusconesca, televisiota. Quello è il suo orizzonte. L'auditel. E' voler distruggere l'idea che in un paese ci possa essere Cultura, soprattutto una coscienza critica.
Ma cos'è la Cultura, signor Luchetti? Perché vi fa tanto paura, al punto da mettere una signora non del settore come Beltrame? Non ci sono programmi, non ci sono idee, ecco la verità, perché NON CE NE DEVONO ESSERE!
L’intento è di metterci tutti a tacere, creare uno stupido consenso al sapore di cocomero.


Da Il Tirreno del 7 settembre 2009
Il dibattito sulla politica culturale a prato aperto dall’assessore Beltrame merita una ulteriore riflessione sul ruolo degli enti locali in questo settore. La limitatezza crescente dei fondi disponibili dovrebbe aver fatto capire a tutti che il periodo delle erogazioni a pioggia e indiscriminate è ormai finito. Ma la riflessione che propongo è sull’utilità (e non solo la necessità) della progressiva riduzione dell’intervento pubblico nella cultura. E questo per alcuni motivi.In primo luogo se le attività culturali sono finanziate dagli enti pubblici e vivono di risorse erogate da apparati politico burocratici è fatale che svolgano una cultura di “regime”, funzionale ai potenti di turno. Nei modi che l’assessore Beltrame ha chiaramente evidenziato.In secondo luogo non si deve pensare che i contributi alla cultura siano gratis. Ma c’è sempre chi paga (il contribuente) e qualcun altro che riceve. Può apparire demagogico, ma la situazione è quella di un robin hood alla rovescia che sottrae risorse (mediante la leva fiscale) ai lavoratori per destinarle al soddisfacimento dei bisogni di una parte della popolazione, certamente quella di più elevati standard culturali e reddituali.Destinare risorse ad un settore oggi significa distrarle da altre destinazioni. Coloro che rivendicano maggiori finanziamenti alla cultura, dovrebbero - per onestà intellettuale - indicare i tagli in altri settori dell’attività degli enti locali (servizi sociali, sviluppo economico ecc).Infine, il finanziamento pubblico della cultura -che spinge quanti operano in tale ambito più a intercettare le risorse pubbliche che a cercare di soddisfare il pubblico - causa un generale scadimento delle iniziative culturali. E gli esempi potrebbero essere moltissimi a Prato ed altrove.E’ quindi utile e non solo necessario dare seguito alle indicazioni dell’assessore Beltrame. Pensando ad un maggiore coinvolgimento dei privati, ad una erogazione pubblica che sia proporzionata ad una frazione dei ricavi ottenuti da utenti delle manifestazioni e privati, alla realizzazione di fondazioni onlus che potrebbero beneficiare del 5 per mille irpef destinato dai cittadini che così facendo potrebbero anche esprimere il proprio gradimento per le varie iniziative culturali.Per uscire dal circolo vizioso prodotto dalla scarsità di fondi e dalla inadeguatezza delle iniziative occorrono idee nuove e coraggio. Nell’interesse della cultura e dell’intera società pratese.
Giovanni Luchetti segretario regionale amministrativo pdl consigliere provinciale di Prato

lunedì 7 settembre 2009

Fiesta!

Dopo la cocomerata del 15 agosto, a Prato le feste continuano. Domani ci sarà il corteggio storico, il nuovo potere di Destra (?) potrà così marcare la differenza (!) rispetto al passato. Intanto stasera un concerto offerto dal Comune a tutti i cittadini della Camerata Strumentale di Prato. E anche al Luna Park redivivo si fanno faville e 'fochi' e si ospitano bambini terremotati.
La Pax Augustea è alle porte. Chi dissente è marziano.

domenica 6 settembre 2009

La cultura pratese e il nulla

La mostra Lo stile dello Zar, diciamo subito, non ci interessa quasi per nulla. Non ci stimola la curiosità. Certo andremo a visitarla, ma ci paiono lo solite robe calate dall’alto, come a teatro, il deus-ex-machina a risolvere l’intreccio. Qui parecchio ingarbugliato.

Sono anni che dobbiamo sorbire queste inutili mostre, questi eventi che passano su di noi, fanno sperperio di soldi e poi non ci lasciano che la dimenticanza.

Perché le città, e Prato in testa, hanno bisogno casomai di ben altre mostre, di ben altri eventi, di un significato che nessuno sa e può trovare, perché farlo significherebbe, in parte, andare a togliere il masso dove sotto vivono i bachi. E togliere il masso non si può.

Per quello che sarà la mostra basta guardare l’invito che è stato gentilmente inviato. Un cartoncino ben ricco e di certa dimensione, dal colore delicato, con scritte piccolissime e spazi vuoti, dove non c’era verso scrivere nulla.

Cosa avrebbero potuto scrivere, quanto costa la mostra? Che con quei soldi si poteva far qualcosa per la nostra Gonfienti, per esempio?

Che si poteva far qualcosa per valorizzare meglio lo stesso Museo del Tessuto?

Si passa da sbaglio in sbaglio, la programmazione culturale in mano a gente che non ha idee, coraggio, preparazione.

Basta con la cultura in mano ai mercantucoli, il cui orizzonte è solo il libro mastro.
Maila

sabato 5 settembre 2009

Dal 'Diario dei rifiuti'

Da diverso tempo tengo un diario, e, a margine, uno sui rifiuti e sul mio inquinamento domestico.
In un anno sono riuscita a diminuire i rifiuti notevolmente.
Innanzi tutto ho quasi del tutto eliminato i detersivi comuni. Diciamo che li utilizzo solo in casi estremi.
Per lavare i piatti utilizzo vari detersivi naturali: innanzi tutto l’acqua della pasta, che non butto via mai. Finché è tiepida è il miglior detersivo per sgrassare. Utilizzo anche i fondi del caffè; bucce di limone: con le bucce di limone si può fare velocemente un infuso caldo, con cui si sgrassa ottimamente tutto. Ogni tanto sgrasso anche col bicarbonato di sodio, o col sale grosso messo nell’acqua. D’inverno utilizzo la cenere del camino che passo al setaccio.
Per i panni acqua calda e bicarbonato o cenere; d’estate in particolare lavo anche i panni intimi col sapone, così velocemente sotto la doccia.
Ho ridotto al minimo i lavaggi in lavatrice.

Con l’acqua da bere sono in difficoltà. E’ fondamentale chiedere che ci sia acqua organoletticamente accettabile dal rubinetto anche per eliminare le bottiglie di plastica. Questo era un punto del mio programma elettorale, su cui intendo insistere.
Ho fatto la prova, per due settimane: sono andata in montagna, ho imbottigliato l’acqua e non ho riempito quasi per nulla il cestino per la plastica.
In questi giorni ho ricominciato a riempirlo, perché non ho tempo di andare a prendere l'acqua in montagna. Sto pensando a qualche forma di lotta per sensibilizzare i nostri governanti locali.
Maila

giovedì 3 settembre 2009

Incontro della Primavera

Domenica 27 settembre, alle ore 21 al Teatro La Baracca (via Virginia Frosini 8, Prato), ci sarà il primo incontro dei sostenitori e simpatizzanti de La Primavera di Prato.
Faremo il punto della nuova situazione politica pratese e getteremo le basi per le future attività politiche e culturali.
Finora è possibile aderire all'iniziativa inviando una e-mail a primaveradiprato@alice.it

mercoledì 2 settembre 2009

Una buona notizia

Da Il Tirreno, cronaca di Prato, in data di oggi.
Cardillo rientra a lavorare in ospedale La decisione l’aveva presa tempo fa. Geraldina Cardillo, presidente del Metastasio, ex assessore della giunta Romagnoli, prima capogruppo di maggioranza, è rientrata in ospedale. Ostetrica, aveva lasciato la carriera sanitaria per dedicarsi alla politica. Ieri il suo primo giorno di lavoro, nel reparto della dirigenza, a curare il progetto della fondazione “Ami Prato”. «E’ un passo - spiega Cardillo - che avevo comunque deciso di fare. Anche perché la presidenza del Metastasio non prevede la possibilità dell’aspettativa».
E pensare che questa signora, ostetrica, per diversi anni, ha deciso le sorti di un teatro pubblico (e prima dell'Assessorato alla Cultura in Provincia!). Siamo molti contenti di questo suo rientro in ospedale. Aspettiamo il cambiamento al Metastasio. Speriamo ora di non cadere dalla padella alla brace.

FUMUS

A pochi giorni dai cento giorni che la attendono, la giunta Cenni, a Prato, già dà mostra di tutta la sua inconsistenza. Della sua fumosità. Mi chiedo cosa veramente la distingua dall’altra possibilità che avremmo potuto avere, la giunta di sinistra. Se, insomma, a capo ci fosse stato il Carlesi.
Credo poco o nulla.
Perché si tratta solo di gestire la scacchiera del potere cittadino, pedine e dame, non di governare. Non introdurre elementi di civiltà in un popolo che ne ha estremamente bisogno.
Non si pensa affatto a governare, ma solo ad esercitare il potere. Punto.
E veramente non è cambiato nulla. E non cambierà nulla.
E a dimostrazione che non cambia nulla ci sono i comportamenti. Come sempre gli amministratori, dopo la vittoria, se ne sono andati al mare e ai monti, hanno celebrato feste, mangiato cocomeri, alla faccia di una città che crolla, e i cittadini pecoroni hanno anche battuto le mani mentre il sindaco-re mangiava il cocomero! Roba da paese sudamericano (sia detto con rispetto per quel continente). E ora stanno per celebrare la festa della città, l’8 settembre, con quel bacio-abbraccio asfissiante alla Chiesa locale, con l’ostensione della sacra cintola, insomma, le solite celebrazioni, e tutte le energie (e i soldi?) si spendono per farsi vedere e riprendere sul pulpito del Donatello.
Insomma, viene da piangere. Come sempre siamo ingannati e crediamo a questi signori che tanto son distinti nei loro doppipetti quanto vuoti. Ah, fossero come le vecchie bottiglie, vuoti a rendere!
Primavera di Prato presto convocherà una prima riunione dei simpatizzanti.
P.S. Intanto l'Abati, per stare a sella del Consiag, ha comunicato a sorpresa di aver fatto una gran ganzata con il gas dei russi, che ci arriverà direttamente a casa. Alla faccia dei ceceni.

martedì 1 settembre 2009

Via la Cardillo

La signora Cardillo, presidente del Metastasio, ha rilasciato una lunga, noiosa intervista a La Nazione riguardo le virtù del Metastasio sotto la sua gestione, snocciolando dati, biglietti, direttori artistici. Il solito rosario delle eccellenze pratesi. Tutto falso.
Primavera di Prato chiede le dimissioni della signora Cardillo, in quanto la considera non competente a gestire una fondazione di tale portata; non si è mai occupata di teatro, né dal punto di vista artistico né da quello gestionale, né in questi anni ha dimostrato di aver maturato esperienza; è stata messa alla direzione del Metastasio solo per meriti di partito. Dunque, ora è arrivato il momento della sua dipartita. Primavera di Prato chiede il rinnovo totale dei membri del consiglio di amministrazione, di cui non si fa mai menzione.
Per favore però non chiamate Luca Barbareschi.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.