martedì 29 luglio 2014

L'ACI E' CONTRO LA BICICLETTA?

Ogni volta che si parla di bicicletta e di tutelare l'utenza vulnerabile, ecco che spunta qualche signore importante dell'ACI a dire che in Italia non 'è una sufficiente cultura della bicicletta. Certo l'ACI non fa molto per diffonderla, basta sfogliare il giornale che pubblica e che dà in regalo ai suoi affiliati. Qui si tutela e sempre il mondo delle automobili e delle sue vendite, vecchia storia ital-fiattiana.

(Da Il Tirreno di oggi)
"Il relatore Gandolfi (Pd): in arrivo norme a tutela dell’utenza “vulnerabile” 
«Città a misura di pedoni e ciclisti»
ROMA Semplificazione, sicurezza e sostenibilità: sono queste le parole chiave della nuova riforma del Codice della strada su cui ha lavorato, in questi mesi, la commissione Trasporti della Camera. In particolare, come spiega il relatore al provvedimento Paolo Gandolfi (Pd) «il testo unificato, oltre a rafforzare il concetto di sicurezza, ha inteso dare una maggiore protezione alla cosiddetta “utenza vulnerabile”», cioè pedoni e due ruote, motorizzate e non. Onorevole a che punto è il testo di riforma? «Siamo a un terzo del percorso, che a me piace paragonare a una corsa ciclistica a tappe. L’iter di una legge delega è un po’ lungo e non sarà concluso prima di un anno e mezzo». Quali sono le principali novità? «Fino ad oggi tutte le modifiche sono intervenute soprattutto su strade extraurbane, penso ad esempio, all’introduzione dei “tutor”. Modifiche che hanno portato buoni risultati: meno morti, meno feriti e meno incidenti stradali. Non si può dire lo stesso dei risultati delle strade urbane, dove vulnerabili restano i bambini, gli anziani, i ciclisti ed i motociclisti. Per questo abbiamo lavorato al miglioramento del trasporto pubblico, della mobilità ciclistica e pedonale, della diffusione delle cosiddette “zone 30”, ossia zone urbane dove le attività residenziali, scolastiche, commerciali o ricreative, non possono essere sacrificate alle sole esigenze del transito dei veicoli, in cui la velocità sia ridotta a 30 chilometri orari, al fine di consentire la circolazione contemporanea e in sicurezza dei veicoli, a motore e non, e dei pedoni». A proposito di due ruote, aveva fatto discutere mesi fa la possibilità per le bici di andare “contromano”. «In realtà si consente di percorrere il senso opposto e solo a certe regole, come le “zone 30”. Non è pericoloso e, anzi, favorisce la sicurezza». Secondo il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, in Italia non ci sarebbe una sufficiente cultura della bicicletta per un tale cambiamento. «È vero, come è vero che ci sono anche le strade da adeguare. Ma le cose non si mettono in fila una dopo l’altra. Bisogna lavorare su più fronti». (a.d’a)

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