Ora che è morta l'attrice Laura Antonelli, tutti piangono, ed è già 'mito'. Da molti anni l'attrice aveva abbandonato il cinema, o meglio: a causa di uno scandalo per droga, il cinema l'aveva allontanata.
Chi non conosce l'ambiente, o non riflette un po', si rammarica: ma il cinema è un'industria feroce, e come tale spietatamente agisce.
Osservando con occhio un po' critico le scene che Laura ha girato nei film, a parte l'erotismo, la 'malizia', la sensualità da copione, si percepisce chiaramente un certo distacco nei suoi modi, che un tempo avevo scambiato o tradotto in imperizia.
Per me è quel suo essere sfuggente, lontana, ciò che marca, più del suo bel corpo, la sua sensualità drammatica, il suo 'sradicamento istriano'. Lo straniamento.
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