"Dopo
le emozioni della prima uscita il secondo tour pratese de “Lo Spettacolo della
Città”, proposto dal Teatro La Baracca, ha messo in mostra molte altre
straordinarie potenzialità che esaltano una formula azzeccatissima, quella del
“teatro itinerante … in movimento”, tanto da potersi ritenere, già alla seconda
uscita, non più solo il frutto di una felice e geniale intuizione, come pensato
una prima volta, quanto piuttosto l’espressione, ormai consolidata, di un nuovo
modo di fare spettacolo in un’ottica matura, frutto di una contemporaneità
critica, semantica e linguistica. Un format
teatrale convincente e estremamente attrattivo, grazie anche alla bravura dei
suoi ideatori ed artefici, con il quale ci si dovrà confrontare in futuro
ogniqualvolta assisteremo ad una spettacolo “puntiforme”. Una domanda, d’ora in
avanti, inevitabilmente ci porremo sopra ogni altra, pensando a quale effetto
quel dialogo, quel monologo, quell’atmosfera avrebbe potuto avere se vissuta in
un contesto diverso al quale idealmente potrebbe associarsi. Infatti, lo
“Spettacolo della Città 2”, non è solo una testimonianza d’autore, ironica e
lirica di una “chanson” di oggi. Una composizione multiforme di una
rappresentazione scenica vagliata alla luce di una sferzante, a volte dolorosa,
analisi critica del luogo osservato in movimento dai vetri dell’autobus. Lo
“Spettacolo della città 2” ha fornito nelle soste e nelle letture a bordo,
punteggiate da indimenticati refrain musicali, un compendio a dir poco
fantastico di una letteratura teatrale vasta, universale, eloquente e ben
commisurata alla situazione partecipata, quasi che questa facesse
parte a prescindere della città perlustrata. Una produzione quella di Maila e
Gianfelice assai coinvolgente, innovativa al punto da soverchiare tutti gli
standard attuali. A differenza del “theatre on the road” che pure ha innovato e
avuto il merito di portare il teatro in strada, o del più eccentrico “moving
theatre” che vive soprattutto di effetti speciali, sonorità, luci e consonanze
artificiose prodotte dalle più avanzate tecniche multimediali del digitale,
questa nuova frontiera esplorata dal Teatro La Baracca ci fa rivivere
l’archetipo stesso della drammaturgia, la vera natura del teatro, legata alla
sua più alta tradizione, dalla commedia dell’arte in poi. Non c’è niente di
artificioso in questo teatro itinerante in movimento, un “fantaspettacolo”
ripulito di inutili orpelli, reso nell’evidenza di un recitativo diretto,
sempre colmo di pathos. La ricchezza dei testi e la
freschezza delle battute che sono snocciolate nel corso delle tre ore, si
alternano a brani teatrali di scrittura senza soluzione di continuità e in piena
sintonia con le assonanze o dissonanze del paesaggio della città metropolitana.
Questa dimensione metropolitana viene, fin dall’inizio del viaggio, messa in
discussione nel bene e nel male, nella caoticità dei “rumors” quotidiani, ma
anche nell’isolamento che deriva dall’emarginazione di aree e disperse
periferie, con la natura perduta che occhieggia ovunque.
Lo speciale
zibaldone predisposto da Maila Ermini diviene nella contestualizzazione urbana,
abilmente ricercata con pazienti osservazioni preliminari, una sorta di
indimenticabile antologia che la forza espressiva di Gianfelice con il
contrappunto della stessa Maila, hanno reso in maniera leggiadra al pubblico
presente, fissandosi nella memoria di tutti come patrimonio del luogo.
Sotto quel
cipresso spolpato dal vento di marzo, in uno spazio astratto ed assurdo, dietro
al “Monumento ai Caduti” assurdamente collocato in faccia del Castello
federiciano, sentirò per sempre riecheggiare Samuel Beckett. “Aspettando Godot”, grazie alla messa in
scena de La Baracca sarà per sempre per i viaggiatori del tour, anche
l’espressione indelebile di quello spazio fisico, metafora delle
contraddizioni semantiche dei nostri tempi, per dirla come l’autore: «Non c'è
nulla di più comico della tragedia». E poi, alla stregua, di un nuovo classico
della comicità irriverente oltre la satira, resterà ben impresso nella memoria
di ciascuno di noi, nel piazzale McDonald’s di Prato, al cospetto del Centro
per l’Arte Contemporanea, il dialogo immaginato tra la vacua questua per una
diseredata Gonfienti, fatta da una stolida ispettrice ai beni archeologici, e
la furia iconoclasta di un Marinetti esplosivo nel recitare il suo manifesto
futurista. Sarcasmo, ironia, bravura che contrappone lo stereotipato modo di
approcciarsi alle cose di un turista compiaciuto più dalle certezze del cemento
che dall’esperienza del conoscere e dello scoprire cose fuori dagli schemi.
Come dire che il format dello Spettacolo della Città è destinato a viaggiatori
dagli occhi ben aperti verso tutto ciò che sta intorno. Scusate ma se non è
questo un modo nuovo di fare e proporre teatro vorrà dire che mi sono davvero
sbagliato di grosso e ho sognato."
Giuseppe Alberto Centauro
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