lunedì 30 novembre 2015

A Prato gli Etruschi saranno solo 'ombra'

Inqualificabile risposta del vice sindaco Faggi del Comune di Prato all'interrogazione presentata sul sito archeologico di  Gonfienti dal Movimento 5 Stelle.
In sostanza è tutto fermo, il sito non è turisticamente accessibile, in attesa della definizione della proprietà.
Mancano ancora, per far i primi (sic!) passi verso la sua valorizzazione gli elementi fondamentali (vi rendete conto, siamo ancora all'abc, altro che costruire 'frasi', dopo tutti questi anni mancano i fondamentali!):

1. la definizione della proprietà dell'area archeologica (ma non lo doveva comprare la Regione?);
2. Chi gestirà l'area e l'eventuale parco archeologico (che se mai sarà, sarà in mezzo ai capannoni industriali, esattamente come il Parco della Piana sarà in mezzo a elettrodotti, autostrade e piste d'atterraggio);
3. Con quali soldi.

Naturalmente nessun museo archeologico ci sarà a Prato, e questo lo si sapeva, ma sì è confermata la mostra, il prossimo marzo organizzata dalla soprintendenza, e denominata L'ombra degli Etruschi, dove saranno in mostra reperti dagli scavi di Pietramarina e di Gonfienti.

Nessuna mostra fu meglio intitolata: a Prato gli Etruschi saranno solo 'ombra'.

Giuliano l'Apostata

In un mondo sempre più fanatico e ignorante, anche in Occidente, fra presepi e canti religiosi vietati o imposti in una scuola pubblica che rivela il vero volto di sé (cfr. il preside Marco Parma di Rozzano e i canti religiosi; il sindaco di Pietrasanta che impone il presepe), fra gli strepiti di identità sottratta e integralismo, con i politici che subito squallidamente strumentalizzano, mi viene da chiedermi: e i pagani, quelli che seguivano il culto di Mitra, credevano negli dèi eccetera nel mondo antico romano, come si saranno sentiti, con il cristianesimo imposto e violento di Costantino?
Ecco una 'circolare' di Giuliano l'Apostata, archetipo dell'imperatore anticristiano, su cui sono fiorite le più false leggende; lo scritto,  che dimostra il forte dissidio fra cristiani e pagani- l'imperatore impedì di fatto ai cristiani di insegnare retorica - ,  non è più intollerante di tanti atteggiamenti e 'circolari' di oggi.
Sarebbe l'ora di via la religione dalla scuola.

« È necessario che tutti gli insegnanti abbiano una buona condotta e non professino in pubblico opinioni diverse da quelle intimamente osservate. In particolare, tali dovranno essere coloro che istruiscono i giovani e hanno il compito di interpretare le opere degli antichi, siano essi retori, grammatici e ancor più sofisti, poiché questi ultimi, più degli altri, intendono essere maestri non di sola eloquenza ma anche di morale, e sostengono che a loro spetta l'insegnamento della filosofia civile. [...] Io li lodo perché aspirano a elevati insegnamenti, ma li loderei di più se non si contraddicessero e non si condannassero da soli, pensando una cosa e insegnandone un'altra. Ma come? Per Omero, Esiodo, Demostene, Erodoto, Tucidide, Isocrate e Lisia, gli dèi sono guida e norma dell'educazione: forse che costoro non si reputavano devoti, chi a Hermes, chi alle Muse? Trovo assurdo che coloro che spiegano i loro scritti disprezzino gli dèi che quelli onoravano. Ma, anche se a me pare assurdo, non dico con questo che essi debbano dissimulare le loro opinioni di fronte ai giovani. Io li lascio liberi di non insegnare ciò che non credono buono ma, se invece vogliono insegnare, insegnino prima con l'esempio [...] Finora, si avevano molte ragioni per non frequentare i templi e la paura, ovunque avvertita, giustificava la dissimulazione delle vere opinioni sugli dèi. Ora, poiché questi dei ci hanno reso la libertà, mi sembra assurdo che si insegni ciò che non si crede giusto. Se i maestri cristiani considerano saggi coloro di cui sono interpreti e di cui si dicono, per così dire, profeti, cerchino prima di rivolgere la loro pietà verso gli dèi. Se invece credono che questi autori si siano sbagliati circa le entità da venerare, vadano allora nelle chiese dei Galilei a spiegare Matteo e Luca. Voi affermate che bisogna rifiutare le offerte dei sacrifici? Bene, anch'io voglio che le vostre orecchie e la vostra parola, come dite voi, si purifichino astenendosi da tutto ciò a cui io ho sempre desiderato partecipare insieme con coloro che pensano e fanno quello che io amo. »

"Gatta al lardo"...come rospi!

Ieri, alla Fiera di Carmignano, GATTA AL LARDO è andato come il cacio sui maccheroni. Tanta gente e una bella atmosfera.

I commenti:

-S'è goduto come rospi-, Alex
-E' stato veramente simpatico-, Nadia
-Bella saggezza popolare, armoniosa e ben condita-, Adriana
-Complimenti per farci sorridere-, Anna
-Complimenti, davvero un bello spettacolo-, Nicola
-Bravissima, spettacolo divertente e interessante-, Grazia

Prossima replica...domenica 3 gennaio 2016 ore 16,30 al Teatro La Baracca.

venerdì 27 novembre 2015

GATTA AL LARDO alla Fiera di Carmignano

Domenica 29 novembre ore 16,30 sarò alla Fiera di Carmignano con GATTA AL LARDO, Ragionamento comico sui proverbi. Ingresso libero.
Lo replicherò comunque a La Baracca a gennaio.


giovedì 26 novembre 2015

Una massa di ipocriti pelosi



Sui social gira questo messaggio.
E proprio lo mostrano nelle loro bachechine coloro che, in questa regione chiamata Toscana ma non solo, fanno proprio l'opposto e le cui politiche operano in modo che il mondo sia delle multinazionali, dei grandi gruppi e delle grandi distribuzioni eccetera. Basta vedere cosa non hanno fatto in Toscana, cosa non hanno costruito e distrutto con i mega centri commerciali, le megasale (la multisala e megacoop, le esselunghissime, i giglioni e le rosacce loro).
Le periferie sono state svuotate e rese dormitori da questa politica marcia e compromessa.

Senza parlare di quello che stanno combinando in ambito culturale, hanno fatto morire ogni cultura alternativa, ogni piccolo centro, e fanno vivere soltanto i circoli o le salette loro.

Hanno creato i circuiti regionali e gli accorpamenti degli enti culturali, dei teatri; non esistono circuiti alternativi, centri autonomi né di giovani né di vecchi; gestisce tutto la politica di partito o di consorteria e chi non è allineato o non fa il lecchino per non dire peggio di cui purtroppo non ho le prove provate, non è nemmeno preso in considerazione.

SIETE UNA MASSA DI IPOCRITI PELOSI

La violenza è l'esercizio quotidiano (1)

La violenza è ormai il nostro esercizio quotidiano, di cui abbiamo ampia testimonianza, non solo nei giornali, nella guerra che riecheggia sempre più vicina, ma nel nostro vivere quotidiano. Di questa pratica comune però non si parla se non quando si compiono gesti eclatanti e definitivi.

Ieri è stato celebrato il giorno contro la violenza alle donne, e a Perugia una madre è stata uccisa dal marito 'per futili motivi'. Le ha sparato all'inguine ed è morta sul colpo. Insomma, lei è all'obitorio; lui in cella; il bambino solo e disperato.

Un pensionato, fra i commenti di un articolo on line, scrive testualmente, lasciando alle donne un terribile avviso:

Pensionato194625 novembre 2015 | 20:27
Sono un nuomo e dico alle donne: fuggite dal vostro uomo al primo gesto violento. Al primo schiaffo. Non sperate nulla, sara' sempre peggio. Fuggite da quell'uomo e basta. Come maschio devo ammettereche c'e' qulacosa di marcio in noi che difficilmente svanira'. Ci sono uomini che uccidono e poi magari si suicidano. Cosa possono fare le leggi contro simili demoni? Sta a voi donne di fuggire dalla bestia al primo segnale. Non sperate in nulla altro: scappate. Un abbraccio.

mercoledì 25 novembre 2015

Cauteruccio e il Teatro Studio, fine di una storia

Finalmente una buona notizia: dopo 25 anni Giancarlo Cauteruccio non dirigerà più il Teatro Studio di Scandicci, preso nell'orbita del Teatro della Pergola, del Teatro Era e di tutto il giro di monopolizzazioni e stregonerie del potere teatrale e non.

Tra più brutti spettacoli che ho visto, in questi anni, sono stati quelli di Giancarlo Cauteruccio, sopravvalutato a mio avviso dalla critica e sostenuto da tutto il sistema teatrale e politico toscano.

Penultimo atto è stato quello di assegnare alla sua compagnia la somma più consistente relativa alle residenze teatrali regionali, per cui noi non abbiamo preso nemmeno un centesimo, e siamo rimasti al palo: nel senso che non siamo potuti entrare 'a corte', come invece si sono subito sbrigati a fare certi attori giovani (giovani di quasi quarant'anni, via!), pronti a calarsi le braghe a ogni manciatina di euro data, fornendo i soliti spettacoli inguardabili e inutili.

Gli spettacoli dell'artista calabrese non hanno aggiunto nulla di veramente nuovo al teatro italiano, a mio avviso solo ricerca fumus (e ne usava anche molto con la spara-fumo), e quindi, in parte, come diversi altri a Scandicci (e come ci ha informato il giornalista Alberto Severi) sono contenta che si sia voltato pagina.

A dirigere il Teatro Studio ora ci sarebbe bisogno di altre persone, autonome, indipendenti, ma è chiaro che questo non sarà né ora né mai, almeno con questo sistema politico.

Ricordo come erano festeggiati e salutati, lui e qualcun altro teatrante locale, dai funzionari regionali, come geni del teatro!, mentre io e altri siamo stati ignorati e umiliati per anni, come miseri poveracci che debbano restare ad aspettare di raccogliere le briciole e qualche misero applauso!

Vinta la gara per i bagni pubblici toscani dalla ditta "Fallainpace"

Dopo la monopolizzazione della cultura (teatri gestiti, p.e. dalle nonnesantissime) e dei trasporti (un unico gestore per girare con il bus bus tran tran in tutta la Toscana), ecco che abbiamo anche la monopolizzazione per fare pubblicamente la pipì e la caccà.

In Toscana un unico gestore, insomma.
Se vuoi fare i tuoi bisognini, ecco che devi affidarti alla ditta "Fallainpace". Finalmente, con solo 50 centesimi potrai veramente espletare le tue necessità, con tanto di saponetta, carta igienica e bagnetto pulito.

Ci sono state alcune polemiche, perché l'opposizione ha detto che la ditta "Fallainpace" è stata appaltatrice anche di bagni di partito, ma poi la notizia è stata smentita da un comunicato ufficiale.

Nella gara è previsto che la ditta appaltatrice posizioni bagni pubblici mobili con tanto di 'maggiordomo del bagno', che ti dà tutto quello di cui hai bisogno, ovunque in Toscana. 

Sarà stampata anche una mappa con l'indicazione di tutti i bagni pubblici e naturalmente non mancherà una app per il vostro telefonino, in modo da poterla fare in pace senza problemi in qualsiasi luogo nella terra di Dante e Leonardo.

I turisti di tutta la Toscana ringraziano, soprattutto in questo periodo di freddo, quando camminando e spostandosi da un monumento a un altro, da una amena cittadina e l'altra, hanno tanto bisogno di fare la  pippì e la caccà.

Grazie, Toscana!

Armi e cultura, ovvero come ti sconfiggo il terrorismo

Come faranno i politici a recuperare il tempo perduto?

Finalmente, grazie a Mister Renzi e alle sue paroline magiche, e ai soldi che ci cadranno addosso e non sapremo dove mettere, la cultura si dovrà svolgere in periferia.

Là dove si annida il degrado.

Noi del Teatro La Baracca siamo commossi, noi 'degradati', e stiamo già pensando di aumentare le sedute, visto il numero dei fedelissimi  che, per adeguarsi ai dettami del Mister, verranno a trovarci.

Finalmente non ci guarderanno più dall'alto in basso, non più!

Per sconfiggere il terrorismo, armi e cultura! Tante armi e tanta cultura! Andate e diffondete la parola; suvvia, in periferia!

Che bella accoppata...pardon, accoppiata! Ma come mai finora nessuno ci aveva pensato nel paese della cultura?

E ci daranno tanti 2x1000 che saranno 2000!

Grazie Renzi, grazie Mister! Sconfiggere la barbarie,  ti vendo armi e ti do biglietti per il cinema (delle multisale cinematografare) e il teatro (che gestiscono loro, monopolizzato)!

Che mente. Gl'è riuscita la quadratura, ha unito gli opposti. Fantastico.

Un bang bang fra una sonata e una cantata. O viceversa. Per il degrado.

martedì 24 novembre 2015

La fuga esotica

Per fuggire in luoghi inconsueti non serve andare nei paesi esotici, diventati tra l'altro pericolosissimi in questi ultimi tempi.

Basta non possedere il telefonino o non utilizzarlo;  non essere connesso a Internet, in nessun modo, e quindi non essere in nessun posto 'social'. Basta vivere il reale.

Oggi l'unica fuga affascinante ed esotica è la sconnessione.

lunedì 23 novembre 2015

Toscana, primato di morti sul lavoro

In questi giorni ci stiamo dimenticando di tante cose.
Per esempio: oggi è morto un altro operaio in una cava di marmo a Carrara.
La Toscana detiene il triste primato, dopo la Lombardia, per i morti sul lavoro in Italia.

http://cadutisullavoro.blogspot.it/

domenica 22 novembre 2015

KARL LAQUA, il boia di Figline. Com'è andata.

Stupito e molto soddisfatto il pubblico (una convincente presenza alla replica di stasera, 21 novembre 2015 al Teatro La Baracca), e anch'io, nonostante la fatica di questi giorni per metterlo in scena. Ne è valsa la pena.

Un testo difficile, che recito in italiano e in tedesco, interpretando 8 personaggi, ma che mi dà sempre grande soddisfazione. In questa replica ho affinato, rispetto alle precedenti, alcuni aspetti e dettagli riguardo ai personaggi.

Non è stato visto alcun rappresentante delle istituzioni, di nessun genere; nessuno che volesse saperne un po' di più di questo eccidio fra quelli che siedono negli scranni comunali pratesi, o fra i giovani 'resistenti' con tanto di patentino.


Commenti del pubblico:

-Non è una strage - è giustizia -. Ieri come oggi si abusa e si violenta la parola giustizia...Attuale, oltre che storico. Nel cuore dei pratesi dovrebbe risuonare di più la parola pace. - Silvia.
-Sei veramente incredibilmente grande - Antonella
-Interpretazione dei vari personaggi veramente fantastica. - Dania.
-Un passato da non dimenticare - M.
-Straordinario viaggio fra la memoria, la storia e l'emozioni. Angelo
-Una pagina di storia raccontata con straordinaria lucidità, brava brava Maila! - Graziano.





venerdì 20 novembre 2015

Sindaco, non ridere

Egregio Sindaco Biffoni,
si racconta che ieri, durante il consiglio straordinario chiesto dalle opposizioni sull'ampliamento dell'aeroporto di Firenze Peretola, Lei ridacchiasse al telefono; e mentre un Suo collega di Partito e di carica parlava, il Sindaco di Poggio a Caiano.
Raccontano che un cittadino ha urlato: - Non essere ridicolo, fai il serio! - .

Tutto questo è ben poco egregio, soprattutto in momenti così difficili della nostra Storia, e quando si discute di argomenti che la popolazione ha molto a cuore.

La Sua risata è sintomo di difficoltà; e infatti Lei si dichiara sì contro l'ampliamento dell'aeroporto, ma l'ordine di scuderia del Suo Partito va verso 'altre storie'; e Le permettono di salvare la faccia ma solo per tenere a bada l'elettorato di cosiddetta Sinistra.

Sindaco, non rida; la situazione è molto seria, e Lei, e chi le fa eco con le risatine in consiglio e con gli iphone accesi per illuminare il vuoto che c'è in sala, non si mostra all'altezza del compito.

M.E.

giovedì 19 novembre 2015

Sai quante fanfare!

Come ho già detto, sabato presento il dramma Karl Laqua, Vita immaginaria e reale del boia di Figline.
La coincidenza con i fatti terribili di questi giorni, le guerre, la distruzione, l'affanno delle nostre e loro esistenze, è puramente casuale, tant'è che fino a qualche giorno fa pensavo di non farlo, perché molto affaticata, eccetera eccetera.

Perché per rappresentarlo, tanto per capirci, bisogna studiare duro, oltre al lavoro che si deve fare per tirare avanti...la baracca eccetera eccetera.

I giornalisti non ne hanno dato notizia, a parte il trafiletto, né nessuno dal Comune si è minimamente informato di quanto si sta facendo; insomma, si sta tratta di un evento simbolo di Prato e della Resistenza in generale. 

Sì, ho rappresentato il dramma nel 2009 a Figline, ma era un altra giunta, e più di sei anni fa.

Questi giovanotti investiti di cariche e caricotti hanno altro per il capo, evidentemente, e questo dimostra, ancora una volta, che:

1.  non gliene frega proprio nulla della cultura, e non solo in periferia. Infatti il consigliere presidente della cultura, che abita a cinquanta passi dal teatro periferico, non è mai venuto a vedere uno spettacolo, né verrà a vedere questo;
2.  che la cultura è solo strumentale alla propaganda e al consenso.

Infatti, se l'avessero presentato loro, sai quante fanfare.

Se volete venire, prenotate; c'è gente.

mercoledì 18 novembre 2015

Malicidio

Buongiorno,
dopo 48 ore di silenzio, vi trasmetto un pensiero, una piccola riflessione.

“Giovani che scannano giovani nella coscienza di uccidere nel segno del Profeta, sospinti dall’odio cieco del “malicidio”, in preda ad un delirio di onnipotenza come estirpazione del male. Atto disumano, folle e terrorizzante, prima ancora che per il corpo, per lo spirito di ognuno perché dietro tutto ciò esiste solo il baratro, la morte del dialogo, del confronto col prossimo.  Il malicidio trasposto agli infedeli cristiani o non credenti dell’oggi richiama, volenti o nolenti, il malicidio condotto blasfemamente nel segno di una croce vilipesa, così come il grande Piero della Francesca, ammonendo silenziosamente, raffigurò in pittura nelle Storie della Croce ad Arezzo. 800 anni sono passati dalle Crociate senza però che l’Umanità abbia di molto progredito nel rispetto reciproco, gli uni degli altri,  di etnie, religioni, razze, di condizioni sociali e di culture diverse. L’Umanesimo, alla fine del Medioevo, arginò questa barbarie aprendo l’Occidente al Rinascimento, ma evidentemente – come ben sappiamo - questo non è bastato e gli orrori si sono perpetrati con puntuale continuità nei secoli a venire, generazione dopo generazione. Alla resa dei conti attuale è da un nuovo Umanesimo che dovremo necessariamente ripartire per riscattare ogni forma di malicidio, passato, presente e futuro che, come un tarlo, alberga ancora, senza limiti e confini nella società contemporanea”. (Giuseppe Centauro).

PIERO DELLA FRANCESCA, uccisione del figlio del Re persiano Cosroe, particolare (Leggenda della Vera Croce, Arezzo, Basilica di San Francesco)

Natale: ecco a voi la città-panettone

Sento già mancarmi il respiro, per come le città saranno confezionate a Natale!

L'aspetto che più mi angoscia è la musica di sottofondo e l'assedio delle luminarie penzolanti; l'impossibilità di camminare, di guardare la città, conoscerla. Mercatini ovunque, e tutti tutti uguali! Cammino per la mia città e sono schiacciata dal commercio!

Magari, per esempio, per passare meglio il Natale e aiutare i commercianti, sarebbe bastato sistemare meglio qualche piazza, illuminarla, ripulirla, fare un po' di trekking urbano, incluso per bambini (1), e non usarla come piazzone per il mercato o le piste di pattinaggio, o come grande parcheggione!

Come accade a Piazza del Duomo di Prato.
Come accade a Piazza Mercatale a Prato. 

Le città, ormai smantellate pezzo a pezzo dal punto di vista comunitario e sociale, sono date in pasto agli eventi commerciali, e non offrono più prospettive a lungo termine.

I bambini stessi vengono presi e messi nell'ingranaggio con la neve finta e le finte letterine a Babbo Natale. Un obbrobrio.

Alcuni assessorati, come quelli 'economici', andrebbero eliminati, perché non fanno altro che trasformare le città in grandi e brutti bazar.

Per sostenere l'economia cittadina possiamo fare a meno delle idee degli economisti.


(1)   Il Trekking Urbano è un’attività che coniuga sport, arte, gusto e voglia di scoprire gli angoli più nascosti e curiosi delle città, attraverso itinerari caratterizzati da forti dislivelli del suolo e da scalinate. Si tratta di una forma di turismo “vagabonding”, libera e ricca di sorprese, adatta a tutte le età, senza un particolare allenamento preventivo. Oltre ad essere un’attività che fa bene al fisico e alla mente, il trekking urbano fa bene alle città perché permette di decongestionare le zone attraversate dai flussi turistici tradizionali, allargare il raggio delle visite alle aree più periferiche dei centri urbani e prolungare i soggiorni.

martedì 17 novembre 2015

Karl Laqua, un dramma attuale

Sabato 21 novembre ore 21 al Teatro La Baracca replico KARL LAQUA, Vita immaginaria e reale di Karl Laqua il boia di Figline.

Tragicamente attuale.  

Pensavo di non farcela, e invece ce la farò. 

E sono contenta di fare questa grande fatica per riproporlo in questo difficile momento.

Vi aspetto.

lunedì 16 novembre 2015

La guerra c'è lo stesso

Lo sapevi, vero?
tu non conti niente.

Anche se non la vuoi,
inutile,
la guerra c'è lo stesso.

Tu puoi essere
se vuoi
il martire,
l'eroe.

O il nemico.
Sì, puoi essere il nemico.

Vuoi essere il nemico?

Basta una bandiera,
ed ecco fatto.

Cosa scegli?
Scegli, sbrigati,
non c'è più tempo.

Da che parte stai?

La guerra è pronta,
tieni, prendi il fucile
e spara.

Speri di non morire.
Anch'io.
Ti dovrò ammazzare.

Questo possiamo fare.
Sperare. Ammazzare.

Tu non conti niente.
Neanch'io.

C'è un'altra scelta, però.
Se vuoi, se sei abile,
puoi schiacciare
con il carro armato,
con l'aereo da caccia
sganciare bombe.

Vuoi?

Oppure puoi
farti saltare in aria.
Diventare un eroe
o un assassino.

Dipende.

Se sopravvivi
e stai fra chi vince,
ti servirà
se servirai.

Scegli, suvvia,
il tempo stringe;
carichi d'armi
fremono ai porti.

E tu non conti niente.

La guerra ci sarà lo stesso
e morirai di fame
e di ferite.
Perché non muori già?

Ci aspettano,
dobbiamo andare.

Tu da che parte andrai?


Finché c'è guerra c'è speranza



domenica 15 novembre 2015

GATTA AL LARDO, che bella replica!

Che bella replica, proprio straordinaria, con pubblico e tanto divertimento. Anche così si reagisce alla barbarie.
Pochi i commenti, ma perché il pubblico ha riso parecchio.  Che doveva dire di più?
Stasera al testo ho aggiunto alcune piccole varianti e forse ne aggiungerò altre alla replica che farò a Carmignano domenica 29 novembre, nell'ambito della Fiera.

Commenti:

Simona. Divertente!
Mario    Me ne ricordassi uno!
Franco. Che simpatia!
Eliana: Una Maila nuova e positiva. Mi è piaciuto aver scoperto il suo lato 'infantile'.
Daniele. Brava. Per te vale il proverbio: "Chi fa da sé fa per tre, ma anche per quattro".

sabato 14 novembre 2015

E' quando non si ha voglia che bisogna cantare

Stasera replico GATTA AL LARDO, ragionamento comico sui proverbi.
I fatti di Parigi, le stragi, la strategia della tensione, la guerra qui e altrove, mi rendono tutto difficile. E in particolare, un testo comico.
Ci provo. D'altronde gli attori devono sempre salire sul palco con e per qualsiasi tempo. Anzi,  sono chiamati spesso in tempi di guerra a risollevare il 'morale delle truppe'.  
Ricordo la Magnani che, in una scena del film "La sciantosa", canta piangendo  'O surdato innamurato' davanti ai mutilati di guerra.

venerdì 13 novembre 2015

Il consiglio comunale sancisce solo il potere del partito

In attesa che discutessero la mozione su Gonfienti e l'area archeologica, mentre mi preparavo da mangiare prima di andare a fare lezione, mi sono collegata in diretta streaming per assistere alla seduta del consiglio comunale che si è tenuta oggi a Prato (in realtà ieri).
Sono rimasta basita. E non tanto perché la mozione non è stata discussa (tanto, che possono dire mentre stanno invece trattando di cementificare ancora di più con l'atto di indirizzo del nuovo Piano Operativo?), ma per il livello culturale e politico, davvero misero, e per la reale perdita di tempo che tale attività sembra ormai assumere.

Il consiglio comunale non serve tanto ad affrontare le problematiche della città, quanto piuttosto a sancire e ratificare il potere del partito, e le relative scelte già fatte altrove, tramite i suoi aderenti-adepti, che eseguono senza battere ciglio.

E non è un caso che frequentemente i sindaci siano assenti alle sedute del consiglio. Questo ha sempre meno valore e dà sempre più fastidio al potere e alle decisioni che vuole prendere.

Per sistemare questioni di coscienza, e metterla a tacere credendo di stare nel giusto, si utilizzano i campionari del modello politico 'corretto', con lemmi e diciture tutte maiuscole: Libertà, Resistenza, Democrazia, Accoglienza, Pari Opportunità, Sviluppo, eccetera eccetera.

Insomma, siamo a una distanza siderale da un mondo che potrebbe essere diverso e più gradevole per un numero maggiore di persone rispetto all'attuale, se solo chi può decidere alcuni aspetti di vita delle città fosse non tanto al servizio del partito o della fazione, e dei propri interessi, ma della comunità.

Fantascienza, in Italia.

E pensando alla fantascienza di cui sono una appassionata, non potevo non finire nel sito dell'ESA, la European Space Agency, che con estrema semplicità e chiarezza testimonia che il fior fiore degli scienziati, nell'umida e ventosa Olanda, dove piove un giorno sì e uno sì, vive un'altra vita dalla nostra, magari andando a lavorare in bicicletta. Una vita più salutare, per esempio, e quindi più ecologica; o viceversa. Più fantasiosa e ricca di stimoli. E chi viene da fuori, è incoraggiato a viverla, e consigliato.

Mentre noi, in Italia, siamo costretti a subire, e in troppe occasioni, le decisioni di ignoranti, arrivisti, arroganti, collusi; e li vediamo e li ascoltiamo sproloquiare per ordine di partito e di fazione.  In alcuni casi, come le notizie ormai ci annunciano a ogni ora del giorno e della notte, la cosa pubblica è dominata da veri e propri banditi.



Biking in the Netherlands
Wet weather? No problem!
11 November 2015





Riding your bike comfortably in the rain is relatively easy by using preparation and a bit of additional gear. For those of us working at ESTEC and living in the Netherlands, we see our Dutch colleagues riding their bikes in any kind of weather. Whether it’s raining, snowing or the sun is shining, bike paths in the Netherlands are constantly busy.

What may seem as normal bike riding for our Dutch colleagues can seem a little strange to newcomers. For example, in many countries it is the law to wear a bicycle helmet. That is not the case here. Hand signals may be different from what you were taught in your country. In the Netherlands, it’s very easy; left hand extended means you are turning left, right hand means you are turning right. 
“On Monday 16 November ESTEC's HSE-unit has organised a bike light safety check. You can drop off your bike at the Remco 1 (Mb) building and pick up your bike on your way home or any time during the day.” 
How about bicyclists giving a “lift” to another person with the person sitting on the back fender? Not a problem in the Netherlands. Nor is it uncommon to see a person holding an umbrella while biking.Side by side biking is also accepted in the Netherlands and this can be a little nerve-wracking when you see a group of school-aged kids biking toward you taking up the entire bike path or road. It’s not allowed, but it happens.
Did you know that biking to go shopping or to get to work, and cycling for sport are two different things in the Netherlands? Cycling for sport means wearing the correct gear including cycling shoes, helmets, gloves, etc, as well as using the proper racing (road) bike. Biking to get to work (if you live within 5 to 10 km) means getting on your bike in your everyday clothes and going.
Keep safety in mind
ESTEC’s HSE-unit encourages you to ride your bike for many reasons, including your health and the positive impact cycling has on the environment, but it’s always important to keep safety in mind.
Here are a few things to remember:
  • Bike brakes are much less effective when wet. Take it slower than normal and give yourself LOTS more time to stop.
  • Metal, painted, and brick surfaces can become very slippery during and after the rain. This means watch out for train tracks, manholes, roads and bike paths made with cobblestones , etc. When you cross over them keep your handlebars straight, not turning, to avoid a slip.
  • You may see the locals holding umbrellas in wet and windy conditions while riding their bikes, but if you are not an experienced bicyclist, do not try this. Wind and rain can make you feel unsteady enough. Keep both hands on your handle bars.





Here are a few more tips to consider when biking in wet conditions:
Wear glasses: A pair of glasses with a clear or yellow lens will protect your eyes from flying water, insects, mud, road grit and all the other bits of debris that can be thrown up by bike wheels. Yellow or orange lenses will increase contrast if the light levels are low, which will help you make out lump and bumps in the road more easily.Avoid potholes and puddles: Potholes are bad news. They can cause you to go off course, or in a worse-case scenario, damage your wheels or make you crash. In the rain, they become trickier still because you won’t be able to see if it’s a shallow puddle or a huge gaping hole ready to swallow you up. Stay clear!
Drop your tire pressure: By dropping the pressure in your tires a little, say about 15 – 20 psi from your normal levels, you can get a lot more grip on the road. The downside to this is you will be that much slower, but this can be a worthwhile compromise if the weather conditions are bad.
Control your speed and avoid hard braking: Wet weather means you’ll have to be more aware how you ride and how you control your speed. Sudden hard braking is best avoided as you are more likely to lose your grip on the road and skid. Make sure you look up and ahead, anticipate where you might need to stop or slow down, and make moves to do it slowly and well in advance. Apply your brakes smoothly and slowly, decelerating gradually.
Take care when cornering: Corners become a serious obstacle you’ll need to take care with. Look up and anticipate the corner, and reduce your speed before the corner so you are not applying the brakes going into or around it.
Ride consistently and predictably and keep to your lane: This is something you can do for other riders on the road. It means not suddenly slowing down, turning, cutting across riders, etc. These actions not only affect you, they might mean riders around you have to brake suddenly which increases the likelihood of someone skidding or crashing.
Make sure you have the right gear: A good waterproof jacket will make all the difference to your riding experience in the wet. Waterproof shoe covers, over trousers and gloves are all also good options to go for if you want to be completely protected from the elements. Neon and bright colours are especially important in dim but not dark conditions. A waterproof bag, pannier (In Holland, a pannier is known as a “fietstas” pronounced feats tass), or backpack will ensure that all of your valuables stay dry even if you don’t. Hands and feet get the coldest. If you plan to bike more than just a few km in the rain, make sure both are covered with waterproof and well insulated material.
Enjoy your ride! Besides the healthy benefits, it’s also a good opportunity to discover new routes to and from work.









giovedì 12 novembre 2015

Canzone per i cinesi schiavi


Proprio qui accanto a me

lungo un fosso

che si chiama Fosso

inquinato e sporco

brutto squallido morto

come tutta la città,

vivono lavorano cinesi

come topi.

Ma no, il topo è libero;

il cinese, schiavo.

Ha scelto lui di vivere così,

non conosce altra vita

di vivere come uno schiavo.

Non vuole altra vita!

E lui pensa di fare i soldi

di arricchirsi,

ecco cosa vuole,

e invece arricchisce

il trafficante, il padrone

arricchisce il suo Stato,

che gli dice: - Vai, sei libero,

ma portami i soldi,

mandami i soldi.

E lui lo fa, se ne va felice,

e pensa di essere libero,

pensa che tornerà ricco,

ma è controllato,

è contato sfruttato,

e butta così la sua vita nel fosso!

E nella città

dove si parla di libertà

di dignità,

ecco, puoi trovare tutti questi schiavi

nascosti ovunque.

Nascosti, ma si vedono bene!

Sembra uno di quei giochi

che facevamo da bambini;

quando a nascondino,

e noi pensavamo di non essere visti,

i grandi ci vedevano eccome!


Come si può dormire tranquilli,

come si può dormire

senza pensare che in questa città

c'è qualcosa che non va!

Maledetti ipocriti,

siete andati a scuola

per trincerarvi ancor meglio

nella vostra ipocrisia!


E incroci la nuova schiavitù,

per cui non ci sono ceppi,

non ci sono muri,

la puoi incrociare per via,

schiavitù a portata di mano

schiavitù a portata di occhi,

e ci scambiamo anche sorrisi!

E' una storia che dura da anni.

E mentre penso vedo questo

arriva il camioncino, il ragazzotto

carica le maglie carica il vestitino

che gli schiavi cuciono in fretta e furia

di notte di giorno sempre,

e che compriamo al mercato,

nel negozino,

compriamo a buon prezzo!

Dormono come topi

proprio accanto a me.

Ma i topi sanno

cos'è la libertà;

viva i topi,

che non hanno schiavi

che non affittano

che non inquinano

che ballano alla luna.

mercoledì 11 novembre 2015

Troppi giornalisti Papa-boys

Durante la visita papale a Prato e a Firenze, abbiamo finalmente saputo quanti sono i giornalisti Papa-boys. Tutti intonanti osanna e sprizzando emozioni, di assoluta aderenza.

Saltellavano come capretti.

Come erano spaventevoli quando tutti erano da una parte un tempo, adesso lo so altrettanto dall'altra parte. 

Nessuno che si sia posto, o forse nessuno si è potuto porre, alcune domandine su questo papa e il suo viaggio a Prato e Firenze, visto ormai come un Cristo in terra, Papa esaltato oltre misura per aver pronunciato due o tre frasi sullo sfruttamento del lavoro e per aver ricordato i morti cinesi al Macrolotto.  A Prato probabilmente nulla cambierà.

Un papa che appare un populista stile Peron, chiamato in Argentina, 'el actor' da Verbisky (colui che lo ha accusato di complicità con la dittatura), che parla sì di povertà e sfruttamento, che mangia alla Caritas, ma che in realtà si trova lontano dai temi della Teologia della Liberazione.

Un perfetto gesuita moralizzatore (rispetto alla Chiesa) e politico (rispetto all'esterno).

A mio parere un papa fortemente conservatore, che di Francesco ha poco o nulla, ma molto di Wojtila. Colui che appunto distrusse la Teologia della Liberazione in America Latina.


martedì 10 novembre 2015

Firenze è di nuovo capitale (Il Papa però prima va a Prato...)

Il Papa va a Firenze.  E la Fiorentina prima in classifica nel campionato di calcio.
E' evidente che con Renzi la vera, effettiva capitale d'Italia si è momentaneamente spostata a Firenze. L'accordo con Verdini lo sancisce. Il Partito della Nazione non poteva non nascere con un fiorentino.

Il Papa deve essere un po' irritato con Renzi se mette piede prima a Prato. O  vuole tener alto il 'prezzo'.

E' chiaro il messaggio: comanda Roma, comanda il Papa. E così gli fa un dispettuccio e va prima a Prato, che è più umile di Firenze, più 'francescana' -? -; ci sono gli extracomunitari, c'è il Macrolotto devastato dal consumismo e dall'affarismo abborracciato e sporco cino-pratese; c'è il rifiuto, lo scarto, lo sfruttamento per eccellenza. Insomma, va prima a Prato anche perché c'è lo scenario prediletto della "Bergoglio Jesuita Produccion de Peliculas", il "Bergoglio Style". Non certo per il Sacro Cingolo.

Solo dopo andrà a Firenze, e in curia chiederà: - Voi con chi state? Anche voi, pronti a tradire, eh? Tu quoque...Betori?-

Sembra essere al tempo delle Investiture. Delle lotte fra Papato e Impero...Il popolino che attende il saluto, l'emozione della vista del potente o del santo.

Per Bergoglio sarà una chiara dimostrazione di forza a casa di imperator Renzino. Preludio di accordi in casa di chi comanda lo Stato.

Non deve temere, il Papa. La Toscana ha sempre seguito Roma e viceversa. La Toscana è la cassaforte identitaria dello Stato, la terra fedele e feudale, e anche beghina.

Per questo ci sono nati ribelli come Bresci o geni come Leonardo. E a volte, geni e ribelli hanno coinciso, come in Dante. Perché è una terra tradizionalista e asfissiante, i cui governanti alla Stenterello sono sempre stati pronti a calarsi le braghe e a fare i burattini (e tutti in fila a inginocchiarsi e a stringere la manina, emozionati...). E allora la gente ogni tanto si oppone o diventa genio, ché non ne può più. Che essere genio non è che una delle forme della ribellione e dell'insofferenza.

Quelli poi che pensano che l'arrivo di Bergoglio possa essere un punto a favore contro l'ampliamento dell'aeroporto e l'ulteriore devastazione della Piana, sono dei pii illusi. Anche Bergoglio, anzi lui più di tutti,  arriva dal cielo e ha bisogno di piste.


P.S. Ricordo che per la visita del Papa la Regione Toscana ha assegnato 200.000 euro alla Diocesi di Firenze.

Prossimi appuntamenti al Teatro La Baracca

Sabato 14 novembre, ore 21, replica straordinaria di GATTA AL LARDO, ragionamento comico sui proverbi.

Sabato 21 novembre, ore 21, KARL LAQUA, vita immaginaria e reale del boia di Figline.

Via, speriamo di farcela!...Non mi abbandonate.




lunedì 9 novembre 2015

Il Papa a Prato


Martedì 10 novembre il Papa sarà a Prato.

Delirio collettivo e provinciale, città impraticabile, scuole chiuse (e lo chiamano stato laico!), tombini sigillati. Ma fortunatamente anche qualche sfottò (questo 'salutare' cartello lo trovate in via Frascati).

domenica 8 novembre 2015

GATTA AL LARDO. Com'è andata e...replica straordinaria



Il debutto di GATTA AL LARDO è andato molto bene, direi.
Mi sono particolarmente divertita, e credo anche tanto il pubblico; per questo ho deciso di replicare sabato prossimo, 14 novembre. Nelle foto alcuni momenti dello spettacolo, con  il cammeo di Gianfelice.
P.S. Dato che qualcuno ha chiesto, spiego: le canzoni sono tutte mie, eccetto l'ultima; due sono però basate su proverbi. 'La leggera' è mia, testo e musica, e completamente diversa da quella storica, anche perché dedicata all'anarchico livornese Renzo. 'Leggera' si diceva una volta di chi non aveva voglia di lavorare, e, per estensione, degli anarchici, che però 'leggere' non erano affatto. O comunque non la persona a cui è dedicata la canzone, Renzo, che si autodefiniva 'leggera' solo per provocazione.

I commenti:

-Emozioni, e ancora emozioni. Bravissima e originale! Maura.

-Bellissimo...e tanti non me li ricordavo più. Grazie per riportarci all'età in cui con poche parole ci rendevano un concetto e...a buon intenditor poche parole.  Silvia

-Bellissimo spettacolo. Suggerisco un proverbio: - Mal comune mezzo gaudio.  Stefano

-Complimenti! Una serata di sane risate...e riflesisoni. Yuri

-Dopo i proverbi millenari, ironici e melodiosi, oggi ci sono i 'cinguettini' globali. Forse, si stava meglio quando si cantava peggio! - Fulvio

-Spettacolo solo apparentemente più leggero di altri, ragionamento comico appunto, ma che si è rivelato come sempre fonte di ulteriori riflessioni, paragoni con la nostra vita che, nel bene o nel male, è stata scandita da questi che, in una definizione iniziale, l'artista ha definito 'sentenze popolari'. Grazie ancora e se possibile avanti così!  - Massimo.

-Ridere così e con intelligenza, non capita più così facilmente. Spettacolo molto originale. Brava. - Loredana

venerdì 6 novembre 2015

La Pergola, quando il teatro diventa sfarzo disgustoso

E' di ieri la notizia che la Regione Toscana ha ridotto i soldi agli istituti culturali pratesi. Invece a Firenze, sembra tirare altra aria. Ricchezza, sfarzo.

Alla Pergola - teatro diventato teatro nazionale e quindi rivestito di soldi - Gabriele Lavia dirige Vita di Galielo di Bertold Brecht come se fosse un'opera lirica, con sfarzo.

Voi direte: dà lavoro.
Dà ad alcuni, ma ad altri si toglie o si è già tolto.

Io non ho visto l'opera, né la voglio vedere, ma basta scorrere il nuovo sito della Pergola (il vecchio è stato chiuso, a significare il passaggio ai 'soldi nuovi'), per rimanere disgustati dalle foto che si mostrano dello spettacolo. Brecht non amava la ricchezza, tantomeno a teatro e quindi potremmo dire che questo allestimento ricchissimo, non è filologiamente corretto.

E poi basti pensare alla versione di Strehler con Buazzelli, e scoprire che si può fare meglio con meno, molto meno.

E' il teatro di Renzi, questo di Lavia; il teatro che Rossi benedice: sfarzo, vetrina, luci, bella scenografia. Grande impatto visivo. Scenografie fatte per una volta, e poi buttate.  Il grande attorone, e il ricco spettacolo ruota attorno a lui.  

Il tutto in mano a pochi. Che tristezza. Che schiaffo a noi, artisti squattrinati, quanta ingiustizia in questa Toscana a Sinistra!

Viene rabbia. Ma poi si capisce che questo è un teatro assente, un teatro di cui non abbiamo bisogno, che non 'riflette' nulla. Che non crea, né deve crearlo,  nulla di nuovo o significativo.

E'  il triste e inutile teatro del potere.

mercoledì 4 novembre 2015

Nell' 'area vasta', vasto è lo sconforto

Insomma, quello che si prospetta nel piano strutturale presentato dall'assessore Barberis, è un assalto all’ancor più cemento sulla città di Prato,  almeno stando ai giornali. Condito e camuffato con le paroline arte, riuso, contemporaneità. Europa!
Intanto, nel luogo dove dicono di fare il parco, nell'area dell'ex ospedale che sarà abbattuto (e gli inerti si sa dove li porteranno, a Casale), ci costruiranno eccome, comunque! Il concorso l'hanno già fatto, tutto loro, lo scambio fra Regione e Comune - io pago questo e tu mi dai quello -  e il concorso che presenteranno al pubblico probabilmente riguarderà il decorativo e pittoresco. L'ininfluente.
Bisogna fermare in tempo gli architettismi dell'assessore Barberis e della sua giunta, che renderebbero Prato un orrore.
Altro che città alternativa, questa che si prospetta; è una città gabbia, asfissiante, delirante. Ancor più di adesso. Senza cercare di fermare la barbarie in atto,  si 'barberizza' in senso omologante, europeizzante. Già ne abbiamo abbastanza con questo agglomerato urbano reso volgare e 'veloce', dove la storia, e da più di cinquanta anni, è stata cancellata a favore della presunta modernità, e proprio da coloro che, gli eredi, celebrano pagliette e bozze. Capito?, lo specifico pratese!, quando lo specifico pratese è bell'e morto e sotterrato e ormai non c'è rimasto nemmeno l'ultimo ossicino; una città dove, per esempio, ci se ne  frega di veder crollare la Fattoria Medicea, quella di Lorenzo, per cui né sindaco né assessori si sbracciano; dove non solo si è distrutto l'area archeologica di Gonfienti, ma si è fatto morire anche una parte di città (la Querce), e di cittadini, soffocati come topi, separati dall'Interporto, eccetera eccetera; dove muoversi, soprattutto a piedi o in bici, lo si fa a rischio della propria vita. Altro che di velocità e di macchine abbiamo bisogno! Altro che di grattacieli o boulevard futuribili! Se si vuole essere europei, si deve quanto meno puntare a eliminare le macchine più possibile! E invece questo non si fa! Si blatera e basta al riguardo, o se ne intascano i soldi per i progetti, punto!

Sull'arte, be', lasciamo perdere: l'arte che vogliono è quella bendata, sugli occhi e sulla bocca, che devono aprirsi solo per bere e mangiare per gli sponsor futuri del loro housing sociale. Quell'arte che, come il soprammobile, possono mettere nella vetrinetta, come nei vecchi salotti alla pratese!

E meno male che celebrano Pasolini, lo celebrano senza averlo mai letto!

Nell'area vasta, vasto è lo sconforto.


"Sia come sia, le ventisei pagine di variante al Piano strutturale sono pronte (già passate una prima volta in commissione consiliare) e arriveranno in consiglio comunale il 12 novembre. Come vedono la Prato futura il sindaco Matteo Biffoni e l'assessore Barberis? Più che moderna, contemporanea: «E questo significa - spiega l’assessore - accentuare quelle caratteristiche che rendono già Prato interessante e affascinante, sicuramente centrale rispetto agli assi dell’area vasta». Dunque creativa, proiettata verso l’arte in particolare contemporanea, multiculturale, non timorosa di sperimentare e espandersi in verticale. Insomma europea. Cinque i capisaldi della variante: il riuso di edifici ed ex capannoni industriali («La vera specificità di Prato - dice Barberis - dal tessile, alla moda fino all’impianto di Gida che ricicla l’acqua»); la manifattura del XXI secolo declinata nel tessile-moda, nell’agroalimentare (400 aziende agricole nel comune, 700 in tutta la provincia), nelle 400 aziende hi-tech («Per la prima volta - spiega Caporaso - il Piano operativo prende in considerazione queste nuove attività, aprendo anche all’innovazione creativa e alle arti») e poi il piano casa come terzo snodo «con il quale verranno affrontati in modo sistematico - spiega Barberis - i problemi del territorio seguendo due percorsi: quello della case popolari e l’housing sociale». In pratica il primo settore è a carico del pubblico, l’altro con la partecipazione dei fondi di investimento privati. Quarto punto: lo spazio pubblico «inteso come cornice all’interno della quale c’è la vita quotidiana dei cittadino» e ultimo l’ambiente «che noi - prosegue Barberis - giudichiamo strategico anche per lo sviluppo dell’economia».
Al netto dei progetti sull’area del vecchio ospedale («dove realizzeremo un parco urbano e le idee verranno da un concorso internazionale») e del parco fluviale sul Bisenzio che fanno tutti parte della variante, un capitolo è dedicato alla Declassata: «Il boulevard della città che in prospettiva diventerà il vero asse di collegamento dell’area vasta». E’ la Declassata la porzione di città destinata a cambiare, con lo sviluppo in verticale, lo skyline della città. Dunque grattacieli (il primo - se si farà - quello di fianco a Esselunga), imprese, attività ed edifici destinati all’housing sociale con collegamenti snelli. Una fetta di città votata alla modernità e alla velocità." (Copiato da Il Tirreno, http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2015/11/04/news/ecco-la-prato-della-modernita-grattacieli-e-fattorie-dentro-i-capannoni-1.12386427?ref=hftiprea-1).


martedì 3 novembre 2015

GATTA AL LARDO, Ragionamento comico sui proverbi

Dopo il testo filosofico o politico o poetico, come variamente è stato definito Le tre vite del ragazzo di Tien An Men, di cui presto sarà pronto un video di presentazione, il cosiddetto promo, con Gatta al Lardo vado completamente da un altra parte; ma una parte che comunque conosco bene, e in cui mi trovo a mio agio lo stesso data la tradizione di famiglia. Da tempo pensavo di fare uno spettacolo sui proverbi e, credete, non è stato facile, perché la materia è infinitamente eterogenea e non si presta così di prima mano a mostrarsi sulla scena. Ma questa ricerca, questo sperimento comunque l'ho voluto provare, anche inserendo una manciata di canzoni antiche e nuove alla maniera popolare, e altre cose a sorpresa.

Io reputo che qualcosa di buono ne è venuto fuori.

Vi aspetto, sabato 7 novembre 2015 ore 21 al Teatro La Baracca di Prato (Via Virginia Frosini 8).
Per trovare il teatro, basta consultare le mappe internautiche.

Vi aspetto.


P.S. Purtroppo non ci sono sconti né omaggi - a parte gli allievi del teatro che come al solito pagano la metà - , perché come sa chi mi segue, il teatro La Baracca non riceve finanziamenti dalla Regione, siamo nelle lista dei 'cattivi'. Tanto per parlare di favole vere, quelle che il Rossi e la sua propaganda non raccontano.

lunedì 2 novembre 2015

Votare? Non serve più! (1: la Renzittatura)

Dacché Renzi è stato nominato Presidente del Consiglio, e non eletto, votare non serve più.

Quando voteremo la prossima volta? Boh! Mah!

Presto Renzi diventerà anche capo di Roma attraverso l'esile figura del Prefetto Tronca, e potrà gestire direttamente gli affari legati al Giubileo. Tu qua; lei là; e io qui. Qui!

I consigli, i parlamenti, le opposizioni? Ostacoli! Impicci! Paludi!

Silenzio, basta con le discussioni, ora si lavora! Vedete come si va bene senza elezioni?

Le elezioni? Ci saranno a primavera... Ah, maledetta primavera! Intanto il capo avrà tempo e modo di esercitarsi e dimostrare che in fondo, non solo per i romani, ma tutti per tutti gli italiani, le elezioni sono...inutili!  E quando ci saranno, quando quando?, tutti avranno dimenticato la figuraccia con l'ex sindaco Marino (intanto avrà avuto modo di annientare politicamente qualche consigliere firmaiolo), e nessuno le chiederà forse più. E potrà evitare il fracasso elettorale a causa di un gradimento un po' bassino. Non può uscire di scena, ora proprio no!

Siamo ufficialmente entrati nella fase in cui alla democrazia Renzi, o altri tramite lui, sta sostituendo qualcosa di diverso, di pinocchiescamente astuto: la democrazia bugiarda, la...Renzittatura.

domenica 1 novembre 2015

Appello per la Fattoria Medicea nel Parco delle Cascine di Tavola a Prato

Dopo la visita di ieri alle Cascine di Tavola, organizzata dal Prof. Giuseppe Centauro e dal Prof. David Fanfani,  lo sconforto è assoluto: vedere ormai ridotto a rudere, contornato dall'indifferenza delle cosiddette istituzioni, un patrimonio architettonico, storico culturale come la Fattoria di Lorenzo! 
Vergogna, Prato, Toscana, Italia.

Pubblico l'appello del Prof. Centauro, che contiene anche preziose informazioni sulla Fattoria stessa.


La Fattoria Medicea nel Parco delle Cascine di Tavola a Prato
La Fattoria Medicea si trova oggi in un deplorevole stato di conservazione a causa di una perdurante vicenda giudiziaria mossa nei confronti dei privati che stavano ristrutturando il complesso per usi ricettivi. Paradossalmente questo sequestro (solo da pochi mesi risolto), andato avanti per anni, è avvenuto in una delicata fase di riabilitazione funzionale che bruscamente interrotta ha procurato ampi crolli e un progressivo degrado delle strutture.  A distanza di un anno e mezzo dall’appello per salvare la Fattoria Medicea lanciato in occasione della mostra dei progetti elaborati dagli studenti del laboratorio di restauro  del Dipartimento di Architettura di Firenze (marzo 2014), il gruppo di docenti e del personale tecnico dell’Ateneo fiorentino in visita alle Cascine di Tavola, insieme a tanti comuni cittadini partecipi al sopralluogo, condivide l’appello di allora affinchè s’intervenga con un’immediata e risoluta azione di messa in sicurezza  sull’intero complesso, avendo una preoccupazione in più sulle sorti della fattoria per l’approssimarsi di un’altra inverno (l’ottavo consecutivo senza che si sia fatto nulla!) e con esso dell’avanzare inesorabile di un ulteriore inevitabile dissesto strutturale e di un’ancor più irreversibile disgregazione materica che andrà a colpire un’architettura già martoriata oltre ogni ragionevole misura.
Un j’accuse che coinvolge direttamente la società civile e le coscienze di tutti
S.O.S. FATTORIA LAURENZIANA
Per il restauro di una straordinaria emergenza architettonica, archetipo della ruralità toscana nel mondo.
Il complesso immobiliare, costituito dal nucleo storico della Fattoria voluta da Lorenzo il Magnifico nel 1477 e dagli annessi principalmente edificati tra il XVI e il XVII sec. (Magazzino dei Risi, Mulino, Pozzo Nuovo) con il grande stallone del XIX sec., riveste un’importanza storica e artistica rilevantissima.
La tenuta di Tavola, un esteso tratto di territorio posta sulla riva sinistra dell’Ombrone tra la frazione di Tavola a Nord-Ovest, il nucleo di Fontanelle a Nord–Est e di Poggio a Caiano a Sud, occupa la parte più bassa della piana pratese. Il complesso agricolo costituiva originariamente un insieme unitario con la vicina Villa Medicea di Poggio (dal 2013 quale “bene culturale” riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità - Unesco) e di questa rappresentava una parte integrante come pars rustica. La sua estensione andò gradualmente aumentando dalle prime acquisizioni, operate da Lorenzo de’ Medici, a partire dall’ultimo quarto del XV sec. fino al Novecento. Dopo l’Unità d’Italia, essa passò assieme alla Villa di Poggio a Caiano, alla famiglia Savoia, responsabile nel primo dopoguerra dello smembramento del complesso, con la separazione della Villa, rimasta poi allo Stato, dalla tenuta, ceduta prima ad un ente di assistenza ai reduci di guerra, e da questa, poi, a privati.
L’organizzazione spaziale del complesso di oltre 22.000 mq. risponde anche alle regole che Leon Battista Alberti aveva descritto pochi decenni anni prima dell’acquisizione da parte di Lorenzo, ne L’Architettura, per la realizzazione di un moderno complesso di villa rustica.  Al centro si trova la piscina, attorno a questa, sul retro e sui lati, vi sono le stalle; di fronte, a sinistra le stanze per la preparazione del formaggio e sulla destra le unità di abitazione. I vani sono identificati come “lattaia”, “caciaia”, “cucina”, “luogo dove si cuoce il cacio”, “sala”, “camera”, ecc.
Il complesso, pur presentando numerosi spazi per la residenza, aveva una vocazione principalmente produttiva; in esso le attività agricole e quelle di trasformazione del prodotto primario avevano certamente prevalenza su quelle abitative, che erano comunque necessarie per far funzionare l’insieme.
Insomma si realizzò un modello assoluto che non ebbe uguali sul suolo nazionale, orgoglio della famiglia de’ Medici; fu poi imitato dagli Sforza a Milano e da tutte le signorie dell’Italia Settentrionale e Centrale.
La peculiarità straordinaria è che tutte le fabbriche che compongono il quadrato centrale delle Cascine ha mantenuto nei secoli, una generale corrispondenza all’impianto originario.
La sfortunata vicenda di questi anni che ha portato al sequestro preventivo da parte del Tribunale di Prato su esposto dell’Associazione “Italia Nostra”, finalmente risolto dopo quattro anni di attesa, offre l’opportunità unica per la mano pubblica di riacquisire la titolarità del bene al fine di recuperare funzionalmente il complesso, di restaurarlo per riportarlo architettonicamente agli antichi splendori e magistralmente dotarlo di servizi adeguati al livello internazionale che compete a questa struttura.
Prato 31-10-2015

Prof. Giuseppe Alberto Centauro






Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.