mercoledì 4 novembre 2015

Nell' 'area vasta', vasto è lo sconforto

Insomma, quello che si prospetta nel piano strutturale presentato dall'assessore Barberis, è un assalto all’ancor più cemento sulla città di Prato,  almeno stando ai giornali. Condito e camuffato con le paroline arte, riuso, contemporaneità. Europa!
Intanto, nel luogo dove dicono di fare il parco, nell'area dell'ex ospedale che sarà abbattuto (e gli inerti si sa dove li porteranno, a Casale), ci costruiranno eccome, comunque! Il concorso l'hanno già fatto, tutto loro, lo scambio fra Regione e Comune - io pago questo e tu mi dai quello -  e il concorso che presenteranno al pubblico probabilmente riguarderà il decorativo e pittoresco. L'ininfluente.
Bisogna fermare in tempo gli architettismi dell'assessore Barberis e della sua giunta, che renderebbero Prato un orrore.
Altro che città alternativa, questa che si prospetta; è una città gabbia, asfissiante, delirante. Ancor più di adesso. Senza cercare di fermare la barbarie in atto,  si 'barberizza' in senso omologante, europeizzante. Già ne abbiamo abbastanza con questo agglomerato urbano reso volgare e 'veloce', dove la storia, e da più di cinquanta anni, è stata cancellata a favore della presunta modernità, e proprio da coloro che, gli eredi, celebrano pagliette e bozze. Capito?, lo specifico pratese!, quando lo specifico pratese è bell'e morto e sotterrato e ormai non c'è rimasto nemmeno l'ultimo ossicino; una città dove, per esempio, ci se ne  frega di veder crollare la Fattoria Medicea, quella di Lorenzo, per cui né sindaco né assessori si sbracciano; dove non solo si è distrutto l'area archeologica di Gonfienti, ma si è fatto morire anche una parte di città (la Querce), e di cittadini, soffocati come topi, separati dall'Interporto, eccetera eccetera; dove muoversi, soprattutto a piedi o in bici, lo si fa a rischio della propria vita. Altro che di velocità e di macchine abbiamo bisogno! Altro che di grattacieli o boulevard futuribili! Se si vuole essere europei, si deve quanto meno puntare a eliminare le macchine più possibile! E invece questo non si fa! Si blatera e basta al riguardo, o se ne intascano i soldi per i progetti, punto!

Sull'arte, be', lasciamo perdere: l'arte che vogliono è quella bendata, sugli occhi e sulla bocca, che devono aprirsi solo per bere e mangiare per gli sponsor futuri del loro housing sociale. Quell'arte che, come il soprammobile, possono mettere nella vetrinetta, come nei vecchi salotti alla pratese!

E meno male che celebrano Pasolini, lo celebrano senza averlo mai letto!

Nell'area vasta, vasto è lo sconforto.


"Sia come sia, le ventisei pagine di variante al Piano strutturale sono pronte (già passate una prima volta in commissione consiliare) e arriveranno in consiglio comunale il 12 novembre. Come vedono la Prato futura il sindaco Matteo Biffoni e l'assessore Barberis? Più che moderna, contemporanea: «E questo significa - spiega l’assessore - accentuare quelle caratteristiche che rendono già Prato interessante e affascinante, sicuramente centrale rispetto agli assi dell’area vasta». Dunque creativa, proiettata verso l’arte in particolare contemporanea, multiculturale, non timorosa di sperimentare e espandersi in verticale. Insomma europea. Cinque i capisaldi della variante: il riuso di edifici ed ex capannoni industriali («La vera specificità di Prato - dice Barberis - dal tessile, alla moda fino all’impianto di Gida che ricicla l’acqua»); la manifattura del XXI secolo declinata nel tessile-moda, nell’agroalimentare (400 aziende agricole nel comune, 700 in tutta la provincia), nelle 400 aziende hi-tech («Per la prima volta - spiega Caporaso - il Piano operativo prende in considerazione queste nuove attività, aprendo anche all’innovazione creativa e alle arti») e poi il piano casa come terzo snodo «con il quale verranno affrontati in modo sistematico - spiega Barberis - i problemi del territorio seguendo due percorsi: quello della case popolari e l’housing sociale». In pratica il primo settore è a carico del pubblico, l’altro con la partecipazione dei fondi di investimento privati. Quarto punto: lo spazio pubblico «inteso come cornice all’interno della quale c’è la vita quotidiana dei cittadino» e ultimo l’ambiente «che noi - prosegue Barberis - giudichiamo strategico anche per lo sviluppo dell’economia».
Al netto dei progetti sull’area del vecchio ospedale («dove realizzeremo un parco urbano e le idee verranno da un concorso internazionale») e del parco fluviale sul Bisenzio che fanno tutti parte della variante, un capitolo è dedicato alla Declassata: «Il boulevard della città che in prospettiva diventerà il vero asse di collegamento dell’area vasta». E’ la Declassata la porzione di città destinata a cambiare, con lo sviluppo in verticale, lo skyline della città. Dunque grattacieli (il primo - se si farà - quello di fianco a Esselunga), imprese, attività ed edifici destinati all’housing sociale con collegamenti snelli. Una fetta di città votata alla modernità e alla velocità." (Copiato da Il Tirreno, http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2015/11/04/news/ecco-la-prato-della-modernita-grattacieli-e-fattorie-dentro-i-capannoni-1.12386427?ref=hftiprea-1).


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