mercoledì 18 novembre 2015

Malicidio

Buongiorno,
dopo 48 ore di silenzio, vi trasmetto un pensiero, una piccola riflessione.

“Giovani che scannano giovani nella coscienza di uccidere nel segno del Profeta, sospinti dall’odio cieco del “malicidio”, in preda ad un delirio di onnipotenza come estirpazione del male. Atto disumano, folle e terrorizzante, prima ancora che per il corpo, per lo spirito di ognuno perché dietro tutto ciò esiste solo il baratro, la morte del dialogo, del confronto col prossimo.  Il malicidio trasposto agli infedeli cristiani o non credenti dell’oggi richiama, volenti o nolenti, il malicidio condotto blasfemamente nel segno di una croce vilipesa, così come il grande Piero della Francesca, ammonendo silenziosamente, raffigurò in pittura nelle Storie della Croce ad Arezzo. 800 anni sono passati dalle Crociate senza però che l’Umanità abbia di molto progredito nel rispetto reciproco, gli uni degli altri,  di etnie, religioni, razze, di condizioni sociali e di culture diverse. L’Umanesimo, alla fine del Medioevo, arginò questa barbarie aprendo l’Occidente al Rinascimento, ma evidentemente – come ben sappiamo - questo non è bastato e gli orrori si sono perpetrati con puntuale continuità nei secoli a venire, generazione dopo generazione. Alla resa dei conti attuale è da un nuovo Umanesimo che dovremo necessariamente ripartire per riscattare ogni forma di malicidio, passato, presente e futuro che, come un tarlo, alberga ancora, senza limiti e confini nella società contemporanea”. (Giuseppe Centauro).

PIERO DELLA FRANCESCA, uccisione del figlio del Re persiano Cosroe, particolare (Leggenda della Vera Croce, Arezzo, Basilica di San Francesco)

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