lunedì 30 novembre 2015

Giuliano l'Apostata

In un mondo sempre più fanatico e ignorante, anche in Occidente, fra presepi e canti religiosi vietati o imposti in una scuola pubblica che rivela il vero volto di sé (cfr. il preside Marco Parma di Rozzano e i canti religiosi; il sindaco di Pietrasanta che impone il presepe), fra gli strepiti di identità sottratta e integralismo, con i politici che subito squallidamente strumentalizzano, mi viene da chiedermi: e i pagani, quelli che seguivano il culto di Mitra, credevano negli dèi eccetera nel mondo antico romano, come si saranno sentiti, con il cristianesimo imposto e violento di Costantino?
Ecco una 'circolare' di Giuliano l'Apostata, archetipo dell'imperatore anticristiano, su cui sono fiorite le più false leggende; lo scritto,  che dimostra il forte dissidio fra cristiani e pagani- l'imperatore impedì di fatto ai cristiani di insegnare retorica - ,  non è più intollerante di tanti atteggiamenti e 'circolari' di oggi.
Sarebbe l'ora di via la religione dalla scuola.

« È necessario che tutti gli insegnanti abbiano una buona condotta e non professino in pubblico opinioni diverse da quelle intimamente osservate. In particolare, tali dovranno essere coloro che istruiscono i giovani e hanno il compito di interpretare le opere degli antichi, siano essi retori, grammatici e ancor più sofisti, poiché questi ultimi, più degli altri, intendono essere maestri non di sola eloquenza ma anche di morale, e sostengono che a loro spetta l'insegnamento della filosofia civile. [...] Io li lodo perché aspirano a elevati insegnamenti, ma li loderei di più se non si contraddicessero e non si condannassero da soli, pensando una cosa e insegnandone un'altra. Ma come? Per Omero, Esiodo, Demostene, Erodoto, Tucidide, Isocrate e Lisia, gli dèi sono guida e norma dell'educazione: forse che costoro non si reputavano devoti, chi a Hermes, chi alle Muse? Trovo assurdo che coloro che spiegano i loro scritti disprezzino gli dèi che quelli onoravano. Ma, anche se a me pare assurdo, non dico con questo che essi debbano dissimulare le loro opinioni di fronte ai giovani. Io li lascio liberi di non insegnare ciò che non credono buono ma, se invece vogliono insegnare, insegnino prima con l'esempio [...] Finora, si avevano molte ragioni per non frequentare i templi e la paura, ovunque avvertita, giustificava la dissimulazione delle vere opinioni sugli dèi. Ora, poiché questi dei ci hanno reso la libertà, mi sembra assurdo che si insegni ciò che non si crede giusto. Se i maestri cristiani considerano saggi coloro di cui sono interpreti e di cui si dicono, per così dire, profeti, cerchino prima di rivolgere la loro pietà verso gli dèi. Se invece credono che questi autori si siano sbagliati circa le entità da venerare, vadano allora nelle chiese dei Galilei a spiegare Matteo e Luca. Voi affermate che bisogna rifiutare le offerte dei sacrifici? Bene, anch'io voglio che le vostre orecchie e la vostra parola, come dite voi, si purifichino astenendosi da tutto ciò a cui io ho sempre desiderato partecipare insieme con coloro che pensano e fanno quello che io amo. »

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