martedì 5 aprile 2016

Un mondo senza isole da scoprire

Davíð Gunnlaugsson, primo ministro dell’Islanda, è  coinvolto nello scandalo dei "Panama Papers", insieme a tanti capi di Stato, uomini d'affari, personaggi pubblici eccetera che hanno portato i loro soldi nel paradiso fiscale panamense. Gli islandesi sono furibondi.
Noi, da quaggiù, guardavamo  quella terra dei freddo e dei geyser, dove tra l’altro recentemente si sono trovate tracce della presenza romana (alcune monete), come luogo scevro da quella furbizia più, che ne so, tipicamente mediterranea. E invece no.
“Quando Gunnlaugsson entrò in Parlamento nel 2009, dopo la crisi finanziaria che aveva messo in ginocchio il Paese, diventò famoso come leader del gruppo “InDefence” che si batteva per non pagare i miliardi di dollari depositati nelle banche di Reykjavik dai creditori internazionali. I due referendum sul tema, entrambi supportati da “InDefence”, aiutarono Gunnlaugsson e il suo partito a ottenere il potere. I “Panama Papers” ci rivelano oggi che Gunnlaugsson ha avuto anche un grosso interesse personale nella questione.  
Per l’opinione pubblica islandese il tema è doppiamente doloroso. Da una parte, la condotta di Gunnlaugsson è vista come ipocrita perché lui si è sempre presentato come un supporter della sovranità e della corona islandesi, nonché un fiero oppositore dell’ingresso dell’Islanda nella Ue. Dal 2008 un qualunque risparmiatore islandese ha pochissime possibilità di spostare i suoi soldi all’estero. Ma se lo stesso primo ministro non vuole tenere i suoi soldi nelle banche islandesi, perché dovrebbero farlo i suoi elettori? “ (La Stampa)

Appare un mondo insomma tutto uguale, senza fascino, dove il far soldi e la corruzione viaggiano barbari come il turismo, dove non ci sono più isole da scoprire. Nessuna speranza.

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