Come è accaduto per Obama, il primo presidente di colore, non esulterò se Hillary Clinton (ma il suo cognome è un altro) diventasse presente degli Stati Uniti.
Non sarebbe una 'vittoria' delle donne; come quella di Obama non fu una 'vittoria' del mondo afro-americano.
Infatti tanti e violenti scontri razziali sono avvenuti proprio durante la sua presidenza.
Purtroppo le donne non hanno introdotto nella politica cambiamenti sostanziali, finora. Anzi, si sono adoperate per seguire più da vicino possibile il mondo creato e allevato dagli uomini al fine di introdurvisi con grande piacere, vanità e gusto del potere, e cercando di perpetuarlo non soltanto facendo figli.
Nella vita quotidiana la donna vive come circa cento anni fa, con gli stessi obblighi, le stesse paure, con poche vere e sostanziali differenze.
Pur nella diversità di nascita e condizione sociale ed economica, ella è strumento del sistema che, come in questo caso americano, può usarla per mostrarsi 'liberale' e accaparrarsi voti.
Insomma, rispetto alla società in cui vive, in qualsiasi contesto, da quello più apparentemente emancipato a quello più repressivo, la donna è diventata definitivamente un personaggio ad uso e consumo della politica e anche della Storia. E solo in questo senso le è concesso di essere 'protagonista'.
Nessun commento:
Posta un commento