martedì 22 novembre 2016

Ospedale di Prato: un piccolo affannato 'mare magnum'

Stamani accompagno una persona a un controllo presso un ambulatorio nell'ospedale di Prato.
Se non si prova, non ci si può credere: la folla assedia i corridoi (chiamati 'sale d'aspetto'), dove le persone stanno sedute sulle sedie, strettissime tanto che ci si dà davvero fastidio con i gomiti: una seduta quasi da strapuntino dei vecchi treni.

Nel settore oculistica mi rispondono, a una mia richiesta di chiarimento: "Guardi lo schermo, è indicato il numerino".
E io: "Ah, sì, ma se non vedo, visto che potrei anche non vedere per problemi agli occhi, chi mi dice quando devo entrare?".

Una volta dentro l'ambulatorio mi rendo conto che vi regna la confusione e la discussione fra gli infermieri per evidenti problemi di dis-organizzazione; i medici controllano i pazienti in mezzo al chiacchiericcio e all'apertura-chiusura delle porte, causando l'impressione, fondata, di pochissima anzi nessuna intimità.

Sembra di essere in una piazza, o in un luogo senza porte o pareti.

Questo accade mentre il dottore raccomanda igiene per l'occhio alla paziente.  Al termine della visita, il dottore conclude: "Per il controllo può fare la richiesta alla ASL oppure... può passare la visita da me, privatamente. Le lascio il telefono".




1 commento:

Anonimo ha detto...

Per questo schifo possiamo dire grazie a Rossi. Ma a Prato siccome lui è " di sinistra" lo si vota in massa come le pecore. Senza porsi domande senza cervello. Lui è disgustoso ma lo sono di più coloro che lo votano per partito preso.

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...