giovedì 3 novembre 2016

Roberto Cenni, addio alla politica

L'ex sindaco di Prato, Roberto Cenni, per effetto della legge Severino, avendo patteggiato la condanna per il crac della Sasch, ha la pena sospesa ma decade da consigliere comunale.

La sua politica mi vide contraria su quasi tutto - anche su Gonfienti per esempio fu nulla di fatto, esattamente come sta facendo la giunta attuale, che però è molto più in sintonia con la Soprintendenza -; tuttavia, e va riconosciuto, ha lasciato a Prato una bella eredità come la pedonalizzazione di Piazza delle Carceri; e la rivalutazione, anche se per molti troppi aspetti pacchiana, dell'identità locale. C'è stato un tentativo, insomma, di cambiare la marcia.
Mancanza totale invece su altri fronti della politica e dell'amministrazione, come assenza di un progetto sulla mobilità alternativa; la mancanza di un progetto di dialogo con il mondo cinese.
Inutile e solo propagandistica per me era l'interpretazione della partecipazione con gli incontri al Teatro Metastasio, o gli slogan "Vivi il centro" eccetera. 
Esisteva però lo scontro, in città: le riunioni, per esempio, sul sottopasso o meno del Soccorso. Tanto per citare un argomento che allora era 'caldo'. Ora questi scontri-incontri con la cittadinanza sono passati in cavalleria, e la partecipazione non esiste più nemmeno come ombra di sé stessa.

Sì, rispetto al vuoto attuale, dove si mostrano solo progetti sulla carta e rendering, quella amministrazione guidata da Cenni appare addirittura una specie di cambiamento, o quanto meno una interruzione nella sequenza ininterrotta delle giunte colorate allo stesso modo ma senza più alcun colore se non quello del potere, seppure il 'cambiamento' spesso avesse aspetti beceri o ugualmente inconcludenti.

Da un punto di vista umano gli amministratori erano generalmente più dialoganti con la città rispetto a quelli di adesso, non c'è dubbio, a cominciare proprio dal sindaco.

In particolare, anche se non solo, mi sono confrontata con l'assessore alla cultura Beltrame, che alcuni rimpiangono; ho litigato con lei sul serio e discusso mille volte; i primi anni due anni del suo assessorato il nostro dialogo era in realtà uno scontro frontale, ma almeno lei era una assessora che affrontava la critica a viso aperto. 

Ora, con questi amministratori non c'è nemmeno lo scontro. Essi sono barricati dentro il palazzetto, nei loro uffici, silenziosi e scontrosi, biliosi in alcuni casi, incapaci di tollerare una benché minima contrarietà.  Non parliamo di critiche. Al massimo abbozzano la bocca al dileggio. Ma silenzioso, sotterraneo. Ombroso. E, ti ignorano.

Il sindaco Biffoni non si vede da nessuna parte  se non nei contesti ufficiali o 'protetti', non dialoga con la cittadinanza,  non si confronta con nessuno, ancor meno di quanto facesse Cenni.

Per questo, se non io, molta gente lo rimpiange. Sì, per l'assenza di una politica locale attuale, di un incontro con questi amministratori, di un qualche minimo dialogo, molti cittadini sono arrivati a rimpiangere quello che ora sembra il meno peggio, o quanto meno, come dicono alcuni, un sindaco 'più umano'.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cenni è stato accusato di tutti i mali del mondo dagli attuali amministratori, tutti a tacciarlo di "populista" quando cercava ( a suo modo ) di valorizzare alcune tradizioni pratesi, di "razzista" quando chiedeva più forze dell'ordine contro il dilagare della criminalità, di "fallito" mescolando la sua vicenda personale di imprenditore con quella di sindaco in modo tendenzioso e volutamente aggressivo.
Ebbene, con tutti i suoi ( moltissimi ) limiti Cenni ha provato davvero a fare qualcosa nei 5 anni in cui è stato Sindaco. Non girava per strada con gli occhi piantati nel telefonino cercando di eludere lo sguardo dei cittadini, non passava più giorni a Roma che in consiglio comunale ( con risultati ridicoli, poi, almeno servisse a qualcosa...).
Era appunto una figura assai più "umana" nei suoi pregi e difetti rispetto al burattino attuale. E molti lo rimpiangeranno.

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