venerdì 31 marzo 2017

Davvero la bimba scrive al sindaco?

Mi dispiace, ma io non credo tanto alla lettera che la bambina Nicole avrebbe indirizzato al sindaco di Bari, De Caro.

O almeno non ci credo così come è stata condita e ammannita la storiellina. Che mi sembra un po' ruffiana.

Non ci credo tanto perché avendo un po' praticato nel settore della perizia calligrafica all'università, ho alcuni dubbi sui segni della scrittura della bambina. E vorrei tanto essere smentita.

D'altronde mi chiedo: una bambina di 7 anni scrive già così? A volte, anzi sempre più spesso, con questa calligrafia, non scrivono nemmeno i ragazzi delle medie!

Magari davvero la bambina, con l'aiuto della mamma o del papà, ha scritto qualcosa, e i genitori o i nonni hanno spedito la lettera, così, per comunicare simpaticamente al sindaco che i baresi non ce la fanno più a vivere in una città sporca, disorganizzata, e non aggiungo altro...

Poi la vicenda è stata un po' confezionata.

Via, sindaco, facciamola poco dolciastra e pensiamo alle cose serie.

Mi hanno proprio stancato i politici e gli amministratori che curano e coltivano attentamente la propria immagine su Facebook.

La donna e la pubblicità (2): lei ai suoi piedi


Continua la serie degli stereotipi di genere nella pubblicità.
Nella foto, réclame di una marca di scarpe, l'uomo sta in piedi con la gambe divaricate, ben piantato e sicuro di sé e lei...lei accovacciata.

Siamo proprio stanche di stare ai suoi piedi.

http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/12/le-donne-nella-pubblicita-1-la-donna.html

I am Nature.. and speak


E' contro il populismo? Ma lui è stato il portabandiera!

Berlusconi ha detto alla Merkel, che avrebbe incontrato a Malta in occasione dell'incontro del Partito Popolare Europeo, che lui costituisce un argine al crescente populismo in Italia. Che, tradotto significa, contro il M5S.

Incredibile. Il magnate italiano è passato dall'agitare lo spauracchio del comunismo a quello del populismo. Lui che del populismo in Italia è stato il portabandiera!

Ce lo siamo dimenticato il 'contratto con gli italiani?"; o il dialogo diretto col popolo proprio del suo programma, e la riforma costituzionale che portò avanti nel 2006, bocciata, che intendeva aumentare il potere del presidente del consiglio, che sarebbe passato dal primus inter pare al "Presidente del Consiglio dei Ministri"?

Senza contare poi il rapporto diretto con le masse attraverso lo strumento televisivo, l'opera di comunicazione costante e in alcuni casi 'pesante', invadente per la creazione del consenso.

E chi più ne ha, ne metta.


giovedì 30 marzo 2017

Chi votare? Che sgomento!

E' un po' prestino,forse: il 2018, quando andremo a votare per rinnovare il Parlamento, appare ancora lontano. Ma non è affatto così! E allora, chi votare? A questa domanda, molti sono colti dallo sgomento.
Per risollevare l'animo e scongiurare la paura, scrivo qui alcune considerazioni sui due schieramenti candidati alla 'vittoria', il PD e il M5S:

PD: con il giochino delle primarie stanno lavorando per ridare verginità e forza a Renzi che, lo sanno e cinguettano anche gli uccellini sul terrazzo, vincerà vincerà vincerà! Gli sfidanti primari: Orlando non si sa se esista veramente e dove, un mistero la sua apparizione, ed Emiliano il furbo gioca la sua carta per sedere sull'ultimo ma sempre comodo strapuntino e non cadere dal treno. Come invece hanno fatto Rossi e compagnia, che si sono auto-eliminati. Non tutto viene per nuocere.
Dopo la moina delle primarie, nel caso di vincita finale, non si potrà dire che Renzi non si sia meritato giustamente il 'jackpot', il primoministrato, e  con tanto di bollino democratico. Al momento, sostenuto dai potentat e della cosaindustria lo intervistano e lo consultano come se ancora lo fosse, il ministro primo.
A livello locale i 'piddini' risultano come entità sconosciute, che però tutti sentono e vedono, soprattutto ai giochi misteriosi di partito, o a quelli delle primarie o dei consigli...soprattutto d'amministrazione. Detestano fortemente i loro non elettori, per cui il motto è: chi non vota per me...peste lo colga! E la maledizione funziona, come la calunnia; infatti molti innocenti cittadini sono considerati alla stregua degli untori di manzoniana memoria, e il 'Dagli all'untore' è un grido che si ode in continuazione.

M5S: con il giochino delle eliminazione dei candidati sgraditi, dei sindaci ribelli, dei non allineati eccetera, il M5S ha davvero creato movimento nel movimento, con obbligo di adorazione certificata per l'Ente Supremo, per cui tutto e tutti gli attivisti e consiglieri esistono. Senza di lui, niente, il vuoto infinito universale. I consiglieri e deputati e deputanti ripetono ormai stancamente il motto 'uno vale uno', ma ultimamente è piuttosto da intendersi 'uno vale trino', anche se, per la trinità molti di loro non abbiano i titoli.
Difficile comunicare con loro, incluso a livello locale: una volta eletti si considerano eletti facenti parte di un protoparadiso e, diventate semi-deità, osservano dall'alto il volgo come dall'altare.
Insomma, i divetti a cinque stele, come nelle più antiche investiture, una volta arrivati a palazzo, si considerano sacri come oggetti votivi, e non ti 'cagano di pezza'.
Riuscirà la 'banda degli onesti' a sconfiggere la corruzione, il malaffare, l'intrigo di marca italiana? Ci sarà un cambio di direzione? Dicono che nel 2018 vinceranno loro, ma non si sa se essere contenti o piangere. Intanto, alcuni miei colleghi, prevedendo una vittoria pentastelata, sono già passati dalla loro parte...
(Segue e persegue...)


martedì 28 marzo 2017

E se fosse stata figlia del popolo?

Ricevo questa lettera, e rispondo.

"Cara Maila,
ti domando: ma se un'attrice è molto brava, se un attore è molto bravo, ma non è figlio d'arte o ricco, ce la fa a prendere il David di Donatello secondo te?
Non voglio discutere chi lo ha preso, perché davvero se lo meritava. Ma io ti chiedo, e ti prego di rispondermi: una figlia del popolo; una che non è figlia di ricchi o d'arte, ce la può fare?
Mia figlia, che è molto brava, e che guardava ieri con gioia e invidia l'attrice premiata al David di Donatello, ce la può fare? E poi: tu ti reputi realizzata come donna di teatro?...

Simona L.

"Cara Simona,
non ho visto la premiazione, ma ho visto recitare l'attrice di cui parli, Valeria Bruni Tedeschi (sorella della più famosa Carla Bruni), e davvero la reputo brava, come tu già dici. E anche simpatica e bella.
Ha quel tono di svampita anche nella vita reale, sembra, e ciò aumenta la sua simpatia.

Ti rispondo subito: se tua figlia è figlia di popolo, eppur brava, difficilmente potrà ambire a tanto (ma è davvero 'tanto'?);  la Bruni non lo è, è figlia di una ricca famiglia borghese. Questo non è certo una colpa, ma in certi ambienti, troppi, lo diventa se non lo sei.

Io non seguo questi premi (ho visto un po' il discorso della Bruni, ma il video era di tre minuti e dopo che tu mi hai scritto, per documentarmi), e quindi non so dirti molto altro riguardo ai premiati; non li seguo perché non mi piacciono, non mi stimolano la curiosità; una volta si diceva: sono borghesi. Appunto. E infatti servono a celebrare il potere, o con cui il potere celebra sé stesso, e dove questi attori difficilmente (lo ha fatto un po' Meryl Streep, per esempio ultimamente), lo mettono in discussione. Questa gente, se è lì, è arrivata e difficilmente vorrà criticare il sistema. Le sta bene tutto com'è.  
E io non condivido il sistema, quindi non seguo le sue ribalte.

Io penso che gli attori, oltre a fare discorsi simpatici o dedicare i premi a destra o sinistra, dovrebbero anche parlare delle cose che non vanno nel cinema. Farebbero un bel servizio, e completerebbero la loro missione artistica e intellettuale. Perché un attore, se è veramente tale, è soprattutto un intellettuale e quindi ha il dovere non solo di recitare bene e ricevere i premi, ma anche di rifiutarli o di commentarli in modo critico se è il caso, e si può fare anche senza offendere nessuno o fare discorsi rivoluzionari. Chi parla, per esempio, dello scempio della distribuzione cinematografica? Chi parla, e dico dei registi, dell'orrore del cinema, del suo conformismo stilistico? Ma come fanno a parlarne, se quei registi sono proprio i coreifei di quello stile?

In certi premi non vedrai mai arrivare un Silvano Agosti, per esempio; o altri attori scomodi e difficili. Te lo ricordi Gian Maria Volonté? Scomodi e difficili perché parlano delle ingiustizie enormi, accusano il cinema diventato ormai, quasi nella sua totalità, industria, affare, non più arte.

E poi gli attori e le attrici sono troppi; troppa offerta rispetto alla richiesta. Solo pochi riusciranno a conquistare la fama. Beninteso, si tratta di una fama transitoria, fragile incerta, assediata da più parti, a cui pure, sì, tutti ambiscono. Anche perché se non sei famoso, soprattutto nel cinema, non lavori.

Anch'io, prima di morire, vorrei fare un film, lo dico da tanto, ma come esperimento, come studio, e chissà che non ce la faccia. Devo solo concludere la sceneggiatura, e poi...Ma anche senza chiudere la mia carriera dietro la macchina da presa,  io mi reputo fortunata. Molto. Perché, pur figlia di nessuno da un punto di vista artistico, pur nata in una famiglia modesta,  sono comunque riuscita a ottenere molto. E quello che più ho, possiedo intendo, e che ho conquistato con fatica, è la libertà nell'esprimermi artisticamente. Tutto questo è impagabile per il mio carattere, e per me, almeno per me, è il 'successo'.

Ma forse hai scelto la persona sbagliata a cui indirizzare le tue domande; com'è noto io metto tutto in politica, come si dice, perché per me l'arte, il teatro in specifico, ma anche il cinema e tutto il resto, è soprattutto strumento politico. E oggi questo modo di intendere l'arte non è apprezzato, non è di moda.

Grazie davvero per tua lettera, ché mi ha dato modo di scrivere questa risposta.

lunedì 27 marzo 2017

Meno male che Prato non è turistica ma solo tristica

Ogni volta che vado a Firenze, ecco, ritorno sconvolta.
Ieri, domenica, dovevo andarci, non era una gita. Anche se poi sono ritornata sui miei antichi passi, quelli dell'università, in via del Parione.
Ora, davanti all'ingresso della fu università c'è un ristorante esclusivo, Florian. Fino a qualche anno fa, una latteria. La vecchia botteghina di alimentari, ancora resiste.

Sono tornata nella chiesa di Santa Trinita, e ho rivisto la meraviglia della  cappella di San Francesco, con la Natività del Ghirlandaio. Ma in verità, mi sono infilata dentro la chiesa per sfuggire al trambusto e alla volgarità. Ai musicisti che ovunque, senza rispetto alla musica classica che suonavano (male nonostante si intuisse l'aura 'conservatoriale') e, con tanto di mega-amplificazione, rompevano letteralmente i timpani.

Al diavolo l'arte di strada, se è questa! L'arte che diventa violenza, imposizione, forzatura...Fuga dalla fuga di Bach suonata in via Tornabuoni davanti a Ferragamo!

Chi è quel campione o campionessa che vuole l'arte di strada  (come a Barcellona, come a Barcellona!), ovunque e perdunque?
Solo ignoranti e superficiali, coloro che non ascoltano veramente la musica, coloro che non sanno cosa sia uno spartito, o la dura arte del mimo, possono auspicare la violenza di certe manifestazioni artistiche.

Asini, che pensano che l'arte sia qualcosa che, come una fatina buona con la bacchetta magica, possa rendere tutto più bello.

Non è così, se non c'è modo, tempo e misura! (Appunto, come nella musica...). Mi dispiace per quei ragazzi e anche vecchi, però, che non possono guadagnare quei trenta euri, però...no!

Il tutto era complicato dal camminare difficile, impossibile a tratti, folle ondeggianti ovunque. Traffico di droga alla stazione, alla luce del tramonto. Traffico impazzito dai lavori in corso per  la tramvia. Vomito e il giramento di testa, e di altro.

I frati vallombrosiani, dentro la basilica, nervosissimi. Combattuti fra l'incassare un po' di soldi dagli assalti turistici e l'impossibilità di celebrare messa.

A un certo punto un frate tanto nervosetto ha spento la luce della cappella e, con fare deciso, ci ha mandato a quel paese, e la messa ha avuto inizio. Una messa francescana, asciutta, terragna, concreta, e anche molto spirituale. Spariti i turisti; ciao, Lorenzo, ciao affreschi.

E meno male che Prato non è turistica, ma solo tristica! Che gioia, tornare nella sciatta e puzzolente Prato, che qualche insulso amministratore vorrebbe condire con le manifestazioni acchiappa-turisti, con le eccIOllenze modaiole, o spandere per le sue stradacce l'arte! L'arte di che?! Asini, solo asini presuntuosi e scopiazzini con le zucchettine vuote, ma che già si danno arie di sindachetti!


domenica 26 marzo 2017

"Cattiverie bis", com'è andata

Molto apprezzata la versione bis di Cattiverie di Gianfelice D'Accolti. Personalmente mi è piaciuta più della volta precedente. Uno spettacolo spiazzante, esilarante, sarcastico e surreale. E recitato magistralmente.
Davvero solo al Teatro La Baracca, e lo scrivo senza falsa modestia, si possono apprezzare spettacoli così audaci e liberi. Altrove, ormai, è impossibile in questa società 'imbeghinita'.

Ecco i commenti del pubblico:

"Continua così come fai, a testa bassa." (Valentino)
"Davvero esilarante". (Grazia).
"Complimenti. Sembra scontato come complimento, ma davvero è stato splendido e tu sei sempre all'altezza!". (Silvia).
"Bravissimo Gianfelice, hai rivelato ulteriori eccellenti qualità. Testo molto interessante, graffiante ma divertente, di un sarcasmo a volte molto duro, oltre che dolce". (Piera).
"E' sempre una sorpresa venire alla Baracca". (Manuela).
.....

Ieri sera, prima dello spettacolo, c'è stato un episodio esemplare, in negativo, di come il pubblico sia 'viziato' e maleducato.

Una signora arriva e fa per entrare in teatro.
Io la fermo, le dico che deve fare il biglietto, e lei:

-Ah, non è gratuito? - 
-No. In verità abbiamo fatto diverse serate ultimamente, ben tre in questa stagione, con spettacoli a ingresso gratuito, ma stasera no. 
-Non c'era scritto però, che si doveva pagare. Pensavo che fosse come le volte precedenti.
-No, questa volta, no.
-Allora...sarà per un'altra volta. 

La signora, ben vestita e curata, ha girato i tacchi e se n'è andata.

Ma come, signora (ora mi rivolgo a lei, signora Clara), lei spende così tanti soldi per andare dal parrucchiere, e per vestirsi e inanellarsi e improfumarsi, e non ha voluto concedere dodici euro per uno bello spettacolo, che l'avrebbe fatta ridere e avrebbe regalato naturalezza e garbo alla rigida e un po', mi permetta senza offesa, artefatta acconciatura facendole muovere la testa e il corpo?
Nessuna considerazione per il lavoro di un artista, nessun rispetto per il luogo (si entra, così, come se fosse la casa di tutti e di nessuno), e tanta invece per sé stessa e per il suo corpicino azzimato?

Ecco, quando gli è permesso, e non solo l'ho notato nella signora Clara, il pubblico arraffa, prende, usa, ingozza quello che può, senza sapere nemmeno quello che arraffa, prende, usa e ingozza, così tanto per fare, per noia, per gusto e vanità, per avarizia, e per poi potersi congratulare con sé stesso e vantandosene con gli altri di essere entrato ' e se possibile aver mangiato) aggratisse'.

venerdì 24 marzo 2017

Il medico a scuola di umanità

Alcuni giorni fa vado da un cardiologo per un controllo.
Mi sento affaticata, e vado. Lui è molto simpatico, amabile direi, e per fortuna, dopo una visita attenta, anche attraverso macchinari all'avanguardia - mediante cui conosco per la prima volta quell'animale che ho in petto chiamato cuore - mi rassicura che va tutto bene.
Durante la visita, parliamo, parliamo un po'. Lui mi fa domande sul mio lavoro, ha detto di me sul giornale; e io gli chiedo del suo. Finiamo per parlare dell'università, siamo coetanei, e mi racconta come funzionava la vita universitaria a Medicina: aule grandissime, tanti allievi; il professore entrava (e sa che ancora è così e forse molto peggio) per la lezione, e poi se ne va. Non poteva conoscere tutti gli allievi del corso, e forse nemmeno era interessato a farlo, per cui quando qualcuno si presentava per l'esame, nonostante avesse appunto frequentato, per il professore era uno dei tanti sconosciuti.
Pochi amici durante i cinque anni di università; alcuni buoni conoscenti, con cui sono stati condivisi gli studi finalizzati a un esame. Ognuno pensava a sé.

L'esatto opposto a quello che ho vissuto io: pochi allievi, si viveva con i professori in istituto, dalla mattina alla sera.
Io così ho fatto per la prima laurea, a Firenze con Macrì, e anche per le altre, per quanto abbia potuto conciliando lo studio con il lavoro. Molta vita di facoltà anche per Lettere (laureata in Filologia con Roncaglia a Roma) e Filosofia, dove ho conosciuto professori straordinari, come Tullio Gregory, che è stato uno dei miei professori. A Roma in certi giorni, ricordo bene, si incontravano alla Treccani  e si discuteva, che ne so, di Giordano Bruno (e della mia pazza idea, mai realizzata di mettere in scena Il Candelaio!). Io insomma, devo molto all'università, sia a Firenze che a Roma, all'incontro con uomini illustri, allo studio matto e disperatissimo di quegli anni, tutto rubato.
Insomma, all'università l'aspetto umano per me è stato fondamentale. Invece nel racconto del bravo, simpatico cardiologo nulla esisteva di tutto questo. L'università a Medicina è un luogo freddo, 'operatorio', dove si diventa medici, ma senza che nessuno tocchi o sfiori l'argomento uomo da un punto di vista emotivo.

E la vocazione?

Lui, il cardiologo, a questa domanda mi ha sorriso e ha risposto: "Quasi nessuno, pochissimi, i 'chiamati' ".

Certo, anche se l'indole umana si cambia, tuttavia un esame di filosofia morale a Medicina, anche alla luce di ortopedici che 'rompono femori alle anziane per allenarsi', non ci starebbe male. Insomma, in qualche modo, bisognerebbe sottoporre i futuri medici anche a esami di umanità.

Questo è il giuramento di Ippocrate, in versione moderna, che i medici-chirurghi e odontoiatri prestano prima di iniziare la professione:

« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
·   di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
·     di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
·        di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
·       di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
·       di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
·       di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;
·       di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
·       di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
·       di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
·       di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
·       di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
·       di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
·       di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;
·       di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
·       di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione. »

Ancora sulla serata di poesia La Baracca (2017) e su "Cattiverie"

La Nazione torna sulla serata di poesia, pubblicando anche i nomi dei vincitori del premio, serata che effettivamente è stata un grande successo, e non parlo del numero degli spettatori. Nell'articolo dedicato, del 19 marzo, troverete altri commenti, sia miei che dei partecipanti, che si sono aggiunti in questi giorni.
L'articolo introduce, anche se scherzosamente trasformando il titolo, lo spettacolo di domani, "Cattiverie bis".
Certa attenzione alla cultura sulle pagine de La Nazione di Prato, che dà visibilità a tutti, e meno male, anche a quelli che sono figli di un 'dio minore' e non hanno contributi o soldi pubblici per andare avanti, come La Baracca appunto.


Beni culturali che cadono a pezzi

Con qualche giorno di ritardo, ché la posta non mi funzionava a dovere, pubblico adesso un articolo del Prof. Centauro di qualche giorno fa, relativo al crollo delle mura bastionate della Villa Medicea di Poggio a Caiano, con relativa foto scattata dall'architetto Andrea Bacci.  Sul crollo c'è un'indagine in corso.

Questa volta è capitato alle secolari mura bastionate della Villa Medicea di Poggio a Caiano. Il terrapieno del giardino, gonfio d’acqua, ha spinto giù le mura fino a farle cadere. Questa è la meccanica, fin troppo semplice da intuire, di un nuovo, pesante danneggiamento che riguarda il patrimonio culturale. Ancora una volta non è stato un evento straordinario a causare il disastro, a far rovinare a terra, per fortuna senza conseguenze per la gente di Poggio, la scarpa di pietra e laterizio che da sempre contiene una larga parte del giardino pensile sovrastante via Lorenzo il Magnifico. Un altro ordinario episodio, l’ennesima fatalità, che segna inesorabilmente un monumento di primaria importanza della nostra storia. Un bene di grande risonanza artistica ed ambientale, Patrimonio Mondiale dell’Umanità appartenendo alla Villa Ambra, fiore all’occhiello dell’architettura rinascimentale che rappresenta nel mondo la nostra cultura. Pietre che si sgretolano, mura che crollano, beni culturali che cadono a pezzi sempre più frequentemente. Non c’è limite alla degradazione che colpisce area archeologiche, monumenti insigni, opere d’arte ed tanto altro ancora. Non è però un destino ineluttabile quello al quale vanno incontro i monumenti del passato perché prevenire, fare manutenzione, monitorare sono azioni che possono e devono entrare a far parte del nostro agire. Domani quale altra struttura cadrà? Più che le esondazioni e i terremoti colpiscono la nostra indifferenza e quella strana apatia collettiva che fa sì che si guardi sempre da un’altra parte, o non vuol vedere neppure laddove i segni del dissesto sono inequivocabili. Di fronte a questo ennesimo sfregio non possiamo fare a meno di guardare quanto sta accadendo sotto i nostri occhi: non molto distante da qui la Fattoria di Lorenzo, da anni miseramente abbandonata al suo destino, è il più serio j’accuse. Non possiamo voltare ancora una volta le spalle, negare questa cruda realtà che ci condanna senza attenuanti alla vergogna dell’oggi e del domani. Il muro crollato al Poggio è esso stesso una metafora di questa emergenza che evidenza il risultato non del caso bensì di un atteggiamento, solo in apparenza incolpevole, se persino le coscienze latitano di fronte all’ingombrante eredità dell’arte, mura che “non rendono” e senza alcun pudore rottamiamo come anticaglie prima ancora che sia il tempo a disgregarle.


Giuseppe Centauro  (7 marzo 2017)

giovedì 23 marzo 2017

Le "Cattiverie" mi fanno un bis...

Tornano le Cattiverie di Gianfelice, D'Accolti!, ma non esattamente quelle di due anni fa. Le 'cattiverie' nel frattempo, sono diventate 'bontà'? Direi proprio di no; ma, esser precisa, non sono proprio le stesse cattiverie...

CATTIVERIE bis

Graffi d'autore per pubblico disinibito di e con Gianfelice D'Accolti


Sabato 25 Marzo ore 21:00
Teatro La Baracca      
via Virginia Frosini 13 – 59100 Prato Tel./fax: 0574-812363; 347 070 6439
teatrolabaracca@gmail.com                     gianfelicedaccolti@inwind.it



"Arrivato alla meta dei cinquanta..., decido di diventare buono. Per farlo, devo liberarmi di tutte le cattiverie che mi opprimono nella vita quotidiana. Sono cattiverie generiche, sugli eccessi, sulla religione, sul teatro, sui proverbi, verso gli altri e verso me stesso, verso il pubblico e verso le donne. Scopro dunque che la cattiveria è un universo ancora inesplorato, nonostante le strade dell'inferno siano lastricate di buoni propositi. Ma la vera scoperta è che la cattiveria è comica, sparge semi di riso intorno a sé, soprattutto intorno al cattivo di turno che, con gioia maligna, la commette, e intorno al misero che la subisce. I criteri di selezione sono stati bontà, decenza ed eleganza della cattiveria. Facile essere cattivi e volgari, perfidamente difficili essere cattivi ed eleganti... Alcune cattiverie sono cantate e musicate. La gratuità della cattiveria è un dato necessario e istintivo, che si declina anche in misura sillabica, vocalica o fonetica ed è esplorata su diversi registri quali l'aforisma, il racconto breve, il dialogo, la canzonetta.
Tutto il materiale è originale, rarissime le citazioni, debitamente sottolineate nella loro paternità".

A Prato c'è la diossina ma non è colpa dell'inceneritore di Baciacavallo

L'ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) conferma che a Prato, nella zone delle Fontanelle - una delle zone più degradate di Prato, a sud, sempre a sud il degrado!,  a pochi passi dalle Cascine di Lorenzo il Magnifico, conferma che è stata trovata diossina (e furani), ma  inferiore alla soglia di contaminazione prevista per i siti ad uso pubblico e residenziale, e non può dire, non può certificare che sia dovuto all'inceneritore di Baciacavallo, che è lì a due passi, a 700 metri di distanza!: 

"L'ipotesi che i valori anomali di diossine riscontrati nell'area Palasaccio possano essere attribuiti alle emissioni dell'inceneritore di Baciacavallo non è verosimile, in quanto un'emissione da un camino dovrebbe dare origine ad una ricaduta dei contaminanti sul suolo diffusa e non puntuale come quella verificata in Piazzale Palasaccio.

Inoltre tale zona, posta ad una distanza di circa 700 metri a Sud-ovest rispetto all'inceneritore, risulta interessata dalle ricadute dell'inceneritore solo in modo marginale. Lo studio diffusionale delle ricadute delle emissioni provenienti dall'inceneritore di Baciacavallo prevede una distribuzione dei contaminanti prevalentemente all'interno dell'area di pertinenza dell'impianto nonché in direzione Nord-Ovest e Sud-Est, dove sono stati riscontrati valori bassi di diossine nel terreno."

Altro aspetto preoccupante è  che, a seguito della dichiarazione, sempre di ARPAT, "della situazione è stata informata la ASL per valutare la necessità di eventuali provvedimenti di contenimento della esposizione della popolazione",  il Sindaco non abbia ancora fatto pio sugli eventuali provvedimenti da prendere riguardo alla salute pubblica.



lunedì 20 marzo 2017

Ciclopolitana a Prato? Eccoci nel pianeta Papalla!

A Prato (e certo non solo, lo so bene!) sono fuori dalla realtà. O forse non siamo qui, ma nel pianeta Papalla?

Non ci si rende conto, quando si annunciano i progetti sulla mobilità sostenibile, come i cittadini siano lontani dal pensiero di prendere mai la bicicletta per spostarsi da una parte all'altra della città.

Gli annunci gioiosi sono fatti da chi la biciletta, evidentemente,  non la prende mai; altrimenti non sarebbe così ottimista.

Pochissimi dei punto santi e osannati 'cittadini' si muovono in bicicletta e quei pochi, appena si allontanano necessariamente dalle piste ciclabili,  che scollegate si spargono un po' qua un po' là a macchia di leopardo, rischiano di finire spiattellati sull'asfalto da qualche sua santità SUV...o camioncino scattante di consegne in ritardo.

Intanto, norma numero uno: cominciate voi, o politici, che esaltate la manna dei soldini per le nuove ciclabili, che con stupore le denominate "ciclopolitane"  intonando gli osanna per la mobilità alternativa, e date esempio.

Sì, DATE ESEMPIO, come farebbero dei bravi babbi e mamme che, invece di propinare il sermoncino, concretamente mostrerebbero ai bambini come ci si deve comportare.

Prendete la bicicletta, siate alternativi come i vostri strombazzati progetti per il 2023!

Oh, non ce n'è uno, dico uno, degli amministratori locali, di tutti i genere e tipi o banda politica, che si muova con la bici, se non per fare qualche passeggiatina la domenica o il sabato pomeriggio!

E non bisogna comportarsi, o furbetti,  come certi, che hanno inforcato la biciletta per lasciarsi immortalare 'selfisticamente' sul social con il sellino sotto il culetto, e poi, fatta la foto, appoggiare la  bici al muro per sempre.

Così, intanto signori amministratori, mentre aspettiamo che la ciclopolitana esista come entità nella realtà, vi renderete conto cosa vuol dire muoversi in bicicletta in  città.  Muoversi sul serio, per necessità e scelta.

Così comincerete a pensare anche a qualche progetto su come si possa incentivare l'uso dei mezzi alternativi (e non solo la bici), magari studiando un po' di storia recente di Danimarca e Olanda...Oppure pensando a qualche progetto didattico, perché no, in collaborazione con altri comuni confinanti? Tentare insomma qualche strada davvero alternativa!

La situazione è tuttavia quasi disperata e il traffico di automobili, camion, TIR e quanto altro aumenta ogni giorno che passa.
Non ve ne siete accorti?
Ma dove vivete, dove vi trovate, o amministratori, davvero a Papalla?

http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2017/03/17/news/una-ciclopolitana-due-nuove-passerelle-via-roma-e-viale-montegrappa-da-rifare-1.15045449?ref=hftipres-1

domenica 19 marzo 2017

Una 5a Festa della Poesia davvero emozionante




Bellissima serata, piena di gente, ma soprattutto con un'atmosfera davvero magica.
Con i poeti in libertà, felici e ispirati e alla fine, il Premio La Baracca per la poesia.

Di seguito indico i vincitori e i segnalati del premio, e per questo trascrivo la mia scaletta, così come l'ho scritta. In fondo, i commenti del pubblico.

"Considerazioni generali:

Su 28 poesie, 20 sono scritte da donne.
Ma non  trovo differenza fra uomo e donna; tanto che, leggendole anonime, si può sbagliare attribuendo il genere a chi le scrive se non lo si conosce.

Caratteristiche: poesie a tema personale, lirico, intimista in maggioranza, seguito da un numero inferiore ma consistente di componimenti con tema sociale; meno invece a tema politico.

La giuria è stata composta da me, Gianfelice D’Accolti e una ragazza di 30 anni, Milexis, cittadina italiana di origine americana, che ha costituito la cosiddetta ‘giuria popolare’.

Ognuno di noi ha letto le poesie in maniera anonima e ciascuno per conto proprio. Successivamente c’è stato il confronto e la decisione.

Il lavoro di catalogazione, studio, cernita e decisione dei cosiddetti ‘vincitori’ è stato difficile, pesante, perché sappiamo che la nostra giuria non può essere che parziale, e questo giudizio non è definitivo in senso assoluto. E’ solo il nostro giudizio.
In realtà tutte le poesie sono belle e sofferte, e con proclamare dei vincitori non abbiamo voluto assolutamente sottostimare le altre. E’ un giudizio estetico, poetico, letterario, come volete, ma di parte.

Ci sono ex-aequo: ai primi classificati vincono un biglietto per ogni spettacolo che vorranno della stagione teatro la Baracca fino al 31 dicembre 2017.

I secondi e terzi classificati vincono due biglietti per uno spettacolo a scelta della stagione del teatro la Baracca fino al 31 dicembre 2017.

Primi classificati, ex-aequo
 Io sono in me, di Grazia Frisina: per la ricerca linguistica, la dinamica del verso, il movimento poetico scattante e ritmato, abbagliante a tratti nella sospensione del verbo; per il tema,  fortemente lirico, di ricerca e rinascita delle identità di sé.
Il poggiolo di Figline, di Storm Turchi. Per il tema sociale e politico (il ricordo non retorico dei Martiri di Figline) ; per la rima petrosa, e pur avvolgente, che rimanda alla pietra di Prato, la serpentina. Per il breve ma efficace affresco del daffare quotidiano, incurante, forzatamente, del dolore e della tragedia collettiva.

Secondi classificati, ex-aequo
Novembre di Serena Squatrito: per il tema personale, sofferto, declinato musicalmente, con caratteristiche poetiche a metà strada fra Palazzeschi e Gozzano.
Ternitti/Eternit di Davide Rocco Colacrai, per il tema sociale, e la rara ricerca linguistica, la declinazione barocca (e nell'accezione migliore di tale termine) e solare della parola, usata in modo non convenzionale.

Terzi classificati, ex-aequo 
Varichina di Carla Conti, per la bella ironia di un dialogo-monologo che finisce per trovarsi  in un mondo non poetico,  senza identità, irriconoscibile e irrappresentabile.
Le donne di Fiorenza Perotto , per la classicità dell’impostazione complessiva; per la chiarezza poetica, e l’ispirazione. Nostalgica.

Menzione speciale a
Uccellino di nido di Filippo Pastacaldi, per l’immagine semplice ma efficace,  la freschezza della poesia;
Notturno fiabesco di Fabrizio Bastianoni, per l’aura nostalgica e sensuale.
Un passo ad un passo di Debora Menichetti, segnalata in particolare da un componente della giuria come prima classificata, per la limpidezza del verso, la speranza salvifica nella poesia.
Venere, di Denny Millanti, per la classicità dell'impianto poetico e la raffinata scelta delle parola."


Commenti del pubblico
"Serata intensa, intimista. Un grazie a tutti quelli che hanno partecipato e regalato una parte di sé" (Serena S.).

"Complimenti per la serata e grazie della vostra accoglienza" (Elisabella F.)

"Serata molto piacevole! (Rossana M).

"Incontro di parole, splendido" (Barbara M.).

"Bravissimi, mi complimento, bella serata" (Tiziana G.).

"Bella serata" (?).

"Una baracca con l'accoglienza di una casa" (Valentino G.).

"Bellissima esperienza d'arte, poesia ed emozioni. Grazie a Maila e Gianfelice che sanno regalare emozioni" (Eleonora).


Commenti ricevuti via mail:

"Voglio nuovamente ringraziare per la gradevolissima serata, organizzata e offerta a quanti amano la poesia e di essa si nutrono, scrivendola e, soprattutto, leggendola. 
 È stata questa un’occasione per conoscere voi e il vostro teatro: una scoperta davvero inattesa, non solo per le dimensioni ma anche per l’atmosfera, così intima e ospitale. 

Tale è per me il teatro, una tessitura di emozioni tra pubblico e attori, senza barriere né sovrastrutture di sorta...". (Grazia F.)


"Ero presente sabato sera alla Festa della Poesia. Ho quindi "goduto" insieme ai tanti di questo spazio creativo "respirando e bevendo" la Vita che circolava.Non è così scontato! Ho ascoltato e riconosciuto veri talenti e poeti giornalieri che si sono compensati in questo esprimersi libero e anche una scuola di condivisione di ciò che di più profondo c'è in ciascuno. E anche questo non è così scontato!! Quindi.....GRAZIE!! Non conoscevo il Teatro la Baracca ed il vostro lavoro se non attraverso i media.....ora un boccone gustoso l'ho assaggiato anch'io dal vero!!!!E non posso che augurarvi il meglio, per il futuro dei vostri progetti, con tutta la mia stima." (Patrizia M.).

"In ritardo volevo ringraziarvi per la valorizzazione della mia poesia. Mi hanno riferimento anche che è stata una bellissima serata, per cui sono contento due volte". (Davide R.C.)

Commento mio sullo svolgimento della serata, inserito in data successiva alla pubblicazione sul blog.

Prima della premiazione poeti e non si sono presentati sul palco, in ordine:

il poeta fabbro operaio Romano Claps, che ha letto una sua poesia;
Valentino Grassi, che ha letto una sua poesia;
Fulvio Silvestrini, che ha parlato poeticamente della lentezza e letto una novella di Luis Sepulveda (Storia di una lumaca);
Francesca Nicosia, che ha letto una poesia della poetessa Wislawa Szymborska
Rossana Melani, che ha letto una sua poesia;
Sylva Batisti, che ha letto il testo de "La domenica delle salme" di De André
Gianluca Faralli, che ci ha fatto conoscere Riccardo Mannerini, leggendo Eroina;
Serena Squatrito, finalista al premio, che ha letto un'altra sua poesia;
Carla Conti, finalista al premio, che ha letto una sua poesia su Raffaello Pecchioli, poeta pratese;
Denny Millanti, che ha letto una sua poesia.

Alcuni sono tornati più volte sul palco.


venerdì 17 marzo 2017

Cambio di programma, ecco perché

Cari amici,
dato che diverse persone mi hanno chiesto, spiego perché non potremo realizzare il progetto di viaggio-spettacolo nella terra di Leonardo (Leonardo, un viaggio, previsto per l'8 aprile), e per due ordini di motivi.
Il primo: non possiamo realizzare il viaggio-spettacolo con pullman a causa delle strade, strette e in collina, a meno di compierlo con un giro assurdo e troppo protratto nel tempo. Dovremmo realizzarlo con pulmini di venti persone e con questi non riusciamo a recuperare le spese.
Per questo, secondo motivo, avevamo chiesto il sostegno della Regione Toscana, che - NATURALMENTE - ha rifiutato. Un piccolo contributo ci avrebbe permesso di realizzare il progetto appunto con mezzi più piccoli, ma la Regione se ne frega di questi progetti e da sempre preferisce i progetti-aperitivo.
Chissà, forse riusciremo prossimamente?
Intanto sostituirò la data con altro spettacolo.

Ho spiegato tutto ciò anche per evitare il perdurare dei plagi, continui e ripetuti, che abbiamo avuto in questi ultimi anni su progetti, titoli, idee varie, da Matilda, passando per Cuori di donna, a Lo Spettacolo della città, eccetera.
In giro frotte saccheggiatori di tutti i tipi, anche 'incollettati', che non danno conto dei furti perpetrati.

giovedì 16 marzo 2017

Europa chiama Olanda; Olanda risponde...

Nessuno mette in discussione la vocazione europeista degli Olandesi.
Certo è che il risultato delle ultime elezioni nei Paesi Bassi, dove tutti temevano la 'ventata populista' e antieuropeista ed invece è accaduto il contrario, è dovuto anche a tutta l'impalcatura di enti e organizzazioni europee e internazionali che in quel paese hanno la loro sede; con tutto quello che ciò significa per quella economia, anche spicciola.
Insomma, gli olandesi sono sì filo-europeisti, ma guardano molto anche ai loro interessi.

mercoledì 15 marzo 2017

5a Festa della Poesia




Sabato 18 marzo ore 21, al Teatro La Baracca ci sarà la (quinta) Festa della Poesia.
Come ogni anno i poeti potranno liberamente leggere un proprio componimento;  in più quest'anno ci siamo inventati un premio di poesia, che scade oggi perché dobbiamo avere il tempo per leggere i non pochi componimenti arrivati finora. Sabato diremo quale, secondo noi, è la poesia più 'bella'.
Il primo classificato non vince che un piccolissimo premio, e non in denaro, dato che non ce ne abbiamo. Ci saranno poi altre due poesie segnalate, e diremo il perché e percome di tutto.
Chi ha partecipato al premio non potrà leggere la poesia con cui concorre ma, se vorrà, un' altra.
Chiunque, anche se non poeta, può assistere alla serata: infatti, l'ingresso è libero, nulla è dovuto nemmeno per partecipare al premio.
A sabato dunque. Se intendete partecipare, è meglio prenotare; c'è sempre gente a questa festa.

La Nazione, Prato, data di oggi


martedì 14 marzo 2017

Cultura partiticizzata: "Io dico no"

"Io mi ritirerò, perché sono disgustato di dover chiedere...Io sono arrivato al Piccolo da solo...sono arrivato alla Scala da solo, con l'aiuto del sindaco Aniasi, senza patti di partito; oggi è tutto partiticizzato e difronte a una cultura tutta partiticizzata, io dico di no". (Paolo Grassi, 1980).


La Giornata del paesaggio? La sua devastazione!


Sul sito del Ministero de Beni Culturali hanno messo addirittura il video con la musichetta per meglio far apprezzare il progetto sulla prima "Giornata del Paesaggio" in Italia.
Un paesaggio che è completamente aggredito dalla presunta modernità, dal lavoro e dai suoi capannoni, dagli interessi, dai traffici e dal traffico veicolare, dall'inquinamento, dallo sfruttamento di terra e acqua, dall'incuria.

In Toscana solo le città di Firenze, Lucca, Siena e Pistoia organizzano incontri sul paesaggio in occasione della sua 'giornata', ma sono incontri celebrativi del paesaggio del bel tempo passato o dei piccoli scampoli rimasti stile 'Valdorcia' con i cipressini e i vialetti che vanno verso il casolare in cima alla collinetta: insomma, le 'cartoline toscane'.

Sulla tutela, quella vera, del paesaggio e dei suoi beni artistici e archeologici, si tace e Arezzo, Prato, Pisa, Grosseto, Massa e Carrara non organizzano nulla.

Prato - il tessile!- , Pisa - il cuoio, per esempio! - , Carrara - il marmo! - hanno territori violentati dalle rispettive attività produttive.

Prato ha preferito costruire l'orrore dell'Interporto piuttosto che valorizzare una importante scoperta archeologica, Gonfienti, o il suo territorio attorno. Lascia morire le Cascine di Lorenzo il Magnifico, mentre con la pioggia e per l'incuria crollano i muri della villa -patrimonio dell'umanità (assente) di Poggio a Caiano...E non trova di meglio che istituzionalizzare la compiuta distruzione contemporanea di sé stessa con il Museo della Contemporaneità, il Pecci! 

La città ha tentato di mangiare tutta la campagna, l'ha devastata, come è accaduto peraltro e molto altrove Toscana. La politica ha lasciato fare; anzi, ha contribuito con la retorica del lavoro, con il sostegno ai grandi gruppi industriali, che a loro volta sostengono e fanno vivere la politica. Rossi, il Presidente, transfuga dal PD, della Regione Toscana, non disse a suo tempo che lui sarebbe stato 'il presidente dello sviluppo'?

Intanto la stessa modernità crolla per incuria e il paesaggio costruito, meccanizzato e cementizzato cade a pezzi e schiaccia l'uomo: vedi i ponti sull'autostrada, a tal punto che non siamo più sicuri della loro stabilità, e la notizia dello sfascio e assassinio autostradale è stata fatta sparire nel giro di poche ore dai giornali...

Una vera giornata che celebra il paesaggio non dovrebbe che iniziare dall'illustrazione di questa sua devastazione e corruzione, che ci ha tolto tanto di possibilità di ricchezza e di lavoro futuro. E non di rado, appunto, ci ammazza.


http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_922377078.html#Toscana

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.