Ricevo questa lettera, e rispondo.
"Cara Maila,
ti domando: ma se un'attrice è molto brava, se un attore è molto bravo, ma non è figlio d'arte o ricco, ce la fa a prendere il David di Donatello secondo te?
Non voglio discutere chi lo ha preso, perché davvero se lo meritava. Ma io ti chiedo, e ti prego di rispondermi: una figlia del popolo; una che non è figlia di ricchi o d'arte, ce la può fare?
Mia figlia, che è molto brava, e che guardava ieri con gioia e invidia l'attrice premiata al David di Donatello, ce la può fare? E poi: tu ti reputi realizzata come donna di teatro?...
Simona L.
"Cara Simona,
non ho visto la premiazione, ma ho visto recitare l'attrice di cui parli, Valeria Bruni Tedeschi (sorella della più famosa Carla Bruni), e davvero la reputo brava, come tu già dici. E anche simpatica e bella.
Ha quel tono di svampita anche nella vita reale, sembra, e ciò aumenta la sua simpatia.
Ti rispondo subito: se tua figlia è figlia di popolo, eppur brava, difficilmente potrà ambire a tanto (ma è davvero 'tanto'?); la Bruni non lo è, è figlia di una ricca famiglia borghese. Questo non è certo una colpa, ma in certi ambienti, troppi, lo diventa se non lo sei.
Io non seguo questi premi (ho visto un po' il discorso della Bruni, ma il video era di tre minuti e dopo che tu mi hai scritto, per documentarmi), e quindi non so dirti molto altro riguardo ai premiati; non li seguo perché non mi piacciono, non mi stimolano la curiosità; una volta si diceva: sono borghesi. Appunto. E infatti servono a celebrare il potere, o con cui il potere celebra sé stesso, e dove questi attori difficilmente (lo ha fatto un po' Meryl Streep, per esempio ultimamente), lo mettono in discussione. Questa gente, se è lì, è arrivata e difficilmente vorrà criticare il sistema. Le sta bene tutto com'è.
E io non condivido il sistema, quindi non seguo le sue ribalte.
Io penso che gli attori, oltre a fare discorsi simpatici o dedicare i premi a destra o sinistra, dovrebbero anche parlare delle cose che non vanno nel cinema. Farebbero un bel servizio, e completerebbero la loro missione artistica e intellettuale. Perché un attore, se è veramente tale, è soprattutto un intellettuale e quindi ha il dovere non solo di recitare bene e ricevere i premi, ma anche di rifiutarli o di commentarli in modo critico se è il caso, e si può fare anche senza offendere nessuno o fare discorsi rivoluzionari. Chi parla, per esempio, dello scempio della distribuzione cinematografica? Chi parla, e dico dei registi, dell'orrore del cinema, del suo conformismo stilistico? Ma come fanno a parlarne, se quei registi sono proprio i coreifei di quello stile?
In certi premi non vedrai mai arrivare un Silvano Agosti, per esempio; o altri attori scomodi e difficili. Te lo ricordi Gian Maria Volonté? Scomodi e difficili perché parlano delle ingiustizie enormi, accusano il cinema diventato ormai, quasi nella sua totalità, industria, affare, non più arte.
E poi gli attori e le attrici sono troppi; troppa offerta rispetto alla richiesta. Solo pochi riusciranno a conquistare la fama. Beninteso, si tratta di una fama transitoria, fragile incerta, assediata da più parti, a cui pure, sì, tutti ambiscono. Anche perché se non sei famoso, soprattutto nel cinema, non lavori.
Anch'io, prima di morire, vorrei fare un film, lo dico da tanto, ma come esperimento, come studio, e chissà che non ce la faccia. Devo solo concludere la sceneggiatura, e poi...Ma anche senza chiudere la mia carriera dietro la macchina da presa, io mi reputo fortunata. Molto. Perché, pur figlia di nessuno da un punto di vista artistico, pur nata in una famiglia modesta, sono comunque riuscita a ottenere molto. E quello che più ho, possiedo intendo, e che ho conquistato con fatica, è la libertà nell'esprimermi artisticamente. Tutto questo è impagabile per il mio carattere, e per me, almeno per me, è il 'successo'.
Ma forse hai scelto la persona sbagliata a cui indirizzare le tue domande; com'è noto io metto tutto in politica, come si dice, perché per me l'arte, il teatro in specifico, ma anche il cinema e tutto il resto, è soprattutto strumento politico. E oggi questo modo di intendere l'arte non è apprezzato, non è di moda.
Grazie davvero per tua lettera, ché mi ha dato modo di scrivere questa risposta.
1 commento:
Molto bello, grazie.
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