Davvero solo al Teatro La Baracca, e lo scrivo senza falsa modestia, si possono apprezzare spettacoli così audaci e liberi. Altrove, ormai, è impossibile in questa società 'imbeghinita'.
Ecco i commenti del pubblico:
"Continua così come fai, a testa bassa." (Valentino)
"Davvero esilarante". (Grazia).
"Complimenti. Sembra scontato come complimento, ma davvero è stato splendido e tu sei sempre all'altezza!". (Silvia).
"Bravissimo Gianfelice, hai rivelato ulteriori eccellenti qualità. Testo molto interessante, graffiante ma divertente, di un sarcasmo a volte molto duro, oltre che dolce". (Piera).
"E' sempre una sorpresa venire alla Baracca". (Manuela).
.....
Ieri sera, prima dello spettacolo, c'è stato un episodio esemplare, in negativo, di come il pubblico sia 'viziato' e maleducato.
Una signora arriva e fa per entrare in teatro.
Io la fermo, le dico che deve fare il biglietto, e lei:
-Ah, non è gratuito? -
-No. In verità abbiamo fatto diverse serate ultimamente, ben tre in questa stagione, con spettacoli a ingresso gratuito, ma stasera no.
-Non c'era scritto però, che si doveva pagare. Pensavo che fosse come le volte precedenti.
-No, questa volta, no.
-Allora...sarà per un'altra volta.
La signora, ben vestita e curata, ha girato i tacchi e se n'è andata.
Ma come, signora (ora mi rivolgo a lei, signora Clara), lei spende così tanti soldi per andare dal parrucchiere, e per vestirsi e inanellarsi e improfumarsi, e non ha voluto concedere dodici euro per uno bello spettacolo, che l'avrebbe fatta ridere e avrebbe regalato naturalezza e garbo alla rigida e un po', mi permetta senza offesa, artefatta acconciatura facendole muovere la testa e il corpo?
Nessuna considerazione per il lavoro di un artista, nessun rispetto per il luogo (si entra, così, come se fosse la casa di tutti e di nessuno), e tanta invece per sé stessa e per il suo corpicino azzimato?
Ecco, quando gli è permesso, e non solo l'ho notato nella signora Clara, il pubblico arraffa, prende, usa, ingozza quello che può, senza sapere nemmeno quello che arraffa, prende, usa e ingozza, così tanto per fare, per noia, per gusto e vanità, per avarizia, e per poi potersi congratulare con sé stesso e vantandosene con gli altri di essere entrato ' e se possibile aver mangiato) aggratisse'.
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