Ieri ho incontrato un poeta.
Ho scoperto (scoperto, non lo sapevo già?) che esiste un mondo chiuso, al vertice della poesia, dove stanno i più famosi poeti, quelli alla moda, luogo inaccessibile, dove risulta impossibile essere incoronati con una recensione; dove non si può ottenere visibilità e spazio se non si è raccomandati o protetti da qualcuno.
Quindi c'è un fiume di poesia che non viene fuori e che non potrà mai essere goduta da nessuno perché la poetessa non è l'amante di nessuno, o il poeta non sta in qualche gruppo di potere che lo incoroni.
E allora tutti vanno su Internet, ma in questo oceano la poesia stessa, i poeti, anche se magari vi naviga uno valido, tutto vi si perde.
E ho scoperto (scoperto, non lo sapevo già?) che ormai, anche i poeti, in comune con la maggioranza quasi assoluta degli artisti di tutti i generi, vanno alla ricerca della gloria più effimera, e quello che scrivono come lo scrivono è meno importante di quella. Scrivere musicare dipingere è solo un modo per diventare famosi.
Ma l'arte tutta, se praticata come fine per il sé, se è solo strumento soggettivo e non oggettivo, è inutile e brutta. E questa, giustamente, sarà tutta obliata.
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