domenica 10 dicembre 2017

Recensione e commenti su "La Barzelletta vien dalla campagna"

Pubblico una recensione e i commenti sullo spettacolo La Barzelletta vien dalla campagna, che replicherò sabato prossimo, 16 dicembre, ore 21 a La Baracca.


Barzellettando con Maila
La barzelletta viene dalla campagna, un’affermazione! o un punto di domanda? Buona questa, verrebbe da dire così come recita il sottotitolo. Ma, per saperlo veramente, occorre andare a La Baracca ed assistere oltre il sipario alla colorata e colorita messa in scena di Maila, che con questo spettacolo chiude in modo originale e intrigante la trilogia “popolare” iniziata coi proverbi. Personalmente non avevo mai capito fino in fondo il perché della barzelletta e il meccanismo che induce qualcuno a raccontarla; ieri sera l’ho capito. Maila, scomodando Freud, ci induce ad una riflessione non di poco conto, rammentando che essa rappresenta un’azione che trae origine dall’inconscio profondo e, toccando le sfere più intime del pensiero nascosto, ne fa un atto liberatorio dell’uno che racconta verso l’altro che ascolta e, soprattutto, dell’altro (il ricevente) che dovrebbe cogliere le allusioni. Per tutto questo contorto meccanismo la barzelletta può divertire ma anche lasciare indifferenti (annoiare) o peggio irritare. Di certo, la storiella è un racconto a se’ stante, una sceneggiata che punta dritto al bersaglio, senza filtri e inibizioni. Un bravo barzellettiere è anche un intrattenitore sopraffino oppure, al contrario, un cattivo barzellettiere può dimostrarsi un pessimo comunicatore, un gran cafone che, non solo non sa raccontare, ma sbaglia i tempi o i soggetti del racconto: barzelletta, aneddoto o aforisma che sia. Si è capito a La Baracca che la barzelletta vive esclusivamente in uno spazio di socializzazione, non avrebbe altrimenti senso, anche se può sempre capitare che tu incontri uno per strada (che già conosci) che ti ferma per dirti l’ultima. Questo era il barzellettiere professionista, un personaggio ormai estinto, perché i messaggini telefonici hanno ormai sostituto il dialogo scanzonato col mutismo di internet, tanto da far rimpiangere persino quelle lunghe e contagiose sequele di barzellette che accompagnavano il convivio. Per la barzelletta l’approccio è la base di tutto, alla “bisogna”: cattiva, buonistica, sarcastica, surreale ma anche spesso volgare oltre ogni limite. Il barzellettiere conduce la danza e può talvolta ridurre un’amicale scambio di battute in un modo sbrigativo e osceno. Per lo più il maschio è protagonista verso colei o colui che condivide il suo puro esibizionismo per un’intesa che può essere assai pruriginosa. La barzelletta da questo punto di vista è un’azione di genere, intesa come espressione dominante di potere. Geniale la storia della barzelletta che Maila illustra, quasi educando alla lettura filologica del testo: la storiella babilonese di 1900 anni or sono (prima barzelletta della storia!), che vede una matrona dell’antico postribolo (mi immagino un “donnone corpulento”) che scorreggia in grembo al satanasso, poco avveduto cliente, era a quel tempo qualcosa di estremamente irriverente che evidentemente suscitava ilarità e faceva, al contrario di oggi, ridere i commensali. In questo esempio troviamo la sintesi di un genere (quasi letterario) che vive nella battuta orale in un immaginario vignettistico che è sopravvissuto senza troppi scossoni fino alla soglia del XXI secolo, poi minato nei fondamenti dai computer e dai social network. Già c’è aria di nostalgia in questa rievocazione e quindi è legittimo che il teatro ne racconti la storia, sostituendosi allo spazio negato della tavola imbandita, della scena ripetuta del rituale dopo pranzo, del dopo cena, oggi occupata da altre facezie. Tuttavia  lo spettacolo teatrale è esso stesso a  rischio in quanto spazio assoggettato al puro intrattenimento cabarettistico. Maila è  però riuscita nel miracolo di farci passare due ore di pura leggerezza, liberando lo spirito di ognuno con sagace modulazione e piacevoli intermezzi in un ascolto da non perdere!.
Giuseppe Centauro


COMMENTI
"Complimenti a Maila per la genuinità e la semplicità che ci ha trasmesso  stasera. Da vedere!" (Serena Squatrito).

"Brava sempre, ma anche interessante come hai costruito una lezione-spettacolo. Grazie". (Maura Salvi)

"Una serata interessante e divertente. Tema della barzellette affrontato in modo molto approfondito". (Piera Salvi).

"Una risata ci salverà". (Cristina Giuntini).



Nessun commento:

Torna TI MANDO AI CELESTINI (Quarta replica)

Sistemando la scena della Mostra Parlante TI MANDO AI CELESTINI per la q uarta replica sabato 20 aprile ore 21. Fare questa mostra signific...