Come tutti i teatranti, Grillo ha passione per le trovate.
Roland Barthes lanciò una pietra quasi tombale sulle trovate teatrali, ma evidentemente ancora qualcosa ne se spaccia in giro.
Secondo Barthes la trovata è un mito. "Certi registi gallonati ne fanno la loro fama...Evidentemente è qualcosa di inaspettato, e tutti danno in esclamazioni per l'invenzione che purtroppo è completamente inutile, visibilmente dettata da una immaginazione agli sgoccioli". (1)
In questi anni le trovate del comico e politico genovese hanno comunque funzionato. Quest'ultima però l'ha presa a prestito.
Scrive un articolo nel suo blog, Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici, dove propone 'shockamente' di far sorteggiare i parlamentari. Un Parlamento di cittadini scelti a caso.
La trovata è in realtà di Brett Henning, che ha scritto il libro "The end of politicians", dove dimostra che la democrazia non solo è un vecchio dinosauro malfunzionante che non ci rappresenta, ma anche - da buon statunitense - i suoi costi, non tanto di grafici e frecce e numeri. E come si potrebbe risparmiare!
Una trovata per avere la vera democrazia, finalmente a buon mercato! Una trovata per far parlare di sé e far soldi, con tanta superficialità condita da un po' di citazioni e di dati.
A fondamento della proposta Grillo cita la Retorica di Aristotele, senza dire però che lo Stagirita tratta una società classista, dove pochi sono coloro che possono essere eletti!
E' evidente il perché non si citi Platone, Repubblica, Politico, Leggi, per il quale a governare devono essere chiamati i migliori, cioè i filosofi e non i sofisti, che insegnano appunto l'arte della comunicazione e della manipolazione.
Nella proposta, che sancisce la sconfitta del Movimento Cinque Stelle e dei suoi rappresentanti al Governo e al Parlamento - è in sostanza una smentita del loro operato politico! -, nella proposta non si tiene conto della preparazione culturale dei rappresentanti, la loro inclinazione, la loro passione, il loro carattere, le loro idee (ma non ne devono avere di proprie); i cittadini stessi, a prescindere, in un sistema random!, vanno in Parlamento e ripuliscono il gioco, sporco, della democrazia.
Ma è un gioco di facciata, un inganno. Infatti esso mostra di tener conto del singolo, del cittadino, contro i partiti e il sistema dei mestieranti della politica, ma lo neutralizza e svilisce, insieme al Parlamento, attraverso il sistema della causalità e della sostituibilità. Tutti vanno bene, e quindi alla fine i cittadini sorteggiati non contano!
L'uno finisce per valere nessuno!
Anche Simone Weil ha scritto un "Manifesto per la soppressione del partiti politici", ma è ben altra proposta, la sua! La filosofa propone una rifondazione della democrazia e dei suoi meccanismi, attraverso una seria rivalutazione dell'individuo, del suo pensiero e ricerca teorico-pratica, nella piena consapevolezza della propria azione e sapienza politica, contro l'oppressione e strumentalizzazione operata dai partiti! Con la Weil si va verso la liberazione; con Henning-Grillo verso l'oppressione.
La trovata, disumana e antiumanistica, di Henning-Grillo si situa nell'alveo, ormai quasi del tutto compiuto, della fine della cultura del pensiero, delle idee, della discussione, dell'individuo!, verso il completo tramonto della civiltà antica e del suo insegnamento tramite il terrorismo consumistico e tecnocratico assoluto (Parlamento a sorte, via computer!), dove il caos, l'ignoranza, la superficialità, l'uniformità prende la falsa forma della democrazia in nome dell'onestà, contro la corruzione, per il risparmio, l'ecosistema (sic!), la differenza, in nome di una finta evoluzione sociale, politica, economica, ambientale che non mette in discussione nulla, non pone alcuna alternativa vera a quel sistema che è alla base dello sfruttamento, della povertà, delle ingiustizie, della nostra assoluta infelicità che unge e ingrassa il sistema ipercapitalistico mondiale.
Il cittadino in realtà è chiamato solo a essere servo, il migrante, per esempio e tutti quelli del Quarto Mondo, o suddito consumatore.
Il cittadino in realtà è chiamato solo a essere servo, il migrante, per esempio e tutti quelli del Quarto Mondo, o suddito consumatore.
(1) R.Barthes, Miti d'oggi, Einaudi, Torino, 1974, p.106.
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