domenica 30 settembre 2018

La cosa bella delle elezioni

Ormai la cosa bella delle elezioni non è pensare a coloro che ci governeranno, ma a quelli che non lo faranno più.

giovedì 27 settembre 2018

Questa cultura fa cacare

Per quanti anni ancora dovremo assistere alle epifania contraffatte dei presidenti, direttori, organizzatori, funzionari dei teatri enti musei università e quanto altro, marcio culturame messo su dai voti o dall'influenza del babbino, dagli amanti, dagli amici di partito o di setta?
Purtroppo in Italia non c'è stata e non ci sarà alcuna rivoluzione, perché il sistema è putrescente e la casta del privilegio rimane ferma sulle sue posizioni, con conseguenze incalcolabili da un punto di vista etico culturale sociale economico.

Questa politica non serve al cambiamento e il voto gentilmente offerto è solo un gioco truccato!

Vedo me e diversi altri ogni giorno bloccati nel lavoro da brutti ceffi incompetenti e prepotenti, gente che dirige, che ne so, un teatro senza aver mai fatto una regia, scritto un testo, senza essere mai salita su un palco a recitare! 

Il solo sistema di circuitazione è quello chiuso e soffocante dello scambio, dell'intrigo, della convenienza, della prostituzione, dei numeri del consenso, e del guadagno. 

E' evidente che il risultato complessivo è pessimo, è una cultura che non desta interesse, non è vitale, è morta e asservita, nonostante i mitologi si sforzino di darle valore, renderla magari non convenzionale con qualche colpo di belletto e metterla in vetrina. 

Certo che questa cultura fa cacare!

martedì 25 settembre 2018

Monologo del vampiro, un dittico

Ho cambiato la locandina del Monologo del vampiro per due motivi:
primo perché qualcuno, vedendo la precedente, non dormiva la notte;
secondo perché il "Monologo" ha una forma teatrale molto particolare, oltre al contenuto: è monologo, ma è un dittico allo stesso tempo.

Per il resto non posso altro: lo spettacolo non è per tutti; d'altronde il vampiro non è certo una fata o un folletto.
Il disegno è tratto, anche se parzialmente trasformato, da La Settimana Enigmistica che curiosamente, inspiegabilmente, ha 'parlato' di noi.

lunedì 24 settembre 2018

Didattica

Alcuni mi hanno chiesto le dispense del seminario "La filosofia del teatro e della recitazione" che si è svolto sabato 22 settembre alla Baracca.
Spero di presentare una sintesi,  creare un "Libriccino del teatro" e poterlo distribuire presto.

Non so poi se e quando sarà possibile una replica del seminario.

Intanto informo che il 7 novembre inizierà il laboratorio teatrale.

Laboratorio, non corso di teatro, durante il quale solitamente si approfondiscono gli aspetti tecnici della recitazione: l'oggetto del laboratorio sarà infatti la messa in scena di un testo.
Presto ne scriverò più dettagliatamente.



domenica 23 settembre 2018

Prato, degrado e criminalità

Mamma ritorna da Prato, dove è andata in autobus.
Da tanto non andava in centro, occupata con la malattia del babbo.
Torna e vedendomi mi dice:
- Ma hai visto come è diventata, Prato?
- Come è diventata?
- Degradata. Sono andata in centro per andare in via del Pesce; e siccome ho perso l'autobus, allora in quella mezz'ora ho fatto un giretto per il centro e mi sono spaventata. Negozi chiusi, sporco, degrado ovunque. Ma ti ricordi com'era vivace, Prato, quando abitavamo in via Bicchierai o alla Chiesanuova, che pure non c'era nemmeno l'asfalto e c'erano tutti i campi attorno ancora! Ma in centro c'erano tanti negozi e vita. Ora sembra tutto morto. Io son rimasta impressionata."

Il degrado è davvero palpabile camminando al mattino o nel pomeriggio, e solo il fine settimana viene 'vestito' e camuffato dall'apertura dei cosiddetti localini che renderebbero vivace il centro, dalla 'movida'. Ma è una vivacità artefatta, confusionaria, caotica ed estemporanea,  che per molti aspetti produce disagio; in realtà ogni tentativo che l'amministrazione ha intrapreso per riempire gli spazi vuoti, vedi in via del Serraglio, è miseramente fallito.

Prima con l'apertura del centro commerciale I Gigli, ma soprattutto con quello di Parco Prato e la Multisala, Prato ha iniziato la via del declino, che sembra inarrestabile, costringendo alla chiusura tanti negozi e attività nel centro storico.

I Pratesi vanno a fare la spesa in massa a Parco Prato, e addirittura vi fanno le passeggiate del fine settimana.

L'amministrazione non riesce a creare, e non ci riesce nemmeno con i mega-concerti che sono eventi effimeri e di propaganda, nulla che inverta questa rotta.

Chi ha costruito i non luoghi , le cattedrali del consumo come Parco Prato, è il vero responsabile del declino della città.
(E basta fare il paragone con la vicina Pistoia, che ancora, pur con le tante criticità, nel suo centro storico 'regge', città che non ha visto l'ergersi di tali centri commerciali vicino a sé)

A ciò si aggiunge un uso selvaggio delle case, dei laboratori, degli spazi, per cui la città, dove più dove meno, viene spolpata a livello urbanistico, in particolare dalla comunità cinese, come è evidente nelle periferie e di cui ho scritto, una attività inarrestabile che non crea tessuto urbano e socialità, ma che la distrugge.

Non c'è interesse sentimentale, cura, nei confronti degli spazi in cui si abita. Si affittano, si prendono in affitto solo per fare denaro in modo occulto, sfruttando massicciamente esseri umani e territorio.

Le prospettive sembrano nere e ogni prossima politica locale dovrà confrontarsi e tentare di risolvere l'abbandono, lo squallore di una città che risulta anche fra le prime nelle statistiche nazionali della criminalità, come si può leggere nell'articolo de La Nazione di ieri. (Ma in cronaca locale ne parla diffusamente anche oggi).


mercoledì 19 settembre 2018

Varie

Dalla fine del mese non sarà più attivo il sito 
www.teatrolabaracca.com.  D'altronde è sempre stato poco attivo.

Per gli spettacoli a e de La Baracca il pubblico fa riferimento a questo blog.  Da tempo. In futuro magari creo un altro luogo per il teatro, ma già è faticoso e impegnativo tutto questo navigare...Prende troppo tempo.

Riguardo al seminario del 22 settembre su La filosofia del teatro e della recitazione: molti mi chiedono, ma non c'è per ora un'altra data.

A sabato, per chi ci sarà. Puntuali, ore 16.

Giudice Lunare

Avevo tanti debiti
e fortuna
mi assegnano un giudice
sulla luna.

Il giudice giudicante
lunare
specializzato
in ammanco siderale.

Non sapendo io
come restituire
il mancante

ha deciso,
che sant'uomo
da spedire in Paradiso!,

che pagherò
i miei debiti
entro mill'anni,

e così,
sarò tolta da affanni
problemi, leghe...

Ma...dubbio umano,
quando sarò morta,
non potrò più pagare!

E lui risponde, piano:
che chiede?,

non ti preoccupare
troveremo il donde
allora, ora
non ci pensare!

Signor Giudice
che bella trovata!

Viva la giustizia lunare,
ponderata,

ogni impaccio è tolto
ogni magagna,

il malaffare.



lunedì 17 settembre 2018

Il Nuovo Piano Operativo di Prato è il nuovo libro dei sogni elettorali


E' stato presentato oggi il piano operativo per Prato. Da quello che si può leggere sul sito del Comune, esso sembra ricalcare  il cosiddetto Atto di indirizzo del 2015, pieno di grandi idee (1), con le quali una città totalmente brutalizzata da più di un secolo a questa parte vorrebbe essere magicamente trasformata in un grande parco agro-urbano, e dove si trovano i concetti operativi che dovrebbero essere le linee guida per il futuro: riuso, città a volume zero, città del distretto manifatturiero del XXI secolo, città di case popolari e in affitto a basso costo (Social Housing); città parco alimentare, con grandi progetti e aree strategiche, come la Declassata, il Grande Parco Urbano, Fluviale, i Macrolotti da rigenerare, le Frazioni da ritessere, le Cascine di Tavola  da far 'rinascere' eccetera eccetera…

Un grande progetto, datato già 2015, di cui al momento si può dire che nulla è stato fatto.

Ma conoscono, gli assessori, in che città vivono, che città amministrano? La realtà?

Un pezzettino di realtà l'abbiamo vista ieri camminando, come dovrebbero fare i politici invece di navigare, fra le vie di Galciana, dove si assiste a uno dei peggiori abbrutimenti urbani cittadini, dove le case si sono tutte trasformate in dormi-laboratòri senza alcun controllo,  dove dalla mattina alla sera lavorano cittadini cinesi che le occupano senza nulla investire nella cura, senza alcuna progettualità per il futuro.

Non è nemmeno più l'abbrutimento della miseria, ma l'abbrutimento dello sfruttamento capitalistico più bieco che si espande a vista d'occhio.

(A questo si assiste smarriti anche nell'area artigianale di Tobbiana-Casale, per esempio, dove i mega capannoni appena costruiti sono già fatiscenti e inquietanti scatole cinesi!).

La realtà è una città - come troppe altre ormai - in cui, tanto per fare un esempio, non si può nemmeno camminare, dico camminare, camminare a piedi! (come diceva Ceronetti quando tentava inutilmente di uscire da Torino a piedi e non era più possibile ormai!), e se voglio andare dal Centro Storico alle Cascine di Tavola a piedi o in bici rischio di morire, e non vi posso andare che tramite la trafficatissima e impervia via Roma, ché ovviamente non posso per esempio camminare per la Tangianzale Ovest (quella dove l'intrico dei cavi dei tralicci si può quasi sfiorare con mano!).

Le strade del mondo sono tutte ormai destinate ai veicoli.

Proviino i signori assessori a camminare per le Frazioni da ricucire, per il Centro Storico da valorizzare, fra le Mura da evidenziare!

Una città dove non si può camminare, da dove non si può uscire, è una città dis-umana. Anche se camminare non ci piace, anche se siamo pigri e totalmente assuefatti alla modernità macchinica.

In una città simile i parchi, agricoli o fluviali che siano, e posto che si costruiscano, sono riserve indiane.

Meglio non dire se a piedi voglio andare a Firenze (perché dovrei non volerlo?), se voglio andarci in bici!

Ma anche andando in macchina, provino gli assessori a percorrere di notte (l'avranno fatta no, come esperienza reale?), che ne so, la Declassata nel famoso punto del Soccorso: buio, incerto, senza segnaletica, proprio quel punto, stretto e trafficato, che dovrebbe - fino a quando si decide che cosa ne faranno se sottopasso o soprappasso e forse fra una ventina d'anni - dovrebbe essere illuminato, reso visibile e segnalato in mille modi!

Con i piani operativi sembra si vada a caccia di consenso raccontando una bella storia da far pubblicare sui giornali e da spacciare sui social.

Una narrazione che serve, dati i risultati raggiunti, per continuare a navigare nel nulla, per continuare nella gestione di questo potere, per lo status quo, dove alla fine vince l'occupazione di territorio, il concetto di rendita, e il traffico.

La realtà di Prato è una città sfruttata, non curata, vandalizzata dai veicoli, mille case fatiscenti, capannoni di ogni genere con molte inquinanti e oscure attività.
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(1) Comunicato stampa di oggi:http://comunicati.comune.prato.it/generali/?action=dettaglio&comunicato=14201800001009
Il Piano di indirizzo del 2015 è consultabile qui:http://allegatiurbanistica.comune.prato.it/dl/20151118124227452/atto_di_indirizzo_PS_PO_1.pdf


venerdì 14 settembre 2018

Teatro dei morti

Il Teatro La Baracca appartiene alla categoria del 'teatro dei morti'. E non parlo in senso solo kantoriano (da Kantor).
Il teatro dei morti è quello che certo potere (critica, istituzioni) ha deciso di far morire, decretandolo nella dimenticanza.

Certo, tutto il teatro allude alla morte, il fatto stesso del suo essere effimero, è questo il suo limite e la sua libertà, la sua potenziale libertà.

Anche se il testo, il video, la registrazione tutto ci può aiutare nella e per la memoria, il teatro in sé, la rappresentazione muore nel momento stesso in cui vive. E' la verità che il caro professor Macrì mi regalò nel mio primo giorno di università, rappresentando in classe, marionetta vivente, il Principe Costante di Calderon della Barca. Ma questa morte è anche la sua vita!

Il Teatro La Baracca fa parte del teatro dei morti anche nel senso che è escluso, non incluso per esempio nella grandi circuitazioni, volutamente lasciato alla dimenticanza.
Perché questo è il potere sommo del potere, decidere sulla memoria,  come per esempio fecero gli alessandrini che decisero quale teatro greco antico lasciare al futuro e quale no. Come fecero i Romani con gli Etruschi e così via.

Il Teatro Metastasio - e parliamo di Metastasio perché siamo nella città di Prato ma sarebbe successo lo stesso altrove con altri teatri - come teatro stabile non compie il suo diciamo dovere, che è quello di confrontarsi con i teatri del territorio, disattende superbo e stupido, a quello che accade attorno a sé.

Chiama a recitare altre compagnie, da fuori, e basta. Non conosce l'altro vicino a sé. Fa, insomma, una operazione vetrinesca e commerciale (anche se presenta gli 'impegnati'), al fine di essere gradito, piacere al pubblico e al potere.
Ma che teatro fa, questo teatro, se non realizza e sostiene una cartografia del teatro nel proprio territorio? Che senso dà alla sua stabilità, al suo essere-per-il-teatro? E' destinato a perire, anche se è sostenuto da un miliardo di miliardi, o a vivere come guscio vuoto.

E coloro che volutamente o meno, come gli assessori o altre autorità, aiutano questo processo della dimenticanza e dell'abbandono sono ugualmente responsabili dei consigli di amministrazione e di direttori artistici, troppo spesso chiamati solo come cani da guardia del potere stesso e lontani. La loro presenza è insensata; anzi, di più, ha una funzione distruttrice. (Vedi la creazioni delle Residenze Teatrali create e sostenute con sistema aziendalistico dall'Ufficio Cultura della Regione Toscana, e di altre regioni!, che ha distrutto il circuito, naiv per molti aspetti e povero, dei Piccoli Teatri della Toscana).

Quindi, non solo rispetto al potere, noi siamo morti, ma la morte è l'unica nostra possibilità di vita.
Ma allora, se siamo 'morti', come viviamo?

Di questo e altro parlerò nel mio seminario del 22 settembre prossimo. 
(Fine delle anticipazioni...).

giovedì 13 settembre 2018

Teatro, micropolitica della resistenza

Certo teatro, che viene costantemente deriso o smaccatamente ignorato, ha tuttavia assunto da tempo una funzione politica, pur micro-politica, alternativa. 
Certo teatro, che vive in un luogo preciso e determinato, è metafora politica e poetica di contro-potere, resistenza contro lo sradicamento, contro la disumanizzazione e la scarnificazione dell'uomo, contro l'omogenizzazione culturale della globalizzazione, contro l'insignificanza, la perdita della memoria storica e la distruzione del territorio, contro la perdita del principio di realtà, contro la spettacolarizzazione degli aspetti culturali e sociali.
Questa politica e poetica della resistenza afferma che certo teatro non è in crisi, ma che è contro. 

Anche di questo parlerò al seminario del 22 settembre alla Baracca.

mercoledì 12 settembre 2018

Soddisfazione generale per il Festivale MusiHale

Questa la dichiarazione completa rilasciata dal capo organizzatore del famoso Festivale MusiHale che, com'è noto si svolge in questo periodo in città.

"Siamo davvero soddisfatti. Quest'anno abbiamo fatto vari sold-out. Che buffo, sold out richiama la parola soldi...Non ci avevo pensato...Band' alle ciance: la manifestazione Festivale MusiHale si sta consolidando nel panorama dei festivali musiHali internazionali e addirittura planetari. I dati sul numero di spettatori sono in aumento: quest'anno oltre il 50% degli spettatori sono arrivati  da fuori Terra e dalle varie stazioni spaziali, e questa prospettiva spaziale ci permette di proseguire il lavoro con prospettive incoraggianti (oh, scusate la ripetiscion!), organizzando la prossima edizione del Festivale MusiHale che senza dubbio manterrà il livello della qualità delle proposte musiHali. 
Grazie a tutti, al prossimo Festivale MusiHale". 

E l'assessore ha aggiunto:
"La credibilità montante della manifestazione che sta a pieno titolo nel parolama, oh, scusate, panorama musihale  internazionale intersiderale e dimostra sic stantibus rebus che possiamo proseguire per l'edizione a venire avveniristica, nonostante l'essenza mancante dell'assenza consistente, come dimostra il numero crescente degli spettatori dalle stazioni intersiderali internazionali. Che dire? Siamo orgoglianti, ma ce lo aspettavamo.
Grazie a tutti, al prossimo Festivale Musihale".

martedì 11 settembre 2018

Cambiamento anno zero

Bisogna prepararsi per le prossime elezioni. E bisogna capire finalmente che non cambierà nulla.
Questa è la promessa, nascosta, che sarà rispettata.

Stiamo sempre assistendo allo stesso dramma, con lo stesso finale, solo con personaggi diversi.
Finché ci sarà carne da mettere sul palco, la recita si replicherà!

Non c'è nulla che nel nostro quotidiano cambi al netto di tutti i roboanti cambiamenti promessi, niente che dal ricco tavolo caschi sul nostro.

Per quanti anni ancora crederemo ai social salvatori che aprono buste in diretta, o che collegati, sprezzanti, parlano dalle Feste delle Disunità...promettendoci Fatti o Felicità?

Come faremo a spezzare l'incanto? Riusciremo mai a rompere la seduzione?  Lo stregone sarà annientato un giorno?

Intanto la sua immagine scorre infinita.

E anche quest'anno sarà l'anno zero del cambiamento, come ogni anno, da molti anni.

venerdì 7 settembre 2018

Felicità? No, grazie

Alla Triennale di Milano il Corriere della Sera organizza, con tanti eminenti sponsor, la tre giorni de Il Tempo delle donne, che quest'anno ha come titolo "La Felicità. Adesso".

Non la felicità domani, costruita e pensata. Qui e subito, con quello che c'è, e che puoi solo comprare, come un oggetto da mettere nel carrello della spesa, per metterti al passo coi tempi presenti, da cui deve essere allontanato ogni spettro di infelicità, che, al massimo la signora donna può dichiarare al suo psicanalista o al marito mentre perlustra l'online.

Il programma è mostruoso e asfissiante, un vero e proprio elogio del consumistico evento,  modaiolo e 'smartphonante', dove si comprende, almeno dagli innumerevoli incontri, che la donna farà bene per il futuro, se vuole essere felice (ma perché?), ad allinearsi ai modelli proposti, e a condurre la vita da brava e bella consumatrice che vota le persone giuste.

Insomma, durante l'evento, organizzato secondo l'inconfondibile stile grandi magazzini milanesi, ti illustrano loro, i mitòloghi convocati, quale sarà la parabola della tua felicità.

Io mi domando, come si fa, oggi poi, a essere felici. Una totale oscenità.

mercoledì 5 settembre 2018

La cornice dei rapporti socio-economici resta immutata

Premetto: non ho mai visto questo programma tanto chiacchierato, Le iene, e non so chi sia il signor Giarrusso. 
Certo, fa specie vedere un personaggio televisivo nominato garante della correttezza dei concorsi universitari, questo spandersi della vita irreale, della finzione nella realtà.

L'equazione per molti è: si diventa famosi in televisione e si può avere un posto importante.

Può sembrare un cambiamento, ma non lo è.

In realtà il sistema si perpetua, solo mostrandosi diversamente, si trasforma in veste mediatica, ma la sostanza è che chi comanda mette i propri emissari a gestire la Cosa.  Così si gestisce l'apparato pubblico.

Si tratta di una dittatura mascherata e di un'oppressione economica assoluta che vige dalla nascita dello Stato Italiano, e che ultimamente però, con la crisi economica e di sistema, si è fatta più pesante.

La Televisione o Internet (e in particolare i Social) stabiliscono poi altre oppressioni.  Credenze, illusioni. Mitologie che servono per distrarre e opprimere ancor di più. Creare altre dipendenze e consumi, anche mentali.

Il Ministro dell'Istruzione ha comunicato la nomina di Giarrusso via social, con la immancabile foto del privilegiato, 'can mastino' in veste sorniona e affascinante, in primo piano. Ma cos'è? Appare come una stortura che guasta la democrazia e non fa ben sperare!

I Ministri e i Parlamentari che parlano attraverso i Social trattano un mondo fatto di trasparenze, apparizioni, ma non di approfondimenti. Di risoluzioni.

Ancora una volta problemi non si risolvono.

Anche questo è una caratteristica della dittatura. La sua epifania 'buona' è apparenza e superficie. Nel profondo tutto resta immoto. Resta il sistema familistico, clientelare, mafioso.

Perché, per esempio, non si parla invece dell'Università e di cosa sia diventata? Ma cosa vogliamo che sia, poi, l'Università?
Perché, per esempio, non si dice l'abbrutimento degli studenti che frequentano l'università come se fosse una passerella, un Walk of Fame? (vedi come si svolgono le discussioni delle tesi), molti dei quali indifferenti alla conoscenza?
Perché, per esempio, non si dice dell'abbrutimento di alcune facoltà e del servilismo a cui sono costretti molti professori?
I professori poi fanno i professori? Cosa hanno da dire in proposito? Perché la maggioranza tace?
Perché, per esempio, non si approfondisce l'occupazione di partito degli enti culturali? Qui in Toscana è tutto così, e l'oppressione è violenta. Si vive in una persecuzione condita di falsa indifferenza, irrisione e disprezzo.
Perché non si parla della dittatura vera e concreta che viviamo, l'impossibilità di ogni cambiamento e ossigenazione, che vede la concreta opposizione di tutti i partiti e movimenti nessuno escluso, alla redistribuzione della ricchezza e del potere?

La cornice dei rapporti socio-economici resta immutata.

martedì 4 settembre 2018

La Primavera è cattiva

Facebook mi ha bloccato la possibilità di copiare ('linkare'?) gli articoli di questo blog sulla pagina del Teatro La Baracca. 
Mi spiegano che qualcuno ha segnalato Primavera di Prato per contenuti 'inopportuni' che violerebbero il codice etico di quel social
Capito, compagni?
👎

P.S. del 7 settembre: Facebook mi ha ripristinato il 'servizio': si erano sbagliati.

lunedì 3 settembre 2018

Settembre Pratese, ovvero la cultura del gran palco

La cultura del grande palco vince ancora!

Questo è il Settembre Pratese! Come in tante tante città in Toscana e in Italia e nel mondo, con gli orribili festival concertanti.

Sono tutti uguali, tutti uguali, ormai è come un format.

La cultura dei numeroni, dei concertoni, dei nomi televisivi e commerciali; la cultura del cervello all'ammasso.

La peggiore cultura conformista e consumista calata dall'alto come da una gru!

E tutti contenti.

Tanti soldi pubblici buttati per il più bieco consenso di partito, mentre il centro si trasforma in un lerciume, in un groviglio di automobili e sbevazzi, che la gente per poco non riesce a rientrare a casa...

C'è qualcuno che fa opposizione a tutto questo?

Bela, pecora, bela, che poi il padrone ti pela.

Il palcone a Prato.
Foto gentilmente concessa

domenica 2 settembre 2018

Teatro e libertà

La Nazione, 2 settembre 2018

Il Tirreno, 31 agosto 2018
Oggi La Nazione pubblica un articolo sulla presentazione della nuova stagione con un titolo molto bello e che riassume, effettivamente, il nostro modo di fare teatro. E però praticare la libertà è, non va dimenticato, una azione molto difficile e faticosa, anche se può essere entusiasmante. 
Anche se nessun giornalista de Il Tirreno  era presente alla conferenza stampa, tuttavia su questo giornale è stato pubblicato un articolo sul seminario La filosofia del teatro e della recitazione del 22 settembre prossimo che, puntualizzo, non è dedicato solo addetti ai lavori, perché si tratta di una riflessione filosofica e sociale  accessibile a tutti sul teatro e la recitazione che caratterizza il nostro modo di vivere, nel quotidiano e in politica.

sabato 1 settembre 2018

La stagione 2018-2019 al Teatro La Baracca


       DA OTTOBRE A 2018 A GENNAIO 2019 

Sabato 13 e 20 ottobre ore 21
MONOLOGO DEL VAMPIRO
(FINO ALL'ULTIMO VAMPIRO!)

Sabato 10 e 17 novembre ore 21
CAPOMASTRO
 Apocalisse in betoniera

Sabato 1 dicembre ore 21
Domenica 2 dicembre ore 16,30
ORTO OMO MORTO
Indagine su gente leggende aneddoti sapienze
dell’uso popolare

Sabato 22 dicembre ore 21
L’INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI
con presentazione della seconda edizione del libro omonimo

Sabato 29 dicembre ore 21
Domenica 30 dicembre ore 16,30
LA COMMEDIA DEI PETTEGOLI
Liberamente ispirata a I pettegolezzi delle donne di Goldoni

Sabato 19 gennaio ore 21
Domenica 20 gennaio ore 16,30
AVANTI MARX!
Terza commedia impossibile

DA febbraio a giugno 2019
  
programma con date da stabilire

CALENDARIO DEI DELITTI

PORCHETTA MISSION

IL BIGNAMINO DELLE DONNE

LE MASCHIE

LEONARDO  
diario intimo di un genio

TURISTA IL BARBARO

FESTA DELLA POESIA

Seminari, incontri, laboratori

Sabato 22 settembre 2018, ore 16
LA FILOSOFIA DEL TEATRO E DELLA RECITAZIONE
Seminario aperto a tutti

Da ottobre 2018 a giugno 2019
LABORATORIO TEATRALE
con messa in scena di un testo



Teatro La Baracca Via Virginia Frosini 8 – Prato Telefono 0574-812363  teatrolabaracca@gmail.com  - labaracca@

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.